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Autore: Violet2013    23/11/2013    12 recensioni
-''Allora un manga. Sei giapponese, no? I manga li leggerai...''
-''Certo!"
-''Ok, un manga. Metti che segui un manga dal primo all'ultimo numero per, che ne so, cinque anni? E poi finisce così, nel nulla, senza una degna conclusione...''
-''Tipo senza neanche un bacio tra i due protagonisti?'', arrossì.
-''Esatto!'', rispose lei, totalmente persa nei suoi ragionamenti, ''Alla fine non ti verrebbe voglia di prendere l'autore e riempirlo di botte?''
*
New York: Ranma Saotome, artista marziale giapponese, scopre che suo padre ed il suo migliore amico Soun hanno pianificato il suo matrimonio con una ragazza a lui sconosciuta.
AU su Ranma 1/2, i cui personaggi sono trasportati in una realtà totalmente differente.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Essendo romantica tende all'autodistruzione, quindi per un breve momento di passione è capace di perdere completamente in senso della misura"

Woody Allen- Vicky Christina Barcelona




Dannazione!
Si era svegliato male, in ritardo.
Era stato tutta la notte a rimuginare sulla faccenda del fidanzamento combinato annunciato ufficialmente la sera prima, addormentandosi all'alba senza puntare la sveglia.
Guardò il cellulare: sabato. Niente scuola.

Era tentato di richiudere gli occhi e rimettersi a dormire, ma la fame e la voglia di fare pipì lo fecero desistere dal suo proposito. Si alzò e si diresse in bagno, aprendo la porta senza bussare.

''Ciao, amico"
Un uomo seminudo che si stava lavando i denti con un dito lo salutò strafottente con un cenno della testa. Aveva i capelli lunghi fino al collo, la barba incolta, la voce assonnata ed impastata e l'aria di qualcuno che aveva passato la notte in bianco per ragioni molto più piacevoli delle sue.
''Ops, scusami!"
Uscì dalla stanza imbarazzato e si chiuse la porta alle spalle, appoggiandocisi e respirando profondamente per la vergogna, prima che un dubbio s'insinuasse nella sua testa.
Riaprì la porta in un lampo e fulminò con lo sguardo il suo interlocutore, che sembrava non reggersi in piedi, appoggiato malamente al lavandino.
''Hey, aspetta, chi sei?''
Il giovane sputò del dentifricio nel lavandino e si asciugò la bocca con una salvietta, porgendogli una mano mentre con l'altra si grattava la testa.
''Hem... Jason, credo. Bella casa.''
Si portò le mani sui fianchi, severo.
''E che ci faresti qui, Jason Credo?''
''Mmh... La brunetta mi ha detto di venire a lavarmi qui...''
''La brunetta, eh?''
''Sì, quello schianto... Wow... Che tigre...''
''Hey!''
Non sapeva esattamente cosa gli desse fastidio, ma gli dava molto fastidio.

Akane aprì la porta in quel preciso istante, sorpresa di trovare non uno, ma ben due ragazzi in mutande nel suo bagno personale. Socchiuse gli occhi finchè non furono ridotti a due fessure.
''Ma tu guarda che pervertito...''
''Eh? Che c'entro io, ora?'', saltò su il codinato, furente, mentre Jason spalancava la bocca, estasiato.
''Sei un maniaco, uno schifoso, un deviato! Nel mio bagno, Ranma? Non puoi farle in camera tua certe cose?''
''Cos...Cosa? A-Akane, ma che...''
Il giovane ospite, ancora rintronato e barcollante, interruppe la loro discussione avvicinandosi ad Akane e cingendola per i fianchi, cercando di baciarla sul collo. La mora stava per tirargli un pugno, ma Ranma lo aveva già preso per i capelli e buttato per terra, facendogli sbattere la testa contro la vasca da bagno.
Si guardarono negli occhi per un momento, studiando le reciproche reazioni, finchè Akane alzò teatralmente un sopracciglio.
''Hem, io...''
''Mi so difendere benissimo da sola, Superman''
''E' che le effusioni di prima mattina mi danno il voltastomaco...''
''Scusami?''
''Dico che se dovete fare certe cos...''
Gli mise una mano sulla bocca, non lasciandolo finire.
''No, aspetta, certe cose? Credi che questo qui sia il mio amante?''
''Eh...'', allargò le braccia, alzando le spalle.
''Io credevo che fosse il TUO amante!"
''Akane!"
''Beh, anche se fosse non ci sarebbe nulla di male'', scrollò le spalle.
''Hey, maschiaccio, la mia virilità è sacra!'', sbottò. Era sconvolto ed irritato: com'era possibile che lei avesse pensato...

