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Autore: ElloDoctor    25/11/2013    2 recensioni
Lo studente sollevò un sopracciglio, ma allungò una mano a Kurt. “Sebastian Smythe.”
Nonostante si sentisse un po’ timoroso, Kurt la strinse. “Kurt Hummel.”
AU: Cosa sarebbe successo se Kurt avesse conosciuto Sebastian invece di Blaine quando si recò alla Dalton per spiare gli Usignoli?
Traduzione di: RenoLover
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le tre settimane successive alla loro uscita allo Scandals passarono tra caffè quotidiani con Blaine e Sebastian. Più di due volte a settimana, Kurt si ritrovava al Lima Bean, a scambiarsi battute pungenti con Sebastian e ad ascoltare Blaine parlare estasiato di Josh. Kurt non era certo di come fosse diventata un’abitudine uscire con quei due ragazzi della Dalton, soprattutto perché non era sempre Blaine a proporre le uscite.
 
Lima Bean, 4:00? – S
 
Aveva ricevuto quel messaggio qualche giorno dopo la prima uscita ed era certo del fatto che Sebastian volesse qualcosa da lui. Era arrivato al Lima Bean trepidante e ansioso di scoprire di cosa si trattasse, per poi trovarsi scioccato quando, dopo aver chiesto a Sebastian cosa volesse, Sebastian rispose;
 
“Che c’è? Non mi è permesso uscire con voi soltanto per prendere un caffè?”
 
Ed erano andati avanti così.
 
Alle volte facevano i compiti ma spesso finivano per chiacchierare in maniera amichevole (almeno per la maggior parte del tempo) di qualsiasi cosa, dalla musica alle dosi spropositate di compiti che dovevano fare Sebastian e Blaine e i pochissimi che aveva da fare Kurt.
 
“Il modo in cui riesci a parlare un francese quasi decente frequentando quella scuola è ridicolo.” Sebastian aveva detto a Kurt, col suo solito ghigno in volto.
 
Quasi decente?” Lo sguardo che Kurt lanciò a Sebastian fece raggelare perfino il ragazzo. “Tu as le corps d’un chien et le QI d’un gamin de cinq ans.”*
 
“Je t’emmerde!”** Sebastian sorrise mentre lo diceva e anche Kurt lo fece, soprattutto per la faccia confusa di Blaine.
 
Non parlavano spesso in francese, soltanto quando volevano infastidire Blaine, oppure Sebastian decideva che insultare Kurt in inglese non era più sufficiente – o il contrario – perché Kurt ricambiava piuttosto bene.
 
“Puzzi di marchetta,” Disse un pomeriggio, arricciando il naso con fare sprezzante verso l’altro ragazzo.
 
“Marchetta? Davvero, Kurt? Disse quello che profuma di rose.” Sebastian aveva risposto, facendo ruotare gli occhi. “Hai comprato tu quel maglione? O è di tua madre?”
 
Kurt si era sentito impallidire per un secondo, ma aveva tenuto la testa alta, cercando di abbattere l’onda di tristezza che lo attraverso. “Mia madre è morta.”
 
Non aveva progettato di dirlo in maniera così brusca.
 
“Mi dispiace,” Sebastian aveva detto a bassa voce, lasciando Kurt un po’ sorpreso, mentre Blaine poggiava una mano sulla sua per confortarlo. “So quanto deve essere stato difficile per te.”
 
“Davvero?” Il breve momento di tristezza di Kurt era stato rimpiazzato da un misto di curiosità e di brama.
 
“La mia matrigna è morto l’anno scorso,” Sebastian aveva usato la stessa voce bassa. “Ha vissuto con noi da sempre.”
 
“Mi dispiace.”
 
“Grazie,” Sebastian aveva sorriso ed erano rimasti seduti lì per un minuto interminabile, sorridendosi a vicenda, e Kurt notò di aver dimenticato che Blaine fosse lì.
 
“Hai dei capelli orribili,” Kurt aveva detto con leggerezza, spezzando lo strano ma – sorprendentemente - non fastidioso momento che avevano condiviso.
 
“Tu hai una voce orrenda quando parli,” Sebastian aveva sogghignato e Blaine, beh, non aveva detto nulla; aveva semplicemente piantato il proprio volto sul tavolo, mormorando in un sospiro su quanto fosse dura la sua vita.
 
Se da un lato era vero che Sebastian e Kurt amavano provocare Blaine al punto da spingerlo quasi a tirarsi i suoi capelli pieni di gel, dall’altro, Blaine non aveva di certo una vita dura.
 
