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Autore: Flam92    24/11/2013    3 recensioni

- Anja –
Tre anni prima . . .
Basta, me ne vado, sono arrivata al limite della sopportazione . . . È questo che ho ottenuto per essermi sacrificata all’inverosimile?! Il fatto che tra meno di un decennio sarò morta e sepolta, la donna che mi ha dato la vita mi ha insultato in ogni lingua conosciuta e non, e che devo lasciare tutto e tutti per andare oltreoceano?
- Loki –
Un anno prima . . .
In una cella, di nuovo!! Maledizione, odio stare qui dentro, mi manca l’aria, non posso muovermi . . . almeno mi hanno levato quel dannato bavaglio. Uff . . . che cosa dovrei fare per i prossimi due secoli? No, se non esco prima di qui finisce che divento pazzo sul serio.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 14:"Rivelazioni inattese e la storia del Dio degli Inganni (parte 1)"

 

- Anja -
         Congratulazioni, Anja, se non sbrocchi adesso, subito, immediatamente, non sbrocchi più, poco ma sicuro.
Tuttavia il suo fugace momento di blanda –e piuttosto sarcastica- esultanza per aver tenuto a bada i nervi, con tutto ciò che ne consegue, viene bruscamente interrotto dal Dio degli Inganni.
- C’è dell’altro- aggiunge infatti quello, con voce tanto funerea quanto la sua espressione in quel momento, uno di quei rari casi in cui si vede una persona sotto la maschera impassibile del dio, se si sa dove cercare.
         Anja non vuole sapere cosa sia questo “altro”. È certissima che non le piacerà nemmeno un po’; in più, deve essere qualcosa di estremamente… grosso? Preoccupante? Una questione di vita o di morte? Indipendentemente dalla sua natura, la donna è fermamente convinta che sarà un enorme shock per tutti i presenti. Probabilmente devastante per lei, difficilmente il suo sesto senso la inganna. Tranne quando se ne va in vacanza, come capita ultimamente.
         - Ho più o meno capito il motivo del mio… rilascio anticipato dalle segrete di Asgard, fermo restando che no, non so chi mi abbia permesso di andarmene con i miei poteri intatti, quindi evitate domande inutili- Loki fa una pausa, lasso di tempo durante il quale si sporgono tutti verso di lui, ansiosi.
Anja non riesce a smettere di fissare alternativamente il dio e il suo ciondolo nella mano dell’altro, desiderando tanto avvertirne nuovamente il peso attorno al collo e di poterne stringere il pendente per calmarsi, come era, ed è tutt’ora, solita fare.
         -È stata Anja. Lei mi ha chiamato e io non ho potuto fare altro se non rispondere al suo appello-
Silenzio di tomba. Pesante come piombo. Lo sconcerto e lo stupore aleggiano nella stanza, densi e viscosi come sciroppo. Il cuore di Anja manca un battito, le si stringe lo stomaco. Sente tutti gli occhi puntati su di sé.
Io. Io l’ho chiamato.
Io l’ho chiamato… l’ho fatto?
No, come avrei potuto? Nemmeno sapevo se fosse vivo o morto!
Chissà chi sta strillando così, poi… forse Nat ha davvero perso le staffe….
E comunque, come avrebbe potuto sentirmi?
Non è possibile, non…
Io non l’ho chiamato.
Non l’ho mai fatto.
… o forse sì?
- MA TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO?! QUANDO TI AVREI CHIAMATO, EH?! COME AVREI POTUTO FARLO?! PERCHÉ TU POI?! BASTA!! SONO STUFA DEI VOSTRI GIOCHI!-
         Ritorna del tutto in sé solo quando si rende conto che ognuno degli astanti la sta fissando con un’aria talmente atterrita e sconvolta che capisce di essere stata proprio lei a sbottare con quell’urlo ferino, con quel grido agghiacciante, come di una bestia in gabbia che reclami di essere lasciata libera.
- Certo che l’hai fatto, altrimenti non sarei qui, sciocca ragazza- le risponde Loki, apparentemente tranquillo.
