Fumetti/Cartoni americani > Phineas e Ferb
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Autore: bulmasanzo    24/11/2013    4 recensioni
Questo è una sorta di seguito dell'episodio EXCALIFERB. Ci saranno alcune situazioni impossibili, giustificabili solo all'interno del contesto fantastico in cui si svolgono. Vi è del fluff, ma NON si tratta di una storia romantica! Sono presenti un paio di piccole scene di violenza, ma ho cercato di farle più soft che potevo.
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carl, Ferb Fletcher, Heinz Doofenshmirtz, Isabella Garcia-Shapiro, Phineas Flynn
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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La terra iniziò a tremare, i cani a innervosirsi e gli uomini a temere per la loro vita.

Ferb fece dare l'ordine di arrestare i cavalli, avevano fiutato anch'essi il pericolo e se li avessero costretti a continuare c'era il rischio che si imbizzarrissero.

Per quanto fosse passata in fretta, la scossa sismica era bastata a spaventarli.

Tranquillizzò il baio sotto di lui, che s'era allarmato e sbuffava pesantemente aria dalle froge umide, con poche pacche sulla testa e vide che Isabel faceva lo stesso con la sua giumenta stellata.

-Cosa li avrà spaventati?- gli si rivolse la ragazza.

L'istinto del re era di non rispondere mai a ciò a cui non sapeva dare una risposta.

Stavolta lei aveva capito e non si offese.

Videro i cani che tornavano ancora una volta indietro abbaiando e gli uomini che faticavano a zittirli. C'era decisamente qualcosa di strano, si avvertiva una tensione elettrificata nell'aria.

Sfiorò l'impugnatura della spada Excaliferb con il dorso della mano e la sentì incandescente al punto che dovette immediatamente ritrarla, sembrava che avrebbe potuto sciogliere il fodero.

Bufavulus li aveva raggiunti e si sporse dalla sella gravando sul collo del suo castrone nero che non ne fu affatto contento. Pose una mano sopra la fronte a schermare gli occhi dal sole e aguzzò la vista come un marinaio esperto che scruta l'orizzonte.

-C'è una creatura enorme, lì in fondo.- dichiarò con la voce resa ancora più roca del solito dall'emozione -Sembra il diavolo!-

-Macché diavolo! I diavoli non esistono!- fece Baljeetolas, che lo seguiva. Lo sperava, più che esserne sicuro.

-Il diavolo esiste eccome.- lo contraddisse il nano in tono serio -È lo spirito provocatore di tutto il male che viene perpetrato nel mondo per la perdizione dell'uomo.-

-Ma non è una creatura fisica, non puoi averla vista...- insistette l'elfo.

-Insinui che non ci vedo?- lo minacciò alzando il pugno.

Stavano ricominciando con i loro stupidi litigi, ma furono interrotti dalla voce del tutore di Ferb che si intromise, in tono disfattista: -Sire, faremmo bene a ritirarci. Stiamo andando troppo oltre e se dovesse succederle qualcosa non resterà nessuno a guidare il regno...-

Ferb lo guardò senza nascondere l'antipatia. Aveva fatto tutte quelle storie per accompagnarli, ma ora non si rivelava altro che un peso morto. Non aveva assolutamente voluto lasciargli il comando, eppure avrebbe potuto farlo.

-Vuoi scherzare?- rispose Bufavulus per lui -Non siamo mica dei vigliacchi. Tornatene indietro da solo, se credi!-

L'uomo si irrigidì e tacque, ma non per il rimprovero.

I cani avevano ripreso a latrare.

Dall'altra parte della montagna, emerse una figura titanica che sembrò coprire il cielo oscurandolo.

Ferbillotto lo fissò senza dar segno di esserne minimamente colpito, Isabel urlò, Baljeetolas si strinse al suo piccolo Fjord e Bufavulus rise nervosamente. Roger invece sembrò esaltarsi.

La creatura si stagliò contro il sole e la sua stazza interminabile venne alla luce.

Aveva un'identità umana seppur deforme, con un che di scimmiesco, ma al contempo conservava una grazia felina, come un enorme leone ingobbito dalla vecchiaia, con dei muscoli delle braccia e del torace molto sviluppati e ricoperti da scaglie da rettile che ricordavano quelle di un grande coccodrillo, bianche che sembravano sbiadite dal sole.

Chiunque lo guardava avrebbe potuto definirlo in maniera sempre differente, sembrava cambiare in continuazione, sembrava una combinazione di tutto e di niente.

