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Autore: RiHamma    24/11/2013    1 recensioni
Dopo la morte di Bobby, i Winchester sono rimasti soli. La situazione spinge Dean a sentirsi ancora più responsabile nei confronti di un Sam in continua lotta con Lucifero dopo la riconquista della sua anima.
La presenza del diavolo è un'incognita che incombe nella loro vita e in quella di un nuova strana figura che i fratelli incontrano sulla loro strada. In un mondo che riflette la guerra civile ancora in corso in Paradiso, Sam e Dean si troveranno ad affrontare gioe e dolori tra l'arrivo di nuovi angeli, il ritorno di Castiel e la riscoperta forza devastante dei sentimenti.
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La storia si è formata nella mia mente alla fine della pubblicazione in America della 7 Stagione. E' quindi fortemente influenzata dalle vicende del telefilm fino a quel momento. Ho sentito il bisogno di rendere pubblico ciò perché, per come sta evolvendo la 9 Stagione, ci sono già e ci saranno inevitabilmente delle similitudini. Non posso che esserne felice (in un certo senso è come se li avessi preceduti xD), ma allo stesso tempo ci tengo a precisare che è tutto frutto della mia "complessa" immaginazione. Un grazie infinito a chi decide di seguirla e buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
Capitoli:
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Capitolo V 

    Dean si accomodò sul divano del sofisticato salotto arancione di casa Brown.
Eveline Brown, una donna bionda sulla quarantina, era seduta di fronte a lui.
Nonostante si fosse presentato come agente dell’FBI e fosse entrato per indagare sulla morte del marito, lei aveva insistito perché gli preparasse del té.
Forse le era servito del tempo per metabolizzare.
O forse era semplicemente una patita del té delle 5 di pomeriggio. 
- Mio marito era un celebre chirurgo, un uomo molto amato dai suoi colleghi e dai suoi amici del golf… - disse nascondendo parte del volto dietro la lunga tazza.
Per educazione Dean avvicinò a sé l’altra tazza poggiata sul decorato vassoio di porcellana al centro del tavolino.
- Sarebbe stato un ottimo padre...se solo avesse potuto - aggiunse con voce tremolante.
- Che vuole dire con “se solo avesse potuto”, era forse sterile?
La donna si chiuse in sé e Dean sorseggiò il suo tè.
- Non lui – rispose poi a fatica.
Il Winchester percepì l’opprimente senso di colpa della donna e cambiò prontamente discorso per attutirlo.
- Mi racconti cos’è successo la scorsa notte.
- Nulla di insolito. Christian era uscito per recarsi a lavoro.
La sua voce cominciava a farsi sempre più stridula.
Dean allora le fece la stessa domanda che aveva posto alle altre 4 famiglie.
- Conosceva le altre persone decedute in quel fiume?
- No, non le avevo mai viste prima…io davvero non capisco…diceva di amare il suo lavoro e diceva di amare me…
Come una scena di un film che si ripete, anche la signora Brown pianse incessantemente.
- Mi dispiace molto: rispondere alle mie domande il giorno dopo la morte di suo marito deve essere difficile, ma c’è ancora un’ultima cosa che ho bisogno di sapere.
Il cacciatore aspettò che la donna gli desse un piccolo segno di ripresa. 
- Ultimamente ha notato qualcosa di strano? Christian le ha raccontato di aver visto o sentito qualcosa?
La risposta negativa di Eveline fu abbastanza convincente.
La ringraziò per l’indesiderato thé e, appena fuori dal cortile, telefonò suo fratello.
- Ahn Dean…
Un sottofondo incomprensibile di voci accompagnava quella sfuggente di Sam.
- Hey, cos’ è quel tono vago?
- Ma niente, è solo…In cosa posso esserle utile signore?
La voce squillante di una ragazza interruppe il suo blaterare confuso.
- Mi scusi, sono libera adesso, che tipo di abbigliamento devo cercare?
 
