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Autore: _Frency_    24/11/2013    5 recensioni
In una giornata come tante le vite dei Tokio Hotel vengono stravolte da una notizia inaspettata: li aspetta il duetto con una cantante semi-sconosciuta per incidere la colonna sonora di un film recentemente uscito nelle sale cinematografiche. La cantante in questione è Kerli, ragazza dalla personalità stravagante e decisamente folle. A che cosa porterà questa forzata -e improbabile- collaborazione? I nostri idoli si destreggeranno tra posizioni da prima donna usurpate, vestiti di frusciante tulle, serate all'insegna del divertimento più sfacciato e una scadenza: marzo. Cinque mesi, centocinquanta giorni che a seconda dei casi appariranno infinitamente lunghi o terribilmente brevi. Il successo più assoluto sarà la ricompensa... ma se non dovessero farcela?
Dal testo:
[...] I suoi amici e suo fratello sapevano benissimo da cosa era provocato tutto quell’ astio: un’altra cantante – donna, per giunta! – che si intrometteva nel suo territorio, nella sua band. Una ragazza che non poteva fare a meno di vedere come una possibile minaccia, un pericolo. [...]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricami sul Cuore.'
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Capitolo 18: No More Fears.
 
Ad Anna, perché lei è così: unica e speciale.
Perché mi capisce al primo sguardo, senza bisogno di parole.
Grazie di esserci.

 
 
 
La prima apparizione ufficiale della coppia era avvenuta in quel particolare periodo dell’anno che non poteva essere ancora definito inverno, ma non era più nemmeno autunno. I colori caldi di paesaggi chiazzati d’oro, di cremisi e di castano avevano lasciato posto ai toni freddi di cieli pallidi e cerulei, di alberi spogli e ricurvi. E anche in città quel graduale cambiamento si era intravisto nei parchi spazzati da un vento freddo e profumato di neve in arrivo, nelle panchine gelate di brina e nei riflessi sempre più tenui di quei raggi alabastrini. La prima apparizione della coppia era avvenuta il primo di dicembre, quando un cangiante tappeto di soffice neve si era steso al suolo e mille bagliori illuminavano il cielo, tra stelle e scintillanti decorazioni natalizie.

Bill ne aveva parlato con Tom solamente il giorno prima, e quest’ultimo non aveva nascosto il suo stupore, senza però proferire giudizio sulla decisone presa dal fratello. Aveva scosso la testa con un mezzo ghigno ad incorniciargli le labbra, borbottando qualcosa che assomigliava molto a “Deficiente di un fratellino innamorato”. E Bill aveva capito che, in un certo senso, suo fratello non era poi così preoccupato o arrabbiato. Anzi. Sembrava divertito.

Kerli e Bill, in comune accordo, avevano deciso di fare le cose per bene. Avevano optato per una serata importante, effettivamente, ma si sforzavano di non rimuginarci troppo sopra.

Anche perché ormai è fatta.

Pensò Bill, seduto comodamente sul sedile posteriore della limousine che accompagnava lui, i suoi compagni e Kerli, ad un party assolutamente esclusivo e assolutamente pieno di gente. Sarebbero stati presenti anche numerosi artisti con cui avevano collaborato per l’incisione dell’album, e i cinque ragazzi erano in fibrillazione da quando lo avevano saputo.
Significava, per Bill e Kerli, mostrarsi più che mai. Ma avevano deciso di provare comunque, di mettersi in gioco per l’ennesima volta, sprezzanti di ciò che la gente avrebbe potuto pensare.

Ancora prima di scendere dalla macchina, i ragazzi avevano notato i flash che sembravano illuminare a giorno la serata, chiazzando l’area circostante di bagliori dorati e cangianti. Quando, finalmente, riuscirono a poggiare piede sul marciapiede reso scivoloso dalla neve, furono accolti dal soffocante abbraccio di diversi giornalisti, fotografi e altre persone dal ruolo imprecisato. Un paio di bodyguard si premurarono di farli entrare integri nell’edificio, nonostante la palese insoddisfazione dei paparazzi ancora ammassati lì fuori. Bill si ritrovò quasi a provare un moto di pietà per loro, costretti al freddo in una serata come quella, ad aspettare per ore l’arrivo di volti famosi che avrebbero garantito loro di arrivare a fine mese.