''Si può sapere chi sei?'', chiese la giovane rivolgendosi all'ospite, ignorando totalmente il codinato e la sua dichiarazione di intenti. Il ragazzo la guardava con occhi vacui, era visibilmente alticcio.


''Oh, eccoti, temevo ti fossi perso!''
Nabiki li raggiunse, attratta da tutto quel vociare. Sollevò da terra Jason per i capelli e lo baciò sulla bocca, passionale. Akane e Ranma si voltarono dall'altra parte appena le mani del ragazzo avevano preso a palpare il sedere della Tendo mezzana.
''Bimba, questa casa è un manicomio...''
''Lascia perdere. Vieni a vestirti, devi andartene prima che mio padre ti veda''
Se ne andarono senza salutare, lasciando i due sedicenni in piedi con le braccia penzoloni, a bocca aperta. Ranma prese la parola per primo.
''Mistero risolto...''
''Facci l'abitudine. Generalmente, però, gli amichetti di mia sorella sono abbastanza svegli da usare il suo bagno e non il mio. Ti cedo il posto, sei entrato per primo''
Si accomiatò imbarazzata e scuotendo la testa, Ranma la bloccò sulla porta prendendola per un braccio. Parlò senza che la mora si voltasse a prestargli attenzione.
''Come ti dicevo, la mia virilità è sacra''
''Va bene, Casanova...''
''E quello che ho fatto... Quello... Non era gelosia, sia chiaro.''
Si voltò, gelida, guardandolo negli occhi con una smorfia in viso.
''Non ne avresti comunque alcun diritto''


***



Genma e Soun giocavano a scacchi in salone mentre Estrella  spolverava i soprammobili sul camino. Ranma scese dalla scalinata principale con indosso solo un pantalone della tuta blu.

''Ranma! Siamo al mare? Non me lamento de verte nudo, ma...''
''Estrella, lascialo stare. Ranma, figliolo, questa è casa tua ormai, sentiti libero di vestirti come vuoi''
''Grazie, Soun'', rispose il codinato facendo una linguaccia alla governante, che gli diete le spalle fingendosi offesa, ''Dove sono tutti?''
''Kasumi e Nabiki sono uscite per fare un po' di shopping, Akane è in cucina''
''La raggiungo, sto morendo di fame''

I due amici si diedero di gomito, complici.
''Amico Tendo, hai visto come mio figlio cerca sempre la tua?''
''Vedo, Saotome, vedo!"
''Guardate che vi ho sentiti!", grugnì il giovane in imbarazzo mentre usciva dalla stanza.


''Che siamo, al mare?'', lo ammonì la giovane, vedendolo entrare.
''E due... Tuo padre dice che posso vestirmi come voglio, e poi sei tu quella coi piedi sul mobile!", replicò vedendo la giovane seduta a gambe incrociate sul bancone da lavoro della cucina, intenta a mangiare dei cereali al miele direttamente dal cartone.
''Queste scarpe sono nuove, dunque pulite. Sei tu il maleducato che va sempre in giro nudo''
''Sono comunque vestito meglio di te!'', la punzecchiò indicando i suoi jeans neri ed il suo maglione di almeno due taglie più grande, nero anch'esso, le pesanti collane lunghe in metallo al collo ed il piercing a cerchio che era tornato a fare capolino sul suo naso.
Afferrò delicatamente il suo polpaccio destro e lo strinse leggermente, per attirare la sua attenzione.
''Che vuoi?''
''Dammene un po'.''
''Vatteli a comprare''
''Carina...''
Allungò la mano per rubarle la scatola blu dalle mani, la giovane si ritrasse immediatamente spostandosi verso destra, facendolo inciampare e battere leggermente la testa contro uno stipite.
''Per essere così scema hai dei buoni riflessi..."
Lei sorrise sfidandolo con lo sguardo mentre lui continuava a cercare di rubarle il cibo di mano, senza risultato. I suoi movimenti somigliavano sempre più a quelli di un combattimento, muoveva le braccia velocemente, proprio come quando utilizzava la sua famigerata Tecnica delle Castagne. Fu sorpreso nel notare la velocità di movimento della Tendo: sembrava troppo esperta per essere una non-combattente, pareva prevedere ogni sua mossa e schivare secondo una strategia definita.
D'improvviso si alzò, saltando giù dal mobile ed arrivandogli alle spalle, picchiettando un dito sulla sua spalla e lasciandolo interdetto. Scoppiò a ridere.
"Ti prendi sempre gioco di me'', mise il muso lui.
''Non sai perdere, è questo il punto''
''Non era una gara, dunque non ho perso. Dammi un po' di cereali''
Gli porse la scatola, Ranma ne versò il contenuto in una tazza e la riempì di latte freddo, iniziando a divorare il tutto con foga appoggiato al bancone su cui prima sedeva la giovane.
''Che animale...''
''Zitta...'', mugugnò il ragazzo con la bocca piena, Akane fece una smorfia di disgusto.

