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Autore: RedMarauder    24/11/2013    12 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Questo capitolo è dedicato a una persona speciale, una sorella lontana
Che mi è sempre vicina
E che condivide con me qualcosa di veramente speciale:
l’Amicizia!
Grazie di essere sempre con me!

 
 



 
Capitolo 9
Filtri d’Amore, Esercitazioni e Piccoli Dubbi
 
 
 
 
 
 
 
Uscire dal sesto piano e raggiungere la Sala Grande fu più difficile del previsto. Per tutto il tragitto, Fred aveva continuato ad afferrarla improvvisamente e a schiacciarla contro il muro, per baciarla. Tutta Hogwarts era disotto per la cena, perciò i corridoi erano deserti, ma Hermione sprofondava ogni volta nel terrore che qualcuno li potesse vedere. Pix, fortunatamente, non era nei paraggi.
Alla fine, fra baci, proteste e qualche pugno in mezzo alle costole per Fred, arrivarono in Sala Grande. Sapevano che sarebbero stati assaliti da domande curiose su dove fossero stati tutto il pomeriggio. Su insistenza di Hermione, Fred avrebbe mutilato il suo orgoglio e avrebbero raccontato di aver studiato insieme Trasfigurazione, in un angolo della biblioteca dove, per puro caso, nessuno li aveva notati. Ma quando arrivarono al tavolo di Grifondoro, le loro scuse preparate furono inutili. Nessuno dei loro amici era presente, George e Lee compresi.
Fred e Hermione si guardarono intorno, perplessi. Neville entrò in quel momento e li raggiunse.
- Fred, pensavo fossi con tuo fratello!- esclamò, confuso.
- Perché? Cos’è successo?- chiese, mentre il panico si impossessava dei suoi lineamenti improvvisamente seri.
- Non riusciamo a capirlo! È in Sala Comune con Harry, Ron e Ginny. Anche Lee si comporta in modo strano!- aggiunse, grattandosi la fronte.
Fred sospirò di sollievo e sorrise in direzione di Hermione. – Penso sia giunto il momento di comportarmi da bravo fratello!- disse e uscì dalla Sala Grande.
Hermione lo seguì. – Non ti senti in colpa?-
Fred si bloccò a metà scala e la guardò offeso. – Granger, pensi veramente che avrei preferito correre da quel portatore indegno della mia seducente bellezza, piuttosto che..-
- Sì, ok! Ho afferrato il concetto!- sbottò lei, arrossendo e riprendendo a salire le scale.
Fred la seguì ghignando. – Dovresti scendere e mangiare qualcosa!-
- Ho perso l’appetito, di recente!-
- E i vestiti..- mormorò lui.
Hermione alzò gli occhi al cielo, sbuffando. – Sarà così, d’ora in poi?-
- Oh no, Granger! Sarà molto peggio!-
 