- Alt, un momento, fermi tutti – interviene Tony, il cui cervello pare essersi sbloccato dallo stato di shock a tempo di record, visto che tutti gli altri, dall’imperturbabile Fury ad un Rogers dannatamente sconvolto, passando per un Thor che ha davvero dato forfait e fissa vuoto, paiono un bizzarro assortimento di statue di sale. – Bambi, ci stai davvero dicendo che è stata la ragazza a farti piovere giù da ovunque tu fossi?! Anche ammesso che sia vero – e non sto minimamente dicendo che lo sia o che io lo creda tale- per quale diavolo d’uno stramaledettissimo motivo avrebbe dovuto farlo, cazzo?!-
- Le serviva aiuto – è la risposta lapidaria dell’interpellato – Aiuto che nessuno di voi  poteva darle-
- Credo faresti meglio a dirci che cosa pensi sia successo- interviene Banner, la voce ridotta a un flebile pigolio e il viso contorno in una smorfia di dolore per mantenere il controllo ed evitare di spedirli tutti all’altro mondo, dèi compresi.
         Loki assente con un grave cenno del capo; con un secco scatto del polso manda il ciondolo verso Anja, che lo afferra prontamente e lo infila, stritolando la gemma verde tra le dita.
Con aria metadibonda il dio crea un’illusione della pietra del pendente, svariate volte più grande dell’originale, e quindi ne evidenzia le tre rune incise sopra.
- Osservate bene quei simboli, perché sono quasi certo che siano il collegamento tra tutti i pezzi del rompicapo- la voce di Loki, a dispetto di ogni cosa, non ha mai perso né la sua pacatezza, né i suoi innati toni suadenti.
- Loki, arriva al punto- sbotta Clint, stizzito e perplesso. Anja sa perfettamente che all’arciere, sempre abituato ad avere tutto sotto controllo, non piace l’idea di essere all’oscuro di fatti così importanti. Meno che mai da chi l’ha assoggettato alla propria volontà, azzerando la sua. La ragazza gli rivolge uno sguardo comprensivo e che, al contempo, lo invita a calmarsi un po’.
Non appena Loki riprende a parlare, Anja stringe con più forza il pendente, mentre siede tesa e rigida sulla scomoda sedia.
         - Quelle rune, tanto per cominciare. Se fossero prese singolarmente, la cosa non sarebbe minimamente rilevante, ma una combinazione di precisamente queste rune l’ho già vista solo un’altra volta. Ed è stata vergata di mio pugno- fa una pausa, per meglio sottolineare il concetto -L’unica differenza consta nel fatto che, nel mio caso, la runa Ur è capovolta… -
- Hai capovolto una runa?! Ma sei ammattito tutto d’un colpo?! Come puoi aver fatto una cosa simile?!- erompe Thor, il puro panico instillato negli occhi, le pupille che hanno ormai inghiottito il celeste delle iridi, mentre un tremito incontrollato lo scuote da capo a piedi.
- Non scaldarti tanto, idiota. Non è la prima volta che un mago capovolge le rune e di certo non sarà l’ultima. Ad ogni modo, dovresti sapere qual è il significato di Ur rovesciata… avanti, dillo- bercia Loki, una smorfia apertamente disgustata dalla reazione del fratello, a dispetto del tono sempre misurato.
Sembra quasi volerlo sfidare, come se volesse prendersi una rivincita nei suoi confronti.
-Non vuoi dirlo? Bene, allora lo farò io…-
- Ur rappresenta la forza primitiva, la resistenza e la volontà di combattere contro le avversità, nonché la capacità di fronteggiare chiunque. Esprime anche una salute forte. Rovesciata, invece, ha il significato opposto, durezza di sentimenti, salute cagionevole, occasioni perdute e delusioni- risponde Anja per Loki, la voce ridotta ad un sussurro appena udibile, fissando un punto imprecisato della parete di fronte.
-Ma che brava… allora qualcuno con un minimo di cultura esiste ancora – è il commento caustico di Loki – Il significato è esattamente quello, comunque-
- Ehi, ma sono l’unico ad aver notato che il senso di quella runa, girata in un modo e nell’altro, descrive alla perfezione i caratteri dei nostri piccioncini preferiti?- salta su Tony, che pare aver riacquistato un briciolo della propria verve; Banner si affretta a dargli corda, cui segue, incredibile a dirsi, anche un cenno di Fury, che pare piuttosto assorto dal racconto del dio. Ma che diavolo starà architettando quello?
         - Potresti spiegarci, e spiegarmi, in che dannatissimo modo io ti avrei chiamato da dov’eri? Comprensivo di motivi, per piacere- sbotta Anja, riportando improvvisamente l’attenzione su Loki; come gli altri, anche lei si è accorta che la propria voce sta diventando via via più fredda e astiosa, segno inequivocabile che sta perdendo definitivamente le staffe.
