Film > Un mostro a Parigi
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Autore: Malanova    25/11/2013    2 recensioni
E' passato un mese da quando Francoeur è ritornato all'Oiseau rare ed è diventato a tutti gli effetti il partner cabarettistico di Lucille. Ma una misteriosa ragazza arriva a Parigi insieme al circo Claire de lune e una serie di piccoli eventi vedranno il musicista di nuovo in pericolo. Sperando di riuscire a fare ciò che ho scritto; vi auguro una buona lettura. Attenzione: la storia è stata aggiustata facendo si di aggiungere piccole particine e togliendo qualche incongruenza. Grazie e alla prossima!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francœur, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il carro mobile di Cyfer sfrecciò attraverso la campagna incontaminata a tutta velocità, seguito poco dopo dai altri carri dei circensi. Maynott aveva provato a condurre il veicolo a suo piacimento; ma la guida di quello strano trabiccolo era più difficoltosa di quanto immaginasse. Il mezzo si stava dirigendo verso la città di Parigi, prendendo tutte le buche e i sassi che si trovavano davanti al suo cammino. “Come si guida questo affare?!?” gridò l’ex prefetto irato. Cercò di girare quella sottospecie di timone d’acciaio che era spuntato dalla libreria quando aveva azionato la macchina; ma il volante girò talmente forte che gli storse violentemente il braccio ferito dai morsi di Francoeur. Ululò dal dolore, mollando la presa dal manico.

Kalima, che ancora era intontita dalla pozione del professor Amber, dette un’occhiata veloce a Francoeur ed indicò con un impercettibile cenno della testa lo scrittoio che si trovava alle spalle della pulce gigante. Poi sillabò con le labbra le parole “Ultimo cassetto” e “Pistola”. L’insetto gigante capì ed annuì. Lentamente; senza farsi notare Maynott, cercò di dirigersi verso il mobile ma una curva particolarmente violenta lo fece finire addosso alla circense ed insieme si scontrarono contro una parete, affianco al cadavere del Direttore. I due sussultarono dall’orrore: quei occhi di ghiaccio sembravano ancora guardarli con odio.

Maynott stava schiacciando una serie di pulsanti luminosi che apparvero in ogni dove sulla stessa piattaforma del volante, troppo occupato per badare ai suoi due prigionieri, e il vagone prese a sbandare sempre di più, aprendo e chiudendo una serie di finestrelle che prima erano invisibili. Alla fine, ringhiando dall’esasperazione, si voltò verso la coppia, che era ancora stesa a terra, e gli puntò contro l’arma. “Tu, bambolina, alzati dal pavimento e vieni a guidare questo coso … subito!” gli ordinò alla circense, togliendo la sicura.

Francoeur frinì minaccioso verso l’uomo e con il suo corpo possente avvolse quello della trapezista, facendo sì che rimanesse esposto solo lui e il suo esoscheletro, immune ai proiettili. “Dannato parassita” ringhiò Maynott abbassando la pistola contro il fianco. Gli occhi neri come il catrame scrutarono l’interno del vagone, alla ricerca di qualcosa che potesse essere utile finché finirono sul bastone elettrico, che a causa delle sbandate era rotolato fino ai suoi piedi. Fece un sorriso diabolico e guardò l’insetto con gioia sadica. Lo prese accuratamente da terra e lo sventolò davanti alla faccia del chitarrista. Gli occhi rossi di Francoeur si spalancarono dal terrore e iniziò a tremare. Maynott si avvicinò, con uno sguardo folle, e girò una manopola del bastone, che si mise a produrre scintille elettriche alla punta. “L’hai voluto tu, sottospecie di pidocchio …” tubò l’uomo e tirò indietro il braccio per fare l’affondo. L’altro si rannicchiò ancora di più per poter proteggere meglio la sua amata, nonostante ella cercasse di liberarsi e continuava con le lacrime ai occhi a supplicarlo di lasciarla andare, e si preparò al colpo. Ma qualcosa urtò violentemente il retro del vagone, tanto che l’uomo perse l’equilibrio e cadde all’indietro, perdendo la presa del bastone che fu scagliato contro una delle finestrelle, per perdersi all’esterno.

Maynott si voltò verso il retro del mezzo con la bocca spalancata. Che diamine stava succedendo?


“Raoul che cosa stai facendo?!” aveva urlato Lucille guardandolo irata e spaventata nello stesso tempo. A causa dell’urto che aveva causato il fattorino, pigiando un piccolo pulsante viola, tutti tranne lui erano cascati a terra come un sacco di patate. “Prova a guidarlo tu se pensi di essere migliore di me!” aveva ribattuto l’uomo ricambiando l’occhiataccia “Ha più pulsanti questa macchina che il comando della mia adorata Michelle …” poi notando l’occhiata perplessa di Aden e dei altri circensi aggiunse con un borbottio “Il mio furgone”.