Posò la tazza nel lavandino e la vide entrare nell'ascensore di servizio.
''Aspettami, salgo anch'io!''
Corse per raggiungerla mentre lei stava chiudendo le porte in ferro, cercando di lasciarlo fuori, e si fece un varco tra queste, infilandosi nell'angusta cabina.
Ci fu un attimo di silenzio in cui i due si guardarono negli occhi, in attesa che quella trappola per topi partisse. Lo spazio era poco ed i loro corpi vicinissimi, nel silenzio di quell'angolo della casa potevano sentire i reciproci respiri.
''Senti...'', dissero in coro.
''Prima tu''
''No, no. Prima le signore''
''Volevo dirti che... Che se non schiacci il tasto dietro di te non partiremo mai''
Si riscosse immediatamente, voltandosi e premendo il primo tasto che gli capitò a tiro.


''Scemo, hai sbagliato!''
''E' che non ho ancora capito bene come funzioni questa casa, sembra un labirinto...''
''Questo è il terzo piano, vieni, scendiamo'', rispose la giovane seccata, rientrando nell'ascensore. Il codinato la bloccò, chiudendo le porte e tenedo ferma la maniglia.
''Hey no, aspetta un attimo! Non sono mai stato qui, cosa c'è?''
''Non c'è niente da vedere. Stavano facendo i lavori, ma mio padre li ha licenziati e gli altri operai arriveranno dal Giappone tra chissà quanto tempo. E' tutto vuoto''
''Ma che padrona di casa sei? Non mi offri nemmeno una visita guidata?''
''Ok, basta che ci muoviamo, ho un impegno''

Camminarono per il corridoio spoglio, aprendo tutte le porte ed attraversando le tre camere, i due bagni e la gigantesca terrazza ricavata in mezzo al tetto, ancora più grande di quella al primo piano, che sovrastava mezza città.
''Questo è il mio posto segreto e sarà sempre e solo mio, anche quando tu e tuo padre vi trasferirete qui, capito?'', lo guardò negli occhi aggrottando le sopracciglia.
''Capito, la terrazza è off limits. Sai, anche io avevo un posto segreto, in Giappone...''
''Non mi interessa''
''Vedi, pur spostandoci spesso alloggiavamo sempre e comunque lontano dal centro, generalmente vicino ai boschi o in montagna. Lì le case sono basse, ed io adoravo salire sui tetti e... Scusa?''
''Dicevo che non mi interessa''
''Perchè sei sempre così odiosa?''
''Ma chi ti conosce, scusa?''
''Prendi tu l'ascensore'', la congedò freddamente, ''Io scendo a piedi''

Scese le scale infuriato con quella ragazza così scorbutica ed asociale, entrò in camera sua e si diede una sistemata in vista dell'appuntamento con sua madre. Indossò dei jeans ed un maglione rosso in lana ed uscì dalla stanza, facendo attenzione a non incontrarla.
Scendendo la lunga scalinata in legno che portava nel salone principale ne sentì la voce, e si fermò a metà per non farsi vedere ed evitare un'altra discussione che gli avrebbe certamente rovinato l'umore.

''Dico solo che potresti almeno pranzare con la tua famiglia!"
''Ed io dico solo che meno sto in questa casa e meglio è''
''Non fare scenate davanti a Genma, Akane''
La vide allontanarsi senza degnarlo di uno sguardo, dirigendosi all'ascensore principale.
Le porte scorrevoli si aprirono e ne uscì Kasumi, la sorella maggiore, con una miriade di buste in mano.
''Ciao sorellina, esci?''
''A quanto pare...''
''Non potresti vestirti un po' meglio, visto che è sabato?''
''No''.