 
In Sala Comune erano tutti troppo impegnati a pensare a George e Lee per fare domande ai nuovi arrivati. Ginny, però, rivolse uno sguardo talmente maniacale a Hermione che la spaventò.
- Georgie, che ti succede?- chiese Fred, battendo la mano sulla spalla del fratello.
George stringeva fra le mani un cuscino e fissava il fuoco con uno sguardo talmente spaesato da farlo sembrare un po’ tonto. Lee, d’altro canto, era ancora più ridicolo. Stringeva anche lui un cuscino e aveva la testa appoggiata sulla spalla di George, la stessa espressione sognante dipinta sui lineamenti scuri.
Ron rispose per entrambi. – Dove sei stato?- sbottò furente, - Non riusciamo a capire che cos’hanno!-
Harry intervenne. – Continuano a ripetere la parola amore!-
- E Bolidi!- aggiunse Ginny, distogliendo finalmente lo sguardo da Hermione.
Nessuno pareva essersi accorto del loro scambio silenzioso. Ginny l’aveva guardata, poi Hermione le aveva fatto un cenno con la testa, come a dirle “Ne parliamo dopo” e Ginny, sempre più sveglia di altre ragazze della sua età, aveva sorriso, capendo che sotto doveva esserci qualcosa di importante!
- Già, Bolidi!-  confermò Harry, confuso.
Fred annuì. – Li porto da Madama Chips! Credo di sapere che cos’hanno!-
Batté le mani e li afferrò entrambi per il colletto della felpa. – Forza innamorati! Andiamo a riportare il senno nelle vostre menti malate!-
- Innamorati?- chiese Ron, perplesso.
- Hanno bevuto un filtro d’amore!- rispose Fred.
- Scusa, tu come fai a saperlo?- chiese Harry.
- Gliel’ho dato io!- rispose Fred.
Ron lo fissò a bocca aperta.
Fu Ginny a intervenire. – Fred, sii serio!-
- Ammiratrici segrete! Le ho sentite mentre pianificavano un modo per rifilarglielo!-
- E non potevi avvisarli, o aiutarli?- chiese Ron stizzito.
Fred sfoderò un ghigno malefico. – Oh no, fratellino. Avevo di meglio da fare!-
Non guardò Hermione, ma lei arrossì comunque e passò i minuti seguenti a chiedersi se Harry e Ron avessero potuto capire qualcosa da quella criptica risposta. Nessuno dei due sembrava aver capito. Ginny, invece, aveva dipinto in volto il suo sguardo maniacale e gli occhi le brillavano. Hermione sospirò, sapendo cosa le sarebbe capitato di lì a poco tempo.
- Veniamo con te!- disse Harry, seguendo Fred. Ron, ancora perplesso, seguì l’amico e il fratello, che scortava ancora i due innamorati.
Ginny si voltò rapida verso Hermione, appena il ritratto si richiuse, e incrociò le braccia.
Hermione sospirò, guardandola con un misto di speranza e pietà. – Ho una via di scampo?-
Ginny scosse la testa severamente. – Parla!-
Hermione si guardò intorno. Il dormitorio sembrava deserto, all’apparenza. Annuì e andò a sistemarsi sul divano. Poi scattò in piedi, perché il divano le ricordava cose che era meglio non avere a mente mentre parlava con Ginny. Prese una poltrona e la trascinò accanto al fuoco. Il tutto, sotto lo sguardo perplesso di Ginny. L’amica la raggiunse, trascinando un’altra poltrona.
- Ti senti bene?-
- Sì- mentì lei. In realtà, stava per essere sopraffatta dal panico.
Ironico, pensò Hermione. Non aveva avuto paura della sua prima volta, ma aveva paura a raccontarlo alla sua migliore amica!
- Hermione, da quanto ci conosciamo?- chiese Ginny, paziente.
- Quattro anni, più o meno!-
- Bene. Secondo te, sono in grado di capire quando mi stai raccontando una bugia?-
- Sì-
- Bene, allora smetti di mentirmi e dimmi la verità! Hai un’espressione orribile! Ora che ci penso, è simile a quella che avevi quando dovevi confessarmi che Krum ti aveva baciata, perché era stato il tuo primo bacio e ti vergognavi da morire e..-
Ma Ginny non finì la frase. Sgranò gli occhi e spalancò la bocca, mentre Hermione arrossiva ancora di più e guardava il pavimento, sperando che il tappeto si sollevasse e la portasse via dalla Sala Comune. Dal castello. Dalla Terra. Dall’Universo!
- Oh santo Merlino!- mormorò Ginny.
- Silente dovrebbe davvero darti la cattedra della Cooman!- borbottò Hermione.
- Oh santo Merlino..-
- Ginny? Stai bene?-
- No..ho bisogno di un minuto!- rispose l’amica.
Si prese veramente un minuto. Anzi, se ne prese quasi cinque.
- Ginny?- la chiamò Hermione, schioccando le dita.
L’amica sobbalzò, scattò in avanti  e le prese le mani, guardandola negli occhi con un’espressione così buffa che a Hermione venne voglia di ridere. Era un misto fra stupore, felicità e follia tipica della giovane Weasley.
- Hermione tu hai..voi avete...?-
- Sì!- rispose Hermione, arrossendo di nuovo.
- Oh santo Merlino!- esclamò. Guardò il pavimento, cercando forse di riordinare i pensieri e poi tornò a guardare Hermione con un sorriso radioso. – Sto aspettando!-
- Cosa?-
- I dettagli!- sbottò lei, impaziente. – Dai, avanti, come ce..-
Hermione le tappò la bocca all’istante e Ginny scoppiò a ridere dietro la sua mano.
- Ok, scherzavo! Devo procurarmi un po’ di Veritaserum!-
- Ginny, ti prego..-
- Ok, sono seria! Racconta!-
Per tutto il racconto, Ginny non fece altro che fare domande imbarazzanti, pretendendo dettagli che Hermione si rifiutò categoricamente di raccontare, e saltellare allegra. A un certo punto, schizzò perfino in piedi quando Hermione le raccontò ciò che aveva detto Fred, prima di uscire dalla stanza.
- Sul serio? Sarà il tuo incubo?-
- Così ha detto!- rispose Hermione, afflosciandosi sulla poltrona.
Ginny scoppiò a ridere e corse ad abbracciarla. Nell’euforia, scivolarono dalla poltrona e si ritrovarono stese sul pavimento a ridere e abbracciarsi. Hermione, libera finalmente da ogni peso, si lasciò andare. Per la prima vera volta, quella sera, pensò a ciò che era successo e, stesa sul pavimento accanto a lei, guardò Ginny con un sorriso strano.
- Stai bene?- le chiese l’amica.
Hermione annuì. – Sì. Sì, sto bene!- esclamò, sorridendo.
Ginny scoppiò a ridere e le prese la mano. – Sai, non ho la più pallida idea di dove ti stia portando questa cosa. Anzi, dove vi stia portando. Ma finché continuerai a sorridere in quel modo, non sarà un problema non sapere il perché!-
- Grazie!- le disse Hermione. – Per essere..così!-
Ginny si avvicinò e posò la testa nell’incavo della sua spalla. – Ti voglio bene!-
- Anche io, Ginny!-
In quel momento, Harry e Ron rientrarono e le trovarono ancora abbracciate sul tappeto.
Ron le guardò confuso e Harry aggrottò la fronte.
- Cosa fate sul pavimento?- chiese il Prescelto, allibito.
Hermione guardò i suoi amici. – Discorsi fra donne! Come stanno George e Lee?-
- Meglio! Madama Chips ha dato loro un antidoto. Passeranno la notte in infermeria, nel caso in cui avessero delle ricadute. Fred è rimasto con loro!-
