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Autore: finnicksahero    25/11/2013    1 recensioni
Mi sono sempre chiesta come si sono conosciuti Finnick e Annie, e durante l'ora di Chimica è nata questa storia. Dal testo:
-Piacere Finnick- dico porgendogli una mano, lei si volta verso di me ancora con il broncio sulle labbra e tende una mano -Annie Cresta-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm in love with you ...'
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Capitolo cinque:

Mi svegliai di colpo, portandomi una mano al collo, fuori era buio e anche la stanza lo era, mi accarezzai il collo, in cerca di tagli o ferite, mi rilassai e senti il sudore che mi si attaccava alla schiena, scossi I capelli mi alzai e andai alla finestra, vidi il cielo senza stelle e mi si strinse il cuore, tutto quell'inquinamento non possono vedere il cielo illuminato da tante piccole lucine che ti fanno sognare.

Mi stiracchia mentre l'orologio incoccava un'altra ora, guardai la sveglia blu fosforescente sul mio comodino, segnava le quattro, sospirai, mentre mi ributtai sul letto, pensai a mia sorella, che era a casa da sola con mio padre, il cuore mi si strinse, pensai a tutto quello che mi ero vietato di pensare.

-Finnick- urla una voce, impreco in maniera colorita, mi tiro su a sedere e vedo Estella che mi fissa con un'espressione seccata -Sono le nove alle dieci devi scendere, quando pensavi di svegliarti?- chiede lei io gemo -Ora, esci dalla mi stanza che mi devo vestire!- urlo, lei ridacchia e mi fa l'occhiolino, esco dal letto mentre lei si chiude alle spalle la porta vedo che hanno lasciato la tenuta da allenamento, è ti un tessuto morbido morbido e purtroppo molto aderente, usci dalla mia camera senza far rumore.

Entrai nella sala da pranzo, Mags stava parlando sorridente con Giorgina, tutti si voltarono verso di me e sorrisero -Oh, scusate il ritardo- dissi, mi sedetti e presi da mangiare, in silenzio consumai la mia colazione -Keila?- chiesi, Mags sorrise -E' nella sua parte, ora muoveti ragazzo che devi andare ad allenarti!- mi rimprover Mags, bevvi del succo d'arancia e mi alzai, la mia mentore fece uguale.

Mi accompagnò all'ascensore e quando entrai mi sorrise -Ricordati che puoi farcela, ricordati le tue promesse ragazzo- mi dice sorridendo tristemente, non ho il tempo di chiederle il perché di quelle parole, con il fatto che le porte si chiudono, le domande non dette mi rimangono in mente, cosa voleva dire? Perché mi dice così? Mi chiesi, scacciai quei pensieri dalla mente dovevo rimanere concentrato, arrivai giù in minuto, Keila era già in posizione, eravamo in pochi, c'erano I tributi dei dodici, due ragazzi con occh grigi pelle olivastra e capelli castani, avranno avuto sui sedici diciasette anni, ma la magrezza eccessiva li faceva più piccoli, mi si strinsi il cuore, da noi mancava il cibo ma non da morire così di fame.

Erano vicini e parlavano a bassa voce, poi I distretti favoriti, quelli dell'uno entrambi diociotenni, lui con la faccia suina grande il grosso, anche troppo per un ragazzo di quell'età lei era bella, con capelli biondi occhi nocciola, avevano tutti e due sorrisi maligli, mi senti gelare il sangue nelle vene, quelli del due erano spaesati, guardavano a destra e a sinistra, ma non mi feci fragare pensai a Johanna Mason la ragazza che avea vinto l'anno prima di me, si era presentata gracile e incapace, poi li aveva uccisi tutti, in un batter d'occhio, poi vidi Keila, parlava freneticamente con I tributi gesticolando, loro annuivano decisi, mi misi in un'angolo aspettando che la sala si riempisse, l'istruttrice era una donna sui venticinque anni la pelle scura color caffè e un espressione furba negli occhi, forse stava pensando su chi scommettere, ovvio.

Gli strateghi ci fissavano dall'alto, mantenni la schiena dritta tutto il tempo, la sala si riempi velocemente, l'istruttrice che si chiama Adele ci spiega molte cose, io annuisco ma non sento una parola studio I miei avversasi, con scarsi risultati perché in mente mi rimangono impressi I tributi del 12 e quelli dei 2, quando ci lasciò liberi andrai dritto alla zona del tiro con l'arco, non faceva male imparare a combattere da lontano.

Presi la mira e lanciai, la freccia si impianto dritta nel centro, sorrisi soddisfatto di me stesso -Bel lavoro biondino- mi dice una voce acuta e femminile, mi girai di scatto e vidi una ragazza con I capelli raccolti in una crocchia rigida e perfetta, occhi verdi come quelli di Annie, -Emh grazie- dico io non curante, lei sorride mostrando denti vampireschi dritti e bianchi -Senti visto che non ti sei alleato con il branco dei favoriti, cosa strana per quelli del vostro distretto, ti va di allearti con me?- chiedo, poi mi viene in mente il suo distretto, dal sei, 'furba, mi vuole alleato e poi mi uccide subito' penso, sorrido e faccio cenno di no con la testa -Grazie, ma ho deciso di non fare alleanze- dichiaro, il suo sorriso si spegne lascia spazio ad un ghigno malevolo, che contiene più veleno di una bacca velenosa, -Non fa niente, ma guardati le spalle Biondino- dice andando via, ondeggia I fianchi come una modella scuoto la testa e ricarico l'arco, passo la mattinata ad allenarmi con le varie armi e il pomeriggio con le tecniche di sopravvivenza, non faccio vedere la mia bravura con le corde e I nodi, -Ok tributi per oggi l'allenamento, ricomcieremo domani alla stessa ora- dice Adele, noi usciamo infila, brusii sommessi si creano nelle varie alleanze, esco da solo, per ultimo mi giro un'attimo e vedo piano piano le luci spegnersi, e tutto si spegne, tutto nasce e tutto muore, quel pensiero mi fa sobbalzare perchè è vero, la luce è come la vita, quando si spegne tutto diventa buio, quando una vita finisce, tutto è buio.

Monto sull'ascensore da solo e la rapida salita mi fa mancare l'aria, quando arrivo al mio piano corro in camera mia a farmi una doccia, -Ok Fin, meno uno, due giorni di allenamento, le sessioni private e le interviste, fatti notare, magari ci riesci- mi dico, ma non ci credo neanche io, sospiro e chiedo alla senza voce di portare un biglietto dove dico che non ho fame e che preferisco rimanere in camera, perché dopo tutto quel giorno ho passato tutto il tempo ad allenarmi e ora voglio stare solo, pensare e basta.

Mi sdraio sul letto e guardo il soffitto monotono e pacato, grigio topo senza emozioni, chiudo gli occhi e mi sembra di sentire il rumore del mare, le onde che s'infrangono sulla riva, I gabbiani che strillano, il sole sulla pelle nuda, la mia vita m sta scivolando via, non posso farci niente, senza accorgermene dormo, ma questa volta non è un incubo, ma è molto peggio, perché è la promessa di una vita che non potrà mai essere vita, perché niente se ci sarà qualcosa sarà più come prima.

  
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