Ma su una cosa tutti avrebbero potuto concordare: era indubbiamente innaturale e faceva spavento.

-È veramente mostruoso!- esclamò Baljeetolas impugnando con mano tremante il suo arco.

Per quella loro facoltà di avvertire il pericolo, i cani erano tutti impazziti e battevano in ritirata, gli uomini non poterono fermarli, nemmeno Isabel con la sua sensibilità ci riuscì.

-Dovremmo imitarli.- si azzardò ancora una volta a suggerire quel codardo del tutore. E già si accingeva a far ripiegare il suo cavallo.

-Non azzardarti a muoverti da qui! Nessuno osi tornare indietro!- Ferb stringeva in mano la spada e gliela puntava contro.

Il metallo era arroventato come se fosse stato immerso nel fuoco.

S'era avvolto una striscia di cuoio intorno al palmo per non scottarsi eppure sembrava che non servisse a niente, che la consumasse raggiungendo la pelle.

Strinse i denti per resistere, ma la sua mano intanto friggeva e si carbonizzava.

-Ferb!- esclamò Isabel accorgendosene -Lasciala andare.-

Ma lui non poteva farlo.

Fece ruotare la lama indirizzandola verso il mostro.

Si crearono mille barbagli colorati di luce riflessa, ed era il segnale di attacco.

Spronarono i cavalli scagliandosi sul nemico, urlando e strepitando.

Ma andandogli incontro sembrava che il mostro diventasse sempre più grande, più imponente e più minaccioso.

Erano come delle formiche contro una tigre sbranauomini. Sì, formiche armate di frecce e spade roventi e mazze chiodate.

Tutto ciò che riuscirono a fare fu di pungergli le dita dei piedi.

E lui, naturalmente, li sollevò per schiacciarli.

-Scansatevi!- gridarono. Ci fu un po' di parapiglia, ma riuscirono a non farsi calpestare.

Il mostro parlò. Non s'era accorto del loro arrivo finché non erano arrivati a disturbarlo.

-Già qui? Avete fatto in fretta!- disse con una voce gutturale che sembrava amplificata da un'eco demoniaca.

-È un diavolo!- strillò Baljeetolas.

Bufavulus lo guardò come se volesse mollargli una sberla.

-Comunque, non abbastanza in fretta.- continuò il gigante -Di questo potete ben capire il perché.-

Tese il braccio destro.

Nel pugno stringeva il corpicino, minuscolo al confronto, di un ragazzetto esanime. Nonostante fosse riverso, il suo viso triangolare era impossibile da non riconoscere.

La spada Excaliferb sfuggì dalla mano di Ferbillotto e cadde al suolo producendo un gran clangore.

La striscia di cuoio che aveva messo a protezione del palmo s'era infine spezzata, la svolse in fretta rivelando che la pelle sotto era ustionata e coperta da vescichette.

La lama della spada era di un rosso fosforescente come se fosse appena uscita dalla forgia e nessuno avrebbe potuto toccarla.

Ferb non capiva come fosse possibile, l'unica irrazionale spiegazione era che fosse sotto l'effetto di una maledizione... Ma certo! Perché non ci aveva pensato prima?

-Ferb, fa' attenzione!- gridò la voce della fata.

Ma perché non era più precisa? Attenzione a cosa? Al mostro? Da dove arrivava il pericolo? Dalle spalle, dall'alto, dal sottosuolo? Perché gli venivano in mente tutte quelle inutili obiezioni invece di voltarsi ad affrontarlo?

Forse la spada non era l'unica cosa a essere stata maledetta.

Forse anche lui era sotto l'influsso di un sortilegio, perché vedeva tutto quanto così rallentato?

Vide Isabel saltar giù dalla sua cavalla, sollevare le mani in alto e allungare una gamba in avanti. Sembrava che i suoi piedi non avrebbero mai toccato il suolo.

Vide le dita del mostro schiudersi una alla volta, vide il corpo di suo fratello che ne scivolava giù, inerme, indifeso, sembrava che sotto di lui non ci fosse il vuoto ma un materiale viscoso che gli impedisse di attraversarlo senza fargli mai toccare terra.

Le ginocchia di Isabel si piegarono, la ragazza sembrò alzarsi in volo.

Ma non era certo possibile, non più, forse stava semplicemente saltando.

Contemporaneamente vide Roger, il suo tutore, che si piegava dalla sella e allungava la mano verso la spada Excaliferb infuocata.