***


Arrivato alla sede centrale della Nodoka Akari Design entrò dalla porta principale, sorpassando decine di ragazzi in fila al freddo, e, salutando Ivan con un cenno della mano, si diresse nella sala al piano terra in cui sua madre gli aveva dato appuntamento il giorno prima.
La donna lo accolse con un calore a cui non era ancora abituato, abbracciandolo e baciandogli le guance, dopodichè gli porse un caffè e lo fece sedere accanto a lei.
''Ranma, tesoro, ti voglio presentare una persona''
Un bell'uomo sulla cinquantina, con gli occhi azzurri ed i capelli argentei fece capolino dietro sua madre, sorridendo e porgendogli la mano.
''Lui è il mio compagno da sette anni, Hirai Dakashi. Ho pensato che fosse il caso di farvi conoscere''
Il codinato si alzò educatamente, stringendo la mano all'uomo, che gli sorrideva, per poi tornare a sedersi, mentre Hirai prendeva posto accanto a lui.
''Hirai è un avvocato molto famoso, sai? E suo figlio si è diplomato al Furinkan l'anno scorso ed ora sta studiando alla New York University. Dovremmo farli conoscere, vero, caro?''
''Ottima idea!  Ranma, giovanotto, so che sei in città da poco. Mio figlio suona in una band e conosce moltissima gente, tutti ragazzi molto interessanti e svegli, magari potreste uscire tutti insieme, qualche volta''
''Volentieri'', rispose il giovane per non fare la figura del maleducato. La verità era che si sarebbe fatto sparare da sveglio, piuttosto che accettare ed addirittura fare amicizia con quella sottospecie di fratellastro che si era goduto sua madre al posto suo in tutti quegli anni.
''Come sta tuo padre, Ranma?''
''La solita'', rispose gettando un'occhiata ad Hirai, che non sembrava affatto turbato da quella conversazione, ''Lo sai com'è fatto, no?''
''Lo so tesoro, ma tu non devi dargli colpe. Se tuo padre è così... Così... E' solo colpa dei pessimi esempi che ha avuto, tu sai di chi parlo...''
''Beh sì, però anche io sono cresciuto senza madre'', disse quell'ultima frase con un groppo in gola mentre Nodoka gli stringeva la mano, commossa, ''Eppure non sono venuto su stupido ed immaturo come lui!"
Hirai gli sorrise e si sporse verso di lui, toccandogli il braccio con dolcezza e risolutezza allo stesso tempo, mentre lui scuoteva la testa. Odiava lui e la sua accondiscendenza tanto quanto quella conversazione su suo padre e suo nonno, quell'altro idiota.
''Bene, figliolo, parliamo di cose più piacevoli! La mia azienda ha bisogno di un modello ed una modella per una nuova campagna pubblicitaria: abbiamo disegnato un modello di jeans low cost che potesse essere acquistato da qualunque ragazzo di ceto medio e non solo da quelli che normalmente sono il nostro target. Ieri abbiamo fatto la prima scrematura tra le ragazze, ed oggi ne faremo una seconda, sperando di riuscire a scegliere almeno la testimonial femminile in giornata. Ti ho invitato perchè mi serve un parere più... Giovane, ecco! Giovane e non viziato dalle strategie di marketing che ormai qui conosciamo tutti troppo bene. Che ne dici? Mi aiuterai?''
''Certo!''
Mamma, modelle e caffè gratis. Lo stava prendendo in giro?

