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Autore: Tomocchi    24/11/2013    14 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 1
Foto inutili

 

 

 

 



 

 

 

Da qualche parte in Irlanda, fine Ottobre 2013

Quella mattina vi era il solito monotono cielo grigio.
Niklas, un comunissimo vampiro che dimostrava circa diciotto anni, aveva appena aperto la porta di casa in cui abitava da solo.
Niente sole, per fortuna, ma era meglio non rischiare.
Col cavolo che si sarebbe ustionato.
Si sistemò gli occhiali dalle lenti scure, il cappuccio della felpa verde ben calato sulla testa, che stava sopra la camicia bianca prevista dalla divisa della scuola.
Frequentava il sesto anno del senyor cycle, l’ultimo per la scuola irlandese e il più difficile per molti dei suoi compagni che avrebbero affrontato l’esame di ammissione per l’università.
Non vedeva l’ora di tornare a casa, il pensiero già rivolto al proprio computer.
Niklas era uno di quei ragazzi che passavano la maggior parte del tempo chiusi in casa a giocare al pc, un passatempo che lo prendeva completamente, facendogli dimenticare il mondo esterno: sarebbe potuta scoppiare l’ennesima guerra e lui non se ne sarebbe accorto. Avrebbero dovuto tagliare i fili della corrente per schiodarlo da lì. Adorava il computer solo perché non entrava direttamente in contatto con la gente, nessuno faceva domande e poteva starsene tranquillo. Non lo disturbava essere definito un completo nerd.
Prima di chiudere la porta, controllò di avere tutto; uscì con lo zaino sulle spalle e si diresse verso la fermata dell’autobus che lo avrebbe portato a scuola.
Una scuola come tutte le altre, situata nel centro di Dublino.
Il mezzo era pieno di gente perciò si appoggiò contro la parete vicino alle porte d’uscita e si infilò gli auricolari dell’mp3 nelle orecchie, a un volume non troppo alto per non dare pretese alla gente di lamentarsi di lui.
Meglio passare inosservato.

