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Autore: Mia4ever_TheBest    22/11/2013    1 recensioni
Il Mito di Shakespeare non a nulla a che fare con questa storia: il titolo ha solo l’ispirazione. Qui c’è solo la tentazione di risolvere un interrogativo di una Whovian decisamente troppo tra le nuvole, anzi, tra le stelle è il caso di dire: hai mai guardato il cielo nel periodo delle stelle cadenti, dopo aver saputo del Dottore? Se lo hai fatto, forse tra quelle stelle cadenti avrai scorto un bagliore più intenso degli altri. Se l’hai fatto ma non è mai successo o se non l’hai mai fatto..bhè, caro whovian o lettore di passaggio..forse, continuerai a confondere il rumore del Tardis con la suoneria dei messaggi del tuo cellulare..
Ambientato dopo "The Snowmen", settima stagione, con un Dottore profondamente sconvolto per la seconda morte di Clara, ma ormai speranzoso nel ritrovarla da qualche parte..se non fosse per un Tardis in fumo e un'ora da passare in compagnia di un'umana.
(Nessun spoiler, assicurato)
Genere: Comico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E poi scoprì che c’era qualcosa di più bello del più grande all’interno del Tardis


Poi bho..
 
..Il rullino sembrò riavvolgersi e vidi nuovamente un Tardis, forse piuttosto restìo a partire, che si ri-materializzava lì, dove era qualche istante prima. Noi umani la chiamiamo retromarcia, ma per i Signori del Tempo non esiste la retromarcia, soprattutto per un Tardis che ha finito da poco di auto-ripararsi.
“Vi prego. Ricoveratemi” dissi rivolgendomi a non so chi e in procinto di svenire, seduta stante.
 
Il Dottore ne uscì confuso. “Oh, non è possibile! Ho controllato tutto 16 volte..deve, dico DEVE, funzionare tutto alla perfezione!” disse trafelato. Sonicizzò la porta dal basso verso l’alto. Controllò il risultato.
 “Questo è strano. Molto strano”disse tra sé e sé. Poi sonicizzò me.
”Comincio a pensare che tu non stia veramente bene come dici, Mia. Non ti conviene mentirmi. Cos’hai fatto al mio Tardis?” chiese allarmato. “Niente. Lo giuro, Dottore!” mi affrettai a rispondere.
“Rilevo un campo di energia psichica residua..” disse osservando attentamente il cacciavite.
“..e la fonte dovrebbe essere vicina..”disse con fare indagatore. E la sua attenzione ormai era altrove.
Cominciò a sonicizzare tutti i cespugli, gli alberi e ogni singolo stelo d’erba intorno a lui. Pure quelle povere lumache che avevano pensato di attraversare tranquillamente quel prato, proprio quella sera..
“..dovrebbe essere qui, proprio qui, da qualche parte..fuochino..” Sembrava Sherlock Holmes. Solo che il cacciavite era meglio della lente.
La sua ronda arrivò fino a me e lo portò a passare su di me quella luce verde brillante, dalla punta delle mie infradito, fino alla mia testa.
 
“Ciao” disse dopo un’ora, come la prima volta che era uscito dal Tardis. Cominciò a dondolare sui talloni.
“Ciao” risposi alzando il sopracciglio.
“Come stai?” chiese portandosi il cacciavite al petto.
“Oh, Dottore non sono mai stata meglio in vita mia. Non sai quanto.” dissi piena di tante cose.
Incontrarlo una volta mi aveva fatto pensare al puro caso e alla fortuna. Ma due di seguito..un privilegio.
Prese a pensare, ossia entrò nel suo mondo impenetrabile, di parole che uscivano e tu non lo potevi fermare. Solo ascoltare, al limite.
“C’è qualcosa che trattiene qui il Tardis e non lo fa partire. Bhè..in realtà parte, solo non riesce a decollare.
Cominciò con quel suo camminare avanti e indietro.
“..e quel qualcosa sei tu Mia” disse ad un tratto venendo verso di me.
 
Ecco perché si era fermato si di me. Ero io il fuoco dopo il suo fuochino.
Mi prese delicatamente le meningi. Io non ebbi il tempo di fermarlo, ma nemmeno ebbi l’intenzione di farlo. Diede il via alla sua esplorazione telepatica dentro la mia testa. Lui chiuse gli occhi e io come trasportata da qualcosa che non controllavo, feci lo stesso. Non capii da subito lo scopo della sua ricerca, ma nemmeno ebbi voglia di farlo. Chissà com’era essere nella mia testa, non sicuramente come essere nella sua, certamente, ma non facevo a meno di chiedermelo.
 
-Niente male ,Mia. Te l’assicuro-disse una voce dentro di me. Rimasi di sasso nel sentirlo parlare dentro di me. Era il Dottore, ma non era lui. Non lo vedevo da nessuna parte. Lui era semplicemente una voce nella mia testa.
“Dove sei Dottore? Non ti vedo” disse la me corporea con gli occhi chiusi. Tastai nel buio e sentii la sua giacca ruvida.
“Sono di fronte a te, Mia. Non me ne sono andato. Vedi? Sono tornato. Te l’avevo promesso.” disse in tono pacato. Questo mi rassicurò. “Ora cercherò il collegamento e camminerò nel corridoio dei tuoi ricordi e delle tue esperienze. Sono di fronte a te fisicamente ma parte di me è dentro la tua mente. Dove vuoi che non entri, chiudi la porta.”
-Oh,Dottore, so bene come funziona- pensai forte. Un po’ troppo perché lui non lo percepisse.
Ricordavo come fosse ieri il Dottore e Madame de Pompadour, insieme, nelle finestre sul tempo di quest’ultima. Pensiero che purtroppo non sfuggì al Signore del Tempo che poteva facilmente valicare le resistenze psichiche di una principiante, che non aveva mai avuto un’esperienza del genere.
“Oh, ora capisco perché..” fece lui. Lo vidi dentro la mia mente in procinto di entrare in quella porta, per saperne di più. “Non cancellerò questo tuo ricordo perché non è pericoloso ma.. come fai a saperlo?”
Chiusi quella porta.
“Perché?” chiese, quasi amareggiato da quella mia reazione. “Sai cose di me che non dovresti sapere. Tu non c’eri!”
“E tu, Dottore sai cose degli altri che non dovresti sapere! Tu più di tutti. Più di me. Sicuro.” Risposi.
 