Decine e decine di ragazze bellissime e svestite avevano sfilato davanti ai suoi occhi e risposto alle sue domande, ma nessuna lo aveva colpito positivamente. Erano tutte... Forse erano semplicemente tutte uguali, notò.
D'improvviso una faccia conosciuta fece il suo ingresso nella stanza.
Doveva ammetterlo, Shampoo era davvero provocante in costume da bagno.
La cinesina lo notò e lo riconobbe nello stesso momento in cui sua madre, turbata dalla vista di una giovane già così artefatta, gli pose una mano sulla spalla e gli sussurrò all'orecchio di non perderci troppo tempo.
Il ragazzo, però, memore dell'atteggiamento spocchioso della sua coetanea tra le mura scolastiche, decise di tormentarla un po'.
''Nome, età e taglia'', chiese con aria professionale e decisa sotto lo sguardo compiaciuto di Nodoka.
''Sono Shampoo, ho sedici anni e porto la 38. Frequento il liceo Furinkan, e...''
''Libro preferito?'', la incalzò lui, non facendole terminare la frase.
''Hem... Harry Potter? Ma noi non siamo...'' rispose esitante, stupida da quella domanda così atipica.
''Ha letto anche il libro o ha visto solo il film?'', l'aveva interrotta di nuovo.
''Ecco, io... Dicevo, noi non frequentiamo la stessa....''
''Qual è la sua materia preferita a scuola?''
''Scusi, ma non dovremmo parlare delle mie misure o delle mie esperienze lavorative?''
''Allora scrivo educazione fisica?''
''Filosofia...'', rispose la giovane sbuffando.
Nodoka soffocò un risolino mentre Hirai le dava di gomito, complice. Ranma socchiuse gli occhi.
''La sua opinione sulle critiche Kantiane?''
''Ranma, basta!'', sussurrò ridendo Nodoka, per poi congedare una imbarazzatissima Shampoo con un gesto della mano.
Il codinato si portò le mani dietro la nuca e si dondolò leggermente con la sedia, all'indietro.
''Esisterà in questa città una ragazza normale?''


***

Sua madre lo aveva spedito al secondo piano, in sartoria, e gli aveva fatto preparare uno splendido completo gessato in vista dell'aperitivo di quella sera. Il ragazzo, elegante come nessuno lo aveva mai visto, aveva appena fatto il suo ingresso trionfale nella hall dell'hotel in cui si sarebbe svolta la festa.
Camminando su un improvvisato tappeto rosso, per poco non rimase accecato dai flash dei fotografi, che urlavano il suo nome reclamando la sua attenzione, per strappargli una foto.

Nella grande sala principale incontrò sua madre, bellissima nel suo abito crema al ginocchio, che beveva champagne accanto all'onnipresente Hirai. Mentre li salutava un giovane dai capelli biondi arruffati con un basso elettrico sulla spalla fece capolino alle sue spalle, sorridendogli e posandogli una mano sul braccio.
''Ciao, io sono Ataru''
''Ranma'', gli strinse la mano guardandolo attentamente. Non sapeva perchè, ma quel nome gli diceva qualcosa.
Il giovane bassista diede una pacca sulla spalla ad Hirai ed un bacio sulla gancia a Nodoka, provocando la furente gelosia dell'artista marziale.

''Come avrai capito, Ranma, questo è mio figlio. Ataru, quando suonate?''
''Siamo pronti, papà, appena Jason esce dal bagno saliamo sul palco. Nodoka, stasera sei ancora più splendida del solito'', disse sornione. Le mani di Ranma iniziavano a prudere.
Si allontanò per evitare di fare scenate e si diresse al bar, dove con non poca sorpresa s'imbattè in Ryoga.
''Hey, Hibiki! Anche tu qui?''
''Già, qui c'è gente che lavora...''
''Sempre carino''
''Con chi se lo merita...''
Il giovane Saotome sorrise mentre il moro con gli occhi verdi gli fece l'occhiolino, indicando il piccolo palco ricavato in mezzo alla sala.
Il gruppo di Ataru, i Silver Coral, aveva preso posizione ed iniziato a suonare. Ranma ci mise un po' a riconoscere, alla voce, l'uomo che aveva incontrato quella mattina in bagno, il famoso Jason Rogers per cui Nabiki tanto smaniava.
Gli fece un cenno col capo bevendo l'aranciata che Ryoga gli aveva preparato e si fece trasportare dalla musica.



''Una come te,
non si avvicina per ballare,
guarda da lontano.
Una come te,
se corre inciampa ma non cade,
chiede la tua mano.
Una come te per una rosa può morire,
solo perchè ancora non sa togliere le spine.
Una come te...
Mi piace da morire...''



 ***


Tornò a casa a mezzanotte. Dopo aver salutato Soun, che, intento a guardare la tv, lo informò che Akane era ancora in giro con gli amici, salì per l'ascensore della cucina ed entrò in bagno, pronto per immergersi nell'acqua bollente e rilassarsi un po'.