Arrivato a scuola, si unì alla massa di studenti che portava la sua stessa divisa: giacca grigia, camicia bianca, cravatta verde e pantaloni o gonna grigie; questo era l’abbigliamento previsto dalla Fitzgerald High School.
Venne spintonato da un paio di persone, gente che lo faceva solo per il gusto di farlo, perché lui era lo sfigato della scuola: alto circa un metro e ottantatré, si notava poco perché stava sempre chino, quasi gobbo; i capelli di un castano scuro, un po’ lunghetti, mossi, mal tenuti, disordinati e unti; gli occhi di un blu profondo con sprazzi di grigio, nascosti dietro un paio di lenti scure e spesse, di una montatura anonima e fuori moda.
Il suo non si poteva definire un bel fisico, dato che stava sempre un piuttosto gobbo: un po’ di pancetta e una leggera peluria sul viso lo rendevano decisamente non desiderabile.
Il ragazzo fissò malissimo quei ragazzini maleducati, ma continuò a camminare dritto fino alla sua classe, in modo da sedersi al suo solito posto in fondo all’aula attaccato al muro.
Nessuno dei suoi compagni gli era amico, c’era quel rapporto di “ehi, che compiti ci sono per domani?” e poi finiva lì; a lui andava bene così.
Non ci teneva per nulla a far sapere che fosse un vampiro, andava a scuola solo perché era un buon passatempo, decisamente stimolante e più sicuro che lavorare da qualche parte alla luce del sole in pieno giorno.
Aveva detto ai professori di soffrire di Xeroderma pigmentoso, una malattia che non gli permetteva di stare alla luce del sole per giustificare il cappuccio e di essere fotosensibile per le lenti scure degli occhiali.
Si era trasferito in Irlanda verso la fine degli anni 90, dopo aver girato un po’ per l’Europa; dato che gli era stato davvero difficile trovare un lavoro notturno, aveva voluto provare ad iscriversi a scuola.
Non era la prima volta ma tutte le scuole avevano qualcosa di diverso, e perciò si era detto: perché non provare anche quella irlandese?
“Ehi, Rogan!”
“Ehi, ciao!”
Niklas alzò la testa, fissando una ragazza dai lunghi e mossi capelli rossi che aveva risposto al richiamo di una amica appena entrata in classe.
Un altro buon motivo per frequentare la scuola irlandese era sicuramente quella bella ragazza: non che fosse proprio innamorato, ma ne era attratto… e come non dargli torto.
“Ah, Rogan Wynee Macklemore. Gran bella gnocca.” Commentò una voce maschile e festidiosa.
Niklas sospirò irritato.
A parlare era stato un suo compagno di classe, tale Daniel Hill.
Daniel, che era mezzo inglese e mezzo irlandese per via dei suoi genitori; Daniel, che era biondo, con i denti davanti sporgenti e le orecchie più grandi del normale; Daniel, che era un fanatico del pc come lui: difatti erano soliti sfidarsi sui giochi online il pomeriggio; Daniel, che andava dietro a Rogan come lui ma in modo più sfacciato e spesso ridicolo; Daniel, che detestava cordialmente senza un particolare motivo.
Avrebbero potuto essere amici ma con una ragazza di mezzo non era possibile.
Oltretutto quel nano, alto solo un metro e sessantacinque, aveva un caratteraccio che era stato impossibile nascondere con l’andar del tempo, perciò Niklas aveva sempre cercato di stargli alla larga.
Con scarso successo, dato che era venuto proprio lì a rompergli le scatole di prima mattina.
“Non parlare di Rogan in quel modo. E lasciami stare.”, disse il vampiro, cercando di mantenere la calma e di non mandarlo a quel paese subito.
“Oh, non parlare di Rogan in quel modo, ma sentiti! Scommetto che pensi lo stesso anche tu.” Lo prese in giro l’altro ragazzo, fissandolo con un sorrisetto strafottente.
“Non vengo certo a dirtelo.” Niklas sperava che la risposta ponesse fine al discorso. Macché. Daniel aveva tutte qualità negative, peggio tra tutte la testardaggine.
“Stai sempre qui nel tuo angolino, Reiter. Sei un codardo, hai capito?”
“Io almeno non mi rendo ridicolo come te, Hill.”
“Cos’è, ti senti superiore solo perché mi batti su The War of Past ogni volta? Questo non ti dà il diritto!”
Mi sento superiore perché ti oltrepasso anche in altezza di ben 15 centimetri, pensò Niklas in cuor suo ma non volveva dare a Daniel un altro pretesto per insultarlo.
Per essere chiari, The War of Past era un videogioco online, IL videogioco online per eccellenza in quel periodo; a Niklas piaceva, era più bello rivivere le battaglie del passato seduto comodo sul divano o alla scrivania, rispetto a come le aveva vissute lui. E soprattutto un gioco non ti lasciava cicatrici sul corpo. Ecco.
D’istinto si portò la mano al petto, stringendo la camicia tra le dita.
Scosse il capo, tornando composto e tranquillo.
In quel gioco batteva sempre Daniel e la sua armata e ogni volta provava una certa soddisfazione, quasi sadica, nel vederlo a terra.
Il compagno stava per inveire ancora quando il professore entrò in classe per iniziare la lezione e Niklas ringraziò la puntualità dell’uomo, perché Daniel avrebbe dovuto per forza tornare al proprio posto.
E c’era un altro motivo per cui essere contento: il professor O’Brien insegnava storia, che Niklas amava particolarmente; un po’ perché l’aveva vissuta, in quei quasi 300 anni, e un po’ perché era interessante sapere cose successe molto prima della propria nascita.
O’Brien la spiegava così bene che era impossibile non appassionarsi.

