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Autore: Skiba Winchester    23/11/2013    2 recensioni
Credo di avere seriamente qualche problema. Insomma sono stato anni fidanzato con una ragazza, anche se poi è finita male; ma mai mi sarei aspettato di prendere una bruttissima cotta, per il mio batterista.
Parliamo di Julian.
[Sammy/Julian]
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Julian, Sammy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Crash My World





E' inutile ragionare con questi due; Vivian e Theon devono sempre sbaciucchiarsi ogni tre per due. Mi sono già dovuto sorbire la solita ramanzina da parte di Christian, per il mio classico ritardo.

Sono arrivato alle prove, un'ora dopo l'orario stabilito.

Christian sta decisamente uscendo fuori di testa questa settimana, oltretutto Jason lo stuzzica da morire, e lui sembra possa scoppiare da un momento all'altro.

Julian invece è l'unico diligente; arriva sempre in anticipo, suona, compone e registra.

Impeccabile, come il primo giorno in cui è entrato a far parte della band.

Ma la finite? Non siamo a casa vostra!” - sbotta Chris, rivolto a Vivian e Theon. Loro lo guardano con sufficienza: come se fosse lecito, limonare nel bel mezzo di una nuova demo.

Lo facciamo anche a casa nostra...” - ecco Viv che con tutta la sua strafottenza, risponde al nostro amato tastierista. Lo vedo con la coda dell'occhio, che assume una colorazione rossastra, dovuta all'irritazione. Sembra proprio uscito da un cartone animato.

Bene, grazie del lavoro merdoso che ci avete offerto, me ne torno a casa” - detto questo, Christian gira le spalle e va' via.

Rimaniamo tutti spiazzati, anche perché non è sua abitudine perdere le staffe in questo modo.

Ha le mestruazioni?” - chiede sconcertato Theon. Non faccio in tempo a rispondere, che Jason mi ha già preceduto - “no cretino, semplicemente chiedeva un po' di serietà. Perché non fate queste cose sul palco invece? Fareste felici un sacco di fan”.

Saremmo la principale causa di morte tra le nostre fan, vorrai dire” - risponde Vivian, abbracciando il vocalist dalle spalle.

Cretini. Comunque vado da Chris, continuate a provare se lo ritenete giusto, oppure... arrangiatevi” - ed anche il nostro bassista, ci abbandona al nostro destino.

Vivian e Theon, per niente scossi sorridono maliziosi, per poi rimettersi a limonare molto tranquillamente davanti a me e Julian.

Il piccolo mi guarda, alzando le spalle e scuotendo lievemente la testa; in quel momento gli lancio uno sguardo molto eloquente, che dice più o meno così “fuggiamo, prima di assistere ad un porno in tempo reale”.

Sembra magicamente capirmi perché, con un balzo che mai avrei creduto potesse appartene alla sua compostezza, afferra la giacca e mi trascina fuori dalla sala incisione.

Non abbiamo salutato” - dico accendendomi una sigaretta. Non m'importa più di tanto, ma è giusto per non far cadere quel solito silenzio imbarazzante, che si crea quando siamo soli.

Non avrebbero sentito, erano già completamente appiccicati, pronti per fare sesso.

Hai ragione.

Beh che fai tu adesso?- eh no Juke! Stiamo assieme te ne prego. Ti costa così tanto, dedicarmi cinque minuti del tuo tempo? Non vedi che sono attratto da te, come fossi l'unica calamita esistente sulla faccia della terra?

Non saprei” - rispondo vago, cercando di fargli un po' di tenerezza; tattica perfettamente riuscita, dato che risponde - “oh, io volevo andare al McDonald's! Puoi venire con me se non hai nulla da far, Sam”.

Sì, va benissimo!!” - ribatto con un po' troppa enfasi che, infatti, lo lascia stordito.

Certe volte, mi chiedo chi sia il più piccolo nella band, sai?”.

Dipende da che punto di vista parli, Juke. Se parli di testa, probabilmente io, Vivian e Jason ci contendiamo il primo posto”.

Vivian non fa testo... non ha cervello, perché è riuscito a trasferire tutti i neuroni tra i pantaloni” - scoppio a ridere, seguito dal mio compagno.

Mi verrebbe l'istinto di abbracciarlo in questo preciso istante, di stringerlo e baciarlo finché i polmoni non collassino definitivamente.

Sarebbe una morte piuttosto apprezzata dal sottoscritto.

Ci riprendiamo dalle risate, per poi avviarci verso la nostra meta; parliamo molto, e non sembriamo neanche noi stessi. Solitamente, siamo sempre silenziosi, come se venisse a formarsi tra me e lui, una specie di lastra sottile, ma resistentissima, di ghiaccio. Non so perché succeda questo, eppure non penso di essere una persona imbarazzante... credo.