Akane era immobile davanti allo specchio, senza maglietta.
Era talmente presa da quello che le rimandava il suo riflesso che ci mise un po' ad accorgersi della presenza di una seconda persona nella stanza, ma, quando lo fece, si girò di scatto e gli tirò dietro una boccetta di profumo.
''Maniaco!''
Il codinato, dal canto suo, era troppo sconcertato da quanto aveva appena visto per reagire, scappare via o, semplicemente, scusarsi.
Il corpo della giovane era totalmente ricoperto di lividi e graffi, le guance erano leggermente gonfie ed un angolo delle labbra era ferito e sanguinante. Era decisamente messa peggio delle altre volte.
Si avvicinò lentamente, preoccupato, prendendola per i polsi e bloccando i pugni che la giovane stava per tirargli. La inchiodò con lo sguardo.
''Si può sapere che hai fatto?''
''Affari miei. Divertito alla festa della mammina?''
''Akane'', si spazientì, alzando la voce, detestava il suo atteggiamento. ''Dimmi subito cosa sta succedendo!''
''Ho detto che non sono affari tuoi!''
''Benissimo, allora vado a parlarne con tuo padre. A proposito, ti crede ancora fuori casa: forse dovrei anche dirgli della tua abitudine di entrare ed uscire dalle finestre...''
''Non oseresti!''
''Oh sì, invece! Akane, sono preoccupato, lo capisci?''
La ragazza si liberò e lo schiaffeggiò, violenta. Ranma si massaggiò il viso e la guardò a lungo negli occhi.
''Hai decisamente bisogno di darti una calmata''
''Non-provare-a-parlare-con-mio-padre''
''Perchè senò che fai? Me ne tiri un altro?''
Un altro schiaffo, ancora più forte. Con un movimento istintivo la spinse contro il lavandino, usando più forza di quanto volesse realmente e facendola cadere per terra.
''Oh, basta, mi sono stancato di te! Sai che ti dico? Gli dirò tutto e gli dirò anche che mai, mai nella vita vorrò essere considerato il fidanzato di una pazza anormale come te! Sei un'idiota, Akane!"
Lei gli prese la mano, supplicante, lui girò la testa dall'altra parte.
''Ti prego...'', era visibilmente agitata ed i suoi occhi si erano fatti improvvisamente lucidi, ''Non dire nulla...''
A Ranma mancò un battito nel vedere quella corazza d'acciaio finalmente scalfita, crepata, ma l'orgoglio e la frustrazione non lo fecero cedere.
''Troppo tardi''