Ginny e Hermione si alzarono e tornarono sulle loro poltrone.
Ron cominciò a guardarsi intorno. – Vedete per caso i libri di Fred?- chiese.
Ginny scosse la testa. – Perché?-
Fu Harry a rispondere. – Ha chiesto se qualcuno poteva portargli il libro di Trasfigurazione! Deve finire di studiare!-
Hermione trasalì. Trasfigurazione?
- Glielo porto io!- esclamò, troppo in fretta.
Harry la fissò con un sorriso obliquo. – Ok, vado a vedere se è in camera sua!-
Ron, che pareva non essersi accorto di nulla, guardò il buco del ritratto e chiese alle ragazze. – Avete visto Lavanda?- chiese.
Hermione annuì. – Prima era in Sala Grande!-
- Vado a raggiungerla!- disse, arrossendo un po’.
Harry tornò poco dopo con il libro di Trasfigurazione di Fred. Lo diede a Hermione con un sorrisetto malizioso.
- Tutto bene?- chiese.
Lei annuì, tranquilla. – Mai stata meglio!-
- Saluta George e Lee da parte mia!- disse Ginny, ma Hermione colse il vero significato nel sorriso di Ginny: divertiti!
Annuendo, si voltò e uscì nel corridoio. Il libro di Trasfigurazione. Fortuna che aveva un bel cervello! Era un messaggio da parte di Fred. Trasfigurazione era la scusa con cui si sarebbero dovuti coprire se gli altri avessero fatto domande.
Attraversò i corridoi, diretta all’infermeria. Stava quasi per raggiungerla, quando la porta di un’aula alla sua sinistra si spalancò. Una mano la afferrò e la trascinò dentro.
- Quanto ci hai messo? Volevi farmi aspettare qui tutta la notte?- sbottò Fred, ma sorrideva.
Lei lo fissò allibita. – Ma non dovresti essere con tuo fratello?-
- Granger è stato sedotto da una pozione, non sta per morire!-
- Dovresti farti perdonare, piuttosto!-
- Capirà, vedrai!-
Hermione arrossì. – Tu..glielo racconterai?- chiese, nell’imbarazzo totale.
Con un ghigno, Fred tolse il libro dalle sue mani e lo appoggiò su un banco.
- Cosa?- chiese, fingendosi confuso.
Hermione sollevò le sopracciglia in modo eloquente, ma Fred non cedette. La stava palesemente prendendo in giro.
- Weasley, dico sul serio!- sbottò.
Lui sorrise. – Forse sì, forse no..-
- Fred!-
- D’accordo Granger: sì, glielo racconterò! Come tu hai appena fatto con Ginny!- rispose lui, divertito.
Hermione spalancò la bocca, stupita e imbarazzata.
- Credi che sia stupido?- chiese lui ridendo.
Hermione riuscì a darsi un contengo. – Tanto intelligente non sei!-
- Mai quanto te, ma ho i miei assi nella manica!- ribatté lui.
- Weasley, mi hai fatto un complimento?- chiese lei, fingendosi sorpresa.
Fred sorrise e si avvicinò, cingendole la vita. – Parlando di assi nella manica..-
- Sei un idiota!- sbottò lei, ma sorrideva.
Il bacio che arrivò dopo fu disarmante. Hermione pensò a quanto fossero cambiate le cose in quella giornata. Pensò al passo avanti che aveva fatto. Sorridendo sulle sue labbra, si strinse a lui, sollevandosi sulle punte e circondandogli il collo con le braccia.
- Perché sorridi?- chiese Fred, sorridendo a sua volta.
Hermione scosse una spalla. – Pensavo..-
- Pensare troppo fa male, Granger!-
- E’ un problema che non dovrai mai porti, Weasley!-
Ridendo, Fred riprese a baciarla. Non c’era esigenza nelle loro carezze e nelle loro labbra. Nessuna traccia della passione bruciante di quel pomeriggio. Era un bacio semplice, come quello della tregua che lui le aveva concesso. Bello, semplice e disarmante.
- Dovremmo andare!- disse Hermione, staccandosi.
Fred annuì, le diede un ultimo bacio e raccolse il libro dal banco. Uscirono nel corridoio e tornarono in Sala Comune, quasi senza sfiorarsi né parlarsi.
Ginny e Harry erano ancora seduti accanto al fuoco e stavano parlando. La Sala Comune si era riempita. Neville, Dean e Seamus stavano cercando di finire il tema di Pozioni. Lavanda e Ron erano seduti in un angolo buio a divorarsi a vicenda.
Fred li guardò con una smorfia disgustata. Hermione non riuscì a resistere alla tentazione.
- Perché tutto quel disgusto?- chiese, mormorando al suo orecchio.
Fred si girò e le sussurrò di rimando. – Perché mio fratello ha tanta strada da fare!-
- Fred, la sta solo baciando!-
- No, non la sta baciando. La sta divorando! Io non ti bacio così!- aggiunse fiero.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Prega che non venga mai a sapere che lo fai!- borbottò.
Fred scoppiò a ridere e Hermione si voltò a guardarlo perplessa. – Tranquilla, Hermione. Il tuo segreto è al sicuro con me! Di me ti puoi fidare!-
Hermione lo guardò in tralice. – Oh, adesso sì che posso stare tranquilla!-
Raggiunsero Harry e Ginny e si sedettero accanto a loro.
- Come stanno?- chiese Harry.
Fred scrollò le spalle. – L’ultima volta che l’ho visto, George stava elencando una serie di modi, Babbani e non, per farmi a pezzi e usarmi come cibo per Acromantule!-
- Sei sulla via del perdono!- commentò Ginny.
- Come mai non sei rimasto con loro?- chiese Harry.
- Madama Chips mi ha cacciato via!- mentì lui, con naturalezza.
Ginny guardò di sottecchi Hermione, che piegò le labbra in un leggero sorriso.
- Domani ci sarà  un’Esercitazione!- annunciò Harry.
Hermione annuì. – Hai già fatto comparire la data sulle monete?-
Harry annuì. – Voglio iniziare gli Schiantesimi. So che voi li padroneggiate già bene, ma gli altri hanno bisogno di cominciare da zero!-
- Bene. Io vado a dormire!- disse Ginny, alzandosi.
- Vengo anche io!- la seguì Hermione.
- Notte, ragazzi!- disse Ginny.
- Notte!- risposero i due, in coro.
Fred lanciò uno sguardo furtivo a Hermione, prima che sparisse su per le scale. Mentre salivano, Hermione spiegò a Ginny che la sua intuizione sul libro era giusta: era un messaggio.
- Lo dirà a George!- sbottò Hermione, di nuovo imbarazzata.
- Rilassati! Non ti tormenterà più di tanto!-
- Ginny, stiamo parlando di George!-
- Se lo farà, allora, si ritroverà con un problema ben più grosso di un filtro d’amore!- minacciò Ginny e Hermione scoppiò a ridere.
- A volte mi spaventi!- ammise Hermione.
- Sono le conseguenze dell’essere cresciuta con Fred e George!-
Si abbracciarono ed entrarono ognuna nella propria stanza.
Hermione scivolò sotto le coperte, rendendosi conto solo in quel momento di quanto fosse stanca. Sbadigliò e si raggomitolò, in cerca di calore. Prima che potesse fermarlo, un pensiero le attraversò la mente. Se Fred fosse stato lì, il calore non sarebbe stato di certo un problema. Hermione scosse la testa, scacciando quel pensiero. Meglio non farsi prendere troppo.
Con il ricordo delle sue mani che la stringevano a cullarla, si addormentò..
 
