Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Matt94Black    22/11/2013    2 recensioni
Kasuna Chujitsai è un giovane di 24 anni. Egli vive in Giappone e, durante una sua giornata di lavoro nella polizia, scopre di poter manovrare il fuoco con il pensiero, anche se non ha ancora preso la totale dimestichezza con la sua abilità. Immediatamente, viene convocato dalla Tokushu Keisatsu Butai, una ristretta cerchia di agenti e altre persone con abilità innate, la quale si occupa delle richieste legate al paranormale e alle creature misteriose che risiedono nel mondo. Kasuna inizierà qui la sua nuova vita, intrisa di azione, felicità e sorrisi, ma anche di tristezza, rabbia e lacrime.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mentre Kasuna era sdraiato sul letto della sua camera a fantasticare sul suo futuro alla Tokushu Keisatsu Butai, qualcuno bussò alla porta. Si alzò e andò ad aprire: era Samui. Kasuna, sorpreso della sua visita, gli chiese: -Ciao, è successo qualcosa?-. Samui, ignorando la domanda, gli rispose: -Vedi di rigare dritto, novellino. Altrimenti ti dovrò far capire con la forza con chi hai a che fare-. I suoi occhi blu erano seri e lo fissavano in modo minaccioso. Kasuna gli disse: -Ok, ma perché ti comporti così? Non ti ho fatto nulla di male-. Samui gli rispose: -Stai solo zitto-. Fece per andarsene verso l’uscita, ma Kasuna uscì sul corridoio e, alzando un po' di più la voce, gli chiese: -Cosa ti ho fatto di male? Avanti, rispondi! -. Samui si voltò di scatto, lo prese per il colletto della maglia con la mano destra e lo sbatté contro la porta della camera di Jutoken, frontale rispetto a quella di Kasuna. Tenendolo stretto, gli rispose: -Vedi di farti i cazzi tuoi. Sei qui da poco più di due ore e già mi è venuta di nuovo voglia di farti fuori, proprio come 17 anni fa-. Kasuna controbatté: -Come sarebbe a dire “come 17 anni fa”? Io non ti ho mai visto!-. Samui gli urlò: -Bugiardo!-. Così dicendo, la sua mano sinistra si cosparse di un’aura blu e gelida. Samui stava per afferrargli la faccia con quella mano, quando una voce femminile gridò: -Samui! Fermati! -.
I due si voltarono verso l’entrata del quarto piano e video Seky: aveva gli occhi lucidi e sembrava che stesse per esplodere in un pianto da un momento all’altro. Samui gli disse: -Seky, guardalo! È lui il ragazzo del fuoco che sto cercando! Devo ferirlo come lui ha ferito me!-. Seky gli rispose: -Non è lui! Lascialo stare! Fallo per me, ti prego! -. Samui, dopo alcuni secondi di silenzio, fece dissolvere quell’aura fredda dalla sua mano e scaraventò Kasuna alla sua destra. Dirigendosi verso le scale, egli disse alla sua gemella: -Fa come ti pare, ma io rimango della mia idea-. Così dicendo, sbatté la porta alle sue spalle e scese le scale. Seky cadde in ginocchio e si mise a piangere. Kasuna, dopo essersi rialzato, si inginocchiò davanti alla ragazza e le disse: -Non piangere, dai. Non è successo nulla-. Seky, con gli occhi lucidi, lo guardò e gli disse: -Penso che tu debba stare distante da lui, se non ci sono io nei paraggi. Potrebbe farti del male. Per lui, le altre persone non esistono, ormai ascolta solo me…-. Kasuna le disse: -L’ho notato-. Dopo qualche secondo di silenzio, Seky si asciugò il viso dalle lacrime e, con un leggero sorrido, disse: -Che ne dici di venire sotto con gli altri? Così fai un po' di conoscenza-. Kasuna le rispose: -Certo, mi farebbe piacere-.
