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Autore: Youhavesavedme_    23/11/2013    12 recensioni
"Tutto questo significa che ogni volta che ci si muove si deve stare attenti a ciò che si fa, per non creare problemi alla propria famiglia, ma i miei genitori credono che il mio comportamento non sia adatto alle mondanità legate alla nobiltà, quindi sono costretto ad avere lezioni di comportamento. In più, i miei genitori mi tengono recluso in casa, non mi fanno respirare non mi fanno incontrare nessuno, quindi voi siete l’unica persona che in questo momento mi stia salvando, voi siete l’unica persona nuova che potrò vedere quindi ve ne prego, non abbandonatemi."
"La mia vita è completamente ed assolutamente controllata da LORO."
"Semplicemente sono in una gabbia, che tiene rinchiusa la mia anima."
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C
apitolo uno: Meetings.  

Sono Harry Edward Styles, ho vent’anni e sono figlio di un duca e di una duchessa, proprio per questo non posso comportarmi come un normale giovane della mia età, ma devo andare a cena con famiglie nobili, e devo mettere in atto un certo comportamento, per non far sfigurare la mia famiglia. Per questo mia madre ha deciso di cercare una balia, che mi insegni come devo comportarmi durante questi eventi, poiché ne lei ne mio padre possono insegnarmi l’educazione che secondo loro dovrei aver già acquisito da diverso tempo. Mi dispiace sembrare il ragazzo che delude i suoi genitori, ma loro non vogliono capire che sono un semplice ragazzo di vent’anni, ed ho bisogno d’aria, ho bisogno di respirare, perché con tutti questi eventi, tutti questi “inchini” tutte queste “smancerie”, mi sento chiuso in una gabbia, controllata esclusivamente dai miei genitori.
Presi un respiro profondo, e decisi di scendere per parlare con mia madre, mi sentivo soffocato da loro, e necessitavo di parlarne con loro, ma scesi troppo tardi, poiché sentii mia madre parlare a telefono.

«Buongiorno sono la duchessa Anne Marie Styles, voi siete la signorina Emilie Stephenson?»

«Sì, sono io, ditemi.»

«Avrei bisogno del vostro aiuto, per dare un’ educazione a mio figlio Edward. Avrei bisogno della vostra presenza qui ventiquattrore su ventiquattro, poiché noi saremo poco presenti. Vi sarà fornita una divisa, in modo che voi sembriate la balia di mio figlio e dovrete accompagnarlo ad ogni evento a cui egli dovrà partecipare, anche e soprattutto senza di noi. Siete disposta a fare tutto questo?»

«Certo duchessa, fornirò a vostro figlio l’educazione necessaria. Quando mi volete a casa vostra?»

«Se voi potete anche subito, ma se questo vi crea problemi potreste  venire domani mattina, noi mettiamo la vita di nostro figlio nelle vostre mani

«Non vi preoccupate duchessa, vostro figlio avrà gli insegnamenti necessari. Comunque, a breve sarò a casa vostra, vi ringrazio per aver pensato di chiamare me. A presto duchessa.»

La sentii smettere di parlare, così entrai in salotto.

«Madre, quindi avete deciso di prendermi una balia? Non erano sufficienti tutte le lezioni che mi avete fatto prendere pur di essere il figlio “modello” il figlio “perfetto”?»

«Edward, per favore, abbiamo già toccato l’argomento, voi necessitate di un’educazione molto più approfondita di quella che vi è stata insegnata qualche anno fa. Non potete continuare a comportarvi come state facendo, sarebbe contro le regole della nobiltà, e non fareste altro che farci sfigurare.»

«Quindi, a voi non interessa nulla della felicità di vostro figlio? Semplicemente preferite sovrapporre le sciocche pratiche nobiliari alla vita di vostro figlio? Beh madre, vi ringrazio, siete la madre che ogni ragazzo desidera, credo che la mia vita sia migliore senza voi e mio padre, almeno non devo preoccuparmi di respirare troppo, e non devo preoccuparmi che questo comporti per la mia famiglia una cattiva impressione.»

«Figlio mio, non dite così. Sapete quanto io e tuo padre vi amiamo, e sapete quanto ci stia a cuore la vostra educazione, semplicemente necessitate di una migliore educazione, perché quella che vi è stata insegnata non è necessaria a farvi comportare in un modo adeguato alle mondanità di una famiglia nobile. Comunque, sapete che io e vostro padre abbiamo l’autorità in questa famiglia, quindi la decisione è stata presa. La vostra balia arriverà tra qualche ora, quindi, preparatevi per accoglierla in famiglia, con la dovuta educazione.»

«Ma madre, come potrei accoglierla con la giusta educazione se questa stessa educazione non mi è stata insegnata?»

In quell’istante entrò in casa mio padre, e mi diede uno schiaffo in pieno volto. Da quel gesto capii che aveva sentito ciò che avevo detto a mia madre.

«Edward, che non vi senta più riferirvi in quel modo a vostra madre. Ed ora, andatevi a preparare, dovete dare la giusta accoglienza alla donna che si occuperà di voi, durante la nostra assenza.»

