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Autore: Harumi_Gufo    22/11/2013    1 recensioni
“Avevi detto che mi avresti ricambiata dieci volte di più… Invece mi hai aperto una voragine nel cuore dieci volte più dolorosa! Era questo che volevi… Stupido di un Kamina?”
Non faceva altro che fare incubi, ogni notte, il ricordo di quella battaglia continuava a tornarle in testa, anche senza volerlo. Il pensiero di averlo quasi perso la turbava ogni giorno, nonostante fosse ancora con lei, vivo. Le bastava saperlo per sorridere, ma appena la notte calava, l’incubo si ripresentava, sempre uguale, come se non volesse lasciarla in pace, come se volesse ricordarle che l’aveva quasi perso, ma infondo come poteva andarsene, senza ricambiare dieci volte di più?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kamina, Yoko Littner
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nella camera regnava il silenzio, nessuna parola, nessun rumore, solo Yoko e Kamina che dormivano abbracciati, finchè Kamina non si svegliò, restando disteso e stringendo leggermente più forte la ragazza, senza fare il minimo rumore, sapeva che se si fosse svegliata non sarebbe rimasta a letto come le era stato ordinato, ma sarebbe scorrazzata in giro come una bambina, su queste cose era testarda, voleva fare di testa sua, la cosa che odiava di più era stare a letto con la consapevolezza di poter essere d’aiuto ma non poter far nulla, soprattutto se rimaneva in stanza da sola, senza nessuno con cui parlare, e soprattutto senza Kamina, non si era mai preoccupata dei suoi problemi fisici dopo le battaglie, infatti spesso faticava a concentrarsi su certe cose, a causa del dolore fisico, anche una cosa banale come riparare il fucile riusciva a diventare faticosa, Kamina non voleva che si sforzasse troppo, si sarebbe anche dato da fare al posto suo pur di vederla tranquilla.
Kamina cominciò ad accarezzarle i capelli, stando attento alla benda che la ragazza aveva in testa, era piena di bende, eppure non mostrava nemmeno il dolore che provava, anzi, riusciva anche a dormire, qualsiasi altra ragazza al posto suo si sarebbe messa a piangere o urlare per le ferite e non avrebbe dormito per il dolore, lei no, non aveva fiatato nemmeno una volta, nemmeno mentre Leeron la medicava, ogni giorno Kamina rimaneva sempre più stupito, stava cominciando a capire a fondo il suo carattere, i suoi modi di fare, i suoi sentimenti, soprattutto nei suoi confronti… Stavano insieme, era normale…
Kamina, pensandoci, fece un sorrisetto, finalmente era sua, e di nessun altro, e non l’avrebbe mai lasciata andare…
“M-Mhm…”
“Ehi…”
“B-Buongiorno…”
“Buongiorno, piccoletta, stai meglio?”
“Mi fa ancora male tutto ma va meglio…”
“Guarirai, stai tranquilla, finchè non ti sarai ripresa completamente ci penserò io a te, intesi?”
Yoko arrossì leggermente, annuendo, per poi essere presa in braccio e portata in infermeria.
“E-Ehi!”
“Prima i controlli, poi ti riporto indietro…”
“Oh, Kamina, vedo che alla fine Yoko ti ascolta…”
“L-Leeron, fammi i controlli e taci…”
Kamina si mise a ridere mentre Yoko subiva gli eccessivi controlli di Leeron, lo divertivano, si divertiva a vedere Leeron preoccupato come se fosse successo chissà cosa, al contrario, Yoko era seccata, era stufa dell’attenzione eccessiva riguardo alle ferite o problemi fisici generali.
Appena riuscirono a finire i controlli, e ci volle molto, Kamina la prese in braccio, dandole un bacio sulle labbra e uno sulla fronte.
“Otto…”
“Ne mancano due…”
Il discorso rimase in sospeso finchè non tornarono in camera, dove Kamina si sedette sul letto e mise Yoko sulle proprie gambe.
“Ti sbagli, ricordi cosa mi hai detto ieri prima di addormentarti, eh, piccoletta?”
“S-Sì… C-Che ti amavo…”
Kamina avvicinò la bocca all’orecchio della ragazza, cominciando a sussurrare.
