ciao a tutti! mi scuso immensamente per averci impiegato così tanto ma fra la storia che mi viene a saltelloni e i mille impegni non ce l'ho proprio fatta! spero che l'ispirazione torni preponderante, ma soprattutto che questo capitolo possa piacervi!
baci sapph

“Hai ancora freddo, o ti basto?” disse melodioso William.
 Quelle braccia erano così calde che preferii non rispondere e accoccolarmici dentro, stringendomi al suo petto, solido, bollente e rassicurante. Sentivo il battito del suo cuore e il suo petto riempirsi e svuotarsi d’aria, così finii per regolarizzare il mio respiro sul suo.
Restammo in silenzio. Un silenzio che parlava da sé, che cancellava questa settimana, che faceva pallido sogno le battute del primo giorno, che annullava ogni astio, ogni distanza fra di noi. Ci godemmo gli ultimi raggi del Sole, che ancora rischiaravano l’orizzonte, e quando scesero anche questi, celandosi ai nostri occhi al di sotto del limite della terra, mi sfuggì un sospiro.  Era un sospiro felice, soddisfatto, ma evidentemente William lo aveva frainteso, o forse la nuvoletta di vapore che era uscita dalla mia bocca aveva parlato per il corpo, dicendo ciò che la mente ancora non aveva registrato: le sue braccia, il suo petto, il suo calore non mi bastavano più.
Un brivido mi corse lungo la schiena quando le sue braccia lasciarono il mio corpo, ma subito una calda giacca di pelle mi venne posata sulle spalle. Ma anche le sue mani non stettero a lungo lontano da me e mi riabbracciarono. Prima di venir serrata in quella gabbia umana, dolcissima ma forte, mi girai di scatto, ritrovandomi faccia a faccia con lui. William non parve affatto dispiaciuto dalla mia iniziativa e mi strinse ancor di più al suo corpo, premendomi sulle reni con le braccia.
“Grazie” gli dissi sorridendogli, e, superando un pizzico d’imbarazzo, mi sporsi in avanti e gli stampai un bacio sulla guancia. Lui mi guardò stupito e poi mi rispose così:
“Scusa ma sono io a doverti ringraziare! Non speravo affatto in un calore del genere in cambio del mio semplice gesto!”
Scoppiai a ridere di getto e poi lui con me. Aveva una faccia troppo buffa!
Continuammo a ridere, sentendo i nostri corpi sussultare per il divertimento, finchè lui calmandosi mi accarezzò la guancia dolcemente. Da lì mi feci improvvisamente seria e abbassai lo sguardo, incapace di sostenere la forza magnetica dei suoi occhi verdi. Nel più classico, ma anche nel più romantico dei modi, William mi pose delicatamente una mano sotto il mento e sollevò il mio volto in modo che i nostri occhi si incontrassero. Verde nel grigio. Grigio nel verde. I suoi occhi erano magnetici e non riuscivo più a staccarmene.
Improvvisamente dalla sua tasca posteriore partì insistente la suoneria del cellulare, e noi due, non aspettandocelo, sussultammo per la sorpresa. L’unico problema era che eravamo talmente vicini che le nostre fronti si scontrarono! Un dolore acuto mi pervase la testa. Vidi lui che si scostava un poco da me e massaggiandosi la botta rispondeva al telefono. Parlava troppo piano, e io non riuscii a sentire nulla se non qualche “si” e qualche “no” bonfonchiati. Poi mi guardò con aspetto stralunato e col dolore che traspariva dagli occhi.
“Scusami ma devo andare” disse con giusto un filo di voce, e poi recuperando il suo solito modo di fare aggiunse :”Sarà per la prossima volta!”, e facendomi l’occhiolino se ne andò.