 - Hai cominciato un anno fa, esattamente dopo l’attacco dei Chitauri. Sei stata il motivo della mia insonnia ricorrente –non che dorma molto di mio- e di congetture su congetture nelle ore tolte al sonno. Quel tuo dannatissimo ciondolo e i tuoi occhi, maledizione, i tuoi occhi non mi hanno lasciato in pace un singolo momento. Ho visto odio, collera, dolore e tristezza, il Caos che portano mi ha richiamato. Purtroppo- commenta a denti stretti – tutti noi dèi siamo costretti a rispondere a chiamate di questo tipo, se coerenti con ciò che siamo. E tu, tu hai portato, e ti sei portata appresso, la più lunga scia di avvenimenti nefasti e dolorosi che abbia mai visto per un infimo essere umano!- sbotta Loki con una luce ostile negli occhi smeraldini, ora duri e taglienti come lame.
- Oh beh, scusa tanto se sono passata per l’inferno da viva e questo ti ha sconvolto i piani!- lo zittisce Anja con astio e il dio si produce in una strana occhiata nei suoi confronti. Ma che ha da guardare?! Non capisco se ne sia dispiaciuto, se mi odi o semplicemente mi commiseri.
- Questi, comunque, sono fatti che trascendono la vostra comprensione- riprende quindi Loki, impassibile come sempre -Tuttavia, siccome è ormai assodato che il Fato mi ha sempre messo i bastoni tra le ruote, non ho potuto che assecondarlo e mi sono ritrovato invischiato in questa situazione, solo per salvarti da te stessa-
         Le parole di Loki si lasciano di nuovo dietro uno strascico di silenzio e stupore, nessuno ha il coraggio di proferire verbo. Anja, pur di non pensare, si prende del tempo per osservare il resto dei Vendicatori: tralasciando Banner e Tony, che si scambiano occhiate perplesse e incuriosite tra loro, gli altri non sembrano dare segnali di vita. Natasha e Clint, di solito dotati di sangue freddo e risposta pronta, sono muti e immobili come statue di marmo; Steve, nemmeno a parlarne, ha la stessa aria sbigottita e impaurita di un agnello in mezzo ad un branco di lupi, lo sguardo fisso nel vuoto; Thor, invece, superato il panico iniziale per l’azione –scellerata, a suo dire- di Loki, ha un’aria assorta, non ha perso una sillaba di ciò che il Dio dell’Inganno ha appena finito di illustrare; per quanto riguarda Fury, la cui espressione indecifrabile non è mutata di una virgola… Anja ha concluso che è la persona più imprevedibile lì dentro, seconda solo al dio moro, e presumibilmente sta cercando un modo per sfruttare le cose a suo vantaggio, esattamente come Tony le ha detto che il direttore è solito fare, e in più di un’occasione, da quando gli dèi si sono palesati sulla Terra.
         - Mi sarei aspettato reazioni piuttosto colorite e veementi, non certo questo silenzio di tomba- interloquisce Loki con tono di scherno. Ma ciò che il dio non sa è che il tumulto di Anja è cresciuto di momento in momento, covando, come le braci covano sotto la cenere, dietro la calma apparente del suo viso. Equilibrio precario che il beffardo commento del dio ha distrutto, dando l’innesco a quelle braci che sono i suoi sentimenti più oscuri, mai sopiti e sempre in attesa di una qualsivoglia scusa per erompere con la violenza di un’eruzione vulcanica.
         -Ne ho abbastanza… -sussurra Anja, la voce che si alza ad ogni parola -Basta, sono stufa… Basta, basta, BASTA!! – sbotta infine, sbattendo con violenza le mani sul tavolo, le braccia e tutto il corpo tremanti di rabbia –Basta! Tu, maledetto tu e il giorno che ti ho incontrato! Sei entrato nella mia vita, la hai rivoltata come un guanto, hai distrutto l’equilibrio precario che avevo a fatica creato! E io non ti ho mai chiamato, nè chiesto aiuto!- sbotta all’indirizzo del Dio dell’Inganno, che incassa ogni singola accusa senza battere ciglio. Esaurito l’impeto iniziale, la ragazza pare crollare sulla sedia, svuotata di ogni emozione, lo sguardo di nuovo perso nel vuoto mentre violenti tremiti la scuotono da capo a piedi. Non sembra avere più nemmeno la forza di piangere; affonda solo le mani nei capelli e serra gli occhi, scuotendo la testa come per scacciare tutto ciò che ha appena sentito. Le voci degli altri le giungono ovattate, lontane.