Blaine e Josh erano già usciti insieme cinque volte, appuntamenti che Blaine descriveva dettagliatamente a Kurt e Sebastian successivamente. Aveva preso l’abitudine di dire a Kurt e Sebastian di incontrarlo al Lima Bean il giorno dopo ogni appuntamento, allo scopo di chiedere a loro di aiutarlo ad analizzare ogni momento del tempo che aveva passato con Josh. Se da un lato Kurt amava il romanticismo e via dicendo, doveva anche ammettere di condividere un po’ del sentimento di esasperazione di Sebastian ogni volta che Blaine chiedeva consigli.
 
“Credete che il fatto che mi abbia aperto la porta significhi che pensa che io sia debole?” Chiese Blaine, una volta che si furono seduti con i loro caffè Martedì pomeriggio, dopo che lui e Josh erano andati a vedere un film la sera precedente.
 
Kurt e Sebastian non dissero nulla, si scambiarono uno sguardo divertito.
 
“Oddio lo pensa, vero?” Blaine cominciò ad andare in panico immediatamente e Kurt, tentando di non ridere, allungò una mano sul suo braccio in un gesto di consolazione.
 
“Certo che no, Blaine, sono certo del fatto che si stia soltanto comportando da gentiluomo.” Disse e Sebastian ridacchiò. “Oh taci, Smythe, soltanto perché tu non sei un gentiluomo, non vuol dire che non esistano in generale.”
 
“So essere un gentiluomo se voglio!” Sebastian protestò e sia Kurt che Blaine lo guardarono con delle espressioni incredule in volto.
 
“Certo che puoi … così come Blaine può stare per più di cinque minuti senza gel.” Disse Kurt sarcasticamente, sollevando un sopracciglio e osservò Blaine divertito mentre l’altro si accarezzava inconsciamente i capelli.
 
“Soltanto perché non lo avete visto con i vostri occhi, non vuol dire che io non possa esserlo,” Sebastian protestò vivamente.
 
“Certo,” Kurt accordò poco convinto e Sebastian ringhiò.
 
“Possiamo continuare a parlare di Josh?” Supplicò Blaine.
 
“Parliamo sempre e solo di quello,” Sebastian disse sogghignando.
 
“Di quello e dei bellissimi occhi di Josh …” aggiunse Kurt, incapace di resistere.
 
“Giusto!” Sebastian rise. “Dimmi, Kurt, sono castani? O cioccolato?”
 
“Tacete!” Blaine era arrossito in maniera evidente, notò Kurt. “Perfino voi due che litigate è meglio di questo.”
 
“Scusa, Blaine,” si scusò Kurt, incapace di trattenere il sorriso che sbocciò sul suo volto.
 
“Sì, scusa, Blaine,” il volto di Sebastian era serio e Kurt non gli credette per un istante. Sorprendentemente però, Sebastian rimase in silenzio e Blaine riprese a raccontare dal suo appuntamento con Josh. Mentre Blaine parlava, Kurt teneva gli occhi puntati su Sebastian, che sembrava star tentando di sopprimere un sorriso.
 
“Perché stai sorridendo come un gatto che ha preso un canarino?” Kurt gli chiese.
 
“Perché,” Sebastian sussurrò, gesticolando verso il parcheggio, “credo che Blaine abbia preso un usignolo.
 
Kurt guardò attraverso le finestre e vide che Josh era appena uscito dalla sua macchina e si stava facendo strada verso le porte del Lima Bean.
 
“ … terribile, era come se gli attori non ci stessero neanche provando,” Blaine stava ancora parlando e Kurt annuiva, come se stesse ascoltando.
 
“Capisco cosa vuoi dire,” disse e Blaine continuò, completamente ignaro del fatto che Josh fosse appena entrato nel Lima Bean, visto che era di spalle rispetto all’ingresso e il bancone.
 
Sia Kurt che Sebastian osservarono mentre Josh li notava e cominciava a farsi strada verso di loro.
 
Kurt tentò di nascondere una risata mentre Josh si avvicinava e Blaine stava ancora parlando.
 
“E penso che quello sia stato il momento in cui ci ho rinunciato, quando Josh ha detto-” Blaine fu interrotto da Josh che finalmente raggiunse il loro tavolo.
 
“Che cosa ho detto?” Chiese, sorridendo, e Blaine sobbalzò in maniera evidente.
 
