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Autore: cristinacilluffo    22/11/2013    0 recensioni
"-Ti prometto che nessuno ti farà mai del male.-
-Non potrai esserci sempre.-
-Ci proverò e ti giuro, non mi lascio intimorire da niente-, sorrise.
-Credo di amarti davvero, come nessuno ha mai amato-, abbassai lo sguardo imbarazzata.
Le dita alzarono il mio mento, facendomi incontrare i suoi occhi profondi, smeraldi.
-Non ci crederai mai, ma in tutti questi secoli ti ho cercata ovunque, ed eccoti qui. Non ti lascio andare ora che ti ho trovata, signorina.-"
THE NIGHT’S SHADOWS.
Trailer : https://www.youtube.com/watch?v=VTgqvBjWMHg&feature=youtube_gdata_player
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: PWP, Triangolo, Violenza
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Chapter 2
 
Harry Styles
 
Chi ha chiuso così la porta, maledizione!
Quel tonfo interruppe bruscamente il mio riposo, tanto che i miei occhi faticarono ad abituarsi all’oscurità della mia stanza.
La prima cosa che notai era che tutto era esattamente come lo avevo lasciato la sera prima, quindi capii che il rumore provenì dai piani inferiori.
accidenti! Sono le 6:30.” Dissi ad alta voce. Pensandoci non è una novità, ogni mattina è sempre la stessa storia. Maledetti incubi!
Decisi che era meglio alzarsi per capire cosa stava succedendo giù.
Scesi le scale e vidi quella stupida di mia sorella seduta in cucina, stanca.
“com’è andata la caccia?” chiesi io, avvicinandomi e sedendomi accanto a lei.
“bah uno schifo! Sono riuscita a prendere solo un cerbiatto.” Rispose lei guardandomi.
“quando imparerai a cacciare seriamente?” la stuzzicai , sorridendo.
“oh smettila! Parli tu come se fossi il re della caccia!” controbatté lei.
“non lo sono. Ma almeno un cervo riesco a prenderlo” continuai io scoppiando a ridere.
“lo trovi divertente? La prossima volta ti butto giù dal letto e ci andiamo insieme, miss quantosonobravoacacciareemenevanto” rispose lei, scoppiando a ridere insieme a me.
 
“okkey,vado in camera mia, tu comincia a prepararti se no faremo tardi a scuola, come al solito.”
“d’accordo” rispose lei sbuffando in direzione del bagno.
Presi dall’armadio la solita maglietta e il solito pantalone e mi vestii.
Mi sistemai i capelli scombinati e indossai le mie amate converse bianche.
 
Scesi le scale e mi fiondai nel divano, accendendo la tv cercando di rilassarmi.
 
“Harry? Harry? Dai rompipalle dobbiamo andare a scuola!” urlò mia sorella, facendomi riprendere.
“Sisi sono pronto!” risposi alzandomi.
“Dio santissimo siamo in ritardo! È tutto questo per colpa tua” mi accusò ,puntando il dito nel mio petto.
Neanche sentii cosa diceva, i miei pensieri erano già da un’altra parte.
 
*
“Non possiamo continuare così!” esclamò mia madre, mentre scendevo le scale.
“Lo so.. ma è l’unica soluzione. Non possiamo uccidere vite umane. Dobbiamo cambiare, Rose!” Mio padre continuava a sospirare. Non mi piace.
Un singhiozzo ruppe il silenzio che si era formato fra i due. Non volevo entrare, dovevo assolutamente capire di cosa parlavano.
“Beh, adesso hai anche sentito abbastanza Harry!” Rispose secco mio padre facendomi sussultare.
Entrai in cucina con lo sguardo duro. Non era mia intenzione spiare.
“Da quando eri lì dietro?” Lo sguardo duro di mio padre incrociava il mio.
“Da abbastanza!” Mia madre, apparentemente disperata prima, aveva uno sguardo duro, anche se i suoi occhi trasparivano tristezza.
“Qual è il problema?” chiesi secco io, serrando le labbra.
“Non sono affari tuoi!” Serrai le mascelle e chiusi i pugni.
“Faccio ancora parte di questa famiglia, no?”
“Certo!” questa volta fu mia madre a rispondere. Sul suo volto spuntò un sorriso amaro. Come se si fosse pentita di quello che aveva appena detto.
“E allora perché non posso sapere qual è questo problema?” i miei pugni fremevano.
“SEI TU IL PROBLEMA!” urlò mio padre.
Cominciai ad aver voglia di prendere a pugni quel brutto bastardo!
Mia madre cominciò a tranquillizzare mio padre mentre lui continuava ad urlargli in faccia.
La mia testa si stava a poco a poco appannando, come la mia vista.
Mi girai verso i miei e vidi mio padre spingere mia madre contro il muro, sbattendola violentemente.
Non ci vidi più e cominciai a camminare verso mio padre, sferrandogli un pugno, ben assestato, in pieno viso.
Lo vidi cadere, per poi rialzarsi con lo sguardo durissimo e sferrarmi un pugno nel naso.
Persi l’equilibro e caddi a terra.
Uno, due, tre pugni mi sferrò in viso e poi passò allo stomaco.
Mia madre continuava a spingerlo via, inutilmente.
Poi non vidi più nulla.
Appena riaprì gli occhi un dolore muscolare mi fece ritornare alla realtà.
Mia madre tamponava il sangue che scendeva dal mio naso. Gli strappai la bambagia dalle mani e ricominciai da solo.
Lei si rimise a sedere e con un lungo sospiro si appoggiò allo schienale.
“Mi dispiace..” singhiozzò.
La guardai confuso e intrecciai il suo sguardo colmo di lacrime.
“Mi dispiace, per tutto! Tuo padre non stava be..”
“Non m’interessa!” la fermai prima che finisse la frase.
“Harry.. non possiamo più cacciare persone.”
“Cosa? Perché?” non immaginavo che il problema fosse questo. Come faremo a sopravvivere, adesso?
“Ti stai facendo notare troppo. Tutti i giornali parlano di un misterioso animale che uccide persone. E’ troppo pericoloso! Mi capisci vero?” Quindi aveva ragione lui. Sono io il problema! Sono sempre stato io!
Mi alzai, sopportando le fitte allo stomaco.
“Harry ti prego.. continueremo a sopravvivere, ma in modo diverso! Cacceremo animali!” il suo tono diventò improvvisamente serio.
“Animali?” Ero completamente sconvolto. Amavo il sangue umano. Non potevo farne a meno.
“Già! So che sarà difficile ma dobbiamo.” Risali in camera mia e chiusi a chiave.
 