***



Era sdraiata a pancia in giù sul suo letto matrimoniale a baldacchino, con i piedi nudi sui cuscini ed i gomiti appoggiati al suo computer portatile, intenta a scegliere un film da guardare prima di addormentarsi.
Ranma l'aveva lasciata da sola in corridoio e si era precipitato giù per le scale, pronto a spifferare tutto a Soun.
Un thriller sarebbe stato l'ideale, per scaricare un po' di tensione e godersi i suoi ultimi istanti di libertà.
Premette play e si immerse nei titoli di testa del suo film preferito. Mentre vagava col cervello immaginando che tipo di punizione suo padre le avrebbe inflitto, sentì un bussare sommesso alla porta.
Era già arrivato. Sperava che avrebbe almeno aspettato la mattina seguente. Aveva dimenticato la porta aperta, dunque non aveva tempo di scappare dalla finestra come al solito.
Mise in pausa ed urlò di entrare, rimanendo sorpresa nel vedere Ranma sulla soglia, con le braccia conserte e la schiena appoggiata allo stipite.
''Che vuoi?'', chiese offesa alzando leggermente il mento, per darsi un tono.
''Che guardi?'', la rimbeccò lui, impassibile.
''Misery non deve morire''
''Che ragazza allegra e solare che sei, Akane Tendo!", non potè trattenere un sorriso.
Lo fulminò con lo sguardo, premendo nuovamente il tasto play ed ignorando la sua presenza. Lui la raggiunse e si buttò pesantemente sul letto accanto a lei, avvicinando la testa alla sua in modo da poter vedere lo schermo e sfilandole gli occhiali da riposo, provandoseli.
''E' appena iniziato, molto bene''
''Chi ti dice che voglia guardarlo con te?'', gli diede una spinta, riprendendoseli. Ranma le sollevò l'angolo delle labbra con un dito, cercando di farla sorridere.
''A titolo informativo, non sono una spia. Non ho detto nulla, se te lo stai chiedendo''
''Ti ringrazio'', sospirò sollevata.
''Vuoi parlarne?''
''Piuttosto che raccontare i fatti miei ad un maniaco andrei in cortile a parlare con gli alberi''
''Ma tu non ti stanchi mai di essere arrabbiata?'', glieli rubò dalle mani, un'altra volta, e li indossò tenendoli in bilico sulla punta del naso imitando lo sguardo saccente della loro professoressa di matematica.
Tacque, colta in fallo da quella domanda che aveva posto a se stessa troppe volte. Ranma colse la tristezza nel suo sguardo e tentò di distrarla facendo conversazione sul film.
''Non trovi che la trama sia un po' assurda? Voglio dire, puoi essere un fan accanito di un'opera, ok, ma rapire e seviziare il suo autore solo perchè non ha scritto il finale che volevi, beh...''
''Io invece trovo che abbia un senso...'', rispose lei, assorta.
''Ok, mi fai paura, adesso!'', rise lui fingendo di allontanarsi terrorizzato, lei lo tirò dolcemente per il codino e lo rimise al suo posto, ammorbidita da quella compagnia che, tutto sommato, male non poteva farle.
''No, intendo dire... Se tu seguissi, non lo so, una serie tv...''
''Non guardo serie tv'', asserì prontamente sistemandosi gli occhiali con un dito.
''Allora un manga. Sei giapponese, no? I manga li leggerai...''
''Certo!"
''Ok, un manga. Metti che segui un manga dal primo all'ultimo numero per, che ne so, cinque anni? E poi finisce così, nel nulla, senza una degna conclusione...''
''Tipo senza neanche un bacio tra i due protagonisti?'', arrossì.
''Esatto!'', rispose lei, totalmente persa nei suoi ragionamenti, ''Alla fine non ti verrebbe voglia di prendere l'autore e riempirlo di botte?''
''Forse, ma devi considerare che in molti casi si parla di finali aperti...''
''Oh Ranma! Esci subito da questa stanza!''
''Ma no, dai, ha un senso... Si da al lettore la possibilità di immaginare e fantasticare, ed è come se l'opera non finisse mai perchè rimane viva nella mente di chi l'ha letta...''
''Cazzate. A volte quel bacio ci vuole e basta.''
''Già...'', sospirò,  ''Beh, in ogni caso'', si riprese tornando a volgere lo sguardo alle immagini sullo schermo, ''Misery moriva, dunque c'era ben poco di irrisolto in questo caso...''
''Vero...''
''Akane...''
''Sì?''
Accarezzò dolcemente il suo braccio nudo, coperto di piccole macchie bluastre, provocando nella mora un brivido di emozione ed imbarazzo per se stessa allo stesso tempo.
''Nulla, solo... Saresti molto più carina, senza questi''
Tornò a guardare il film in silenzio, con lo sguardo fisso sullo schermo, mettendo un muro invisibile tra sè e la ragazza, facendole intendere che la conversazione era finita.
Seguirono con attenzione la pellicola senza proferire parola, con i muscoli tesi ed i respiri irregolari, finchè non si addormentarono, vicini, con le facce sulla tastiera, una di fronte all'altra.





Aggiornamento rapido per questo capitolo lungherrimo che mi ha messa in crisi come pochi! C'erano molte situazioni da introdurre, spero di non averlo ''sovraccaricato'' di facce nuove e cose da ricordare, ma avevo bisogno che in questo punto della storia tutto fosse al proprio posto!
Scusatemi per errori vari ed eventuali, volevo postare in fretta perchè nel week end non mi sarà possibile stare molto al pc, e sebbene abbia letto e riletto la mia attenzione ad un certo punto si esauriva!
La canzone cantata dai Silver Coral (nome trovato su un name generator per band, non cercate significati reconditi XD) è ''Una come te'' di Cesare Cremonini, spero non faccia schifo a nessuno perchè, avendo io identificato Jason (il ragazzo di cui Nabiki parlava a Ranma nel capitolo 2, ricordate?) con appunto Cesare (a parte i capelli lunghi, ok, c'è anche un po' di Jim Morrison in lui), le sue canzoni ricorreranno spesso. Un po' come le citazioni di Woody Allen a inizio capitolo (un grazie speciale a chi le apprezza e capisce!)
Un abbraccione come sempre a chi legge e commenta, sono felice che siate in tanti anche qui, non speravo assolutamente di ritrovare i recensori fedeli di ''Tutto come prima'', grazie, grazie, grazie!
Per quanto riguarda quest'ultima... Qualcosa si sta muovendo, ma per il momento...SILENZIO STAMPA!
Buon week end! =)
  
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