Dopo averla aiutata a rialzarsi, iniziarono a dirigersi verso il primo piano. Mentre stavano scendendo le scale, Kasuna le chiese: -Chi sarebbe il “ragazzo del fuoco” con cui Samui ce l’ha a morte? -. Seky si bloccò e si fece cupa, rispondendogli: -Uno che l’ha ferito nel profondo, fisicamente e psicologicamente. Ma non sei tu, non preoccuparti -. Kasuna le chiese: -Ma cosa gli ha fatto?-. Seky, dopo alcuni secondi di silenzio, gli rispose: -Lasciamo perdere-. Così dicendo, riprese a scendere le scale. Kasuna si affiancò a lei e, pensando di aver chiesto qualcosa di proibito, le disse: -Scusa, non volevo…-. Seky, con un tono più sollevato, gli rispose: -Non ti preoccupare, non potevi sapere la mia reazione-. Arrivati al primo piano, entrarono nella stanza dello svago, dove Kasuna ritrovò la stessa situazione di prima, anche se mancava Samui.
Alex andò da lui e gli disse: -Ecco qua il nostro novellino! Hai finito il tuo tour dell’edificio?-. Solo ora l’aveva notato: la voce di Alex era strana, quasi artificiale, anche se il modo di parlare e di gesticolare era perfettamente umano. Kasuna gli rispose: -Sì, è davvero un bel posto. Chi ha vinto con le freccette?-. Alex, giocando con una freccetta che aveva ancora nella mano destra, rispose: -Io, ovviamente. Jutoken ha una mira che fa pena-. Così dicendo, lanciò quella freccetta verso il tavolino da ping pong, colpendo in pieno la pallina che si trovava su di esso: in confronto a lui, anche Kasuna avrebbe una mira che fa pena. Jutoken, con la sua solita apatia, disse: -Alex, lo sai che hai appena preso la pallina da ping pong?-. Alex, ironicamente, rispose: -Davvero? Pensavo di aver colpito una quercia secolare!-. Jutoken gli disse: -Era una domanda retorica…-. Nel mentre, Shiru, che li aveva raggiunti, disse: -Dai Jutoken, non preoccuparti. Ne abbiamo altre di palline da ping pong. Comunque io suggerirei di andare in mensa: Sono le sei e sarebbe conveniente occupare già dei posti. E poi, avremo un po' di tempo per conoscere il nostro Kasuna-.
Così dicendo, tutti e cinque andarono nella stanza accanto ad occupare dei posti ad un tavolo. Alex, per qualche strano motivo, non mangiò con loro e Samui ritornò, fissando il nuovo arrivato in malo modo per tutta la cena. Nonostante quest’ultimo fatto, Kasuna si trovò benissimo e conobbe meglio gli altri ragazzi: Seky e, di conseguenza, Samui avevano la sua stessa età, Shiru aveva 32 anni, mentre Jutoken ne aveva solo 18; tutti erano originari del Giappone, a parte Alex, che, da come gli aveva spiegato Seky, veniva da un paesino desolato in Alaska. Dopo aver parlato del più e del meno fino a tarda ora, tutti tornarono delle proprie stanze. Kasuna si sdraiò sul letto e vide un messaggio di suo padre:
 
Ciao Kasuna.
Sono contento che ti trovi bene, cerca di fare attenzione a non cacciarti nei guai. Ricordati che noi siamo lì con te.
Buona serata. Saluti da parte mia e di mamma.

 
Oggi stava per cacciarsi nei guai per colpa di Samui, ma avrebbe preferito non raccontarlo ai suoi genitori per non farli preoccupare. In fondo, nessuno si è fatto male. Dopo essersi preparato, si mise sotto le lenzuola e, dopo pochi minuti, si addormentò.