Gli sembrò strano quel gesto. Sapeva di non essere autorizzato a toccarla, non si sarebbe mai permesso di contravvenire al suo ordine, giusto?

Ma forse voleva semplicemente restituirla al suo legittimo proprietario.

Cercò di avvertirlo, si sarebbe fatto molto male se avesse tentato di prenderla, ma dalla sua bocca non venne fuori nessun suono intelligibile.

La mano dell'uomo sembrava avvolta da una sorta di barriera blu, perché mai avrebbe dovuto essere blu? Non era un colore molto naturale!

Quando afferrò l'elsa non si bruciò. La chiuse in una presa solida.

La sollevò come se fosse stata molto leggera.

E poi la direzionò contro di lui.

Avrebbe dovuto porgergliela dall'impugnatura, invece la stava tenendo al contrario, come se volesse pungerlo con la lama.

Cosa credeva di fare?

-Sta' al tuo posto, mio re.- la voce era piena di disprezzo, di rabbia, di cattiveria e di spavalderia.

Sentì le proprie membra irrigidirsi autonomamente come se avessero appena obbedito a un comando.

Era come se si trovasse in una dimensione onirica in cui non poteva imporsi su se stesso, come se fosse condannato a restare immobile a osservare ciò che accadeva, senza potersi scansare.

Sentì la punta della lama premere sul suo petto.

L'uomo tirò indietro la mano di scatto all'improvviso e immediatamente dopo la tese.

La sensazione dell'impatto di un ferro che entra dentro la carne viva doveva essere ben strana, sarebbe stato interessante riuscire a sentirla esplorare l'interno del suo corpo, sfiorare i suoi organi vitali, troncare i tendini, dissezionare i fasci muscolari, penetrare le ossa, semplicemente con il tatto.

Invece, si attivò subito la dimensione del dolore.

E tutta la sua visuale fu occupata dal ghigno di Roger che sembrava più malefico di quello di Malifishmertz.

Nello stesso momento, Phineas arrivava al suolo dopo essere precipitato per Dio solo sapeva quanti metri, e Isabel lo prendeva al volo.

Il suo peso concentrato a piombo la gettò in avanti, ma lei riuscì a non cadere, si piegò solo un po' sulle ginocchia.

Phineas era sconcertato, buttò istintivamente le braccia al collo della sua salvatrice, ma non ci fu molto da festeggiare, non solo perché si era ancora al centro della battaglia.

Isabel lo rimise in piedi, nei suoi occhi c'era una angoscia terribile e lui vide che non riusciva a spiccicare parola a causa dell'affanno.

Seguì il suo sguardo in tempo per vedere Ferb che cadeva da cavallo, scivolando giù da una spada rossa di sangue retta da un uomo molto bello e dallo sguardo orribilmente crudele.

-No!- gridò sentendosi mancare.

Lasciò andare Isabel, ma non riuscì ad avvicinarsi a suo fratello, fu respinto da una forza misteriosa.

La lama dell'Excaliferb roteò di fronte a lui producendo dei bagliori demonici che in qualche modo riuscì a riconoscere.

Magia nera! E, ciò che era peggio, era opera della sua mano!

-Il mostro si sta ritirando!- gridò qualcuno.

-Sì, ma non è merito vostro.- la stazza di Malifishmertz sembrò smorzarsi leggermente, non arrivava più al cielo ma era ancora grande e grosso e minaccioso e aveva ancora l'aspetto alterato dato dalla pozione che aveva bevuto.

Si aspettavano che li avrebbe attaccati, invece si mosse così in fretta che sembrò materializzarsi accanto a Roger.

-Cosa diavolo stai facendo?- gli urlò contro -Non era questo il piano!-

Roger si strinse nelle spalle -Ho pensato che se dovevo eliminare il re, tanto valeva farlo bene.-

Ferb ebbe come uno spasmo e si sollevò a sedere facendo leva sulle mani.

La corona che aveva in testa ballò pericolosamente, in bilico.

Roger vi fece passare la punta della spada attraverso e gliela sfilò.

Poi, con un gesto di disprezzo, la gettò via lontano da sé.

-Ne avrò una più bella di questa, una che non sia insudiciata dalle tue orribili buone maniere.- disse, non si accorse che Malifishmertz lo guardava arrabbiato.

Ferb alzò lo sguardo su di loro.

-Caino.- riuscì a dire. E i suoi denti si macchiarono di rosso.

Poi arrivò Bufavulus a prenderlo.