 
 
Le lezioni del lunedì furono tragiche come sempre. Alzarsi quella mattina fu tragico!
Hermione scese dal letto e si rese conto di avere dolore ovunque. La schiena era indolenzita, forse per la scomodità di quel dannato divano al sesto piano. Aveva male alle gambe e alle braccia. Sembrava più che il giorno prima avesse corso una maratona.
Sbadigliando, si vestì e scese in Sala Grande. Harry e Ron avevano gli occhi pesti e sbadigliavano ogni cinque minuti. Ron aveva il mento appoggiato al palmo della mano e sobbalzava ogni volta che il gomito gli scivolava dal tavolo. Non si rese conto che la causa di quella sua inspiegabile instabilità erano Fred e George, completamente rinsavito, che scagliavano un incantesimo non verbale da lontano. Hermione fulminò Fred con lo sguardo e lui sfoderò un’espressione innocente, indicando George. Poi le fece l’occhiolino. Hermione scosse la testa e tornò a mangiare. Harry stava lentamente scivolando, presto la sua testa sarebbe stata immersa nei suoi cereali.
Ginny scrollò la spalla del Prescelto, che trasalì e raddrizzò gli occhiali.
- Ma si può sapere che vi prende?- chiese, togliendo il coltello dalla mano di Harry e ficcandoci dentro il cucchiaio. Harry aveva preso il coltello per sbaglio per mangiare i cereali.
- Dopo che siete andate a dormire, sono rimasto fino a tardi a finire i compiti. Ron ha fatto le ore piccole con Lavanda!-
Ron, ora del tutto sveglio, arrossì vistosamente e finse di concentrarsi sulle sue uova.
Hermione lo guardò con cipiglio severo. – Non hai studiato?-
- No..- borbottò Ron, imbarazzato.
- Ti bocceranno in tutti i G.U.F.O.!- sbottò Hermione, riprendendo a mangiare il suo porridge.
- Tranquillo Ronnie!- esclamò George, avvicinandosi a loro. – L’amore conta più di uno stupido voto scolastico!-
- George, quanto sei romantico!- lo prese in giro Fred. – Sicuro di non avere ancora un po’ di filtro in corpo?-
- Chiudi il becco, Fred!- sbottò Lee, alle loro spalle.
- Dovevate vedere le vostre facce!- commentò Ginny.
- Che è successo alle vostre ammiratrici?- chiese Harry.
Hermione sorrise. – Forse sono ancora nel dormitorio a strapparsi i capelli per la disperazione!-
Ginny le resse il gioco. – O magari stanno preparando un altro filtro!-
- Sempre che siano abbastanza intelligenti per farlo!- aggiunse lei.
Harry scoppiò a ridere. – Ehi, magari questa volta imbottiscono una torta a forma di Coppa di Quidditch!-
- Magari, la prossima volta ci casca anche Fred!- aggiunse Hermione, lanciandogli un’occhiata penetrante.
Fred ghignò. – Ne dubito, Granger. Sono un po’ più furbo del mio gemello!-
- Ehi, neurone solitario, datti una calmata!- sbottò George.
- Comunque, tranquillo Ron!- riprese Fred. – Riceverai tutta la nostra profonda stima, se verrai bocciato ai G.U.F.O.!-
- Confermo!- proseguì il gemello. – Sarà per una ragione valida, se non altro!-
Mentre Ron arrossiva, Hermione scuoteva la testa, borbottando fra sé.
- Non sei d’accordo, Granger?- chiese Fred.
- Per te un po’ di sano divertimento conta meno di un Eccellente?- chiese George.
Hermione era in trappola. Gli occhi di Fred non la lasciarono un istante. Pensò in fretta, ma non le venne in mente niente di abbastanza intelligente con cui rispondere. Così tentò con la prima risposta che le saltò dal cervello alla bocca.
- Conta meno anche di un Accettabile!- sbottò, con un sorriso.
- Come siamo cinici, Granger!- commentò George, fingendosi deluso.
- Avrei giurato che fosse il contrario!- commentò Fred, guardandola con un sorriso furbesco.
Hermione sorrise beffarda. – Non sarebbe la prima volta che ti sbagli!-
Fred sorrise, ma non commentò. Hermione si trattenne dall’esultare. L’aveva spiazzato. Non solo era stata una risposta ad effetto, ma era anche riuscita a conquistarsi una piccola vendetta. Fred era convinto di avere ragione. Pensava di averle dimostrato che valesse la pena lasciare da parte l’orgoglio e concedersi a lui. Ed era vero. Ma Hermione non lo avrebbe ammesso neanche sotto Veritaserum. Con quella risposta, Hermione aveva sostenuto fermamente le sue convinzioni. Non che fosse poi così convinta di averlo ingannato, ma era comunque una piccola soddisfazione.
George batté le mani all’improvviso, attirando l’attenzione di tutti.
- Bene, dopo questo bellissimo scambio di opinioni su voti e divertimenti, noi andiamo a onorare la classe di Pozioni con la nostra regale bellezza!- esclamò.
Fred sorrise in direzione di Harry. – Pensi di arrivare vivo a stasera?-
Il Prescelto annuì e posò il cucchiaio, poi cercò di pulirsi la bocca con un pezzo di giornale. Alzando gli occhi al cielo, Ginny lo strappò via dalla sua mano e gli pulì la bocca con il tovagliolo. Harry la ringraziò con un sorriso.
- Non arrivate in ritardo, all’Esercitazione! Abbiamo un sacco di lavoro da fare!- si raccomandò Harry.
- E non accettate pasticcini dagli sconosciuti!- aggiunse Hermione, con un ghigno.
Lee la incenerì con lo sguardo. – Da oggi in poi, userò una fiaschetta come Moody!- borbottò.
- Tranquilli!- intervenne Fred. – Ci penso io a questi due cervelli di Troll!-
Per tutta risposta, George e Lee afferrarono la prima cosa che trovarono e la scagliarono contro di lui. Fred schivò un libro di Pozioni e una forchetta, e ridendo uscì dalla Sala Grande, seguito dal gemello e da Lee, che imprecava sottovoce.
Hermione si alzò. – Muoviamoci, o arriveremo tardi a Trasfigurazione!-
Ron, che non aveva ancora alzato la testa dal piatto, scese dalla panca e raccolse la borsa con i libri. Lavanda arrivò in quel momento, lo prese per mano e lo trascinò ridendo verso l’uscita della Sala Grande.
Ginny li guardava disgustata e Harry, sbadigliando, li indicava.
- Pensi che si siederà con noi a Trasfigurazione?- chiese, ironico.
Hermione sorrise, salutò Ginny e si incamminò verso l’aula. Harry la seguiva ciondolando e sbadigliando. Hermione borbottò una lunga serie di rimproveri che lui non ascoltò minimamente. Era rimasto sveglio per studiare, ma se non fosse uscito in giardino, il giorno prima, non avrebbe avuto questo problema: doveva essere questo il succo del discorso, più o meno. Poco prima di entrare nell’aula, Harry si voltò di scatto verso di lei e la guardò infuriato.
- Hermione dacci un taglio! Scommetto che anche tu potresti trovare un modo migliore di passare una domenica pomeriggio che studiare. Perciò piantala!- sbottò.
Hermione arrossì immediatamente e lo seguì senza aprire bocca. Lo aveva trovato un modo migliore per passare la domenica pomeriggio. Eccome, se l’aveva trovato! Ma sicuramente non sarebbe stato saggio confessarlo a Harry. Meglio tenerselo per sé!
La McGranitt arrivò poco dopo e cominciò la lezione. La classe stava decisamente migliorando con gli Incantesimi Evanescenti. Perfino Ron, che non si era esercitato per niente, riuscì a far evanescere quasi tutti gli oggetti assegnati dalla McGranitt. Harry, ancora mezzo addormentato, fece sparire per errore una sua scarpa, invece della scatola di legno che la McGranitt gli aveva appoggiato davanti, ma se la cavò bene comunque. Rincuorata da quel netto miglioramento, la McGranitt assegnò due punti ad ogni studente che era riuscito a fare evanescere almeno la metà degli oggetti assegnati e ne regalò dieci a Hermione, che aveva fatto sparire anche altri oggetti supplementari.
Uscirono dalla classe di Trasfigurazione con il morale decisamente più allegro. Fuori dal castello, la neve continuava a cadere dal cielo grigio, carico di nuvole compatte. Il freddo diventava sempre più intenso, tanto che gli studenti cominciarono a indossare sciarpe e mantelli anche nei corridoi. Incrociarono Ginny, mentre si dirigevano a Difesa contro le Arti Oscure, e notarono che stava starnutendo e imprecando.
La Umbridge fu dolce e simpatica come sempre. Assegnò loro due capitoli da leggere, il tutto nel silenzio più assoluto, poi li obbligò a copiare un testo approvato sulle loro pergamene. Sempre in silenzio. Harry rivolgeva alla donna sguardi di fuoco. Hermione strinse più volte la mano attorno alla gamba dell’amico, cercando di calmarlo. Fortunatamente, Harry rimase tranquillo fino alla fine. Il pensiero che quella sera avrebbero violato le regole con il gruppo di Difesa doveva averlo calmato.
Dopo pranzo, fu il turno di Storia della Magia. Hermione aveva perso la lezione precedente, ma era riuscita a mettersi in pari e prendere appunti fu molto semplice. Durante quella lezione, Harry sprofondò con la testa sul banco e Ron prese a disegnare cuori sulla pergamena, con le iniziali L. B.
Hermione alzò gli occhi al cielo. Il lato positivo era che Ron sembrava essere parecchio preso da Lavanda e viceversa. Forse, pensò Hermione, scoprire di lei e Fred non lo avrebbe traumatizzato più di tanto.
La punta della piuma di Hermione si bloccò sulla pagina, scavando un buco nella carta. Hermione sollevò la testa e guardò il noioso professore senza vederlo realmente. L’opalescente grigiore del fantasma e la sua voce ipnotica distrassero Hermione, che perse improvvisamente l’attenzione sulla lezione. La piuma scivolò dalle sue dita e si appoggiò sulla pergamena.
Il pensiero di Ron e della sua reazione l’aveva portata a riflettere su una questione piuttosto interessante.
Che cos’era Fred per lei?
E perché non si era mai posta prima quella domanda?
Va bene, Hermione! Sii razionale!
Razionale.
Non c’era nulla di razionale in quello che era successo negli ultimi giorni, ma ci provò comunque.
Fred era un amico. Lo era sempre stato. Non era sicuramente il componente della famiglia Weasley a cui era più affezionata, ma erano sempre stati amici. Stessa cosa con George. Su questo punto, non c’erano problemi.
Hai perso la verginità con lui!
La voce nella sua testa parlò all’improvviso. Lo sguardo di Hermione cadde sulla pergamena. Osservò la frase lasciata a metà, l’inchiostro nero la distrasse dai suoi pensieri.
 