         - Io…io devo uscire di qui. Ho bisogno di tempo per… per capire che cosa è successo-
Esce con lentezza dalla stanza, frastornata, in cerca di un luogo tranquillo per riflettere, su cosa, nemmeno lei lo sa.
 
         Vaga come un fantasma per i corridoi semideserti, incurante del freddo, alla disperata ricerca di un angolino appartato; ha un tal gelo e terrore dentro di lei, da non sentire minimamente la temperatura rigida. Si accascia contro un pilone di sostegno e si lascia scivolare a terra, i suoi pensieri che si rincorrono in un turbine caotico; forti fremiti la scuotono da capo a piedi. Raccoglie le gambe al petto e le stringe con le braccia, la fronte appoggiata alle ginocchia. Perché?! Perché scelgo sempre la persona sbagliata?!  È l’unico pensiero coerente in un marasma di sentimenti in subbuglio.
 
- Loki –
         Finalmente ti sei mostrata per quello che sei, Anja. Finalmente hai mostrato che cosa nascondi sotto quegli incantevoli occhi violetti.
-E la lasci andare così?- interloquisce la Romanoff, dopo un tempo che pare infinito.
-Deve scendere a patti con quello che ha appena scoperto- è la semplice risposta del dio, che fissa ancora la porta dalla quale è uscita la ragazza – E se per caso a qualcuno venisse l’insana idea di seguirla, sappia che sarà l’ultima cosa che farà, parola mia. Sarebbe estremamente deleterio se le sue riflessioni venissero disturbate da terzi- aggiunge quindi, osservando attentamente ciascuno di loro.
-Non può farcela da sola, Loki… è troppo per lei, anche se è forte- osserva Thor, ma il Dio delle Malefatte non è particolarmente toccato da questa affermazione.
-È forte abbastanza da sopportare questo e altro, quindi finiscila con la paternale. C’è un momento in cui la solitudine è essenziale-
- Ma non puoi lasciarla sola! Le serve aiuto, ora più che mai! Tu stesso hai detto che ne aveva bisogno!- sbotta l’uomo di metallo, con una strana luce negli occhi.
-Cosa c’è, Stark?- lo schernisce il dio -Ti sei affezionato a lei al punto di non permetterle nemmeno di cavarsela con le sue sole forze?! Mi pare abbia egregiamente tirato avanti per suo conto fino a questo punto, perciò il vostro scaldarvi è inutile. Senza contare che dovete imparare a discernere quando il vostro aiuto è richiesto e quando non lo è. E peraltro, ho anche detto che voi non avreste potuto aiutarla in alcun modo. La questione finisce qui- conclude quindi Loki, in tono perentorio, come a sfidare chiunque a disobbedirgli.
         Stupidi mortali, non sanno con chi hanno a che fare… e tu, Thor, vedrai presto di cosa sono capace. Allora mi prenderò la vendetta che mi spetta e eliminerò una volta per tutti gli inutili esseri che mi intralciano il cammino… Pensieri cupi e astiosi affollano la mente torbida del Dio dell’Inganno, ma in mezzo a quell’oscuro marasma una piccola fiammella di candela brilla con tutta la sua forza, per portare chiarore dove c’è solo il buio. Una piccola scintilla di pura luce bianca, di cui Loki conosce perfettamente il nome.
Anja.
Sempre Anja, con la sua schiettezza e la sua lealtà nei confronti di lui. Il suo cinico sarcasmo, la sua mente sveglia e la sua infinita dolcezza, dimostrata proprio a colui che meno se ne ritiene degno, e che pure ne abbisogna più di chiunque altro.
 
         Dicono che trovare lati positivi del proprio nemico sia l’inizio della fine… ma che cosa mi ha fatto quella ragazzina? È una bambina ai miei occhi, una vita così corta ed effimera… e in così poco tempo, esiguo persino per lei, mi ha aperto gli occhi? Perché ora i miei propositi di vendetta sembrano così vuoti di significato, così inutili? Perché l’unica cosa che voglio ora è averla per me, e me solo?