Dopo vari minuti di camminata, arriviamo a destinazione, e subito la fila per le casse, ci accoglie come fosse un lunghissimo treno.

Fantastico” - dico senza entusiasmo. Julian si volta, fissandomi negli occhi - “mi dispiace”. Lo guardo stranito, per poi rispondere incoraggiante - “tranquillo piccolo, non perdiamoci d'animo! Vogliamo mangiare schifezze, e lo faremo” - il suo viso s'illumina, proprio come fosse un bimbo a cui hanno regalato un gioco agognato da parecchio tempo.

Spendiamo venti minuti della nostra esistenza in un'interminabile fila, per poi arrivare al nostro turno, e non sapere cosa ordinare.

Io vorrei ordinare delle... mh... crocchette di pollo” - dice Juke convinto. La cameriera lo fissa veramente interessata: sicuramente ci ha riconosciuti. Sento però, un moto di gelosia improvvisa, invadermi le viscere. Aggrotto le sopracciglia, e vedo entrambi guardarmi un po' confusi - “Sam, tutto ok?” - chiede il mio batterista.

Io voglio un Big Mac” - continuo a fissare malissimo la ragazza, che arrossisce imbarazzata - “e d-da bere?”.

Una coca cola grande entrambi, grazie” - precedo Julian nella risposta.

Basta così?”.

Una porzioni di patatine e poi sì, basta così” - rispondo irritato.

La ragazza fa il conto, ed ovviamente pago io, non senza qualche finissimo epiteto, affibbiatomi dal mio batterista.

Perché diavolo hai pagato tu?! Sono stato io a voler venire qui!” - dice contrariato, prendendo posto in un angolo del locale, abbastanza appartato.

Che centra? Dai Juke non fare storie... alla prossima!” - dico pacato. Lo vedo sbuffare, per poi sorridere ed annuire con una dolcezza disarmante. Abbasso il viso, perché alcune sue espressioni, mi mettono in serio disagio.

Vado a lavarmi le mani!” - annuncia tutto felice, per poi scomparire nei bagni.

Credo di avere seriamente qualche problema. Insomma sono stato anni fidanzato con una ragazza, anche se poi è finita male; ma mai mi sarei aspettato di prendere una bruttissima cotta, per il mio batterista.

Parliamo di Julian.

Del ragazzino tutto impacciato e timido, che suona come se non ci fosse un domani, dietro a quello strumento che lui tanto ama.

Sospiro, aspettando che torni dal bagno; intanto inizio a scartare il mio panino, ed a mangiucchiare qualche patatina rachitica. Prima di saziare uno come me, ci vogliono cento di questi inutili panini di plastica, ma se tutto ciò porta felicità al mio piccolo Julian, rimarrò a digiuno ignorando la pancia che borbotta.

Sam! Non si mangia da soli, se si è in compagnia!” - sorrido, vedendolo prendere posto, di fronte a me. Senza che io possa veramente rendermi conto, di quello che faccio, prendo una patatina e gliela ficco in bocca, senza molti complimenti.

Spalanco gli occhi, imbarazzato per ciò che ho appena fatto; Julian invece continua a sorridere come se niente fosse - “buone! L'ultima volta erano veramente salate”.

Con chi sei venuto l'ultima volta?” - chiedo tranquillamente, mentre inizio a dare il primo morso al mio panino.

Con Theon!” - risponde, iniziando a sgranocchiare una crocchetta di pollo. Un altro moto di gelosia mi assale violentemente, ma cerco di reprimerlo a tutti i costi. Che cazzo ci facevano soli qui, al McDonald's?!

Aveva litigato con Viv, quindi è voluto venire qui! Me l'ha quasi imposto..” - sappiamo tutti, com'è pesante il nostro vocalist quando, sfortunatamente, litiga con il suo adorato chitarrista. Ridacchio, all'idea che la bionda abbia praticamente costretto Juke, nel venire qui per distrarsi.

E poi che è successo?” - chiedo addentando, nuovamente, il panino. Il batterista mi fissa, ingoiando la sua crocchetta di pollo - “abbiamo mangiato in fretta e furia un semplicissimo hamburger, e poi siamo tornati da Vivian... ed io ho fatto la candela”.

Incrociamo i nostri sguardi, e per un attimo penso che non esista essere più bello ed innocente di Julian. Non posso macchiare la sua innocenza, solo per la mia egoistica idea, di averlo almeno una volta; però ogni volta che lo guardo, che ci scambiamo sorrisi o sguardi sfuggevoli, qualcosa in me si spezza con sempre maggior vigore. E' come se percepissi la mia anima, sotto forma di cristallo; un cristallo ormai logoro, pieno di crepe, filato anche nelle parti più improbabili.

Sam?” - spezza il silenzio e scuoto la testa, tornando alla realtà - “scusa Juke, pensavo”.