“Durante la ripresa, successiva alla Terza Guerra della conquista dei Goblin, molti Maghi si impegnarono per cercare di diffondere la pace tra i ribelli rimasti in libertà. Hogwarts fu teatro di alcuni scontri fra i figli di famiglie appartenenti a partiti diversi. Il Preside fu costretto a chiudere la scuola due mesi in anticipo e molti studenti furono espulsi e multati dal nostro Ministero. Il Ministro della Magia intervenne per riportare equilibrio nel Paese, applicando un nuovo decreto che..”
 
 
Hermione si era persa il nome del Decreto. Maledisse i suoi pensieri e le voci nella sua testa. Che sarebbe successo se quel Decreto fosse stato in una delle domande agli esami? Schiarendosi la voce, afferrò la piuma e tornò a concentrarsi sulla lezione. Harry aveva cominciato a russare. Ron aveva lasciato perdere i suoi ghirigori per svegliarlo. Il Prescelto aveva sbadigliato, aveva trascinato il libro sotto la sua testa e aveva richiuso gli occhi. Il professor Ruf, con la sua voce monotona, stava elencando una serie di nomi importanti che avevano firmato il decreto.
- Fra i tanti, - disse Ruf, - notiamo anche Godric il Rosso. Non si conosce il suo vero nome. Sappiamo solo che era un Nato Babbano e che frequentò Hogwarts. Apparteneva alla Casa di Corvonero e fu uno dei più celebri duellanti della storia. Purtroppo le didascalie con il suo nome completo vennero distrutte per errore. Venne chiamato il Rosso a causa dei suoi capelli..-
Il cuore di Hermione fece una capriola all’indietro e la punta della piuma si inforcò di nuovo nella pergamena.
Dannati capelli rossi..
Hermione cercò di ritrovare la concentrazione, ma Ruf stava pronunciando la parola “Rosso” un po’ troppe volte. Di nuovo, i pensieri di Hermione volarono via dalla storia e dai suoi appunti.
Era solo un amico.
Continuava a ripeterselo. Doveva essere così! Guardò Ron, al suo fianco, che stava ancora disegnando sulla pergamena. I ghirigori stavano formando una scopa con sopra un omino piuttosto brutto che colpiva una Pluffa. Hermione immaginò che si trattasse di Ron stesso, nell’atto di parare un colpo. Rendeva poco l’idea, perché Ron non sapeva decisamente disegnare! Sulla Pluffa erano incise le iniziali di Lavanda. Ron aveva disegnato una ragazza con le lunghe trecce che fingeva di soffiare un bacio verso il Portiere. Con un lieve colpo di bacchetta, vide Ron animare il disegno. L’incantesimo non gli riuscì molto bene. Il bacio, un piccolo cuoricino, arrivava fino a metà strada e poi si afflosciava, cadendo verso il fondo del foglio. Hermione sorrise e distolse lo sguardo, fissando la sua pergamena, mentre Ron sbuffava.
Hermione pensò a Ron e Lavanda. Lei e Fred non erano così. Insomma, mezza Hogwarts era a conoscenza della relazione fra Ron-Ron e Lav-Lav. Hermione si odiò per aver usato quei soprannomi, ma ormai si sentivano in ogni angolo del castello!
Nessuno sapeva di lei e Fred. A parte George. E Ginny. E Harry. Ma le ragioni erano evidenti!
Con un sospiro, Hermione fissò l’inchiostro sulla pergamena. Nero su bianco. Il suo cervello si divise improvvisamente e la parte razionale cominciò a litigare con quella ribelle.
Nessuno sa di voi perché non c’è niente da sapere, Hermione!
La parte razionale aveva ragione. Loro non stavano insieme. Ron e Lavanda erano ormai una coppia fissa. Lei e Fred non lo erano e probabilmente non lo sarebbero mai stati! Non c’era niente da sapere, ecco perché nessuno ne parlava. Era il loro segreto.
Erano amici. Due semplici amici.
Lo hai scelto. Gli hai permesso di essere il primo..
Non era certo una cosa da amici. La parte ribelle non aveva torto. Hermione provò a pensare, per un momento, se fosse normale scegliere un amico per un passo così importante.
Avresti potuto scegliere chiunque!
Se fosse stato Harry? Hermione scosse la testa, rabbrividendo. Assolutamente no! Harry era come un fratello. Sarebbe stato malsano, irreale e..impossibile!
E Ron?
No, lui non sarebbe andato bene. Sarebbe stata una prima esperienza per entrambi. Avrebbe avuto paura.
Con lui non hai avuto paura!
Hermione si stupì che la parte razionale potesse fare osservazioni simili! Era vero, in ogni caso. Non aveva avuto paura. Sapeva a cosa andava incontro, eppure non l’avevano sfiorata né  rimorsi, né incertezze, né paure. Sapeva ciò che voleva.
Volevi lui..
Lui. Non aveva avuto paura perché era con lui. Ron non sarebbe andato bene. Nemmeno Harry. Nemmeno Dean. Neanche George. Sapeva che era in mani sicure. Fred sapeva quello che stava facendo. Non era la sua prima volta. Era sicuro di quello che faceva e quella sicurezza era stata come un balsamo per Hermione. Non aveva paura fra le sue braccia. Si sentiva al sicuro.
Rimane comunque solo un amico!
Hermione sospirò. La parte razionale ne era davvero convinta. Sì, era quella la risposta. Fred era un amico. Il fatto che lo avesse scelto per compiere quel passo era irrilevante. Faceva semplicemente parte di quel gioco perverso in cui erano caduti.
Ci siete caduti perché lui ti ha trascinata nel gioco!
Scosse la testa, stringendo l’orlo della gonna. No, non era vero. Avevano cominciato insieme. Era stata una pura casualità. Uno sguardo più malizioso, una battuta più provocante..una serie innocua di avvenimenti che li aveva trascinati in quella sfida.
No, lui ha cominciato e tu ci sei cascata! Lo hai seguito. Ti sei messa in gioco!
Era vero? Era andata davvero così?
Hermione guardò la pergamena e le lettere scritte con l’inchiostro nero. Ricordò i fegati di rana, la maglietta svanita, lo sguardo di Fred sul suo corpo. Poi le battute, le provocazioni. Il bacio dietro il ritratto. Il Whisky, il primo bacio. Hermione chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi. La parte razionale continuava a dirle che erano solo amici, che stavano solo giocando, che era solo questione di un momento. Il momento, poi, sarebbe passato.
Ma la parte ribelle, quella traditrice, la stava confondendo. Era stato Fred a cominciare. Tutto era cominciato a causa sua. A che scopo? Qual’era il suo fine? Dove stava andando a parare?
Hermione si prese la testa fra le mani e fissò Ruf. Non aveva le risposte alle sue domande e questa cosa la stava mandando fuori di testa. Hermione odiava non sapere qualcosa. Odiava non avere risposte. Grazie alla sua mente brillante, era stata abituata fin da piccola a sapere sempre tutto. Quando incontrava domande a cui non c’erano risposte, il suo mondo perfetto ed equilibrato si capovolgeva. E odiava quei momenti con tutta se stessa.
Ora era lì, a pensare a Fred invece che prestare attenzione alla lezione. Un Unicorno Rosa! L’ennesimo. Frequentare Fred significava vivere circondata da Unicorni Rosa!
Frequentare?
No, era la parola sbagliata. Lei non stava frequentando Fred. Ron frequentava Lavanda. Harry avrebbe dovuto frequentare Ginny. Hagrid frequentava mostri spaventosi. Lei non frequentava Fred.
Siete solo amici!
Adorava la sua razionalità! Con un sorriso sollevato, riprese la piuma e cercò di prestare attenzione a Ruf. La sua razionalità aveva parlato con forza e ora Hermione era convinta. Erano solo amici. Un pizzicore nel retro della sua nuca le fece capire che la parte ribelle non era assolutamente d’accordo, ma Hermione non le permise di parlare.
 