La commessa si avvicinò al Winchester con tutta l’ intenzione di essere presa in considerazione.
Il tono sorpreso di Dean non tardò ad arrivare.
- Sei in un centro commerciale!
- Ehm… beh, qualcosa di casual per la mia amica, lì davanti allo specchio…
Sam indicò Haniel mettendo in pausa la conversazione col fratello arrivata proprio nel momento sbagliato.
- Ho capito, non è molto ferrato in queste cose, non si preoccupi, è in buone mani! 
Il minore vide la commessa sparire tra le grucce di abiti femminili posizionati alla destra dei camerini.
- Non avrebbe potuto continuare ad indossare solo la mia camicia, non credi?
Il suo tono in cerca di approvazione arrivò dritto a segno.
- D’accordo, farò finta di non aver sentito nulla. Tu, invece, ascolta questo. Ho appena finito di parlare con i parenti delle 5 persone annegate nel Missouri ieri notte. In tutti i casi pare essersi trattato di un banale suicidio. Niente conti in sospeso, niente rumori molesti, niente allucinazioni o incubi, niente di niente…solo una giovane che ha partorito un bambino morto, una madre con un figlio disabile, un ragazzo omosessuale, un povero vecchio abbandonato e un chirurgo con una moglie sterile.
- Da quello che dici suppongo che non si conoscessero.
- Fratellino perspicace! Apparentemente non c’è nulla che permetta di fare un collegamento tra i suicidi.
- Quindi…che hai intenzione di fare?
- Voglio aspettare le 24 ore per conoscere i risultati delle autopsie. Sono ancora convinto che ci sia qualcosa sotto come lo è anche Marshall Smith, marito della giovane donna: l’articolo pubblicato a poche ore dall’ accaduto porta la sua firma. Appena hai finito con lo shopping tra donne, vedi un po’ cosa riesci a dirmi su Boonville. Qualsiasi informazione potrebbe essere fondamentale.
- Ti chiamo io.
Sam riposò il cellulare in tasca e tornò ad occuparsi del suo di caso che, dal momento in cui erano entrati, non aveva smesso di fissare la sua immagine riflessa.
 
Quelli erano i suoi capelli, corposi come rami di quercia.
Quello era il suo volto, rosato e prezioso come un giovane pelargonium (*).    
Quelli erano i suoi occhi, una noce e un pezzetto di cielo.
Quelle erano le sue labbra, graziose come perle.
Quelle erano le sue mani, agili come cespugli di foglie sottili mossi dal vento.
Quello era il suo corpo, da donna. Ed era fin troppo bello per essere vero.   
- Haniel, la signorina vorrebbe farti provare dei vestiti.
Anche la figura di Sam spuntò in quello strano oggetto che nascondeva la magia dell’acqua.
- Andiamo che abbiamo molto da lavorare.
 
La commessa le appoggiò le mani sulle spalle e prese a spostarla dallo specchio.
Sam si mise a sedere e lanciò un occhiolino per rassicurare l’espressione turbata che Haniel aveva un istante prima di sparire dietro le tende dei camerini.
Di sicuro adesso stava già sorridendo al suo abito preferito, pensò.
Il suo splendido sorriso era spuntato più volte quel pomeriggio: quando era riuscita a leggere tutte le parole che le aveva scritto, quando si era appoggiata a lui per provare a muovere alcuni passi e quando dopo un po’ ci era riuscita senza il suo aiuto. Non aveva potuto vederla, ma era più che convinto che avesse sorriso anche quando aveva tirato fuori la testa dal finestrino dell’auto che il signor Walker si era gentilmente offerto di prestargli per giungere ai grandi magazzini.  
Stavano imparando in fretta: lei a vivere; lui a conoscerla.
Quando la tenda si riaprì, Haniel uscì con indosso un vestito lungo che lasciava le spalle scoperte. La stoffa di un colore neutro molto chiaro appariva morbida e leggera. Pieghe sottili si prolungavano fino alla gonna e due fasce colore argento, di cui una all’altezza del girovita, le donavano freschezza e luminosità. A completare lo stile romantico: tre fiori di un colore simile all’altezza del seno.
Sam deglutì.
Quello era esattamente il tipo di abito che avrebbe disegnato pensando ad una donna-angelo..
- Ha insistito per provare questo. Non è esattamente casual, ma sembra che sia stato fatto apposta per lei…
Anche la giovane commessa sembrava non aver mai visto niente di simile.

 
    Dean arrestò il motore dell’Impala all’ingresso dell’ Harley Park e scese dall’auto.
Il sentiero molto largo che stava percorrendo andava ramificandosi a vista d’occhio in una distesa di verde molto curata. Il parco doveva essere inanimato perché tutto ciò che udiva erano versi confusi di uccelli e fruscii di foglie mosse dal vento.
Erano già tutti usciti oppure nessuno aveva messo piede lì dentro dopo quello che era successo?
Il cacciatore proseguì il cammino guardandosi intorno alla ricerca di possibili indizi che potessero aiutarlo nel risolvere il caso. In lontananza poteva già intravedere il fiume Missouri riflettere le luci del tramonto. Era tutto di una normalità spiazzante. Tutto tranne il cicalare continuo di un gufo.  

  
    Camminare era sensazionale. Ma correre lo era ancora di più.
Haniel lo aveva visto fare ad un cucciolo di uomo e non aveva aspettato molto prima di imitarlo.
Poteva creare il vento.
 