Kerli gli posò una mano sul braccio, incrociando il suo sguardo luminoso. Il ragazzo si ritrovò a sorridere quasi involontariamente, mentre il loro ingresso nel salone veniva accolto da diversi fotografi, che li colsero proprio così, in quella posa che lasciava trapelare una naturale tenerezza e un moto di affetto spontaneo che difficilmente avrebbero potuto ricreare. L’espressione stupita di entrambi venne immortalata in un altro scatto che in seguito, probabilmente, si sarebbero divertiti a commentare. E durante tutta la serata si sentirono seguiti da quei luminosi fulgori.

-Quasi piacevole, non trovi?- domandò ad un certo punto Kerli, dopo essere riusciti a declinare gentilmente l’offerta di un altro calice da parte dei camerieri.

-Mi aspettavo di peggio- ammise Bill, stringendosi nelle spalle.

La sala era gremita di persone eleganti, stravaganti e assolutamente impeccabili. L’ambiente quasi sobrio era reso vivace solo dalla gente che lo popolava, e l’atmosfera frizzante contribuiva al buon umore anche delle celebrità più irritabili e avvezze ai capricci. Scorrevano fiumi di alcolici più o meno leggeri, e proprio per evitare spiacevoli déjà-vu entrambi avevano portato il bicchiere alle labbra solo al momento del brindisi.

Questa serata è nostra.

Entrambi continuavano a ripeterselo, ed effettivamente erano riuscita a suscitare un certo interesse in quasi tutti i presenti.

Attiriamo l’attenzione.

Kerli se ne era resa conto con piacevole sorpresa, e aveva goduto sottilmente nel stringersi tra le braccia del ragazzo quando altre svenevoli fanciulle gli passavano accanto, cercando vanamente di suscitare interesse nel cantante.

Illuse.

Come avrebbero anche solo potuto pensare qualcosa di simile, quando Bill la guardava come se fosse la persona più bella e importante per lui? Lo lasciava trapelare dai gesti, dai sorrisi, dai sussurri a mezze labbra e all’intrecciarsi quasi continuo delle loro mani, che non smettevano di cercarsi, seminascoste dalla morbida tovaglia ricamata che copriva il tavolino a cui erano seduti. Erano accomodati poco distanti dal palco rialzato sopra il quale si susseguivano diverse persone – magnati dell’industria musicale, semplici artisti come loro – sempre anticipate dalla stucchevole voce di una giovane ragazza che le presentava.

I ragazzi avevano sentito in maniera distinta il loro nome quando vennero chiamati, e come sempre si sentirono pervasi da una scarica di emozione e adrenalina, che venne alimentata dai numerosi sguardi puntati su di loro al momento di salire sul palco.
Kerli avrebbe potuto giurare di aver intravisto il momento esatto in cui l’espressione dei quattro ragazzi cambiò, mutando da naturale ad artefatta. E in quel turbinio di voci, di colori contrastanti e meravigliosi, di profumi che stordivano e annebbiavano i sensi, di musica soffusa che si insinuava tra di loro come un’avvolgente carezza, lei si sentiva perfettamente a suo agio. Rilassata e calma come non era da tempo, non più in ansia e tesa davanti a ciascun obiettivo posato su di lei.

La voce limpida e familiare di Bill accanto a sé.

Kerli era finalmente tranquilla.


L’unico graffio in quella tranquillità l’aveva inflitto proprio il ragazzo stesso quando, una volta abbandonata la festa e usciti all’aperto, sotto un cielo che continuava a regalare neve spumosa e gelida, l’aveva presa tra le braccia e l’aveva baciata.

Non avere paura.