“Josh?” Blaine voltò la testa, arrossendo gradualmente.
 
Sembrava che Blaine arrossisse ancora più di Kurt.
 
“Hey Blaine,” disse Josh.
 
“Hey,” Si sorrisero a vicenda.
 
“Disgustoso,” disse Sebastian a Kurt e ridacchiarono entrambi.
 
“Ciao Sebastian,” Josh fece ruotare gli occhi. “E ciao anche a te Kurt.”
 
“Hey,” dissero insieme Sebastian e Kurt. Kurt fissò Sebastian e vide che il proprio disgusto era riflesso sul viso del ragazzo.
 
Blaine e Josh risero e ci volle tutta la forza di volontà che Kurt aveva in corpo per non mostrargli il medio. Non dovette farlo comunque, perché ci pensò Sebastian.
 
“Maleducato,” disse Josh.
 
“Sebastian è fatto così …” Kurt sorrise a Sebastian. “Serve a rimediare alla sua stupidità.”
 
“Che cosa rimedia alla tua, Hummel? Che cosa rimedia alla tua mancanza di abilità mentali? E se rispondi un sesto senso per la moda femminile, ti strangolerò con la tua stessa sciarpa.”
 
“Fanno sempre così?” Josh chiese a Blaine, e lui rise.
 
“Più o meno sì,” disse.
 
“Scusa,” Kurt rispose, sorridendo desolato. “Siamo stati maleducati, davvero; vuoi unirti a noi?”
 
“Grazie, con piacere.” Josh tirò via una sedia libera fino a spostarla accanto a Blaine e Kurt mosse la propria per fargli spazio, il che, purtroppo, lo costrinse ad avvicinarsi a Sebastian.
 
“Non sapevo che mi trovassi così irresistibile …” Sebastian sogghignò a Kurt che lo guardò subito.
 
“Ti trovo irresistibile come un rospo, non pavoneggiarti.” Disse Kurt, facendo ruotare gli occhi.
 
“Se mi baci, forse mi trasformerò in un principe?” Provocò Sebastian, cercando di non ridere.
 
“Sta zitto, Smythe.”
 
***
 
Il giorno successivo, Kurt arrivò al Lima Bean con il cuore greve in petto. Il peso degli eventi del giorno lo stava abbattendo nel modo peggiore possibile e stava tentando con tutto se stesso di non scoppiare in lacrime.
 
Kurt entrò negli spogliatoi, maledicendo Finn e la sua pessima memoria. Non era un suo problema, il fatto che Finn avesse lasciato gli appunti di matematica che Kurt gli aveva prestato nel suo armadietto degli spogliatoi, e se non fosse perché gli servivano quella sera, avrebbe detto a Finn di prenderseli da solo.
 
Frugò nell’armadietto di Finn, cercando la sua cartellina gialla tra il cibo in parte mangiato e le felpe da palestra usate. Arricciando il naso, setacciò nel mezzo di quel caos per qualche minuto, sollevato quando riuscì a trovare finalmente gli appunti in fondo, sotto un paio di short. Li infilò nella propria borsa a tracolla, cercando di ricordarsi che avrebbe dovuto pulire la cartella una volta tornato a casa. Si voltò; pronto per andare a prendere il suo caffè con Sebastian e Blaine, quando si ritrovò faccia a faccia con la persona che aveva tentato di evitare.
 
Karofsky.
 
Kurt sentì il sangue affluire dal volto e fece un passo indietro d’istinto, tenendosi stretto alla sua borsa. Il silenzio nello spogliatoio era improvvisamente schiacciante.
 
“Stai lontano da me,” disse Kurt, con la voce spezzata.
 
“Non voglio farti del male.” Nonostante le sue parole, l’espressione di Karofsky era cambiata da indifferente a minacciosa.
 
“Finn è qui fuori,” mentì Kurt, sperando che Karofsky non scoprisse che mentiva.
 
“No, non c’è,” il tono di Karofsky non cambiò. “Voglio solo parlarti.”
 
“No!” Kurt rispose più ad alta voce, incapace di bloccare la paura dal riflettersi nel suo tono. “Lasciami in pace!”
 
“Voglio solo parlarti,” ripeté Karofsky bruscamente.
 
“No, vuoi solo abbattermi,” disse Kurt, mentre la rabbia sostituiva la paura. “Vuoi solo trattarmi da schifo ora che sono solo.”
 
“No!” Karofsky gridò, seccato. “Per Dio, lasciami parlare!”
 