Gli artisti annuirono anche se non avevano capito perché lui avesse chiamato il suo furgone con il nome di una donna. Hafaza scosse leggermente la testa e disse “Ora l’uomo cattivo sa che noi raggiunto …” “Non potrà fare niente finché siamo qui e in movimento” ribatté il ragazzo bendato affacciandosi alla finestrella frontale “E poi guarda come fa sbandare il vagone a destra e a sinistra … è strano che il Direttore guidi il vagone così male …” “Comunque dobbiamo fermarlo prima che raggiunga la città” aveva detto Madame Gould. Poi volse il suo viso senza tratti all’uomo bendato e gli rispose “Non c’e il Direttore al volante ma il suo amico … quello che Hafaza ha fatto evadere … ha ammazzato il nostro capo ed ha azionato il vagone per scappare dal circo …”. I presenti raggelarono a quelle parole dette con tanta naturalezza dall’anziana donna. “Comunque sia, li abbiamo quasi presi …” disse Aden rivolto ai altri “Se diamo un altro paio di colpi sul retro potremo farli finire fuori strada!”. Raoul non se lo fece ripetere. Pigiò ancora il tasto viola. Si scontrarono di nuovo con l’altro vagone, facendo ricadere gli altri “Cretino!” aveva gridato la cantante “Almeno facci reggere a qualcosa!”.


Al secondo colpo; Maynott riperse l’equilibrio, difficoltosamente raggiunto, e andò a picchiare la testa contro uno spigolo della biblioteca. Non fece alcun cenno di rialzarsi e rimase fermo. Francoeur si eresse leggermente e gli diede un’occhiata. Sembrava che avesse perduto i sensi. Si tolse di dosso alla ragazza e lo indicò. Lei si alzò in piedi e si avvicinò con molta prudenza. Lo esaminò con cura e disse “Si … è ancora vivo ma il colpo che ha ricevuto l’ha messo fuori combattimento …” si voltò verso l’insetto e ordinò “Prendi le nappe che tengono su quelle tende”. Francoeur fece come gli era stato detto e lei legò l’ex prefetto come un salame “Ora, anche se riprendesse i sensi, non potrebbe più farci niente” disse Kalima soddisfatta. Si avvicinò ai comandi e urlò “Guarda che casino ha combinato! Ha rotto gran parte dei comandi con le sue orride manacce!”. Schiacciò una serie di pulsanti, facendo aprire un oblò frontale in modo da vedere la strada, e tirò anche una leva ma sembrò non sortire alcun effetto “I freni sono andati” disse rivolgendosi a Francoeur, pigiando altri pulsanti per riassestare il mezzo. Poi sentirono un terzo urto e la pulce fece un verso tra l’irritato e il sorpreso. Andò vicino a una finestrella che Kalima aveva lasciato aperta e si affacciò. C’era un vagone, identico a quello con cui stavano viaggiando, che si era scontrato contro di loro. C’era Raoul alla guida con Aden vicino. Stava per fargli un cenno quando si sentì un ‘clic’. I due vagoni motorizzati furono agganciati l’uno all’altro. “Ora che gli prende a questo affare?!” sibilò lei irritata.


“Ben fatto Raoul!” esclamò Aden “Ora cerca di frenare il più dolcemente possibile … ricordati che al suo interno ci sono i nostri amici …” “Lo so benissimo! Lo vedo anche io Francoeur da qui” sbottò l’altro. Tirò una leva e cercò di far frenare anche quello che stava di fronte. Ma sembrò non funzionare, anzi: il loro vagone aumentò la velocità come quello del Direttore “Se continua così; raggiungeremo la città in quindici minuti!” gridò Madame spaventata “Mi scusi signora …” disse Emile “Ma non vedo che cosa ci sia di male …” “Credo che la risposta sia piuttosto semplice signor Emile” rispose Paté “Credo che tutta la città sia ormai al corrente che Maynott è stato aiutato ad evadere da Cyfer: a quest’ora tutta la popolazione si starà muovendo contro di loro …” “Ma questo è ridicolo!” esclamò Maud scioccata ma il capo della polizia scosse la testa e disse “Quando si ha paura; l’istinto di sopravvivenza cancella dai occhi anche la verità …”.


Infatti, a Parigi, il primo cittadino stava comunicando con una folla inferocita al di sopra di uno spalto e gridava “Cittadini di Parigi! Unite le vostre forze e la vostra rabbia contro il Claire de lune, il circo infestato dalle creature immonde! Gridate insieme a me ‘Basta ai mostri dentro la nostra città’!”. Gli uomini alzarono il loro fucili ed i forconi mentre le donne scandivano “Al rogo!”. Il sindaco puntò il dito contro l’orizzonte e tuonò “Rispediamo all’inferno quelle creature senza Dio!”.

  
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