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Autore: fearless13k    23/11/2013    1 recensioni
*Dal terzo capitolo*
-No! Non mi liquiderai così in fretta! Qual è il problema, eh? Sono le mie scarpe? È il mio cognome? Non è quello che determina la personalità di una persona!- continuai a dire ad alta voce, in modo che mi potesse sentire, nonostante il presunto sordismo (sì, continuerò ad utilizzare questa parola!) e i tre metri che ci separavano a causa delle mie scarpe da riccona. Accidenti di nuovo a loro! Stronze.
Liam si fermò in mezzo al corridoio e si girò, visibilmente incazzato. Come si permetteva di incazzarsi? LUI? Io ero appena stata definita Superficiale! Io mi sarei dovuta incazzare!
-Il problema non sono le scarpe, non è il cognome. Non sono queste cose in sé per sé, sono queste cose per quello che rappresentano, ovvero una persona ricca, che disprezza quelli che non sono come lei e se non li disprezza, li considera meno di zero e io non voglio che succeda a me.-
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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5. “È una minaccia?”

 
Lunedì mattina. Era ricominciato il semestre e avevo una voglia di tornare sui banchi di scuola pari a zero. Letteralmente, non avevo nemmeno tanta benzina nella macchina! Appena svegliata, mi ero dovuta lavare i capelli, perché non so e non voglio sapere cosa li aveva fatti diventare oleosi e repellenti nel giro di una notte. Per di più il phon che usavo normalmente aveva deciso di darmi forfait e mi ero dovuta rassegnare ad utilizzare quello piccolo e rosa da viaggio, che avevo comprato qualche mese prima più per capriccio che per necessità. Risultato: ci avevo messo quaranta minuti ad asciugarmi tutti i capelli, sottraendoli alla colazione e alla scelta delle scarpe. Grazie al Cielo nella mia scuola si portava la divisa, quindi non mi ero dovuta preoccupare dell’abbigliamento: la solita vecchia e barbosa camicetta/maglietta bianca + giacchetta di lana blu con lo stemma dell’istituto + gonna a pieghe con fantasia scozzese verde scuro e blu, come la giacchetta. Non era proprio orrenda, ma avevo sicuramente qualcosa di meglio nel mio armadio!
Insomma ero uscita in fretta e furia, legandomi i capelli in una coda scomposta e mi ero messa al volante, saltando vari semafori rossi. Non era la prima volta che facevo tardi e per fortuna, Bess aveva ragione, la sera prima era rimasta a “dormire” da Jack e quindi non dovevo passare a prenderla, risparmiando dieci minuti di viaggio.
La trovai a scuola, dove passò la mattinata a raccontarmi della sua nottata di fuoco, di come Jack le avesse regalato degli orecchini di smeraldo (robetta poco costosa insomma) e di come fosse stato dolce con lei scusandosi. Blablabla la solita vecchia storia, che però a me non era mai capitata. Mi domandai se mi sarebbe piaciuto avere una storia d’amore strana come quella di Bess e Jack e mi convinsi che solo a due persone assurde e piene di controsensi come loro poteva stare bene.
Insomma, quando suonò la campanella dell’ultima ora, stordita dalle continue chiacchiere della mia migliore amica, mi catapultai in macchina, di nuovo da sola, grazie alla limousine inviata a Bess da Jack e mi diressi velocemente a casa per cambiarmi.
Avrei optato per la stessa strategia del sabato, in fondo se vuoi qualcosa devi andare e prendertela, mai arrendersi, l’attacco è la miglior difesa! Ok, l’ultima massima non c’entra una mazza, ma era per fare scena. Ero del tutto determinata a piacere a Liam Payne almeno la metà di quanto lui piaceva a me.
E così sarebbe stato.
Entrai nel mio armadio senza neanche salutare mia madre, cercai gli abiti più plebei che possedevo e dopo averli indossati ed essermi ravviata un attimo i capelli (maledicendomi per avere impedito al mio parrucchiere di tagliare quei cinquanta centimetri di cellule morte) tornai in fretta in macchina e sfrecciai verso l’ormai familiare libreria del centro commerciale.
Ed eccomi lì, ancora una volta come un’imbecille, di fronte all’entrata di WHS a farmi coraggio per chiedere spiegazioni al ragazzo più assurdo e scontroso che avessi mai conosciuto. Anche il più sexy, certo.
Questa volta niente tacchi, se avesse anche solo tentato di seminarmi, con indosso le ballerine, gli sarei stata costantemente alle calcagna e tra l’altro non sarei stata due centimetri più alta di lui, piccolo inconveniente che avevo notato il sabato mattina.
Mi ci volle poco per individuare la testolina castana del mio caro Liam Payne e con disinvoltura, per l’ennesima volta, mi diressi verso di lui, più determinata che mai.
-Ciao ancora, Liam Payne.- esordii, appoggiandomi al bancone dietro il quale stava armeggiando.
