Capitolo 3
Darcy trovò
il
tanto desiderato ritorno a Londra meno soddisfacente di come aveva
sperato. Si
era augurato che l’allontanamento dal Kent gli avrebbe recato
almeno un po’ di
sollievo dall’agonia inesorabile per il rifiuto di Elizabeth,
ma fu deluso quando
costatò che la disperazione aveva viaggiato con lui. Notte
dopo notte sedeva
nel suo studio, disinteressandosi dei suoi affari, dei divertimenti e
di tutto
il resto. Il cibo era insapore, l’aria sembrava stantie e non
riusciva a
dormire. La gente che incontrava era ottusa e noiosa, e lo sforzo
richiesto per
conservare anche dei soggetti più banali era enorme e
l’esauriva. Per quanto
tempo doveva continuare in quel modo?
Il pensiero che
se le cose fossero andate diversamente a quest’ora starebbe
preparandosi alle
nozze con Elizabeth era straziante, però non riusciva a non
pensarci. Quasi
ogni giorno andava nelle stanze riservate alla padrona, pensando quali
lavori
era necessario fare. Era certo che Elizabeth preferiva una carta da
parati
diversa e la mobilia era anche più riccamente ornata di come
a lei piacerebbe,
o così credeva – ma in realtà, cosa
sapeva di lei? Non sapeva neanche che lo
disprezzava. Scriveva distrattamente articoli per l’accordo
matrimoniale per
poi bruciare le carte. Progettava discorsi nei quali informava la
servitù a
Londra e a Pemberley della loro nuova padrona. Per quanto tali
attività fossero
piacevoli, era doloroso tornare alla realtà dove non era
richiesto niente del
genere.
Almeno, pensò
mentre scriveva un messaggio a Bingley per richiedere un incontro
appena era
libero, posso mettere a posto la faccenda della mia interferenza con
Bingley e
Jane Bennet. Così Bingley può ritornare da Miss
Bennet facendo rallegrare
Elizabeth. Questo mi sarà di conforto, sperò
Darcy, anche se riconobbe che era
possibile che Bingley s’arrabbiasse con lui e termini la loro
amicizia. Il
pensiero era significativamente dolorosa, ma comprendeva di meritarselo.
Darcy non ebbe
molto tempo di pensare alla potenziale risposta di Bingley alla sua
interferenza
perché l’amico si presentò il giorno
dopo. Dopo pochi minuti di chiacchiere,
così come l’arrivo della governante con i
rinfreschi, Darcy sentì che era ora
di affrontare l’ira di Bingley e confessare tutto.
“Bingley, tu
sai
che da molti anni ti considero uno dei miei amici più
stretti, anzi sei più
come un fratello che un semplice amico, vero?”
Bingley sorrise
compiaciuto del complimento inaspettato. “Lo so e spero tu
sappia che io provo
lo stesso.”
“Ti ringrazio
e
spero che sentirai lo stesso dopo avere sentito quello che sto per
dirti.”
Darcy fece una pausa per sorseggiare il tè e radunare i
propri pensieri e il
coraggio.
“Non so come
dirtelo quindi perdonami se sembro rude e brusco. Lo scorso autunno
quando
andammo via da Netherfield, io ero dell’opinione che Miss
Jane Bennet non
nutrisse gli stessi tuoi sentimenti e sono stato molto sicuro
nell’esprimere la
mia idea. Credo che questo ti abbia fatto riconsiderare i tuoi
sentimenti verso
la signorina che in verità era ciò che io pensavo
fosse meglio per te.”
Qui Bingley lo
interruppe, “sei stato un vero amico, mostrandomi
ciò che io non riuscivo a
vedere…”
Darcy lo
fermò,
alzando la mano per frenare le sue parole. “No, non mi sono
comportato da amico
in questa faccenda e devi ascoltarmi, per favore. La questione
è, io avevo
torto. Mi sono sbagliato molto, infatti. Sono venuto a sapere
recentemente che
Miss Bennet provava e ancora prova qualcosa per te. La mia comprensione
di lei
e dei suoi sentimenti era difettosa, e per questo mi scuso di cuore per
la mia
interferenza.” Darcy respirò profondamente,
aspettandosi una risposta
drammatica da Bingley.