Toccai il punto dove la mano di mio padre si era poggiata, e sentii leggermente bruciare. Forse non avevo scelto il comportamento migliore da adottare con mia madre, e probabilmente i miei genitori avevano ragione a volermi insegnare un’educazione, ma davvero non comprendevo il non farmi respirare, non riuscivo a credere al fatto che mi tenessero strettamente legato al loro mondo, forse avevano paura che io potessi scappare, cosa che avrei fatto se me ne fosse stata offerta la possibilità. Mi sentivo intrappolato, la mia anima era intrappolata nel mio corpo, e non riusciva a venirne fuori, perché il mio corpo fungeva da gabbia. Mi sentivo davvero rinchiuso dentro me stesso, e la cosa non mi piaceva, perché un normale ragazzo della mia età, era libero di fare i propri sbagli e le proprie scelte. Ah già, ma io non sono normale.

Mia madre mi passò una mano davanti al volto,  ciò stava a significare che mi ero chiuso nel mio mondo per pensare tutto questo. Nella consapevolezza di trovarmi nel torto guardai mio padre, con tono di sfida, e solo dopo essermi assicurato che lui mi avesse guardato salii nelle mie stanze per vestirmi in un modo più “decoroso” così lo definivano i nobili, per incontrare la mia balia.

Non trovavo giusto il fatto che coloro che mi avevano dato la vita, come continuavano a ripetermi, volessero affiancarmi una persona che dovesse controllarmi, in modo da non dover svolgere il loro compito di genitori. Sì, erano nobili, ed essere nobili comporta avere molte responsabilità, ma questo non significa allontanarsi dal proprio figlio, affidarlo alle cure di una sconosciuta e farlo sentire perennemente sotto giudizio degli altri, cercando di stare attento anche solo a respirare per non far sfigurare la propria famiglia.

Dopo essermi cambiato, scesi in sala, dove i miei genitori stavano discutendo sulla mia educazione, su ciò che avrebbero dovuto dire alla mia balia di insegnarmi, ciò che necessitavo di sapere per essere un figlio “modello” uno di quelli che fanno tutto meccanicamente e non vivono la vita, anche facendo degli errori.

Vidi mio padre scattare in piedi, sentendo che il maggiordomo era andato ad aprire la porta, per far entrare qualcuno. Mi rivolse un’occhiata di intesa a cui io cercai di non fare caso, il suo era solamente un modo per avere il controllo della mia vita, come aveva fatto suo padre con lui.

Vedemmo entrare il maggiordomo accompagnato da una ragazza giovane probabilmente della mia età, che non sapendo come comportarsi arrossì e si inchinò di fronte a noi. Io cercai di bloccarla, non ero abituato a simili smancerie con persone non nobili, ma i miei genitori mi imposero di non muovermi, quasi a farmi intendere che lei doveva comprendere le posizioni sociali, cioè noi nobili e lei di una classe sociale inferiore.

«Buongiorno e benvenuta nella nostra umile dimora. Questo è nostro figlio Harry, voi dovrete occuparvi della sua educazione. Io e mio marito il duca Thomas Andrew Styles dobbiamo partire per un viaggio, nostro figlio sarà nelle vostre mani.»

«M-ma quindi questo è “vostro figlio” a cui devo fare da balia?»

«Se vi state chiedendo se dovete fare da balia ad un ragazzo di vent’anni, beh sì, dovete sono io il bambino a cui dovete insegnare l’educazione, e se non vi sta bene, potete andarvene, io non ho bisogno di una come voi.»

«Per favore, non ascoltate mio figlio, lui quanto noi abbiamo bisogno di voi. Comunque, lui ha bisogno di comprendere come comportarsi ai numerosi eventi a cui una famiglia nobile deve partecipare. Noi confidiamo in voi, aiutate nostro figlio.»

Detto questo mia madre e mio padre uscirono ed io rimasi solo con la mia balia. Mi faceva un certo effetto chiamarla in questo modo, dopo aver scoperto che lei ha la mia età.

«Dunque signorino Styles, io devo insegnarvi l’educazione, ora sono appena arrivata, ed ho ancora bisogno di ambientarmi, ma domani cominceremo con i primi insegnamenti.»

«Fate silenzio. Io non ho bisogno di voi, quindi non avete nessuna autorità in questa casa. Purtroppo per me, e fortunatamente per voi non ho la possibilità di mandarvi fuori casa, perché altrimenti voi lo direste ai miei genitori, quindi semplicemente eviterò ogni lezione dei vostri stupidi insegnamenti.»

«E, davvero credete che non lo direi ai vostri genitori che non avete presenziato ai miei insegnamenti?»

Sussurrai un “vaffanculo” che lei sentì, così salutai, con tono di presa in giro e tornai nelle mie stanze.

Ora cominciava la mia vita in una gabbia più stretta di quella in cui già mi trovavo.
 
*Angolo scrittrice*
Eccomi con il primo capitolo. Ci sono diverse cose devo dire, non mi aspettavo sarebbe venuto in questo modo, ma devo dire che mi ispira molto. Comunque, in queste poche righe si sente una certa tensione tra i due, ma vedrete che più avanti la situazione si aggiusterà, ed oserei dire diventerà quasi tutta rose e fiori. Va beh, ora mi dileguo, mi raccomando continuate a seguire e recensire, al prossimo capitolo. A proposito, di questo capitolo quale parte avete preferito? Ditemelo nella recensione. <3
Carol.
  
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