Certo... ed a cosa pensavi, stupido ritardato di un Sammy?!?

A cosa, Teddy?” - come mi ha chiamato?!

Questa novità, da dove salta fuori?” - dico ridendo e finendo il panino.

Sei alto, sei grosso e sei morbido! Sei un orso buono” - risponde annuendo, ed ingoiando l'ennesima crocchetta. Rido al pensiero di me, infilato a forza in un vestito con sembianze orsacchiose.

Cosa ti fa pensare che io sia buono, Juke?”.

Il fatto che non ti abbia mai visto incazzato, penso sia un indizio” - sorrido intenerito. Ma quanto può essere piccolo, ma fottutamente bello? Mi sento un maniaco, che aspetta una probabile mossa falsa, dalla sua vittima.

Finito il panino, inizio a devastare il sacchetto di patatine: come fanno a farle così sottili, ma così fottutamente buone? O forse sono io che mi convinco di ciò.

Cala un silenzio surreale, accompagnato solo dal rumore delle nostre bocche che masticano, e dagli altri clienti che chiacchierano con un tono di voce per niente basso.

Ogni tanto alterno le patatine, con la coca cola, ed in tutto ciò evito di guardare Julian. In questo preciso istante, vorrei solamente sprofondare in una buca talmente profonda, da riuscire ad arrivare nell'altro emisfero terrestre; quale dio mi odia a tal punto, da essere riuscito a farmi innamorare del mio batterista? Che male ho fatto? Andava tutto bene fino ad un anno fa, poi mi sono ritrovato a guardarlo con occhi completamente differenti; con gli occhi di chi ama dal più profondo del cuore.

Improvvisamente vedo una ragazza, avvicinarsi a noi lentamente: è una fan. Piccola lei che si vergogna! Le sorrido, e vedo il suo viso colorarsi di rosso.

Ciao! Ti serve qualcosa?” - le chiedo cortese, mentre Julian la saluta teneramente.

V-volevo chiedere se... se eravate disposti a fare una foto” - il suo viso non smette di avere quella sfumatura purpurea, che tanto caratterizza molte nostre fan.

Ci facciamo una foto, poi con una dedica, le facciamo un autografo su un pezzo di carta volante che, sono sicuro, conserverà meglio di sé stessa.

Appena terminiamo quest'operazione, ci rendiamo conto che il nostro pranzo è praticamente terminato, anche se a me mancano le patatine.

Julian ne ruba una, per poi dire - “vado in bagno” - alzo un sopracciglio: quante cazzo di volte va' al cesso?

Nuovamente? Hai le mestruazioni? O soffri semplicemente d'incontinenza?” - assottiglia lo sguardo, fulminandomi scherzosamente sul posto - “prima sono andato a lavarmi le mani, ora se non ti dispiace, vado a pisciare” - scoppio a ridere, perché sentire da Julian, certi termini, è quasi un'utopia.

Aspetto che torni, per minuti che sembrano ore, poi non vedendolo all'orizzonte vado a controllare se il cesso, effettivamente, l'ha risucchiato in un varco spazio dimensionale.

Prima di avviarmi, mi metto in bocca una delle ultime patatine, la più lunga che c'è.

Appena entro in queste latrine, perché non possono essere chiamate diversamente, mi rendo conto che sono vuote. Il motivo è alquanto palese, dato che la puzza che appesta l'aria, è più fastidiosa di quella di un cadavere in decomposizione.

Juke?” - chiamo il mio batterista, mangiucchiando la patatina, ancora a metà.

Arrivo Sam” - la sua voce arriva chiara, da dentro ad un cesso.

Fai i tuoi bisogni?” - sorrido, ma non ho il tempo di pensare ad altro che una mano, mi afferra un polso, e mi tira dentro ad un bagno.

Istintivamente, lo fulmino con lo sguardo - “ma sei impazzito?! Sono un uomo, e quindi soggetto ad infarti!” - sbotto col cuore in gola, tenendo ancora l'immortale patatina con una mano. Julian mi guarda dispiaciuto, mordendosi il labbro inferiore - “scusa non volevo... è che... ti aspettavo e... si insomma ecco...” - è visibilmente in difficoltà, mentre io termino la mia patatina. Lo fisso stralunato, isolandomi dal mondo circostante; qualsiasi rumore, o voce, mi arriva ovattato alle orecchie.

Fisso Julian, evidentemente con troppa insistenza, perché lo vedo indietreggiare piano, finché non si scontra con la schiena, alla porta chiusa del bagno - “Sam? Che ti succede?” - mi lecco le labbra.

Non m'importa cosa succederà, non m'importa se verrò respinto, se chiederà di sbattermi fuori dalla band, io lo voglio baciare ora. Non posso perdere un minuto di più.

Tempus fugit. Non so perché so questo detto in latino; probabilmente lo lessi tempo fa, da qualche parte.