Da quel giorno cominciammo a cacciare solo animali, e mio padre scomparve.
*
 
 
“avete finito voi due?” chiese mia madre con le braccia conserte.
La guardai e con un cenno della mano la salutai uscendo di casa.
Dopo qualche metro sentii la porta di casa sbattere e mia sorella correre verso di me.
Non mi lascia mai in pace!
“potevi aspettarmi!” disse semplicemente.
La guardai di sbiego, prima di accelerare il passo.
“ehi ehi non camminare cosi veloce! Non ho gambe come le tue!” disse lei correndo per cercare di stare al mio passo.
“sorellona l’hai detto anche tu che siamo in ritardo!” risposi io ricevendo uno sguardo torvo.
 
Arrivammo 10 minuti dopo che la campanella aveva suonato.
“bene ora mi tocca sentire la stronza della professoressa Robinson che si lamenta dei miei continui ritardi, sputando ovunque!” disse mia sorella correndo in mezzo alla folla di ragazzi.
Poi arrivammo nella sua classe e la salutai riprendendo ,subito dopo, a camminare verso la mia.
Entrai con il fiatone e il professor Beckens mi guardò malissimo, mentre prendeva il registro, scrivendo , sicuramente, il mio ritardo.
Poi mi fece accomodare e mi precipitai nel banco vuoto in fondo alla classe.
 
Cacciai fuori una matita , una gomma e il libro di fisica.
Aprii una pagina qualunque e presi un quaderno dove cominciai a disegnare, distraendomi dalla lezione.
 
Dopo 2 ore di quella fottutissima lezione, la campanella suonò e potei uscire dalla classe, diretto negli armadietti.
Mentre camminavo, tutte le ragazze si giravano a guardarmi, sorridendo maliziosamente.
Avevo una certa fame fra le ragazze, forse per il mio corpo o forse per le leggende che mi portavo dietro, sta di fatto che tutte volevano passare almeno una notte con me. Vidi mia sorella che parlava con altre sue amiche e gli feci un gesto con la mano per salutarla, che lei ricambiò.
Presi i libri per le prossime ore di inglese.
Appena richiusi l’armadietto la campanella suonò e tutti cominciarono a correre verso le proprie classi.
Presi a camminare anch’io verso la classe e, fra vari spintoni, mi scontrai con qualcuno evidentemente di fretta.
La ragazza si alzò, imprecando a bassa voce, massaggiandosi la parte dolorante.
La aiutai ad alzarsi e i suoi occhi mi colpirono. Un marrone così profondo, intenso che mi ci persi dentro.
Poi chiusi le palpebre per un istante, come per risvegliarmi dal suo sguardo ipnotico.
“scusa non ti avevo visto”. Non ricevevo nessuna risposta, solo il suo sguardo puntato sul mio.
Ecco ci risiamo. Stavo, di nuovo, per affondare in quei occhi.
“stai bene?” domandai ancora con lo sguardo fisso su di lei.
Scrollò le spalle, sorridendomi subito dopo.
Si allontanò  un pò da me cosi potei notare il suo corpo: non era troppo magro ma neanche troppo grosso, normale ecco. Era vestita in modo diverso,  non come la maggior parte delle ragazze di quell’istituto.
Il viso non era truccato pesantemente, aveva un filo di matita negli occhi e un po’ di lucidalabbra.
Indossava una felpa abbastanza larga che gli copriva una pancia piatta e un seno abbastanza prosperoso. I fianchi, insieme alle gambe, erano coperti da un jeans nero stretto, che gli risaltava le forme. E in fine portava,ai piedi, le vans nere.
Il suo insistente sguardo cominciava a darmi fastidio, cosi freddamente me ne andai, salutandola con un semplice ‘ci si vede in giro’ per poi vederla , con la coda dell’occhio, scomparire dietro l’angolo.

*SPAZIO ALL'AUTRICE*
Ok, ok, avete pienamente ragione! Avevo promesso che aggiornavo ogni giorno e.. sono passati diversi mesi. SCUSATE DAVVERO! E che in questo periodo ho avuto varii problemi scolastici, quindi non ho avuto il tempo. Ora spero di recuperare tutto questo tempo. Grazie a tutti quelli che leggono questa piccola fanfiction e arrivederci al prossimo capitolo.

Con tanto affetto.

-cri.xx




Harry versione vampiro. 
   
 
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