Bingley comunque
sembrò soltanto sconcertato mentre considerava le parole di
Darcy. “No, ti
dico, ci ho pensato molto durante l’inverno e sono giunto
alla conclusione che
tu avevi ragione. Apprezzo quello che mi stai dicendo, ma anche se
quello che
mi dicesti mi fece male a quel tempo, era importante per me sentirlo
prima che
facessi la figura dello sciocco. Penso ancora che sia la donna
più meravigliosa
che abbia mai incontrato e avrà sempre un posto speciale nel
mio cuore, ma
capisco che non può essere.”
Darcy tirò un
sospiro di frustrazione. “Bingley, per favore, devi
ascoltarmi – so, senza
ombra di dubbio che Miss Bennet, infatti, provava un affetto profondo
per te, e
fino a oggi rimane colpita dalla tua assenza. Lo so inequivocabilmente,
perché
l’ho sentito direttamente dalla bocca di Miss Elizabeth
Bennet.”
“Da Miss
Elizabeth!” Bingley rimase sbigottito. “Come hai
potuto sapere tale cosa da
Miss Elizabeth? Certamente non ti direbbe informazioni così
personali riguardo
alla sorella!”
“Sì,
me l’ha
detto in maniera molto diretta, che non poteva essere fraintesa. Vedi,
quando
ero in Kent, ho visto Miss Elizabeth – era in visita a Miss
Lucas che ha
sposato il signor Collins – e lei mi fece comprendere lo
sbaglio delle mie
assunzioni.” Darcy pregò Bingley sarebbe troppo
occupato con il pensiero di
Jane da chiedere come mai era avvenuta una discussione del genere tra
lui ed
Elizabeth. “Comunque, c’è
dell’altro che devo confessarti. Durante l’inverno,
Miss Bennet ha risieduto dai suoi zii a Londra e venne in visita dalle
tue
sorelle. Miss Bingley ricambiò la visita, ma solo per
troncare l’amicizia. Io
l’ho saputo ma non ti ho informato.”
A queste parole,
la testa di Bingley si alzò di scatto e guardò
Darcy dritto negli occhi. Darcy
fu costernato nel vedere rabbia sostituire la confusione nello sguardo
di
Bingley. L’uomo si alzò dalla sedia e
camminò verso il caminetto, dove iniziò
ad attizzare le fiamme mentre contemplò quello che Darcy gli
aveva rivelato.
Con una calma
ingannevole, Bingley disse, “Darcy, non ci sto capendo
niente. Ho capito che tu
hai commesso probabilmente un errore nel tuo accertamento dei
sentimenti di
Jane Bennet per me quando eravamo in Hertfordshire. Però
quello che mi stai
dicendo adesso – stai dicendo che le mie sorelle mi hanno
ingannato riguardante
la presenza di Miss Bennet in città, e che tu hai cospirato
con loro? E poi
l’hai discusso con Miss Elizabeth?” con ogni frase
la voce di Bingley divenne
più forte. “Sicuramente avrai dovuto comprendere
quando è venuta a vedere le
mie sorelle a Londra che non era indifferente verso di me!”
“Non posso
difendere le mie azioni. Erano sbagliate e prepotenti, e mi scuso
sinceramente.
So che le parole non possono cancellare i mesi di dolore che hai
esperimentato,
ma posso solo sperare che un giorno mi perdonerai.”
“Certo che ti
perdono, perché so che non mi faresti mai intenzionalmente
del male, ma voglio
capire perché l’hai fatto. I motivi di Caroline
sono abbastanza facili da
capire; vuole che io sposi una donna che aumenterà la nostra
posizione nella
società. Ma tu? Non riesco a capirlo, Darcy. Che importanza
ha per te chi io
sposo?” la voce di Bingley tremò con rabbia e
dispiacere.
Darcy
sospirò.
“Non so spiegarmelo, posso solo dirti che quando abbiamo
lasciato Hertfordshire
pensavo di offrirti una guida per aiutarti di evitare un matrimonio
imprudente.
Ho sottovalutato i tuoi sentimenti, così come quelli di Miss
Bennet. Quando
Miss Bennet venne a Londra in gennaio, non ti dissi nulla
perché sembravi
riaverti dal tuo affetto per lei, e non volevo che tu provassi di nuovo
lo
stesso dolore.”
Darcy volse lo
sguardo a terra, la sua espressione agitata come ponderò le
parole di Darcy.