Il giorno dopo, Kasuna si svegliò: erano quasi le sette di mattina e qualcuno aveva bussato alla sua porta. Ancora semiaddormentato, si alzò a vedere dallo spioncino, sperando che non sia Seky: non voleva mica farsi vedere da lei in quello stato! Per sua fortuna, davanti alla porta c’era Jutoken, che non aveva le cuffie a padiglione del giorno prima e portava una busta di plastica con dei vestiti dentro e degli anfibi neri. Quando Kasuna aprì la porta, quell’altro gli disse: -Sei parole: Io, te, Seky, Shiru, missione…muoviti!-. Kasuna gli disse: -Ma che…-. Jutoken gli disse: -Già, è la tua prima missione! Comunque, quel pazzoide del professor Kinsai mi ha detto di consegnarti i tuoi vestiti: dice che sono fatti con un tessuto modificato resistente agli urti e al fuoco-. Kasuna lo ringraziò ed entrambi tornarono nelle loro stanze. Aprendo la busta, Kasuna trovò un paio di pantaloni neri, una T-shirt con diverse sfumature di rosso e un impermeabile con il colletto alto, color rosso scuro e con delle lingue di fuoco in nero sulla base. Sulla T-shirt, proprio in posizione del cuore, vi era il distintivo della TKB. Il suo distintivo. Dopo essersi preparato, indossò i nuovi abiti: erano resistenti e leggeri allo stesso tempo e i suoi movimenti erano fluidi. Dopo aver calzato gli anfibi, uscì dalla stanza. Mentre stava chiudendo la porta, una voce al suo fianco gli disse: -Hey novellino, anche a te piace stare tanto a dormire? -. Si voltò e vide Shiru, davanti alla prima porta sul lato opposto al suo. Egli indossava gli stessi vestiti del giorno prima, ma aveva due lunghi manganelli di metallo legati alla vita. Shiru continuò: -Anche io solitamente dormo più degli altri. Non temere, non c’è nessun cazziatone per i ritardatari. Adesso però dobbiamo andare al piano di sotto, nei laboratori-. Kasuna gli chiese: -Ma Jutoken mi aveva detto che dovevamo andare in missione. Non dovremo uscire?-. Shiru, ridacchiando, gli rispose: -Adesso vedrai meglio come funziona-.
Così dicendo i due scesero le scale fino al secondo piano, quello con i laboratori. Lì li stavano aspettando Jutoken, Seky e il professor Kinsai: il ragazzo indossava degli vestiti grigi, quasi identici a quelli del giorno prima, con le sue solite cuffie a padiglione, Seky aveva un vestito azzurro con sfumature blu, mentre il professore aveva lo stesso camice del giorno prima e teneva le mani nascoste dietro la schiena. Dopo aver salutato tutti, Kinsai gli disse: -Chujitsai! Ho una sorpresa per lei!-. Kasuna si aspettava il peggio, ma il professore fece vedere cosa nascondeva: era una spada lunga poco più di un metro, la cui lama aveva la forma di una fiamma argentea e il suo manico era color rosso scarlatto. Il professor Kinsai gli disse: -Tenga, è tutta sua!-. Kasuna afferrò il manico, pensando che fosse pesantissima, ma, appena la toccò, sembrava come se avesse un piuma in mano: sentiva come se quell’arma facesse parte di lui. Il professor Kinsai gli disse: -La sente leggera perché è fatta con la sua aura lavorata. Ma non sto a spiegarle tutta la tiritera, non capirebbe. Adesso prendete questi-. Così dicendo, distribuì degli auricolari a chiocciola con un piccolo microfono. Dopo che tutti le misero, il professor Kinsai disse: -Perfetto, adesso potremo e potrete comunicare quando sarete nell’Ultramondo-. Detto questo, egli ritornò davanti a quell’enorme computer e si sedette alla sua sedia, iniziando a trafficare con quella tastiera. Kasuna, perplesso, chiese: -Cos’è questo “Ultramondo”?-. Seky gli rispose: -E’ un mondo parallelo creato dal professore: è identico a quello reale, però può trasferire i singoli individui da questo mondo all’Ultramondo; sai, ogni tanto facciamo davvero un gran casino e sarebbe meglio che nessuno comune umano venisse coinvolto-. In quel momento, tutti e quattro poterono sentire la voce di Kinsai dall’auricolare che diceva: -Trasferimento all’Ultramondo-. Immediatamente, Kasuna notò che tutti gli scienziati in quella stanza erano scomparsi.