“Perché? Così che tu possa dirmi che sono un abominio e non dovrei esistere?” A ogni parola la voce di Kurt diventava più alta ma all’interno della sua testa poteva sentire le parole di Sebastian.
 
“Non dovresti confrontarlo Kurt, lo renderebbe soltanto più arrabbiato e quando le persone si arrabbiano prendono decisioni folli ed affrettate. Ti farai male se s’innervosisce.”
 
Il viso di Karofsky si scurì. “No! Lasciami finire, Dio!”
 
“No, non ho altro da fare qui.” Kurt disse fermamente, cercando di nascondere il modo in cui le sue mani stavano tremando. Si fece strada verso la porta, ma Karofsky gli bloccò la strada. Kurt deglutì per la paura e fece un passo indietro, tentando di controllare il proprio respiro.
 
“Lasciami. In. Pace.” Disse, cercando di sembrare il più minaccioso possibile.
 
“Voglio solo parlare,” Karofsky disse disperato e Kurt sentì una nuova ondata di rabbia.
 
“Non mi fai paura,” disse, cercando di suonare convincente. “Sei soltanto un ragazzino spaventato, cos’è che ti fa così tanta paura-”
 
Gli occhi di Kurt si spalancarono quando sentì la bocca di Karofsky premersi sulla propria.
 
Karofsky aveva afferrato il suo volto in una presa salda e c’era voluto qualche secondo affinché Kurt realizzasse cosa stava accadendo. La bocca di Karofsky si stava muovendo senza delicatezza sulla sua, in modo disperato, Kurt spintonò il petto dell’altro, con il cuore che gli accelerava in petto.
 
Karofsky lo stava guardando con uno sguardo pieno di paura e lo stomaco di Kurt si strinse in nodi.
 
Senza neanche pensarci, fuggì dalla stanza, con le lacrime che gli rigavano il volto.
 
Mentre Kurt camminava verso il loro solito tavolo, vide che Sebastian era lì da solo.
 
“Hey,” disse, tentando di impedire alla propria voce di tremare. “Scusa se ho fatto tardi.”
 
Sebastian lo fissò per un secondo, gli occhi che scrutavano il volto pallido di Kurt e i suoi occhi arrossati.
 
“Che cosa è successo?” Chiese a bassa voce, guardando Kurt negli occhi.
 
“Nien-” Kurt cominciò, ma Sebastian lo interruppe immediatamente.
 
“Piantala, so che c’è qualcosa che non va e quando Blaine torna con il nostra caffè, ce lo dirai.” La voce di Sebastian era decisa ma stranamente gentile, Kurt si sentì più rilassato mentre si sedeva su di una sedia.
 
“Grazie,” sussurrò e Sebastian annuì.
 
Blaine arrivò qualche minuto dopo, con tre tazze di caffè fumante.
 
“Hey Kurt,” disse sorridendo e poi si fermò. “Cosa c’è che non va, ragazzi, perché siete così silenziosi?”
 
“È successo qualcosa a Kurt,” Sebastian disse, guardando ancora Kurt.
 
“Cosa?” Blaine si sedette rapidamente e guardò Kurt, preoccupato. “Cos’è successo, Kurt?”
 
Kurt rimase in silenzio per un istante ma notando lo sguardo stranamente preoccupato di Sebastian, cominciò a raccontare cosa era accaduto nello spogliatoio.
 
“… sono scappato e sono venuto qui.” Terminò, con la voce graffiata dall’emozione che stava trattenendo dentro, senza guardare i due ragazzi seduti di fronte a lui.
 
“Oh Kurt,” disse Blaine, triste, così evidentemente dispiaciuto per Kurt che fece sentire Kurt incredibilmente fortunato all’idea di avere un amico come lui.
 
Sollevò lo sguardo e fu molto sorpreso quando notò che la sedia di Sebastian era vuota; si voltò per notare che Sebastian era un metro lontano dal tavolo si stava sistemando il blazer mentre camminava rapido verso la porta.
 
“Sebastian?” Blaine lo chiamò, confuso. “Che stai facendo?”
 
Sebastian incrociò lo sguardo di Kurt e disse con assoluta convinzione. “Sto andando a trovare Karofsky e quando lo farò, lo colpirò così forte da tirare fuori tutta quella merda che ha dentro.”

Traduzione (mi scuso nel caso fosse sbagliata)
*“Hai il corpo di un cane e il quoziente intellettivo di un bambino di cinque anni”
**“Fottiti”
 
   
 
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