- Fai attenzione a non finire contro le persone! - le disse Sam a gran voce, carico di buste, quando la vide distendere le braccia come fosse sulla prua del Titanic.
Per fortuna gli diede ascolto e per evitare di urtare le altre persone che passeggiavano al centro commerciale iniziò ad alzare e abbassare le braccia finendo per assomigliare ad un bambino che gioca a fare l’aeroplano.
Qualche metro più avanti si arrestò davanti a una vetrina, dando il tempo al Winchester di raggiungerla.
Il suo naso era spiaccicato contro la “a” di Little Italy, attraverso cui poteva osservare una coppia gustare a turno il trancio di una margherita.
- Entriamo, forza! - esclamò Sam spingendo la porta del ristorante.
La ragazza saltellò dalla gioia facendo oscillare la gonna a fiori che portava alta in vita, sopra una magliettina a lunghe maniche con un ampio scollo ovale.
Un giovane cameriere vestito di nero li fece accomodare a un tavolo rotondo e prese le loro ordinazioni.
- Due Margherite, una birra e una pepsi - ripeté lui prima di allontanarsi.
- Dobbiamo aspettare un po’- spiegò Sam allo sguardo perso dell’arcangelo.
Il cacciatore decise quindi di approfittare di quel breve tempo per aiutare Dean. Prese il PC dal suo zaino e cominciò a navigare alla ricerca di informazioni sulla città in cui si era cacciato senza di lui, o meglio, senza di loro.
 
    Da troppo tempo gli occhi di Sam svolazzavano in ogni direzione come fossero insetti.
L’arcangelo avvertì un’ irrefrenabile voglia di acciuffarli per riportarli dritti su di sé.
Perché aveva smesso di parlargli?
- Sam - provò a chiamarlo, ma la sua voce non fu abbastanza forte - SAM!
Il ragazzo si mosse di scatto.
- Haniel! Mi hai spaventato!
La nuova espressione che vide spuntare sul suo volto gli fece bloccare il respiro. 
- Cos’è successo?
Quel tono brusco era già sparito.
Haniel dischiuse le labbra, ma riuscì soltanto a rilasciare il respiro e distogliere lo sguardo dalla sua figura.
Che cosa mai avrebbe dovuto dire?
- Non rattristarti. Non è accaduto nulla. Io ero concentrato a leggere, tu hai urlato improvvisamente ed io mi sono arrabbiato inutilmente.
Tristezza e rabbia. Ne aveva solo sentito parlare fino a quel momento.
Un profumo delizioso venne poggiato proprio sotto il suo naso.
- Grazie
- Buon appetito!
Haniel ne ascoltò solamente le voci.
- Cucchiaio?
Aveva provato a cercarlo prima di chiedere.
 
- Il cucchiaio…per il dolce. Sì…prendiamo anche il dolce.
Sam intervenne prima che il cameriere, richiamato dalla richiesta della ragazza, potesse azzardare una qualche reazione.
- Gelato alla vaniglia o al cioccolato?
Il Winchester guardò la ragazza come per cercare in lei una risposta.
- Vaniglia.
Delicata e raffinata.
Il ragazzo li lasciò soli e Sam tagliò a fette le due pizze.
- La pizza puoi mangiarla con le mani.
Haniel s’illuminò, ne prese un trancio e lo avvicinò verso di lui, imitando la coppia che avevano visto all’ingresso.
- Puoi mangiarla! E’ la tua…io ho qui la mia.
L’arcangelo l’assaggiò con un piccolo morso e dopo aver mandato giù il primo boccone continuò con morsi sempre più grandi tramutandosi nella copia esatta di Dean.
Se inizialmente si era sentito sollevato di non dover sentire le sue battutine, adesso ne avvertiva un amorevole bisogno.
Lo avrebbe voluto lì, seduto al tavolo con loro ad ingozzarsi e farsi un paio di sane risate. Anche a discapito della sua dignità.  
Quando arrivò il gelato, Sam telefonò suo fratello.   
 