Seky gli disse: -Questo è l’Ultramondo: come vedi, è identico al nostro, però ci siamo solo noi quattro e i nostri nemici-. La voce di Kinsai disse: -Trasferimento spaziale-. In meno di un millesimo di secondo, i quattro ragazzi si trovarono davanti ad una fabbrica vecchia, decadente e abbandonata. Seky gli disse: -Questo è il trasferimento spaziale: in poche parole, il professor Kinsai ci ha trasportati da una parte all’altra del suo modo senza farci muovere un muscolo-. Kasuna non aveva parole: gli sembrava di vivere una missione di un videogioco! La voce del professore disse: -Lì si concentrano le entità oscure. Penso che ci siano degli zombie e un’entità oscura di circa due metri. Poi ci sono altre due entità potenti che non riesco a definire bene-. Shiru gli rispose: -Zombie? A quelli ci penso io!-. Entrò di corsa, mentre gli altri tre lo raggiungevano. Solo in quel momento, Kasuna notò che Jutoken aveva due sacche alla cintura con due pistole argentee, lunghe cinquanta centimetri, e che Seky aveva dei guanti blu con un bordo orlato. Quando entrarono, videro che all’interno era pieno di zombie: saranno stati centinaia. Shiru gridò: -Sono qua, stronzi!-. Mentre lui si precipitava contro quell’orda, Jutoken e Seky rimanevano immobili a guardare. Kasuna, preoccupato, disse: -Ma cosa facciamo? Dobbiamo aiutarlo!-. Jutoken gli rispose: -Rilassati, gli zombie sono la specialità di Shiru. Dopo tutto, sono i suoi simili-. Kasuna, sempre più perplesso, chiese: -Cosa?! Shiru è uno zombie?!-. Seky gli rispose: -Diciamo che lo è per metà: tempo fa, è stato morso da uno zombie, però non è mutato completamente. Non è molto furbo, però riesce a gestire alla perfezione la sua forza e tutti i suoi muscoli-. Kasuna guardò Shiru, che, dopo aver estratto i due manganelli di metallo, allargò le braccia e travolse gli zombie davanti a lui con la forza di un treno. La voce del professor Kinsai disse: -Chujistai, mi sono dimenticato di dirle che la sua arma le permette di potenziare le sue abilità con il fuoco-. Detto ciò, si accese una sigaretta, trasformando il suo mignolo in una vera e propria fiamma ossidante. Dopo aver preso una boccata di fumo, continuò: -Cosa aspettate lì impalati? Vedete di darvi da fare!-.
In quel momento, Jutoken estrasse le due grosse pistole ed iniziò a sparare dei pallini di metallo all’orda di zombie. Seky gli disse: -Prova a concentrarti sul fuoco o sulla tua arma. Se dovesse succedere qualcosa, ti proteggerò le spalle-. Kasuna annuì e, stringendo forte l’elsa della sua spada, fece prendere fuoco alla lama. Mentre lui iniziò ad affettare e ad incendiare gli zombie, Seky puntò gli indici nell’aria, iniziando a disegnare delle specie di archi che si scagliavano contro i nemici e li tagliavano: erano trasparenti e sembravano fatti di acqua ad elevata pressione. Tutti e quattro stavano combattendo, quando la voce del professor Kinsai disse: -Non considerate più quegli zombie: sono solo un diversivo e servono a nutrire quell’entità oscura, che è quasi raddoppiata. Andate ad occuparvi di quella, anche se gli zombie continueranno a seguirvi. Si trova percorrendo il corridoio di fronte all’entrata-. Jutoken disse: -Ho quasi finito i colpi, andate voi a sconfiggere il boss-. Kasuna, guardandolo come se fosse un criminale vicino all’esecuzione, disse: -Jutoken...vuoi farti ammazzare?