 
         - Tuttavia, c’è una terza parte in questa storia. Ora si fa a mio modo e con le mie regole, se non volete che questo sputo di pianeta venga distrutto nei prossimi giorni- Loki apre nuovamente bocca, lasciando una volta di più da parte quei pensieri che tanto lo turbano.
- Allora sentiamola. Tutta questa storia mi sta stancando- replica Fury, stizzito. Da quando Loki ha cominciato a parlare, è la prima volta che il Monocolo dice qualcosa.
- Oh, no, sarebbe troppo facile così- ghigna il dio, fissando con astio l’uomo nerovestito –Primo, la ragazza non dovrà mai saperne nulla, non le compete. E secondo, la voglio fuori di qui prima dell’alba del quarto giorno-
-Altre richieste?-
-Per il momento no-
- E sia, ora vuoi venire al dunque?!- sbotta il direttore.
         Loki si prende del tempo per riflettere, accomodandosi sulla sedia lasciata libera da Anja. Accavalla le lunghe gambe, le braccia incrociate al petto, e osserva con attenzione i presenti, valutando al contempo quanto, della sua storia, può raccontare senza compromettersi più del necessario. Molti particolari non li conosce nemmeno Thor, forse neppure Odino è al corrente di tutti suoi trascorsi, ma, d’altro canto, celare la sua aura e nascondersi agli occhi altrui è stata una delle prime cose che ha imparato, oltre al mentire, in primo luogo per proteggere se stesso, secondariamente perché è nella sua natura. Non c’è posto per i maghi, nella lucente –e ipocrita- Asgard.
So già che me ne pentirò amaramente… perché mai non sono sparito quando potevo farlo? Ah, giusto, Anja. Maledizione! Anche se lei è quella che ha meno colpe. Maledizione, di nuovo!
         Con un sospiro, si accinge a riesumare ricordi sepolti da molto tempo nella sua memoria, ma mai dimenticati.
- Ciò che è accaduto poche ore fa affonda le radici in tempi molto lontani, secoli or sono. All’epoca ero ancora piuttosto giovane, ma comunque molto esperto come mago. Senza contare che avevo già viaggiato molto per l’universo. Sapevo che mi sarebbe servito un catalizzatore per controllare al meglio il Seidr… -
-Che cos’è?- questa volta, a interromperlo è la spia russa, non Stark, che invece ascolta con molto interesse.
-Ovvero- esplica, a beneficio delle espressioni perplesse –la magia che permea ogni singolo essere vivente, il soffio primigenio che è l’essenza stessa dell’intero universo… e che ciascun individuo possiede, sia pure in misura e maniera diversa. Il Seidr di un mago è ciò che, a conti fatti, gli consente di avere il controllo sull’ambiente circostante, di intervenire su di esso. Non scenderò in ulteriori dettagli, su questo punto-
- E perché no, Bambi?- domanda Stark, che per l’appunto pare davvero curioso di saperne di più. Troppo curioso... stai attento, Uomo di Metallo, troppa curiosità non fa mai bene.
- Non è rilevante ai fini di quello che ho da dirvi, Stark. Sapete anche troppo, per ciò che mi riguarda. Tuttavia vi ho detto lo stretto indispensabile, ma solo perché le circostanze lo richiedono-
         Con uno sbuffo infastidito fa scorrere un altro freddo e severo sguardo ammonitore sul gruppo di persone davanti a lui; quindi riprende a parlare, perdendosi nei suoi ricordi.
 
         - Come ho detto prima, mi serviva un catalizzatore per controllare al meglio la mia magia ed è il motivo per cui mi sono recato nella terra degli Elfi Neri. Questi sono grandi esperti di magia, mentre i pochi Nani rimasti sono i migliori lavoratori di metallo di tutti i Nove Regni. Solo loro sanno manipolare quella particolare lega biometallica… possono creare qualunque cosa, da cotte di maglia ad armi a mezzi di trasporto e anche scettri che incanalino la forza del Seidr. Il punto è che i Nani non sono troppo… inclini a prestare la loro arte a chiunque lo chieda.
         Questa storia, se di storia si può parlare, risale al periodo in cui Afvaldr governava la corte degli Elfi Neri. Egli era un mago, piuttosto potente anche, un essere abietto e senza scrupoli come pochi ne esistono, e ne sono esistiti, in tutto l’universo. Credete che io sia un mostro, un abominio? Se lo aveste conosciuto, vi sareste ricreduti sul mio conto. Speculazioni del genere, tuttavia, ora sono perfettamente inutili.