***

Al cambio dell’ora, Daniel vide Niklas alzarsi per andare fuori dall’aula e, dopo aver aspettato qualche secondo, decise di seguirlo con l’iPhone ben stretto nella mano, sperando che l’austriaco andasse in bagno.
Quando lo vide entrare, si trattenne dall’esultare e ,dopo essere entrato a sua volta, controllò in quale cabina fosse entrato l’altro.
Il suo piano era quello di fotografarlo in mutande, stampare la foto come poster e poi appenderli per tutta la scuola in modo da umiliarlo; così sarebbe stato meglio di lui e avrebbe visto Rogan ridere grazie al suo scherzetto.
Oltretutto Niklas sarebbe stato così depresso da non giocare più a The War of Past così lui sarebbe diventato campione. Era un piano perfetto!
Dopo aver individuato la porta giusta, entrò nella cabina di fianco e salì sul water, in silenzio, per poter guardare dall’alto il compagno.
Eccolo lì. Niklas era proprio in mutande.
Daniel sorrise con una luce maniacale negli occhi e scattò un paio di foto prima di scendere, uscire come se niente fosse e poter tornare in classe prima dell’arrivo della professoressa successiva.
Lanciò all’austriaco uno sguardo soddisfatto quando questi rientrò a sua volta.
Non vedeva l’ora di tornare a casa.

 

Il suono della campana determinò la fine delle lezioni e Daniel corse praticamente fuori dall’aula –rischiando di investire Rogan, per altro- verso l’auto della madre, che lo veniva a prendere ogni giorno.
“Vedo che oggi è andata bene, hai preso qualche bel voto?” domandò la donna al figlio, vedendolo con una faccia contenta.
“Non proprio ma’… cioè, è andato tutto bene. Tutto bene.”, assicurò con un sorrisino, allacciandosi la cintura.
La mamma capì ben poco del suo entusiasmo ma non approfondì; a lei importava solo che Daniel andasse bene a scuola.
Arrivati a casa, il ragazzo se la prese comoda, anche se dentro di sé smaniava dall’andare immediatamente al computer per scaricare le foto dal cellulare e preparare i poster. Non voleva destare sospetti alla madre, che sicuramente avrebbe troncato il suo progetto sul nascere.
Finito il pranzo, salì le scale con calma controllata e, chiusa la porta della stanza, si fiondò al proprio pc, attaccando subito il cavo al suo iPhone per poter passare le foto dal cellulare al portatile.
Ma… forse c’era qualche problema.
Nel momento in cui aprì le foto, si accorse che doveva esserci un problema. Non era possibile una cosa simile o forse era uno scherzo.
Nell’immagine doveva esserci Niklas in mutande nel bagno della scuola.
Invece lì c’era solo il bagno della scuola.
Com’era possibile?
Quale persona poteva sparire in una foto?
Strinse i pugni e controllò che nulla fosse stato manomesso, stringendo con forza il mouse quasi a romperlo.
Era tutto a posto quindi perché si ritrovava con una foto inutile?

Quella sera iniziò a ragionare.
Niklas non poteva sapere che Daniel aveva avuto intenzione di fotografarlo, a meno che non avesse avuto poteri magici o un investigatore privato alle calcagna. Ok, era meglio non sparare assurdità.
Poteri magici… No, non era proprio possibile. Se Niklas sapeva delle foto, lo avrebbe bloccato, smascherato, preso il telefono e rotto.
No, non era un mago o cose simili. No.
Però…
In effetti, perché portava sempre il cappuccio? E le lenti scure? Oltretutto non faceva alcuna lezione o sport extrascolastico, ma quella poteva essere solo una questione di pigrizia.
Ricordava che i professori aveva accennato di una malattia relativa alla luce che il ragazzo aveva.
Luce… Poteva essere che..?
Sul letto, si mise seduto con il portatile sulle gambe e iniziò una ricerca.
Vampiri.
Nelle leggende, i vampiri non si riflettevano negli specchi e non venivano nelle foto. Non potevano stare alla luce del sole o la loro pelle si carbonizzava…
Daniel deglutì a vuoto, ebbe un piccolo brivido al pensiero che Niklas potesse essere davvero un vampiro.
Ma doveva averne la certezza.

 

 

 

 

 

 

 

Note finali: Ecco il primo capitolo di questa storia! Ringrazio mia sorella che ha avuto la pazienza di leggere e consigliare cosa togliere o cosa aggiungere, perché è stato davvero difficile scrivere! Doveva essere una parodia ma ora che la rileggo sembra seria… chissà come si evolverà! Nel prossimo capitolo farà capolino un nuovo personaggio importante, probabilmente odiato, ma io la trovo così divertente 8D xD
Alla prossima! òwò

 

   
 
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