-. Jutoken, con la sua solita espressione apatica, gli rispose: -Tu non mi conosci ancora bene, fidati di me-. Con Shiru che faceva strada, i due imboccarono il corridoio del quale Kinsai aveva parlato. Appena entrarono, Jutoken premette il grilletto, ma si sentirono solo dei ticchettii. I suoi colpi erano finiti. Kasuna, che era in quel corridoio assieme agli altri, gridò: -È senza munizioni! Morirà sicuramente! Dobbiamo andare ad aiutarlo!-. Shiru gli fece cenno di stare in silenzio e gli indicò il suo compagno. Jutoken aveva riposto le sue armi in quelle specie di custodie legate alla cintura e aveva collegato le sue cuffie ad una specie di lettore mp3. Dopo aver scelto una canzone, lo ripose nella tasca, riprese le sue armi e diede un colpo di frusta con le braccia: dal dorso di quelle grosse pistole spuntarono due lame lunghe quanto la spada di Kasuna. Seky gli disse: -Come hai potuto vedere, Jutoken  non ha una buona mira, ma con le armi da taglio è un portento. Inoltre, la sua arma usa il ferro nel sangue dei nemici per creare nuovi proiettili. Due piccioni con una fava. Ora però sbrighiamoci-. Kasuna iniziò a seguire gli altri due e ogni tanto si voltava per vedere cosa facesse Jutoken: quelle due armi erano davvero grandi e lui era così gracili, ma si muoveva con una leggiadria e una precisione che nessuno si sarebbe mai aspettato, facendo a fette quegli zombie con dei tagli lineari e perfetti.
Dopo alcuni minuti di corsa attraverso quel corridoio, completamente vuoto, la voce di Kinsai disse: -Ancora pochi metri e sarete davanti alla forza oscura che ho rilevato prima-. In quel momento, Kasuna, Seky e Shiru arrivarono ad un’enorme stanza rotonda, dal soffitto a cupola simile a quello di un’enorme cattedrale. Al centro di questa stanza, Kasuna vide una belva enorme, intenta a masticare uno dei pochi zombie che vi erano lì: sembrava un gigantesco gorilla, alto più o meno quattro metri, con la testa e il collo di un canide; la sua pelle era bianca e squamosa e, mentre masticava, si poteva notare che aveva più file di denti appuntiti. Aveva otto occhi neri, come i ragni, e le sue zampe erano munite di lunghe unghie argentee. Il mostro si girò e, quando vide i tre umani, emise un forte ruggito, per poi correre verso di loro con la stessa andatura di una scimmia. Immediatamente, Shiru si precipitò verso la belva. Il mostro tentò di colpirlo con un’unghiata, ma lui lo afferrò per le dita e, compiendo un giro su sé stesso, lo scagliò contro la parete alla sua destra, facendo un grosso buco e alzando un gran polverone. Shiru fece scrocchiare la spalla destra e gridò: -Hey stronzetto, sei già a terra?-. Come risposta, la bestia si rialzò e gli corse incontro. Shiru si mise in posizione di difesa, come se fosse un pugile, ma il mostro si fermò a due metri da lui e gli sputò del liquido rosso. Sembrava semplice sangue, ma quando Shiru provò a muoversi notò che era intrappolato: sembrava una sostanza collosa, una specie di ragnatela rossa. La belva si stava dirigendo verso Shiru, quando Seky, con l’indice destro, disegnò un grosso cerchio nell’aria e ci premette contro il palmo della mano, creando una grande sfera trasparente, che si scagliò contro l’avversario: sembrava fatta di acqua rovente. Il mostro ruggì dal dolore e sputò quel liquido rosso anche contro i due ragazzi, che lo evitarono: Kasuna si spostò verso la sua sinistra, mentre Seky balzò alla sua destra. La belva sputò di nuovo quel liquido contro Kasuna, ma questa volta lo colpì. Nel mentre, Seky iniziò a colpire il mostro con quei fendenti d’acqua che aveva usato prima contro gli zombie, ma era inutile: quel mostro sembrava non