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Autore: Juls    02/05/2008    8 recensioni
“Improvvisamente si distinse, fra gli altri rumori, il suono basso e gracido di una sedia spostata con forza. Gli sguardi dei presenti saettarono in direzione di quel forte stridore, fissandosi poi su quel ragazzo alto, dai capelli nerissimi, che con poca attenzione al garbo si era appena alzato in piedi”.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene sì, questo è l'ultimo frammento di Memorie Scolpite.
Tengo molto a questa storia, ma se cominciassi a scrivere note chilometriche, probabilmente ne uscirebbe qualcosa di decisamente malinconico.
E, tutto sommato, possiamo farne a meno, sia voi che io.
Vi auguro soltanto una buona lettura, e vi ringrazio tutti.
Con affetto e riconoscenza,
Juls.



Together



La sala comune era deserta, a quell'ora della notte.
Sirius era sdraiato su uno dei divani rossi, poco distante dal camino, combattuto fra la fase di incoscienza del sonno e l'istintivo stato di allerta provocato da ogni minimo rumore.
Ogniqualvolta le sue palpebre davano segni di cedimento e la sonnolenza si faceva pensante, lui si dimenticava il motivo per cui, all'alba delle tre e un quarto, fosse sveglio in Sala Comune e non beatamente addormentato nel proprio letto come tutto il resto dell'universo.
Sì, quando era stanco tendeva anche ad esagerare le cose.
Ad ogni minimo scricchiolio di qualsiasi pezzo di legno presente nella stanza, Sirius sbarrava gli occhi e si ricomponeva in una posa da tipica persona vigile e attenta, e a quel punto riusciva persino a ricordarsi di James.
Il suo migliore amico, il suo punto di riferimento, nonché causa di una delle sue notti in bianco più fredde che avesse mai trascorso.
James non era rientrato in Sala Comune quella sera, né tanto meno in dormitorio, e Lily non era comparsa né a cena, né altrove.
Ed era questo il motivo per cui Sirius, dopo aver saggiato vari cunicoli, passaggi e corridoi del castello, aveva deciso di aspettare lì, su quel divano, fino a che uno dei due non si fosse fatto vivo.
Portando notizie dell'altro, possibilmente.
Tuttavia, dopo una manciata di ore, le palpebre avevano cominciato a non reggere, e l'immagine nitida del suo letto caldo era diventata appetibile e allettante.
"Balia!" pensò stizzito "Neanche fossi la sua balia!".
Ma in quel momento, una porta si aprì cigolando in qualche parte della Torre, e pochi secondi dopo una figura seminascosta dall'ombra comparve in cima alle scale del dormitorio.
Sirius, osservando tutto ciò da una posizione supina, sembrò dare per scontato che la porta lassù sulla destra fosse quella del dormitorio maschile, quindi balzò in piedi con sorprendente rapidità, tenendo in mano un grosso cuscino che avrebbe usato intenzionalmente come arma punitiva.
Quando però la figura prese a scendere la scalinata, Sirius notò le sue dimensioni approssimative, e gli parvero parecchio minute e non sufficientemente dotate in altezza per poter essere attribuite a James.
Così, quando Lily arrivò di fronte al camino, trovò un Sirius piuttosto scomposto, con le braccia tese a sorreggere un cuscino, a mezz'aria sopra di lui.
"Fai ginnastica, Sirius?" chiese la ragazza, con un sopracciglio alzato e un accenno di sorriso sul volto.
"Stretching" rispose lui serio, chinandosi a raccogliere un altro cuscino che poi le porse. "Vuoi provare anche tu?".
"Alle tre e mezza del mattino?".
"Sì. E alle quattro andiamo a nuotare nel lago, per sviluppare i bicipiti".
Lily rise, e lo guardò con una sorta di malinconia mentre si sedeva sul divano, lasciando un po' di spazio anche per lui.
Sirius sorrise di rimando e le si sedette accanto, ruotando la sua posizione di quel tanto che bastava per essere rivolto verso di lei.
Guardandola abbassare di colpo lo sguardo, come per evitare il suo, Sirius si rese conto che qualcosa non andava.
Istintivamente gli si disegnò in mente l'espressione sorridente di James che, solo pochi giorni prima, raccontava di Lily e del corridoio, e di loro due in piedi di fronte al buco del ritratto.
Se tutto era andato così straordinariamente bene come James aveva descritto, come mai Evans si trovava in Sala Comune ad un'ora spropositata?
Automaticamente si trovò a sperare che, qualunque cosa fosse, James ne fosse totalmente estraneo.
Ma Sirius non era certo il tipo adatto a porsi mille interrogativi e limitarsi a sperare. Così, azzardò una domanda.
"Hey, allora, non riesci a dormire?".