Poi vidi uno spiraglio..
E mi accorsi che anch’io avevo un corpo all’interno di quella dimensione irreale e proiettata.. Fu dapprima un bagliore, poi sempre luminoso, fino ad essere accecante. Chiusi gli occhi ancora una volta. Li riaprii e vidi un lungo corridoio di porte aperte di fronte a me. Da ciascuna di esse usciva una luce che ti invitava ad esplorarle. Ma soprattutto sentii grida, risate di bambini, delle sue compagne che lo chiamavano. Voci che ripetevano tutte la stessa parola. Supplicanti, allegre o odiose che fossero chiamavano lui. E fu allora che me ne accorsi: ero nella testa del Dottore. Il processo allora poteva essere anche inverso. Non male per una che era alle prime armi con i viaggi astrali. Non riuscivo a crederci. Fui tentata a cedere a quell’esplorazione, indecisa su quale porta scegliere ma appena mossi un passo..
 
Tutte le porte si chiusero all’istante eccetto una, in fondo al corridoio.
-Mmm, non male come scelta- pensai. Anche se non ero stata io e non avevo la più pallida idea di che cosa potesse esserci al suo interno. La raggiunsi e vidi quel che da tempo avevo sempre desiderato vedere.
Forse meglio della vista del “più grande all’interno” del Tardis. Quasi incomparabile, anzi. Entrai.
La luce non fu più bianca ma di un giallo intenso. Vidi un paesaggio tutto arancione e una cupola in lontananza stagliarsi sopra un’immensa torre. Impossibile descrivere cosa provassi in quel momento. Stupore? Troppo banale. Sgomento?Troppo negativo. Magnificenza? Più probabile piccolezza di fronte a una vista del genere, che quasi mi venne voglia di inchinarmi. Constatai, però, che d’ora in avanti avrei immaginato così il paradiso, se davvero esisteva.
Poi tutto finì..
Fui trascinata indietro da una forza insormontabile e mi ritrovai nel punto del corridoio in cui ero prima, e anche quella porta si chiuse come le altre.
 
-Non dovresti stare qui- disse un’ombra cupa dall’altra parte del corridoio, lontano da me, nella mia testa.
 
-Bello vero?- aggiunse l’ombra misteriosa sottolineando, quasi a cercare una conferma. Poi venne allo scoperto illuminata di quella stessa luce brillante. –Mi manca così tanto-
Un scarica di dolore e comprensione mi percorse tutta la spina dorsale.
-Oh, Mi a, sei così sensibile. Mi dispiace, tanto. Davvero tanto. Essere nella mente di qualcun altro procura quest’effetto di empatia. Soprattutto se si tratta della mia-
-No Dottore, va bene non dire così..-
 
“Ho trovato il collegamento” disse il Dottore reale poggiando le sua mani sulle mie spalle.
 
Tornai alla realtà nella stessa posizione in cui ero prima. “Non farla mai più quella cosa di trascinarmi indietro: peggio di un brutto sogno..” sospirai.
“Che cosa?” aggiunsi “Davvero?”
“Ti ricordi prima?” fece il Signore del Tempo cercando di farmi entrare nel ragionamento, ma non più nella sua testa. “Hai detto che io ero il tuo desiderio
“Ehm..sì” risposi alquanto imbarazzata dalla circostanza in cui l’avevo espresso, ossia che mai si sarebbe avverato. “E allora?”
“Bene, allora come io sono entrato nella tua testa e così anche tu nella mia anche nel caso di un desiderio espresso, il processo si può invertire.” Disse in maniera molto razionale.
“Dottore, cosa vorresti insinuare con questo?” risposi scettica e con un cattivo languore che si ingrossava sempre di più e che stava salendo dallo stomaco su per la gola.
 
“Dovrai desiderare che io me ne vada” disse senza un minimo turbamento.
 
 
Angolo dell’autrice: salve raga! Come butta? Se vi state rispondendo mentalmente, ciò significa che siete arrivati a leggere fin qua..per cui grazie mille per aver avuto pietà di me, in questo caso. Se così fosse mi piacerebbe sapere cosa pensate come sempre, ma soprattutto del Ritorno del Dottore , per cui doveva esserci per forza un “To be continued..” siccome c’era qualcosa che non qual quadrava.. XD
A parte ciò, cosa deciderà di fare Mia? Il Dottore le ha chiesto una cosa di proporzioni enormi che nessuno vorrebbe desiderare..è qualcosa di piccolo eppure di enorme, che potrebbe decidere  il destino del Dottore. Lo sappiamo poi, sono i particolari ad essere i più importanti e a fare la differenza :)
 
  
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