Blocco ogni via di fuga al mio batterista, poggiando le mani alla porta e tendendo le braccia, a fianco alla sua testa; i nostri sguardi s'incrociano ed è come se si parlassero.Alcune volte, certi tipi di silenzio, sono più eloquenti di qualsiasi interminabile discorso.

Juke non apre bocca, non smette di mantenere il contatto visivo con me, finché non poggio con una lentezza da suicidio, le mie labbra sulle sue.

Era questo, che bramavo da molto tempo; questo che non mi faceva dormire la notte, torturandomi la ragione come se non ci fosse problema peggiore.

Un petalo di rosa, che piano cade sul palmo di una mano: è questa la sensazione che il tocco di Julian, mi sta regalando. Un contatto leggero, puro ed innocente come effettivamente lui è. Ma la cosa che sconvolge di più i miei sensi, è che mi stringe per la giacca, come se non volesse farmi fuggire, schiudendo piano le sue labbra, per approfondire il nostro primo contatto intimo.

I nostri muscoli umidi si cercano timidi, si accarezzano dolcemente e compiono dei movimenti complementari, come se ci fossimo baciati già milioni di volte.

Julian mugola compiaciuto, mentre io ad occhi chiusi, assaporo ogni angolo della sua bocca, felice finalmente, di aver coronato il mio desiderio.

Non m'importa se, dopo questo nostro piccolo spicchio di vita, non lo rifaremo più; mi godo questo istante breve ma intenso, che mi porterò sempre dentro.

Nel frattempo che la mia mente viaggia, sento Juke parlare tra un bacio e l'altro - “Sam... perché non me l'hai detto prima?” - non rispondo, preferendo continuare ciò che ci unisce, senza interrompere quest'attimo, rovinandolo con inutili parole. Mi stringe e bacia con sempre più foga, nonostante la nostra differenza di altezza sia da prendere in considerazione.

Ormai non so più dove finisca la mia bocca, ed incominci la sua; uniti in un bacio che più alimentiamo, più diventa bagnato e quasi famelico.

Quando decido di spostare una mano sotto la sua maglietta, qualcuno bussa alla porta del bagno, facendoci separare all'istante; come se fossimo stati risucchiati ognuno da un vortice diverso.

Occupato” - dice Julian mentre io, a stento, trattengo una risata. Lui sorride, scuotendo piano la testa. Attendiamo che questo tizio, entri in un altro bagno e, quando sentiamo una porta chiudersi, schizziamo fuori come se avessimo avuto la scossa.

Torniamo al nostro posto, buttando carta e quant'altro negli appositi contenitori, poi usciamo dal locale, più felici che mai.

Timidamente Julian allunga un braccio, avvolgendolo all'altezza del mio bacino, mentre io, dopo un primo momento di totale sconcerto, lo stringo in un abbraccio. Stretti così, l'uno vicino all'altro, sotto gli sguardi straniti ma disinvolti, di alcuni passanti evidentemente consapevoli della nostra identità, ci avviamo verso una delle nostre case, quando ad un certo punto Juke mi dice - “forse dovremmo andare a controllare come sta Christian...”.

Facciamo così” - estraggo le mie chiavi di casa, porgendogliele - “vai a casa mia, aspettami lì, passo da Chris e torno subito”.

Non vuoi che venga?” - chiede, prendendo il mazzo che gli faccio penzolare davanti al viso.

No, ci metterò due minuti” - mi sorride, stampandomi un bacio sulla guancia.

Ti aspetto”.


Parcheggio la macchina sotto casa di Christian, andando a suonare il campanello. E siccome sono molesto e rompicoglioni, lascio il dito incollato all'aggeggio infernale, capace di svegliarti anche nelle mattine in cui dormi beato, senza pensieri.

Dopo minuti interminabili, il mio tastierista mi apre con un sorriso stampato in faccia - “non sono sordo” - dice, mentre ci raggiunge un Jason sfatto ed in mutande. Rimaniamo tutti in silenzio, come se lo stessimo osservando per qualcuno che non c'è più. Sapevo che questi due, alla fine, avrebbero concluso; sopratutto perché l'evidente attrazione di Jason per Chris, era palese.

Ah!” - esclamo, visto che non hanno intenzione di parlare - finalmente hai capito Chris! Avete la mia benedizione” - gli do una pacca sulla spalla, prima di entrare in casa, come fosse la mia.

Presto dirò a tutti, cosa mi lega a Julian, per il momento, vivrò i miei attimi con lui, nel segreto più totale.









Note dell'autrice:


A parte che i personaggi non mi appartengono, che è tutto frutto della mia mente malata e che non scrivo a scopo di lucro... l'unica cosa che aggiungo è, che la ff si svolge nello stesso arco di tempo, in cui ho scritto Miracle.

Per il resto: grazie


   
 
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