 
         Arrivai in incognito su Svartálfaheim, sotto le spoglie di un mercenario di cui avevo preso le sembianze. Non c’è spazio per commercianti o viaggiatori, in un mondo del genere, guerra e spargimenti di sangue è ciò in cui credono. Presentarmi come un mago sarebbe equivalso ad una condanna a morte pressoché istantanea: a parte pochi… eletti, se vogliamo, la restante parte degli Elfi Neri sono perlopiù guerrieri e mercenari. Solo alla famiglia reale e ai loro fedeli sottoposti è concessa la manipolazione del Seidr.Se mi fossi presentato come Principe Cadetto di Asgard, poi, non avrei nemmeno avuto il tempo di varcare i confini prima di trovarmi con la testa mozzata. Tra Asgardiani ed Elfi Oscuri non è mai corso buon sangue.
         Cambiai aspetto molteplici volte, una volta giunto su quel mondo, spesso assumendo forma animale, più difficile da individuare usando la magia; ero costretto a muovermi furtivo e silenzioso, patii fame, sete e freddo, mentre cercavo la Gemma.
Dovetti vagare in tutto il Regno; le informazioni che avevo ricavato nella Biblioteca di Palazzo erano scarse e frammentarie. Mi ci volle parecchio tempo per metterle insieme tutte: i miei doveri in quanto principe mi impedivano di trascorrere intere giornate chiuso in biblioteca, o nelle mie stanze, a studiare e a raccogliere le notizie di cui avevo bisogno.
Tuttavia è bene procedere con ordine.
 
         Dopo quasi cinque anni di ricerche ininterrotte, sempre effettuate la notte, di nascosto, per paura che qualcuno anche solo lontanamente sospettasse ciò che mi accingevo a fare, finalmente riuscii a trovare l’ultima cosa che mi mancava: una mappa, per quanto incompleta e piuttosto vecchia, dell’intero regno. Credo risalisse ai tempi di Bòr, il padre di Odino, o che fosse addirittura antecedente.
         A quell’epoca conoscevo già molti passaggi segreti che conducono ad altri mondi senza bisogno del Tesseract, molti li avevo anche ampiamente sfruttati per i miei viaggi e mai nessuno se n’era accorto. Certo, non era strano che sparissi per intere settimane o mesi, né che tornassi di sovente con tagli, ferite e gli abiti laceri e pregni di sangue, ma nessuno dava troppo peso a tutto questo. Già allora avevano cominciato a guardarmi con sospetto, a disprezzarmi ed odiarmi per ciò che ero, perciò nessuno faceva domande, fintantoché tutto rimaneva tranquillo ed io non mi mostravo ostile nei loro confronti.
         Così, in una notte senza luna, decisi che era tempo di partire: raccolsi tutte le pergamene con ciò di cui avevo bisogno, la copia della mappa che avevo fatto di mio pugno, qualche provvista per il viaggio e mi avviai verso un bosco poco lontano dalle scuderie del Palazzo.
C’era un fiumiciattolo che scorreva lì vicino e ne seguii il corso per non perdermi nella boscaglia. Dopo ore di cammino, sempre attento a non fare il minimo rumore e procedendo nel buio più totale per evitare di essere scoperto, finalmente giunsi nel luogo designato e trovai il passaggio di cui abbisognavo perfettamente intatto e in ordine, con tutte le trappole che avevo piazzato lì attorno esattamente come le avevo lasciate, dopo il mio ultimo viaggio. Mi addentrai per quello stretto sentiero a me tanto familiare, seguendo le tracce nella roccia che vi avevo scavato quando lo scoprii.
Giunto alla fine del percorso aprii il portale che conduceva nel territorio dei Nani, il Nidavellir.
         Dopo pochi istanti mi ritrovai in una piana desolata, sferzata da un vento gelido che sollevava nubi di polvere nera e tagliente. Guardandomi attorno notai che, fin dove l’occhio poteva spingersi, si vedevano catene montuose che segnavano come cicatrici il territorio, quando non lo circondavano a guisa di muraglia. Dai miei studi avevo avuto modo di appurare due fatti: il primo, che sotto quelle montagne c’erano le fucine dei nani, che non conoscevano riposo; il secondo, che avrei dovuto attraversare tutto il Nidavellir e trovare un passaggio tra i monti per entrare nello Svartalfheim.