 
 
Quando uscirono da Storia della Magia, Ron cominciò a lamentarsi di Ruf e della noiosità delle sue lezioni. Per tutto il tragitto fino all’aula di Pozioni, non fece altro che inveire contro il fantasma, chiedendosi se una raccolta di firme sarebbe servita per farlo esonerare dal corpo insegnanti. Hermione pensò all’ironia della situazione: il professore più noioso della scuola era anche l’unico che non sarebbe mai andato in pensione. Pensò a un suo possibile futuro con un marito e una famiglia, e sorrise al pensiero di lei, seduta in salotto con il figlio, a lamentarsi del professore che entrambi avevano avuto!
Quando Piton arrivò nei sotterranei, Ron tacque e Hermione tornò al presente. Meglio non distrarsi durante Pozioni! Fu una lezione tranquilla, nonostante i continui tentativi di Piton di togliere punti a Grifondoro.
Draco Malfoy fu spregevole come sempre. Mentre affettavano dei fegati di Salamandra, Hermione, Harry e Ron lo sentirono lamentarsi a voce alta dei compiti e chiedere lezioso a Piton se almeno lui potesse esonerare la Casa Serpeverde per quel giorno, visto che avevano l’allenamento di Quidditch.
Con sommo orrore dei Grifondoro, alla fine della lezione Piton esonerò davvero  i Serpeverde dai compiti di Pozioni. Harry strinse il coltello fra le dita e Hermione pensò bene di posare la mano sul suo polso, nel caso in cui gli fosse passato di mente di lanciarlo per giocare al tiro a segno con la faccia di Piton. I Grifondoro, comunque, cercarono di rimanere in silenzio, mentre Malfoy li guardava ghignando.
In Sala Comune, però, la rabbia esplose con un vero e proprio ruggito di massa. Harry e Ron stavano imprecando infuriati assieme a Dean e Seamus. Lavanda e Calì erano affianco a loro e scuotevano la testa, borbottando qualcosa. Hermione fissava il pavimento, livida di rabbia, e scuoteva la testa, stringendo con forza la bacchetta nella mano destra. Ginny, che era appena entrata, li guardò con le sopracciglia alzate.
- Che succede?- chiese curiosa.
- Piton!- sbottò Harry. Non aggiunse altro, pensando forse che il nome avrebbe reso il significato di tutta quella rabbia.
- Una frase di senso compiuto?- lo prese in giro Ginny. Aveva il naso rosso e la voce un po’ impastata dal raffreddore, ma non era messa poi così male.
- Ha esonerato i Serpeverde dai compiti di Pozioni per tutta la settimana!- sbottò Hermione.
Ginny sgranò gli occhi. – Che disgustoso, viscido, sudicio.. –
- Parlate di Piton?- intervenne Fred.
Era appena sbucato dal ritratto insieme a George e Lee.
- Sì- borbottò Ron.
Raccontarono l’accaduto a tre nuovi arrivati, che inveirono quanto gli altri, se non peggio.
- Anche noi ci alleniamo, ma Angelina non ha mai chiesto alla McGranitt di esonerarci dai compiti!- sbottò Ron.
- Be’, spero che un fulmine colpisca la scopa di Malfoy!- esclamò Hermione con rabbia.
Tutti si voltarono a guardarla. Di solito, Hermione era quella più pacifica. Lei ricambiò gli sguardi allibiti con una semplice alzata di spalle, poi si lasciò cadere sulla poltrona accanto al fuoco. Era piuttosto nervosa, per colpa dei pensieri che l’avevano assillata per tutto il pomeriggio. L’ingiustizia dei compiti e la difficoltà della pozione preparata nei sotterranei l’avevano distratta. Ma ora aveva la mente libera e Fred era a pochi centimetri da lei.
Mentre gli altri prendevano posto lì intorno, in attesa dell’ora di cena, Hermione lasciò cadere lo sguardo su Fred. Non aveva ancora trovato le risposte alle sue domande. Continuava a ripetersi che erano solo amici, eppure..non era più molto convinta! Notò che, ora, anche Fred la stava guardando. Le sorrise e lei, istintivamente, ricambiò.
Forse doveva smettere di farsi troppe domande. Che importava se erano amici o no? Le bastava guardare quel sorriso. Erano loro. Punto. Amici, amanti, non importava la definizione. Le bastava vivere quello che stavano vivendo, qualunque cosa fosse.
Tranquillizzata da quella nuova prospettiva, Hermione liberò la mente da ogni domanda. Le risposte, infondo, non le servivano più.
 
 
 