“In ogni caso, non importa. Dopo averla abbandonata in tal
modo, non ci può
essere speranza di un’unione tra noi. Come si è
dovuta sentire nel vedermi
andare in maniera così fredda dopo essere stato diretto
nelle mie attenzioni! Veramente,
deve disprezzarmi.”
Darcy
protestò,
“anche se non l’ho discusso pienamente con Miss
Elizabeth, quello che lei mi
disse indicava che, infatti, sua sorella nutre solo il massimo riguardo
per
te.” Cautamente, perché non voleva più
dare consigli nella questione, Darcy
disse, “immagino che l’unico modo per scoprire come
stanno le cose fra te e
Miss Bennet sia di ritornare a Hertfordshire.”
“Ma
Darcy,”
persistè Bingley, “imploro di dirmelo. Cosa ti ha
detto precisamente Miss
Elizabeth? Lei è sempre stata corretta ogni volta che
abbiamo parlato, e non
riesco a immaginarla che rivela informazioni così personali
a te. Voi due non
andavate neanche d’accordo! Perché si è
confidata proprio con te?”
Darcy
sussultò,
riconoscendo la verità dell’asserzione di Bingley
sulla sua relazione con
Elizabeth. “Sì, ebbene… la
verità è che noi due abbiamo avuto una
discussione e
nel corso di ciò mi disse che sapeva che io ero responsabile
dell’infelicità di
Miss Bennet – che avevo distrutto le sue speranze, o qualcosa
di quella
natura.” Darcy distolse gli occhi e pregò che
Bingley sarebbe soddisfatto con
questa spiegazione e lascerebbe correre.
Bingley
ritornò
al suo posto e sedette in silenzio per lungo tempo, rimuginando sulle
informazioni che aveva appena ricevuto. Alla fine sospirò
profondamente. “E –
dici che Miss Bennet è ritornata in Hertfordshire?”
“Sì,
per ciò che
io so, quando Miss Elizabeth lasciò Kent una settimana prima
di me, Miss Bennet
era già tornata a Longbourn e Miss Elizabeth era ansiosa di
rivederla.”
Bingley
ponderò
di nuovo in silenzio mentre Darcy lo osservò sobriamente.
Finalmente, l’inizio
di un sorriso vero, il primo che Darcy aveva visto da mesi,
affiorò sul volto
di Bingley e la luce ritornò nei suoi occhi che finora Darcy
non aveva
compreso, mancava. “Bene, Darcy,” Bingley
finalmente esclamò, “credo che sono
in partenza per Hertfordshire!”
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Georgiana Darcy
era preoccupata per il fratello.
Anche se Fitzwilliam
era generalmente calmo e cupo, il suo comportamento recente superava
qualsiasi
cosa lei avesse mai visto, anche in quei giorni bui dopo averla
riportata a
casa da Ramsgate. Allora era sembrato triste, forse un po’
deluso. Ora lo
descriverebbe come depresso e abbattuto. La cosa che più la
preoccupava, era di
come sconvolto appariva.
Ogni tipo di cibo
sembrava disgustarlo. Sembrava addolorato di salutare il mattino e
afflitto la
sera quando era ora di ritirarsi. Passava ore nel suo studio ma non
sembrava
facesse qualcosa, perché le pile di documenti e lettere
chiuse sulla scrivania
aumentavano di continuo. Parlava di andare a Pemberley ma poi diceva di
preferire rimanere a Londra, e di conseguenza si contraddiceva, dicendo
di
disprezzare Londra nel pieno della stagione, e affermava di voler
andare in
vacanza a Bath. Quando gli domandava più tardi sulla
questione, comunque, la
guardava come se fosse diventata matta e diceva, che non aveva mai
detto una
cosa del genere su Bath ma che forse sarebbero andati presto a
Pemberley.
Faceva lunghe
passeggiate, rifiutando la sua compagnia. Non aveva idea di dove si
recava, ma
restava via per ore. Rifiutava tutti gli inviti, evitando il solito
metodo di
rispondere con un breve messaggio. Invece non rispondeva per niente, e
quando
la catasta divenne troppo alta, li bruciò.
Però, neanche
le
lunghe serate passate a casa sembravano piacergli. Passava il tempo
prendendo
in mano un libro dopo l’altro, non leggeva però
più di due o tre pagine prima
di posare il libro sul grembo e fissare nel vuoto. Le chiedeva di
suonare per
lui, ma spesso sembrava irrequieto, girando per la stanza e guardando
fuori
delle finestre, qualche volta usciva dalla stanza anche prima che lei
finisse
di suonare. Attizzava il fuoco incessantemente, si versava numerosi
brandy che
non beveva, muoveva le cose da una parte all’altra, tirava
alla sua cravatta e
si passava la mano attraverso i capelli così di frequente da
avere sempre un
aspetto disordinato.