In effetti, questi due luoghi sono così profondamente affini nella natura e vicini nella loro collocazione, che spesso il Nidavellir è considerato una regione vassalla del territorio degli Elfi Neri.
         Mutai subito forma, assumendo le sembianze di un lupo, con il duplice scopo di non dare nell’occhio e di avere una più adeguata protezione contro il vento gelido che spazzava la piana, che scoprii poi essere una delle tanti valli disabitate sparse in mezzo alle montagne .
Cominciai a camminare, dando le spalle al luogo cui ero giunto e procedendo verso quella che sembrava la più vicina catena montuosa.
Patii fame e freddo durante tutta la marcia, mangiavo lo stretto necessario per mantenermi in forze e non dormivo mai per più di un’ora, continuamente con la paura di essere scoperto e di non riuscire a portare a termine ciò che mi ero prefisso, o di scoprire che quella delle Gemme dei Mondi non era che una storia raccontata dai genitori ai propri figli per farli dormire la notte.
         Quasi persi la cognizione del tempo, quel deserto tutto uguale di sabbia nerastra e lucida circondato da monti grigi, immerso in un eterno crepuscolo, non mi davano alcun punto di riferimento geografico, né tantomeno per scandire lo scorrere del tempo.
Giunto alle pendici delle montagne più basse, dopo quelle che potevano essere due giorni, due settimane come pure due mesi, decisi che avrei dovuto trovare un luogo riparato per potermi riposare un poco ed essere sufficientemente in forze da poter riprendere il mio viaggio.
Mi inerpicai, di nuovo nella mia forma, sulle rocce affilate come vetro, tagliandomi i palmi delle mani e sentendo il sangue caldo scorrere sulla pelle intirizzita dal vento. Sedetti su un cornicione, ansimando per la fatica; fortunatamente, poco lontano da me scorsi quella che pareva l’apertura di una caverna nel fianco della montagna. Con un ultimo sforzo mi diressi in quella direzione ed entrai in quello stretto pertugio, che mi condusse in una grotta piuttosto ampia.
         Qui vidi che scorreva un piccolo ruscello, che a fatica si era aperto una via nella dura roccia scura, mentre il pavimento era costellato da sporgenze più o meno piatte e ampie, enormi stalattiti e stalagmiti si protendevano le une verso le altre, saldandosi in gigantesche colonne.
Mi sedetti su una delle sporgenze più vicine all’acqua e accesi con la magia un piccolo fuoco,quanto bastava per scaldarmi e osservare meglio l’ambiente circostante; mangiai qualcosa e bevvi dal ruscello, quindi ripresi a studiare la mappa che avevo copiato e alla quale avevo aggiunto note di mio pugno, per avere un quadro il più possibile completo.
         Vidi che, per attraversare le montagne, conveniva sfruttare il complesso sistema di grotte e gallerie che i primi abitanti del luogo avevano creato; c’erano ancora dei segni, sulle pareti altrimenti lisce della caverna, che potevano essere indicazioni dei costruttori per orientarsi nel labirinto di cunicoli.
Soddisfatto dell’esame del luogo, e allo stesso tempo sufficientemente certo che non ci fosse nessuno lì, a parte me, decisi di concedermi qualche ora di sonno, prima di riprendere il cammino…. –
 
- Tony –
         Quando Loki prende a raccontare la sua storia, il miliardario sulle prime è piuttosto scettico, convinto che ciò che uscirà dalla bocca del dio sarà solo una sfilza di bugie e storie strampalate che puzzano di bruciato. Tuttavia, dopo i primi minuti, si ritrova ad ascoltarlo con estremo interesse, completamente ammaliato e rapito dalla voce pacata e suadente di Loki.
Ora capisco perché lo chiamano “Lingua d’Argento”… e perché gli hanno tappato la bocca con quella museruola. Con quella voce potrebbe persino convincere Hulk a ballare il valzer.
         Durante il racconto si scopre ad ammirare la tenacia e la caparbietà con cui quell’uomo ha prima raccolto tutte le informazioni di cui necessitava, spesso togliendo ore o intere nottate al riposo, e poi ha affrontato un viaggio pieno di rischi e di incognite, solo per ottenere ciò che voleva e, forse, anche per dimostrare agli altri, prima ancora che a se stesso, il suo valore.