“Non saranno più dieci, ma infiniti… Finchè sarò vivo te ne darò il più possibile…”
Yoko arrossì, guardando Kamina negli occhi e facendo un sorriso, mettendogli le braccia sulle spalle e stringendolo più che poteva.
“E-Ehi…”
“Non sai quanto mi rendi felice…”
“Io so tutto, ricordatelo, io sono il grande Kamina!”
“Me lo ricorderò… E ora dovresti andare a compiere i tuoi dovrei, come solo il grande Kamina sa fare.”
“Sto qui a tenerti compagnia, se ne occuperanno gli altri.”
“Vai, io starò bene…”
“Prometti di non alzarti?”
“Promesso.”
“E di riposare?”
“Promesso.”
“E di non sforzarti?”
“Prometto, prometto tutto!” Rispose la ragazza, ridendo.

Kamina dopo averle dato un bacio uscì dalla stanza, lasciando Yoko da sola, che si stese sul letto a fissare il soffitto. Già gli mancava, voleva qualcuno con cui parlare, una cosa che odiava era star sola, avrebbe voluto restare con Kamina, tempo dopo la sua richiesta di avere qualcuno venne esaudita, quando vide Nia entrare in camera a testa leggermente bassa.
“Mh, Nia, qualcosa non va?”
“E-Eh? No, tutto bene.”
La ragazzina tornò a sorridere come al suo solito, un sorriso dolce, che riusciva a rallegrare tutti.
“Senti, Yoko-San…”
“Che c’è?”
“Ieri ho parlato con Simon… E mi ha detto quello che prova per me…”
Yoko si mise seduta all’improvviso, senza badare al dolore provato in quel momento.
“Davvero? Che bella cosa, siete così carini insieme…”
“Anche tu e il Signor Kamina, siete carini insieme.”
“Kamina è una persona speciale… Ormai tutti sanno i sentimenti che provo per lui, e questa cosa non dirla... Mi ha proposto di diventare la sua ragazza, e io ho accettato, ma non lo sa ancora nessuno, tranne te, e Kittan…”
Kamina nel frattempo si stava dirigendo verso la camera, dove aveva dimenticato qualcosa, ma appena sentì le voci si fermò e cominciò ad origliare.
“Quindi… Vi sposerete e avrete figli, come mi ha spiegato Simon?”
“Vedi, Nia, non funziona proprio così… Ci sono tante persone che si amano e che non si sposano, o si sposano e poi non formano una famiglia…”
“E perché?”
“Perché le persone fanno delle scelte, oppure la fortuna non è dalla loro parte…”
“Yoko-San, tu vorresti sposarlo?”
“C-Certo che vorrei, tutte le ragazze sognano di sposare il proprio ragazzo, e vorrei anche un figlio, ma per queste cose è presto, penso che Kamina non sia pronto, e non lo sono nemmeno io, dobbiamo ancora maturare… Sposarsi è un modo per mostrare i propri sentimenti verso la persona che si ama, ma avere un figlio è una grande responsabilità… Bisogna crescerlo, e nelle condizioni in cui siamo ora, con le continue battaglie, non mi sembra il caso di rimanere incinta o pensare a cose del genere, oltretutto… U-Uhm… C-Come dire… Quella con K-Kamina sarà la mia prima volta… Q-Quindi…”
Yoko arrossì al pensiero, prima o poi Kamina ci avrebbe provato, l’avrebbe fatta sua per davvero, senza lasciasela scappare.
“Che vuol dire?”
“Ecco… Non puoi capire queste cose ora, non sono cose adatte a te, ne riparleremo più avanti…”
“Yoko-San… Se in superficie tornerà la pace totale, farai una famiglia con Kamina e ti sposerai?”
“Mhm, forse… Dipende tutto da lui, cose del genere si decidono insieme, altrimenti è impossibile.”
“Capito…”
Kamina rimase a fissare il vuoto per qualche istante, non riusciva a realizzare quello che aveva appena sentito, non ci credeva…  Non si sarebbe mai aspettato di sentire quelle cose, non aveva mai pensato che Yoko volesse sposarlo, o addirittura avere un figlio da lui… Kamina aveva preso sul serio la relazione, e aveva già pensato di sposarla appena fosse passato abbastanza tempo, ma non aveva mai pensato di avere un figlio, pensava che Yoko non ne volesse uno, che volesse restare solo con lui… Rimase imbambolato davanti alla porta per mezz’ora, finchè Nia non aprì la porta e se lo ritrovò davanti.