Il suo
comportamento era estremamene strano, impensierendo la sorella la cui
apprensione aumentava di giorno in giorno.
Aveva provato a
chiedergli se qualcosa non andava, una cosa che Darcy aveva negato
subito,
assicurandole che tutto era a posto. Aveva provato di parlarle con il
cugino,
il colonnello Richard Fitzwilliam che confessò di aver
notato lo stesso
atteggiamento ma che neanche lui era riuscito a farsi confidare da
Darcy cosa
era successo. Era il solito quando erano in Kent, le disse Richard,
anzi era un
po’ più allegro del solito, fino alla fine della
loro visita quando divenne
irascibile e silenzioso, forse a causa della durata estesa del
soggiorno.
Richard aveva tentato di riassicurare Georgiana, dicendole che tutto si
sarebbe
sistemato ma poi, Richard non doveva vivere nella casa con Darcy, con
la sua
oppressiva tristezza che minacciava di trascinarla.
Un pomeriggio
arrivò il signor Bingley in visita, e suo fratello
sorprendentemente volle
vederlo. Georgiana sperava che il fratello avrebbe confidato le sue
pene al
signor Bingley, ma si spaventò quando udì la voce
arrabbiata del signor Bingley
provenire dallo studio. Stavano litigando? Aveva qualcosa da fare con
lo stato
d’animo del fratello? Alla fine comunque il signor Bingley
emerse, sembrando
felice ed esuberante come il solito e suo fratello…
bè, non era né peggiorato
né migliorato.
Quella sera,
cominciò in modo esitante a domandare del signor Bingley,
nella speranza di
capire cosa era accaduto tra i due uomini. “Il signor Bingley
sta bene spero,
fratello?”
Darcy
trasalì,
come se avesse dimenticato che Georgiana era con lui nel salone.
“Sì, sì,
Bingley starà bene.”
Starà bene?
Pensò
Georgiana curiosa, quindi decise di domandare oltre. “E le
sue sorelle? Stanno
anche bene?”
“Sì,
penso che
stiano bene.” Darcy ricadde ancora una volta in silenzio.
Bè,
certamente
questo non mi dice niente, pensò Georgiana. “Il
signor Bingley si unirà a noi a
Pemberley quest’estate?”
Darcy emise un
breve grugnito che Georgiana supponeva, voleva essere una risposta,
sebbene non
potesse dire se negativa o positiva.
Tentò ancora
una
volta con un soggetto che pensava, sarebbe abbastanza neutrale.
“Cosa ha deciso
il signor Bingley riguardo alla tenuta che ha affittato in
Hertfordshire?
Procederà con l’acquisto?”
Alla parola
Hertfordshire,
Darcy s’irrigidì, tentando all’ultimo
momento di nascondere la reazione. “Non
sono ancora sicuro cosa Bingley farà di Netherfield ma credo
che sia in
procinto di prendere una decisione. Credo sia molto in favore
di… una
sistemazione permanente ma… non tutto è ancora
stabilito. No, ci sono stati dei
ritardi, dei malintesi realmente, ma credo che alla fine tutto si
risolverà a
favore di Bingley. Scusami, andrò a letto presto
stanotte.”
Con quello, suo
fratello fuggì dalla stanza come se temesse che Georgiana e
le sue domande
possano inseguirlo.
Purtroppo il
peggio doveva ancora venire. Il peggio venne un paio di giorni
più tardi mentre
fratello e sorella sedevano al tavolo della colazione.
“Fratello,
è
passato del tempo da quando il signor Bingley e la sua famiglia sono
stati a
cena da noi l’ultima volta. Perché non li
invitiamo a cenare qui fra due
giorni?” chiese Georgiana.
Darcy la
guardò
come se le fosse spuntata una nuova spiacevole testa e inizio a
balbettare: “Invitare
Bingley a… dunque non può…
piuttosto… no, Georgiana, eh, ebbene penso che
Bingley sia tornato a Netherfield.”
"Oh! Sono contenta
per lui. Pensi di unirti a lui?”