Kerli era rimasta impietrita tra le sue braccia per un istante, incredula e sorpresa, prima di sorridere sulle sue labbra e ricambiare quel dolce bacio. Incuranti delle luci che riflettevano il candore della neve, illuminando le loro due figure abbracciate e serene. Incuranti del freddo che imperversava, delle esclamazioni stupite dei pochi paparazzi ancora acquattati nell’ombra come animali randagi che non avevano alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire un’occasione simile. Incuranti degli applausi e delle risate dei loro amici poco distanti.

-Sono un benefattore- asserì Bill scostandosi lievemente dalla bocca della ragazza difronte a lui, che l’osservò accigliata per un attimo.

-Ho appena garantito a quei poveretti di arrivare a fine mese con uno scoop simile- le spiegò, mentre Kerli gli scoppiava a ridere in faccia senza ritegno.

-Tu sei pazzo- ribatté lei, facendogli un lieve buffetto sul naso.

-E tu mi ami per questo- constatò il ragazzo con aria sorniona.

Kerli ricambiò il sorriso, appoggiando il viso sulla sua spalla e stringendosi maggiormente a lui, in ricerca di un po’ di calore.

Sì, è vero: ti amo anche per questo.
 




La mattina dopo nessuno dei due gemelli si era stupito di trovare, posato sul tavolo accanto a un paio di tazze di caffè fumante, una copia del giornale del giorno. Un post-it spiegazzato e attaccato al tavolo recava giusto una semplice parola, più che sufficiente però al cantante.

 
“Divertitevi.”

Bill accennò un sorriso, mentre Tom ridacchiava osservando la copertina patinata della rivista. Una delle tante, tantissime foto scattate la sera precedente ritraeva Bill e Kerli stetti in un abbraccio particolarmente stretto e affettuoso. Il chitarrista sfogliò le pagine, sentendosi subito più sollevato dopo aver notato che non avevano risparmiato nessuno degli ospiti presenti. Lesse frettolosamente il paragrafo dedicato a loro, ringraziando il cielo che non avessero confuso i loro quattro nomi anche in quell’occasione.

Allora esiste ancora qualche giornalista intelligente…

-Tutto sommato, ci è andata bene: potevano scrivere cazzate peggiori- lo rassicurò Tom, senza dissimulare il proprio divertimento.

-Ah, e non hanno invertito i nomi di Georg e Gustav e non si sono soffermati eccessivamente su quanto io e te siamo incredibilmente simili.
Direi che siamo stati più fortunati del solito- aggiunse, non senza una punta di amaro sarcasmo nella voce.

Notando l’espressione assorta del gemello, però, il chitarrista sospirò pesantemente.

-Hai fatto la cosa giusta- aggiunse qualche istante dopo Tom, quando un silenzio carico di attesa li aveva avvolti.

Bill alzò di scatto gli occhi su di lui, distogliendo lo sguardo da quel punto indefinito che aveva sfruttato come diversivo per non dover sostenere lo sguardo del gemello fino a quel momento.

-Lo credi davvero?- mormorò, mentre il retrogusto del caffè sembrava rendere ancora più amare ed incerte le sue parole.

Tom annuì con il capo, e al fratello apparve di colpo più grande, più maturo. Più distante ed incredibilmente vicino allo stesso tempo.
Era come se lo vedesse per la prima volta dopo molto tempo, sotto un’ottica diversa.

-Certo che ci credo, Bill- ammise, rassicurandolo.

-Io credo in te. Non ho mai smesso di farlo, anche quando mi hai dato tutti i motivi per farlo-

Fiducia.

Perché in quel periodo sembrava tutto legato a quella semplice, effimera parola?

Perché la tua vita sta cambiando. Perché tu stai crescendo. Perché cominci ad aprire gli occhi.

-Tu Bill sei complicato. Sei testardo e orgoglioso, sei diffidente e ingenuo allo stesso tempo. Sei paranoico e pignolo, incredibilmente sicuro su alcuni aspetti della tua vita e totalmente imbranato per ne quanto riguarda altri- disse il chitarrista, e Bill si sentì mancare per un attimo.