“Signor Kamina!”
“O-Oh… N-Nia… Stavo per aprire la porta…”
“Vado a cucinare per tutti, tra poco si mangia!”
Kamina la guardò impaurito, lo sapeva che quel cibo faceva schifo, l’unico ad apprezzarlo era Simon, che mangiava sempre tutto, mentre gli altri andavano a prendere le cose dalla dispensa appena Nia si allontanava dalla cucina.
Kamina entrò e chiuse la porta, per poi guardare Yoko mettendo le braccia dietro la testa, facendo un’espressione strana.
“Kamina…”
“M-Mhm?”
“Com’è andata mentre non c’ero?”
La ragazza sorrise dolcemente, quel sorriso lo faceva poche volte, e lo faceva solo per Kamina.
“Bene, ho sistemato il Gurren, ho parlato con Simon, siamo andati in giro…”
Il ragazzo si sedette sul bordo del materasso, senza riuscire a guardarla, non sapeva come comportarsi, se l’avesse guardata, probabilmente Yoko si sarebbe accorta subito che fosse successo qualcosa, ma se ne accorse comunque, studiando il suo comportamento.
“Voglio un abbraccio…”
Kamina la fece stendere, mettendosi sopra di lei, stringendole una mano e dandole un bacio, ma non uno di quelli comuni, uno appassionato.
“E-Ehi…”
“Mh? Che c’è, piccoletta?”
“N-Nulla, è che sembri strano…”
Kamina le mordicchiò il labbro inferiore, posando l’altra mano sul suo seno, facendo un sorrisetto malizioso.
“Piccoletta…”
“K-Kamina, s-se vuoi fare quello a cui sto pensando…”
“Che c’è, non ti senti pronta?”
“G-Già, e non mi va di fare una cosa del genere, senza sentirmi pronta… Scusa.”
Il ragazzo si mise disteso accanto a lei, stringendola contro il proprio petto e mettendole una mano tra i capelli.
“Sono io che mi devo scusare, piccoletta, quando ti sentirai pronta me lo dirai, prenditi tutto il tempo che vuoi…”
Yoko lo guardò in modo strano, come se volesse capire che cosa stava succedendo, Kamina lo sapeva che la ragazza non era pronta, perché ci aveva provato, allora?
“Kamina…”
“M-Mhm?”
“Che ti prende?”
“C-Che intendi?”
Kamina sospirò, stringendola di più, non sapeva come rispondere, voleva dirle la verità, ma aveva paura del fatto che Yoko potesse arrabbiarsi.
“Intendo che ti comporti in modo strano da quando sei tornato, te l’ho chiesto prima e non mi hai dato una risposta, hai provato a fare… U-Uhm… Sai che intendo. Hai per caso litigato con qualcuno o è successo qualcosa di strano?”
“Y-Yoko…”
“Dimmi tutto…”
Kamina smise di accarezzarle i capelli, tenendo la mano sulla testa e dandole un bacio sulla fronte.
“Ecco… Per sbaglio oggi ho sentito il discorso tra te e Nia, stavo tornando in stanza perché avevo dimenticato una cosa, e ho sentito…”
Yoko sospirò, aveva paura che il ragazzo avesse sentito la storia riguardante il matrimonio e la famiglia, aveva paura che si allontanasse da lei, perché non voleva sposarsi o avere figli, secondo il suo parere, ma lei non sapeva quello che il ragazzo voleva.
“C-Che hai sentito?”
“Ho sentito la parte del matrimonio…”
“E nient’altro?”
“Anche quella della famiglia…”
“K-Kamina, io…”
“Lo faremo.”
“U-Uh?”
“Lo faremo, faremo tutto. Ci sposeremo e avremo dei bambini, l’unica cosa che voglio è vederti felice, e vedere felici i nostri figli, se ne avremo… Io sono il grande Kamina! E i miei figli saranno altrettanto grandi!”
