The
longest countdown: Peace time
E’ così casto e innocente che per un attimo pensa di sentire il profumo dei fiori del giardino inglese, dietro l’austera casa coloniale.
Conta mentalmente fino a cinque, prima che il viso di lei ritorni ad una distanza accettabile per la fraternization rule. In seguito, come per tutto il resto della sua vita, identificherà quei cinque secondi di tempo scanditi in silenzio, con il momento di pace assoluta più lungo della sua esistenza.
Mentre la guarda raccogliere il fucile ed uscire dalla sua tenda con il viso un po’ più colorato del solito, pensa che mai avrebbe immaginato che quella richiesta avrebbe portato a tanto.
“Posso darti un bacio?”
E, cosa ben più sorprendente, mai avrebbe pensato che a quella richiesta infantile lei avrebbe risposto in quel modo - un movimento millimetrico del capo, che nella persona di Riza sapeva equivalere ad un sì ad alta voce, accompagnato da un sorriso.
Mentre si tocca le labbra ancora un po’ umide – come se l’ultima goccia d’acqua del deserto si fosse arenata nella piega della sua bocca – riconta a mezza voce: uno, due, tre, quattro, cinque.
Ma non è la stessa cosa.
Non ho
volutamente
messo nessuna canzone-citazione-soundtrack, perché
l’accompagnamento ideale per
questo capitolo avrebbe potuto essere solo: TA-DAAAAN!!!
Ormai ci
siamo:
pronte??? XD
No, scherzi
a parte,
FINALMENTE Roy e Riza cominciano ad “accorciare”
davvero le distanze…
Dopo lo scorso
capitolo dovevo per forza far succedere qualcosa, il finale non
lasciava via di
scampo...^^”
Premetto una
cosa: per
del vero romanticismo bisognerà aspettare parecchio. Ho
pensato - fin
dall’inizio di questa raccolta - che i legami tra i vari
personaggi e i
sentimenti alla base di questi legami vengono in qualche modo distorti
dalla
guerra e dal contesto, di conseguenza anche le varie relazioni tra di
essi,
risulteranno “diversi” da come potrebbero essere
normalmente.
No, lo dico
solo
perché se il rating è arancione un motivo
c’è… ^^”
Ma
ribadisco: ormai ci
siamo.
Grazie
ancora per le
recensioni e i complimenti: Going offstage è stato uno dei
capitoli su cui ho
puntato di più, e posso dire anche quello a cui è
nata l’idea vera e propria di
fare una raccolta del genere, per cui il fatto che vi sia piaciuto
molto non
può che farmi estremamente piacere. ^^
Ancora
grazie a tutte
e a presto (la prossima settimana ho due esami, poi fino a giugno non
se ne
parla più, e riuscirà ad aggiornare anche
settimanalmente, chissà…).
Bacioni