Si rende conto, con sua gran sorpresa e una certa qual dose di sano sconcerto, che dopotutto lui non è così dissimile dal dio: entrambi hanno avuto un padre assente e terribilmente esigente, che spesso li ha fatti sentire nullità e come qualcosa di inutile e indesiderato. Entrambi sono considerati dei geni, menti furbe, scaltre e imprevedibili, e certamente dotati di un ego spropositato, anche se Tony non ha mai tentato di conquistare ben due pianeti per compiacere il proprio orgoglio, né tantomeno ha ucciso centinaia di persone per vendicarsi del fratello, fermo restando che lui è figlio unico.
         Tuttavia comincia anche a capire ciò che Anja afferma a gran voce da quando è arrivata lì con il piccolo cervo, cioè che al di sotto della facciata da pazzo psicopatico pluriomicida del dio c’è davvero molto altro: una persona che ha lottato e sofferto sempre da solo, abbandonato da tutti e che mai, mai, a dispetto di questo, si è dato per vinto. Anja ha ragione ancora una volta: di tutti loro, Loki è il meno ipocrita; se pure non è un merito vantarsi dei propri crimini, lo è invece non nasconderli ma ammettere le proprie responsabilità.
         Oddio, dove siamo finiti… comincio seriamente a credere che avremmo dovuto dargli retta, quando ci ha detto che era di passaggio, e che non avremmo dovuto tirare in mezzo anche Anja. E se mi avessero detto tre mesi fa che avrei finito per ammirare Loki, perché questa è la verità, per quanto Bambi continui a non essere tra le mie persone preferite, mi sarei lanciato da solo attraverso la vetrata, e senza il Mark VII.
Oh, piccola Anja, spero davvero che tu sappia quel che fai… e che la tua fiducia sia ben riposta.
 
 
N.d.A.
 
Rieccomi a voi! Scusate, scusate scusate per il ritardo nel pubblicare il nuovo aggiornamento, ma ai miei impegni si è aggiunto pure un  malefico blocco dello scrittore e scrivere questo capitolo, la seconda parte soprattutto, è stato davvero un macello. Fortuna che l’aver visto “Thor: The Dark World” ieri sera ha sbloccato assai le cose! :D
            Comunicazione di servizio: causa impegni durante la settimana, d’ora in poi e fino a nuovo avviso pubblicherò tra sabato e domenica, sempre a cadenza settimanale, se mi riesce.
Bene, venendo al capitolo: TA-DAH! Colpo di scena doppio: sappiamo per qual motivo i nostri beniamini si sono incontrati (se vi pare poco chiara la spiegazione, non vi preoccupate, più avanti verranno fornite spiegazioni più complete) e anche la prima parte delle vicende di Loki che ci hanno portato fino a qui XD La storia di Loki credo prenderà i prossimi due capitoli –eh lo so, è lunghetta ma serve tutta- e la struttura sarà questa:  la parte in corsivo per la narrazione di Loki, che sarà intervallata dai POV dei singoli personaggi visti finora, in cui ciascuno di loro esprimerà le proprie opinioni/considerazioni in merito. Se vedeste qualche errore ortografico, o alcune parti che non stanno in piedi, ditemelo per favore! Ok, direi che ho finito di tediarvi, eheheh! XD
Ringraziamenti:
Per le recensioni: Erika_00, Alexien e Ebi Tempura e La_Polly  - come sempre, aspetto con ansia i vostri pareri XD-
Per averla inserita nelle preferite: akiralovemanga, DarthGiuly, Erika_00 ,
Welcome to the darkside e  La_Polly, Stella_Ely  - sono felice di vedere che siete aumentate!!-
Per averla inserita nelle seguite: Alexien, big gio 98, Destiel_Doped, nakimire, sakura92,
silvermoon74, simo95, tykisgirl, La_Polly, Strix, Ebi Tempura, dama galadriel, Welcome to the darkside, ponyothewitch  e veronika87, dbclaudia, maura 77, Stella_Ely, TaylorAllisonSwift -mi fa piacere vedere che siete aumentati! XD infinite volte grazie, sono molto contenta!!-
Per averla inserita tra le ricordate:
Feelings e Zakurio  - un grazie speciale anche a voi, che vi ricordate della mia follia! XD-
Bene,per ora è tutto! A settimana prossima, stavolta cercherò di essere puntuale, e mi raccomando, sotto con le recensioni!!!
Tanti bacioni, la vostra affezionatissima Mòrrigan <3
  
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