Yoko si mise a ridere, finchè non si sentì un brontolio allo stomaco da parte di tutti e due, che si guardarono in faccia.
“Kamina… Ho fame…”
“Eheh, anche io… Vado in cucina a rubacchiare qualcosa e torno, tu stai qui buona, piccoletta.”
“Agli ordini, grande Kamina!”
Kamina uscì, per poi tornare poco dopo con quattro piatti strapieni di cibo e si sedette sul letto, guardando Yoko.
La ragazza fece lo stesso, prendendo due dei piatti e cominciando a mangiare, quasi ingozzandosi, mentre Kamina rideva nel guardarla.
“Ehi, ehi, se mangi così diventerai ancora più culona…”
“I-Idiota! Non sono una culona!”
“Oh, sì che lo sei, sei la mia piccola culona!”
“I-Idiota…”
Dopo aver finito di mangiare, Yoko tirò un pugnetto alla spalla di Kamina, per averla presa in giro, ma Kamina le prese il polso, inclinandosi leggermente verso di lei, sussurrando.
“Sei sporca, lascia che ti pulisca…”
Le leccò via la parte sporca facendo un sorrisetto, per poi baciarla dopo aver appoggiato i piatti sul tavolo nell’angolo della stanza.
“Ah, già, dimenticavo…”
“Mhm?”
“Devo cambiarti le bende, mi ha avvisato prima Leeron…”
“Come mai non si è offerto lui?”
“Segreto…”
Yoko gonfiò le guance in modo infantile, guardandolo.
“Ti sei offerto per vedermi nuda, eh? Pervertito…”
“Tanto prima o poi nuda ti ci vedrò, quindi meglio affrettarsi.”
La ragazza arrossì, mentre Kamina si mise seduto dietro di lei e le tolse la maglia, togliendo i bendaggi e guardando le ferite, si sentiva ancora in colpa, lo turbava vedere quelle cose, e sperava che non le rimanessero cicatrici.
“Kamina, che aspetti?”
“E-Eh? Oh, già… Che c’è, ti vergogni, piccoletta?”
“E’ che ho freddo…”
Il ragazzo le mise le braccia intorno ai fianchi, appoggiando il mento sulla sua spalla e dandole qualche bacio sul collo.
“Ora va meglio?”
“S-Sì, ma mi vergogno, e ho sonno…”
“Sonno? Ma se hai riposato tutto il giorno! E poi… Preferisci dormire, invece di passare un pò di tempo con me?”
“Mi è passato il sonno…”
“Ma guardala… Piccoletta, vanno meglio le ferite ora?”
“Sì, non sento quasi più niente, ora non fanno più male, mi danno solo un pò fastidio…”
“Ne sono felice.”
Kamina le rifece i bendaggi, rimettendole la maglia e stendendosi sul letto, mettendosela sopra, stringendola e dandole un bacio.
“Kamina…”
“Uhm? Che c’è?”
“No, niente…”
“Ora sono curioso, se non me lo dici ti faccio il solletico…”
“Fai pure, tanto non lo soffro.”
“Menti, lo so bene che lo soffri, con chi credi di avere a che fare? Io ti conosco troppo bene, piccoletta.”
Il ragazzo si girò, mettendosi sopra di lei e cominciando a farle il solletico, vederla ridere prima di andare a letto lo faceva star bene, lo rallegrava.
“E-Ehi, fermo, fermo! B-Basta!”
“Su, su, che cosa volevi dire?”
“U-Uffa, stai fermo, stai fermo, mi arrendo!”
Il ragazzo si mise accanto a lei, girato su un fianco, abbracciandola.
“Che cosa volevi dirmi, allora?”
“Ti amo…”
Il ragazzo arrossì leggermente, facendo un sorrisetto, per poi vedere la ragazza appoggiare la testa contro il suo petto, imbarazzata, mentre lui poggiò le labbra sulla sua fronte, stringendola.
“Anche io piccoletta, anche io ti amo.”



Angolo autrice:
Zaaalve, sono tornata! ho faticato a scrivere il capitolo, essendomi addormentata non una, ma due volte al pc, con un intervallo di circa venti minuti, è stato strano. :3 Alla prossima! 
  
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