 
Dopo cena, Harry, Ron e Hermione salirono nella Stanza delle Necessità. Venti minuti dopo, tutti i membri avevano oltrepassato il pesante portone.
Harry aveva diviso fin da subito i nuovi reclutati e aveva assegnato a Hermione il compito di istruirli, mentre lui cominciava gli Schiantesimi con il resto dell’ES.
Hermione passò quasi tutta l’esercitazione a schivare bacchette e a spiegare i movimenti precisi del polso. A parte qualche zucca vuota che stava mettendo a dura prova la sua pazienza, gli altri se la cavavano piuttosto bene. A metà serata, Harry le diede il cambio e le disse di mettersi in coppia con qualcuno per provare gli Schiantesimi. Hermione prese un cuscino e andò a cercare uno studente libero per esercitarsi.
Fred le passò accanto, mentre Calì alzava la mano per dirle di esercitarsi con lei.
- Mi dispiace, Granger, ma non posso tradire mio fratello!- sussurrò.
Hermione sorrise. – Che peccato! Sarebbe stato bello Schiantarti!- mormorò.
- Non ci saresti riuscita!-
- Cosa devo fare per farti capire che non devi sottovalutarmi, Weasley?-
Fred ghignò e, fingendo di togliere qualcosa di invisibile dal cuscino che Hermione stringeva, si chinò su di lei.
- Un’idea ce l’avrei!- mormorò.
Hermione arrossì e si diede della stupida allo stesso tempo. Lo fissò con un sopracciglio alzato e uno sguardo accigliato. Fred le fece l’occhiolino e si voltò per tornare dal gemello. Hermione raggiunse Calì, cercando di respingere immagini ben precise che stavano prendendo vita nella sua mente. Non era il momento giusto per pensare a certe cose! Per il resto della lezione, Hermione lavorò con Calì e riuscì a Schiantarla una decina di volte, tanto che decisero di fermarsi, perché la ragazza cominciava a sentirsi debole. Era riuscita a Schiantare Hermione solo un paio di volte. Harry notò quel dislivello e disse alle ragazze che, nella prossima lezione, avrebbero lavorato con compagni diversi. Calì sorrise grata e si voltò verso Hermione.
- Sei bravissima, non c’è che dire, ma meglio se mi alleno con qualcuno più al mio livello!-
Hermione le sorrise. – Imparerai anche tu, vedrai!-
Quando la lezione terminò, Harry fece uscire gli studenti a piccoli gruppi. Hermione cominciò a sistemare i cuscini in un mucchio ordinato accanto alla libreria, mentre Ron riparava alcuni specchi e oggetti andati in frantumi a causa degli Schiantesimi lanciati da studenti con pochissima mira. Tornarono in Sala Comune e la trovarono deserta. Forse erano tutti troppo stanchi per mettersi a studiare o fare altro. Purtroppo, riposare era un lusso che loro tre non potevano concedersi. Hermione sedette sul divano, con le gambe raggomitolate sotto di sé e cominciò a studiare Aritmanzia. Harry era seduto accanto a lei e cercava di memorizzare le date di Storia della Magia. Ron era steso sul pavimento a finire i compiti di Divinazione.
- E se scrivessi che ho sognato di avere la mente infestata dai Gorgosprizzi?- chiese, alzando la testa dalla pergamena.
Harry scosse la testa. – No, l’ho già scritto io!-
- Miseriaccia!-
Hermione li fissò entrambi, poi alzò gli occhi al cielo. Dopo altre due ore di studio, Harry si alzò sbadigliando e diede un leggero calcio a Ron, che si era addormentato sul tema di Pozioni. L’inchiostro si era impresso sulle sue guance e una parte della spiegazione sul procedimento della Pozione Rallegrante svettava sulla sua carnagione chiara. Harry lo prese in giro per tutto il tragitto fino al dormitorio e Hermione poté sentire le imprecazioni di Ron, seguite dal tonfo di una porta sbattuta con forza.
Hermione aveva sonno, ma le mancava ancora una traduzione di Antiche Rune. Allungò le gambe sul divano e cominciò a scrivere. Il fuoco si stava spegnendo. Hermione sentiva il sonno incombere su di lei. Non avrebbe resistito ancora molto. Mancavano solo tre frasi. Tre lunghissime frasi. Scivolò sul divano, rilassando la schiena dolente. Sollevò il libro e cercò di tradurre le ultime frasi. Le avrebbe ricopiate più tardi, dopo aver chiuso gli occhi per cinque minuti... Aveva solo bisogno di qualche minuto. Il braccio scivolò e il libro cadde a terra con un tonfo.
Solo cinque minuti..
 