- Heylà, sei ancora vivo! Cominciavo a credere di averti perso per sempre nel “favoloso mondo del fashion” - scherzò Dean imitando la voce e le fattezze di una modella. Quando il cellulare aveva cominciato a squillare era appena sceso dall’Impala e continuò a percorrere sculettando il breve tratto per raggiungere l’ingresso di un motel.
Sam, che poteva solo immaginarlo, ridacchiò.
- Diciamo che ho dovuto aspettare il momento giusto per mettermi al pc.
- L’angioletto ti ha dato problemi?
- Non esattamente…
Il maggiore, dopo aver mostrato un documento, prese le chiavi e si diresse in camera.
- Hai qualche notizia interessante?
- Boonville ha un’ottima reputazione, ha vinto per 20 anni di seguito il premio di “città per il verde”. Ha tanti parchi, tutti incustoditi: vengono lasciati aperti 24 ore su 24 perché sono di comune proprietà. Pare che ognuno si occupi di aiutare con lavoretti di cura e manutenzione. Quindi se ti stai chiedendo se ci sia mai stato qualche episodio spaventoso, la risposta è negativa!
- Che palle!
Dean lanciò lontano le scarpe che aveva slacciato e si gettò a peso morto sul letto.
- Sei ancora sicuro di non voler abbandonare il caso? Dean, guarda che se sei sparito per…
Aveva già capito dove Sam volesse andare a parare e prima che iniziasse a parlare della nuova amichetta lo interruppe.
- Se domani non avrò scoperto nulla, tornerò giusto in tempo per rovinarvi il pigiama party!
Il maggiore terminò così la chiamata.
C’era ancora qualcosa che poteva fare: godersi la serata.
Si allentò la cravatta e si spogliò della divisa per ritornare, dopo una doccia veloce, ai suoi comodi vestiti.     
 
   
     - Dove entriamo adesso Sam?
Dopo altre due ore di cammino frenetico tra i negozi, Haniel cominciò a cedere alla stanchezza e mentre ripeteva per l’ennesima volta quella domanda cascò contro il suo braccio.
- Adesso “entriamo” in auto, perché se dovessi addormentarti non riuscirei a portarti in braccio, ho già tutta questa roba… - le rispose scuotendo le tante buste che aveva tra le mani.
- Ma io non voglio addormentarmi - disse lei tornando dritta sulle sue gambe.
Sam non le aveva mai parlato usando il verbo “volere”… ma il cameriere, invece, sì!
Era davvero formidabile il modo in cui riuscisse ad apprendere così velocemente soltanto osservando quello che accadeva.     
Haniel sbadigliò rumorosamente.
- Dai, appoggiati che siamo quasi all’uscita.

Sam Winchester alzò il braccio contro cui aveva finito per cadere un attimo prima e lo avvolse intorno le sue spalle. In un attimo si ritrovò attaccato al suo corpo.
In quel modo era più semplice camminare.
Gli occhi si chiusero e dalla sua bocca uscì di nuovo quello strano suono.
- Sam, che cosa…? - provò a chiedere.
- Che cos’è quello che hai appena fatto?
Strofinò il volto contro la sua calda camicia.
- E’ uno sbadiglio. Un segno che oggi abbiamo imparato abbastanza.
- Tu hai imparato?
 
Bene, questa volta si era fregato da solo!
- Certo - ripose Sam varcando le porte del centro commerciale.
L’arcangelo si arrestò improvvisamente: aveva gli occhi al cielo e la bocca aperta dallo stupore. Guardò anche lui quel cielo stellato e sorrise della sua reazione.
Era semplicemente adorabile.
 

      Dean adocchiò un pub sulla strada che collegava il quartiere nord a quello sud di Boonville.
Ottimo, pensò, il posto migliore dove trovare cibo, alcol e tette.
Con non poche esitazioni parcheggiò l’auto e s’incamminò verso l’entrata svalutando le proprie aspettative: la reputazione di “città per il verde” non poteva coincidere con quella di “sesso, droga e rock&roll” .
Il locale, però, non era niente male: c’erano tavolini, poltroncine e perfino musica dal vivo.
Nonostante fosse da solo, snobbò gli sgabelli al bancone e prese posto in sala.
Un bel faccino come il suo doveva essere messo bene in vista.  
Durante l’assolo di chitarra una biondona occupò il posto rimasto libero al suo tavolino.
Bingo.
Mangiarono e scherzarono insieme per una buona mezz’ora e proprio quando erano sul punto di alzarsi per bere qualcosa al bancone, Dean si accorse di movimenti troppo animati tra due uomini al lato opposto della sala. Subito partirono pugni e spintoni e si precipitò verso di loro per bloccarne la rissa. Ne placcò uno, ma incassò un sinistro dall’altro. Sebbene il colpo fosse abbastanza forte, il Winchester mantenne salda la presa sulle braccia dell’ uomo che si dimenava con assurda veemenza e prima che potesse accorgersene qualcun altro riuscì ad immobilizzare anche il secondo.
Quella era sicuramente rabbia repressa. Nient’altro avrebbe potuto scatenare una violenza così improvvisa. Lui la conosceva bene, non poteva sbagliarsi.
Quando la situazione fu affidata all’autorità degli agenti di polizia, Dean tornò al bancone, dove la biondona, che lo stava aspettando ammiccando, lo invitò a casa sua per curarlo.
L’eroe ferito eccita le donne.
Non che lui ne avesse bisogno.    


(*) pelargonium è il nome latino del geranio 
  
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