Alzò di scatto la testa, senza però mostrare segno di sorpresa, gioia, rabbia o, perché no?, terrore. Solo quella stramaledetta indifferenza.
-Ciao di nuovo, Selene Fisher-Lewis.
-Non mi chiedi perché sono qui?- gli dissi, sorridendo e osservando cosa faceva dietro al bancone. Stava riponendo in un quadernone di cuoio vari francobolli.
-Suppongo che me lo dirai lo stesso, quindi ti prego, illuminami.- rispose con poco entusiasmo.
-Adoro i francobolli.- dissi sovrappensiero, ammirando i disegni che decoravano i francobolli che Liam aveva fra le mani. Poi alzai lo sguardo e finalmente lo colsi con un misto di sorpresa ed interesse negli occhi, che mi fece sorridere.
-Sei qui a comprare francobolli?- mi chiese, piuttosto contraddetto. Sorrisi in maniera più maliziosa.
-Direi di no, sono qui per chiederti cosa ci fai con il mio numero se non mi chiami.- dichiarai con molta naturalezza, piegando leggermente da un lato la testa, in modo da garantire ai miei bei capelli biondi di compiere la loro magia.
Lo sguardo di Liam Payne indugiò un attimo fra le mie ciocche, prima di tornare al mio viso e alla sua naturale indifferenza.
-Non sarai un pochino insistente, Selene Fisher-Lewis?- disse, socchiudendo gli occhi. Mmh, sopracciglia. Mi morsi un labbro.
-Sei tu che fai il difficile. Mi sembrava di essere stata chiara, non puoi permetterti quello sguardo giudicatore se prima non mi concedi una chance e il mio numero era il mezzo per concerdermela, Liam Payne.- gli feci notare, facendo scomparire il sorriso dal mio viso.
Liam annuì, consapevole che a questo giro avevo ragione io.
-Sei una che non si dà affatto per vinta, Selene Fisher-Lewis.- commentò, prendendo il suo telefono dalla tasca e appoggiandolo sul bancone, accanto ai francobolli. Annuii soddisfatta. Stava per cedere.
-So quello che voglio. Non credi che sia l’ora di smetterla di chiamarci per nome e cognome? Solo mia madre quando è incazzata mi chiama per intero.- aggiunsi, annoiata dal sentir ripete il mio stupido cognome da ricca, quasi fosse un insulto.
Liam annuì, -Direi che si può fare. Dunque, ricapitolando, se ti chiamo e fisso un’uscita con te, poi non mi scoccerai più mentre lavoro, né mai?-
Sorrisi, avevo naturalmente un asso nella manica. Ricordate? Tutto il discorso sulla determinazione dei Fisher-Lewis? -Sempre che non riesca a farti innamorare di me.
E a quel punto, l’indifferenza di Liam Payne cominciò a cedere. Lo vidi aggrottare la fronte e squadrarmi da capo a piedi, ma non nella solita maniera negativa. Stava in un certo senso valutando la situazione e domandandosi, molto probabilmente, se potesse davvero accadere quello che stavo profetizzando.
-E sia. Ti chiamerò. Ma ora lasciami lavorare, d’accordo? Io non ce l’ho tutto il tempo libero che hai tu, Selene!- mi disse dopo quello scanning. Sorrisi trionfante e traboccante di gioia. Avrei avuto il mio fantomatico appuntamento! Evviva! Non vedevo l’ora che mi chiamasse.
-D’accordo, allora buon lavoro! Ciao, Liam!- lo salutai e mentre stavo uscendo sentii il cellulare vibrare nella tasca dei jeans. Sorrisi e ridendo risposi.
-Ti rendi conto di quanto sia stupido farti chiamare, quando sei venuta fino al mio posto di lavoro a rompermi le palle per un appuntamento?- disse Liam, mentre mi voltavo a guardarlo sorridente dall’uscita.
Si ostinava a mantenere la sua espressione indifferente, ma le cose sarebbero cambiate.
-Mi pare una cosa superflua da dire al telefono, quando mi chiedi di uscire?- ribattei, ancora sorridente, ancora ferma nella mia posizione. Liam scosse leggermente la testa con disappunto come a dire “Cosa devo fare con te?”.
-Quando ho tempo.
Risposta accettabile.
-Non farti attendere troppo, o piomberò di nuovo qui.
-È una minaccia? –
Ed ecco che aggrottò di nuovo la fronte, intento a capire cosa intendessi davvero.
-Vedi un po’ tu. A presto, Liam Payne.- risposi, mantenendo il mio sguardo fisso nel suo.
-Non avevamo smesso la cosa del nome e cognome?- mi chiese, ma avevo già chiuso la chiamata.
Un pizzico di mistero non fa mai male.

 
So, questo è il nuvo capitolo, finalmente c'è un qualche risvolto 
nel prossimo ci sarà un altro risvolto, molto più succulento!
Sorry se è così corto, come annunciai nel primo capitolo
la storia è più o meno composta da tutti capitoli brevi,
cercherò comunque di postarne degli altri,
così da non lasciarvi in sospeso troppo a lungo!
Commentate, mettete fra i preferiti, condividete con le amiche!
Un bacio
LA

 
 
"Stavo valutando la situazione, domandandosi, molto probabilmente, se potesse davvero accadere quello che avevo profetizzato"

"sorrisi, avevo naturalmente un asso nella manica!" SWAG!
  
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