-Ma sei mio fratello. Sei il mio gemello. Io ti capisco per forza- aggiunse Tom, e il cuore del cantante riprese a battere regolarmente, anzi, forse più forte di prima.

Io ti capisco per forza. È vero. E non sempre è un bene.

-Io ti vedo con occhi diversi rispetto agli altri: io ti vedo per ciò che sei, con i tuoi pregi e i tuoi difetti. E tu fai lo stesso. E sarà sempre così- concluse, prendendo fiato – e coraggio – e soppesando bene le parole che stava per pronunciare.

-Ecco perché credo che tu abbia fatto la cosa giusta. Che senso ha, se tu sei innamorato di lei e non puoi nemmeno stringerla tra le tue braccia alla luce del sole? Che senso ha, se vi amate e siete costretti a nascondervi? Che senso ha, se non cogli questa occasione per essere felice?- gli chiese, ma Bill aveva la gola incredibilmente, stranamente secca.

E il cuore che batte a mille.

-Non sei tu quello che crede nel colpo di fulmine?- riprese Tom, e suo fratello annuì impercettibilmente.

Credo nel vero amore. Credo che riconoscerò la persona giusta al primo sguardo, e capirò subito che è lei. Credo nel romanticismo: sono uno un po’ all’antica.

Non aveva pronunciato simili parole in più di un’intervista?

Sì, quello che crede nel colpo di fulmine sono io.

-Non dirmi, allora, che non l’hai riconosciuto in lei- fece il chitarrista, parlando con voce ferma e risoluta.

Con lei è stato tutto un rincorrersi, un incontrarsi e scontrarsi subito dopo. Non è esattamente quello che chiamerei colpo di fulmine,
non in senso stretto per lo meno. Però… Sì, con lei c’è sempre stato un feeling particolare, è inutile negarlo.


-Se la perdi adesso, non la riavrai più indietro. E lo sai. Ecco perché l’altra sera hai fatto la cosa giusta-

Ho fatto la cosa giusta. La cosa giusta. Giusta.

Tom non ricordava di aver mai parlato tanto seriamente e profondamente con suo fratello, e nel caso l’avesse fatto non se lo ricordava. Come non ricordava di aver mai ricevuto un abbraccio tanto affettuoso e pieno di gratitudine da parte di suo fratello, che sembrava poco incline all’idea di separarsi da quella stretta.

-Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare- ammise Bill in un sussurro, con il viso ancora nascosto nell’incavo della spalla di Tom e protetto dal morbido maglione di lana che quest’ultimo indossava.
Il chitarrista non rispose, limitandosi a scompigliargli i capelli corti.

Non preoccuparti.

Ora sono qui, non avere paura.

















My Space:

Salve ragazze! ^^

Come state? Io sono felicissima, anche perché sono addirittura riuscita a pubblicare!


Scherzi a parte, sono soddisfatta di questo penultimo capitolo. A voi è piaciuto? Visto che stiamo tirando le fila di questa storia, non potevo dedicare spazio anche al profondo legame che unisce i gemelli. E poi ho immaginato che Bill desiderasse essere rassicurato, e chi meglio di suo fratello potrebbe farlo?
Ah, quando Tom legge il giornale e afferma che
"Ah, e non hanno invertito i nomi di Georg e Gustav e non si sono soffermati eccessivamente su quanto io e te siamo incredibilmente simili. Direi che siamo stati più fortunati del solito" , mi sono riferita al fatto che, purtroppo, in molte riviste i nomi dei quattro vengono scambiati, storpiati e chissà che altro. Non è una vergogna?

Ad ogni modo, con prossimo capitolo si conlcude la storia e perciò sarà un po' speciale, ma per ora non vi anticipo nulla.

Non voglio dilungarmi, perciò passo subito ai ringraziamenti!

Grazie a
auroramyth, Lia483, Billina_Pazza e Pulcia95  per aver recensito il precedente capitolo, siete state davvero carinissime! Grazie 
 a tutte le ragazze che preferiscono, seguono, ricordano o semplicemente leggono. Lo sapete, siete importantissime per me!

Alla prossima,

Frency.

 
   
 
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