soffrire affatto per quei colpi. Di conseguenza, anche Seky fu colpita da quel liquido rosso. In quel momento, tutti e tre erano immobilizzati e Jutoken si stava ancora occupando degli zombie. Il mostro iniziò ad avvicinarsi lentamente a Seky. Mentre Kasuna si stava dimenando per liberarsi, la sua spada e la sua schiena presero fuoco e riuscì a liberarsi da quella specie di ragnatela, che sembrava debole al calore. In quel momento, egli capì qual’era il punto debole di quel mostro: il calore! I fendenti di Seky non gli avevano fatto nulla, ma la sfera d’acqua rovente l’aveva fatto ruggire dal dolore. Kasuna, con la spada e la schiena ancora in fiamme, iniziò a camminare verso il mostro e urlò: -Non la toccare!-. Il mostro lo caricò con la bocca aperta, ma Kasuna riuscì a conficcargli la spada nel palato. In quel momento, mentre quella belva stava agonizzando, disse: -Brucia all’inferno-. E, dopo una forte spinta, la punta della spada perforò il capo del mostro, che si accasciò per terra e iniziò a prendere fuoco lentamente. Con la sua morte, quelle ragnatele rosse scomparvero.
Le fiamme sulla schiena di Kasuna si estinsero e Shiru, dandogli una pacca sulla spalla, disse: -Bravo! Sei stato molto coraggioso!-. Seky, sorridendo, si congratulò: -Grazie Kasuna! Ci hai salvato!-. La voce del professor Kinsai disse: -Mi dispiace disturbare questo bel momento, ma voglio ricordarvi che ci sono ancora due entità oscure che non riesco ad identificare. Sono vicine a voi. Uscite da quel buco nel muro che ha provocato Shiru lanciando il mostro-. Tutti e tre uscirono da quel passaggio e videro che si trovavano all’esterno della fabbrica, in una sterpaglia desolata. In quel momento, la voce del professore gridò: -Sono sopra di voi!-. Quando guardarono in alto, videro che stava cadendo qualcosa proprio sulle loro teste. Tutti e tre si scansarono velocemente e videro cosa stava per colpirli: era un grosso masso, che si era conficcato nel terreno con la punta. In quel momento, una specie di gigantesco corvo si posò a terra: era grande quanto un furgone e sul suo groppone vi erano due persone. Uno era un ragazzo con i capelli lunghi e neri, gli occhi gialli e uno sguardo vuoto. Vestiva con un saio nero. Il suo compagno aveva dei dread castani, gli occhi marroni ed era vestito con un T-shirt bianca e malridotta e dei bermuda in jeans con le bretelle. Delle bende bianche gli avvolgevano polsi, avambracci, piedi e polpacci. Quando scesero da quel grosso corvo, si poté notare che il ragazzo con i capelli lunghi era nettamente più alto dell’altro, anche se entrambi sembravano avere intorno ai vent’anni. Il ragazzo con i dread disse: -E voi chi sareste?-. La voce del professor Kinsai disse: -Adesso li avete proprio di fronte-. Shiru gli rispose: -Siamo della Tokushu Keisatsu Butai. Voi, piuttosto, chi siete?-. Il ragazzo con i capelli lunghi, con un tono molto calmo, gli rispose: -Noi non abbiamo dei nomi, però io mi faccio chiamare Birdragon, mentre lui è Rockroll. Siamo dei Kuromaru e siamo qui per eliminarvi-.

Salve a tutti.
Scusate l'assenza, ma per motivi scolastici potrei non riuscire a trovare il tempo materiale per scrivere :S
Dato che si prevede un periodo di quiete, ho pensato di finire il secondo capitolo di Tokushu Keisatsu Butai. Tra qualche giorno metterò anche quello di Demons' hearts, dato che è fermo da un po' troppo tempo.
Spero che vi piaccia il nuovo capitolo :)
Buona giornata a tutti.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Matt94Black