 
Stava sognando di volare in groppa a Fierobecco. Non era un bel sogno. Lei odiava volare. Aveva troppa paura. Il mondo sotto di lei appariva minuscolo. Strinse con forza il collo di Fierobecco. Era morbido. Una delle sue penne le solleticò la pelle del collo. Era dannatamente fastidiosa. Reagendo a quel fastidio, Hermione allentò la presa sul collo dell’animale. Però così rischiava di cadere. Non poteva cadere, sarebbe precipitata nel vuoto e sarebbe morta. Era tremendamente fastidioso, ma doveva continuare a stringere il collo di Fierobecco..non poteva lasciare..troppo tardi, stava scivolando. Le sue braccia non stringevano più il collo dell’Ippogrifo. Sarebbe caduta..sarebbe morta..
Il vuoto esplose e Hermione ebbe la sensazione di cadere delicatamente dopo una lunga caduta nel buio. Era ancora sul divano ed era ancora viva. Il fuoco si era spento quasi del tutto. Era molto buio.
Aprì gli occhi e trattenne un grido, tappandosi tempestivamente la bocca con la mano.
- Però, Granger, cominci a fare tutto da sola! Non ti servo più a niente!- mormorò Fred, sorridendo. Hermione notò la mano alzata che,sicuramente, era pronta a tapparle la bocca in caso avesse urlato.
- Mi piace essere indipendente!- sbottò Hermione, sollevandosi su un gomito.
Fred era seduto sul pavimento con le gambe incrociate e il cuscino nell’altra mano. Hermione immaginò che glielo avesse strappato da sotto la testa per svegliarla. Guardò il cuscino e capì che doveva essere la trasposizione del collo di Fierobecco. Che sogno orribile!
- Perché mi hai svegliata?- chiese infastidita.
- Chiedo venia, non sapevo ti piacesse dormire su un divano in Sala Comune, per tutta la notte!- rispose lui, allegro.
Hermione alzò gli occhi al cielo e sollevò la schiena.
- Che ore sono?-
- Le due.-
Hermione scattò a sedere e la sua gamba colpì per sbaglio il braccio di Fred, che lo afferrò con una smorfia.
- Granger stai cercando di distruggere la mia carriera di Battitore?- chiese ironico.
Lei lo fissò come se non si fosse ancora accorta che era lì.
- Che diamine ci fai sveglio a quest’ora?- chiese sospettosa. Notò che indossava ancora la divisa della scuola.
Fred scrollò le spalle. – Passeggiatina notturna. Non avevo sonno!-
Hermione assottigliò lo sguardo. Sembrava sincero, ma fidarsi di Fred Weasley era un’impresa non da poco!
- Diciamo che ti credo!-
- Diciamo che non hai scelta!- ribatté lui, alzandosi.
Allungò le mani verso di lei e la guardò sorridendo. Hermione rimase seduta e passò lo sguardo dalla sue mani al suo viso, dubbiosa.
- Granger so che essere svegliati nel cuore della notte non è piacevole, ma non impiegare troppo a riattivare il cervello!- sbuffò divertito. Afferrò le sue mani e la sollevò con forza dal divano.
Hermione non era preparata a quello slancio e perse l’equilibrio, finendo dritta fra le sue braccia, il corpo perfettamente aderente a quello di lui. Fred sorrise e la strinse a sé.
- Be’, stavo per proporti di andare a dormire, ma se hai in mente di meglio..- sussurrò.
Hermione arrossì, ma alzò comunque lo sguardo per incontrare i suoi occhi. I pensieri che l’avevano seguita per tutta la giornata tornarono ad infastidirle la mente. Era stretta fra le sue braccia, ma quel dubbio continuava ad assillarla. Le stava rovinando quel momento. Non lo avrebbe mai ammesso, ma per tutto il giorno si era chiesta quando avrebbe potuto finalmente stringersi di nuovo a lui. Le era mancato. Le costava parecchio ammetterlo anche a se stessa, ma le era mancato. E quel momento tanto atteso era rovinato da una stupida incertezza. Non poteva accettarlo.
- Io e te siamo ancora amici?- chiese all’improvviso.
Fred impiegò qualche secondo a capire la sua domanda. Poi un’espressione perplessa prese il sopravvento sul suo volto allegro. Sempre stringendola contro il suo corpo, la guardò confuso.
- Sì. Perché, sei arrabbiata con me?- chiese preoccupato.
Hermione scoppiò a ridere e Fred la fissò sempre più confuso.
- Ho detto qualcosa di divertente?- chiese stupito.
Hermione scosse la testa. – No, non sono arrabbiata con te. Perché dovrei esserlo?-
- Minacci sempre di trovare un modo per farmi espellere!-
- Quello è perché sei un combina guai di classe superiore!- borbottò Hermione.
- E allora perché mi chiedi se siamo ancora amici?- chiese, perplesso.
Hermione arrossì, ma scosse le spalle, fingendosi tranquilla. – Niente, volevo solo sapere se..eravamo amici!-
- Oh be’, adesso sì che è tutto chiaro!- borbottò lui con sarcasmo.
Hermione alzò gli occhi al cielo. – Era una semplice domanda a cui hai dato una semplice risposta! Fine!-  sentenziò lei.
Fred la guardò con un sopracciglio alzato. – Ma perché mi hai fatto quella domanda?-
- Perché non puoi semplicemente fartene una ragione e andare a dormire?-
- Perché sono nato per infastidirti!-
- Ti riesce molto bene!-
- Grazie!-
- Non era un complimento!-
- Sì che lo era!- ribatté lui, sorridendo allegro.
Hermione sbuffò e lo spinse via. Si chinò a raccogliere il libro di Antiche Rune e, quando riemerse, vide che Fred la guardava con un sopracciglio alzato e un sorriso vispo.
- Che c’è?- chiese, un leggero tremolio nella voce. Quello sguardo non le piaceva nemmeno un po’!
Lui scosse le spalle. – Niente, pensavo..- mormorò, più rivolto a se stesso.
Hermione capì che le stava nascondendo qualcosa. Era inutile insistere, non glielo avrebbe detto comunque. Tanto valeva lasciar perdere!
Poi Fred si avvicinò a lei e cominciò ad accarezzarle la guancia. Si chinò a baciarla e il libro scivolò dalla mano di Hermione. Cadde a terra con un tonfo sordo, ma lei non se ne preoccupò. Aveva aspettato quel bacio per tutto il giorno, il resto non contava. Le sue braccia salirono a circondargli il collo, mentre lui la attirava a sé, stringendole i fianchi. Hermione capì solo in quel momento quanto avesse desiderato quel contatto. Strinse i suoi capelli fra le dita e si sollevò sulle punte, per avvicinarsi a lui. Le mani di Fred scivolarono sotto la camicia e le accarezzarono la schiena. Un brivido percorse la sua spina dorsale. Come aveva fatto a resistere tutto il giorno senza quelle carezze? Si maledisse per averlo pensato, ma non esitò un secondo di più e lasciò scorrere una mano sul nodo della cravatta, cominciando a slacciarlo.
Un moto di delusione la travolse, quando le dita di Fred bloccarono le sue. Sorridendo sulle sue labbra, strinse la sua mano e rallentò il ritmo del bacio, fino a sfiorarla solamente.
- Fra poche ore dobbiamo svegliarci. Non eri tu quella che dava più peso allo studio che al divertimento?- mormorò sulle sue labbra.
Hermione, ancora stordita dall’improvvisa voglia che si era impossessata di lei, catturò di nuovo le sue labbra, per poi sussurrare: - A volte bisogna fare delle eccezioni!-
- Granger, così mi disarmi!- rispose lui ridendo e ricominciò a baciarla.
Hermione perse l’equilibrio già precario. Si aggrappò alle sue spalle e lui la strinse a sé con forza. Affondò una mano nei suoi ricci e approfondì il bacio. Le sue labbra scottavano e Hermione provò un senso di vertigine nel sentire di nuovo quel sapore nella sua bocca. Strinse le mani attorno alle sue spalle, mentre la bocca di Fred scendeva sul suo collo e lasciava una scia infuocata di baci sulla sua pelle. Era talmente preda di lui e dei suoi baci da non rendersi conto che erano misurati, travolgenti ma attenti. Fred era diverso, non si stava lasciando trascinare. Era fin troppo deciso a mantenere svegli e attenti i suoi sensi, ma Hermione era troppo coinvolta per accorgersene.
Fu per questo che rimase delusa e sconcertata quando Fred si allontanò da lei. Fu talmente veloce che Hermione non ebbe nemmeno il tempo di reagire. Un secondo prima la stava baciando, il secondo dopo le sorrideva, mentre si allontanava camminando all’indietro.
- Buonanotte, Granger!-
Lei lo guardò sbigottita. – Come scusa?-
Fred trattenne una risata. Infilò le mani nelle tasche e le sorrise. – Buonanotte!- ripeté.
Lo stupore iniziale cedette il posto alla consapevolezza. Le spalle di Hermione si afflosciarono, mentre cominciava a seguirlo. Si fermarono accanto alle scale che salivano in direzioni diverse, verso i dormitori.
Incrociò le braccia e lo squadrò con un cipiglio saccente. – Fa parte del tuo ingegnoso piano, vero?-
Fred scrollò le spalle tranquillo. – Mettiamola così, - mormorò, sfoderando un sorriso malizioso. – Stanotte penserai a me e non riuscirai a fare altro per tutta la giornata di domani. È una cosa che mi fa impazzire e non hai idea di quanto. E farà impazzire anche te, ma tranquilla, - aggiunse con un ghigno perfido.- la tua paziente attesa verrà ripagata, Granger!-
Si avvicinò rapido e la baciò lentamente. Hermione non si lasciò trasportare troppo da quel bacio, perché il suo cervello stava reagendo alle parole di Fred. Avrebbe pensato a lui, aveva ragione. Lo avrebbe desiderato, quella era la parte peggiore!
- Sogni d’oro!- mormorò sarcastico sulle sue labbra.
Hermione sbuffò. Per colpa sua non avrebbe nemmeno dormito, figuriamoci sognato!
- Ti detesto!- sbottò, mentre lui saliva le scale.
Hermione sentì l’eco di una risata.
Imprecando silenziosamente contro quella sciagura dai capelli rossi, Hermione raggiunse la sua stanza. Si gettò a letto vestita e contemplò le tende scure del letto a baldacchino.
Sarebbe stata una lunga, lunghissima notte..
 
 
 
 



Dice l’Autrice:
 
 
Citando Harry: Adoro la magia!
La mia magia siete voi: non avete idea delle emozioni che mi regalate con ogni recensione, con ogni semplice commento, con ogni semplice pensiero che rivolgete a questa storia! Siete la mia piccola magia, il mio mondo! Amo la scrittura, ma se non fosse per voi non potrei desiderare di continuare a scrivere! Perché il vostro sostegno è unico!
Perciò posso solo dirvi: grazie! Grazie di cuore!
In questo capitolo sono entrata più a fondo nella mente di Hermione! Forse alcuni di voi staranno pensando: “E’ un tantino confusa la cosa!”. Rispondo così: sì! Lo è! È molto confusa la questione, perché Hermione è veramente confusa. Sta vivendo un momento della sua vita in bilico su una fune molto sottile! Più avanti capirete perché, nello specifico! Anche se è facile capire per colpa di chi! (Fred, miseriaccia a te!)
So che è stato un capitolo un po’ confuso, una specie di altalena di pensieri e parole, ma spero di essere riuscita nell’intento di farvi capire cosa sta provando lei in questo momento! È stato un capitolo molto difficile da scrivere, perciò chiedo scusa in anticipo per eventuali errori di battitura, logici e di sintassi in generale! Lascio a voi ovviamente i commenti: fatemi sapere cosa ne pensate di questa Hermione in preda alle paranoie e di questo Fred...be’ il solito, caro vecchio Fred!!
Grazie mille ancora!
A presto!
Baci!
Amy :)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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