Con la mazza parò il colpo di spada che Roger gli rivolse, mentre con l'altro braccio lo sollevò di peso e lo buttò a sacco sul suo castrone.

Lo fece scartare e tornò indietro dagli altri.

-Attenti! Il nostro re è stato ferito!- gridò agli uomini -Circondate il traditore!-

Un buon numero di lame venne puntato contro i due nemici. Che non si impressionarono minimamente.

-Questa spada mi darà il potere necessario per spazzarvi via e impadronirmi del regno.- disse Roger in tono sprezzante -E anche tu, renditi utile, non sei qui proprio per questo?- aggiunse rivolto a Malifishmertz.

Questi annuì, seppure con una smorfia di disappunto, e spalancò le fauci rivelando le zanne sparando subito dopo un getto d'acido sui soldati.

Per fortuna avevano gli scudi, ma dopo quell'attacco si sciolsero.

-Uh, è notevole, ma anche schifoso!- commentò Roger -Ti sei fatto pure brutto, anzi più brutto, sai?- lo punzecchiò.

-Ti sei guardato allo specchio, di recente?- sibilò Heinz.

-Io sono un bell'uomo.- si vantò Roger.

Ed era vero, dannazione, e quella spada gli dava anche un'aria così immeritatamente eroica!

Mentre la battaglia continuava a svolgersi, i cinque ragazzi s'erano appartati.

Buford aveva scaricato Ferb su una roccia e Isabel esaminava la sua ferita.

-È molto profonda.- disse -Non so se riusciremmo a tornare indietro in tempo per curarla, anche se partissimo subito. Non puoi far nulla per lui?- chiese a Phineas.

Il ragazzo non rispose subito, si stava agitando e quando succedeva era pericoloso.

Cercò di riassettare le idee.

-Qui dietro c'è la casa di Malifishmertz, è dove mi ha tenuto prigioniero, ha un piccolo laboratorio. Ferb, cerca di restare cosciente, ok? Mi inventerò qualcosa.-

Ferb annuì, era diventato molto pallido, ma resisteva.

-Ma quelle che avrà lui non saranno adatte solo alla magia nera?- obiettò Baljeetolas.

-Sono elementi chimici, dovrebbero andare bene per qualunque tipo di pozione.- spiegò Phineas. Si vergognava ancora per aver aiutato il nemico, ma forse adesso avrebbe potuto rimediare.

Bufavulus prese di nuovo in braccio il re, che ormai senza la spada non sarebbe più stato re. -Copriteci!- ordinò ai suoi uomini.

Phineas si mise in testa per guidarli. Ma poi si fermò e si guardò intorno, incerto, come se si sentisse spaesato.

-Ti senti bene, Phineas?- chiese Isabel vedendolo vacillare.

-Sì, è solo che... Non sono più sicuro di dove sia...-

Come se l'avesse chiamato in soccorso, il draghetto comparve dal nulla precipitandosi dritto tra le sue braccia.

-Eccoti qua, Perry!- esclamò regalandogli un abbraccio frettoloso prima di lasciarlo -Puoi aiutarci? Portaci dov'eravamo prima, è un'emergenza...-

L'animale sembrò sorridere, anche se per ovvie ragioni il suo becco avrebbe dovuto impedirgli tale manovra, e saltò a terra.

Si erse in posizione eretta e fece un gesto per incitare i ragazzi a seguirlo.

Loro non esitarono, salvo Baljeetolas che sussurrò all'orecchio di Bufavulus un retorico: -Come mai indossa un cappello?- a cui il giovane nano rispose stringendosi nelle spalle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Note dell'autrice :
Questo capitolo è il mio 'regalo di compleanno' per la mia affezionata lettrice
Dark Aleilva. Spero che quello che ho scritto non ti faccia andare di traverso la torta. Mi spiace che non sia stata esattamente la parte più 'tranquilla' della storia, ma capisci che avevo definito da tempo quello che sarebbe dovuto accadere, e purtroppo è capitato... Pare che Ferb odierà per sempre il giorno del tuo compleanno (o quello seguente). U_U A costo di sembrare banale, in un ridicolo tentativo di 'alleggerire la tensione' ti canto ''Tanti auguri a te''... e io non sono stonata quindi sforzati di esserne contenta XD, un Kiss.
Un ringraziamento particolare a marti15_98 che ha risposto al mio appello e a f9v5 che ha iniziato a commentare, questa storia aveva proprio bisogno di nuove recensioni. Per gli altri: sappiate che anche il vostro parere è sempre gradito. Graaaazie mille.

  
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