"No, non ho tutto questo sonno stanotte". La sua espressione era seria, quasi triste, ma le sue parole e il suo tono di voce nascondevano la stessa determinazione tipicamente in stile Evans, come sempre.
"Ci sono problemi o semplicemente non hai più voglia di nascondere la tua vena nottambula?" continuò lui, sondando il terreno con tutta la circospezione e tutto il tatto che riuscì a racimolare a quell'ora del mattino.
"E tu, invece, perché fai finta di niente?" chiese lei, facendogli provare la netta sensazione di non essere stato informato di qualcosa che avrebbe dovuto sapere.
Cercò di tergiversare. "Hey, hey, un attimo… è tardissimo, siamo qui sul divano in Sala Comune, e tu anziché chiedermi cosa ci faccio mi chiedi perché faccio finta di niente! …Di niente cosa, poi?".
Accidenti. Avrebbe decisamente dovuto fermarsi all'esclamazione.
Lily lo guardò, osservandolo con quei suoi occhi verdi illuminati dalla luce delle fiamme ancora accese.
"Me l'hai già detto cosa ci fai qui. Fai stretching, no?" rispose, concedendosi un altro sorriso. L'ennesimo in dieci minuti dopo un'intera serata passata a combattere contro il sapore salato delle lacrime. "E riguardo al di niente cosa, beh lo sai benissimo. Puoi anche smettere di fare la parte del finto-tonto caduto dalle nuvole".
"Ed eccola lì. Mi sembrava strano! Un quarto d'ora di conversazione e non mi avevi ancora insultato".
Non sapeva perché stava buttando tutto sul ridere. Forse perché voleva evitare di dare adito alla vocina che lo induceva ad andare a recuperare James, ovunque fosse, perché qualche cosa era successa davvero.
"Sirius, ti prego, per una volta nella tua vita…" incominciò Lily, avvicinandosi a lui come per indurlo ad una concentrazione meno latente. Quando, però, in risposta ricevette lo sguardo assolutamente ignaro di quegli occhi grigi e luminosi, si bloccò, presa alla sprovvista.
Il pensiero che James potesse non aver detto nulla a Sirius non l'aveva nemmeno sfiorata.
Quei due non avevano segreti, si conoscevano meglio l'un l'altro di quanto conoscessero sé stessi.
"Lui…non te l'ha detto?".
Sirius ebbe l'impressione di essere sospeso su un terreno minato.
"Ehm…detto cosa, di preciso?".
Lily allontanò per un secondo lo sguardo da lui, e istintivamente fissò la porta di ingresso dei dormitori maschili.
"Dov'è?".
"Chi?".
"DOV' E'?"
"CHI?".
"JAMES!" urlò Lily.
"JAMES!" urlò anche Sirius.
Nessuno avrebbe mai immaginato che Lily Evans e Sirius Black potessero sentirsi due completi idioti nello stesso preciso momento. E invece accadde.
"Sarà nel campo di Quidditch" esordì Sirius, dopo momenti di silenzio da parte di entrambi.
"Sarà con la signorina battitrice, la sua nuova fiamma" ribatté Lily, nervosa, agitata e completamente arrabbiata, senza avere un motivo ben chiaro.
"Ma quale nuova fiamma e nuova fiamma! Sei tu la sua…".
"No".
Sirius pregò di aver sentito male.
"Come no?".
"Io non sono la sua ragazza, se è questo che stavi per dire".
"Ma voi…".
"Sì, ma evidentemente l'atmosfera nel regno di Potter è piuttosto variabile, se capisci quello che intendo".
"Ma.."
Lily si sentì crollare sotto il peso di tutte le loro parole.
"Sirius, ti prego…" disse ricacciando indietro le lacrime "non ce la faccio a parlare adesso. Non adesso". E si rimise a sedere sul divano, tentando di controllarsi, almeno davanti al migliore amico di… Potter. Davanti al migliore amico di Potter.
Sirius si avvicinò, cauto. "Hey…scusami, ma credo sia meglio che vada a cercarlo" disse, circondandole le spalle con un braccio e stringendola a sé per pochi, brevi istanti. Poi, si alzò e sparì dietro il buco del ritratto.

*

Il tempo che passò in Sala Comune quella notte Lily lo impiegò per cercare di capire. Capire come poteva stare così male, sentirsi così a pezzi da non riuscire a pensare a nient'altro. Non era facile cercare di gestire con la ragione una cosa così poco razionale, ma forse era l'unico modo che aveva per non sentirsi impotente di fronte a quelle sensazioni nuove, che l'avevano travolta con un'intensità che non avrebbe mai immaginato.
Ogni tentativo, però, le appariva sempre più ridicolo e sciocco.
Sussultò nel sentire lo scatto secco del ritratto della Signora Grassa, e pochi istanti dopo intravide James in un punto non lontano della Sala, come un fotogramma appena percepito dai suoi occhi che non volevano fissarsi in quella direzione in modo diretto.
Il suo cuore prese a battere veloce.
"Cosa ci fai qui?" chiese James, avvicinandosi, sorpreso.
"Non ho sonno" rispose Lily dura, alzando finalmente lo sguardo.
"Neanch'io".
"E allora?".
"Allora cosa?".
"Non mi interessa che tu abbia sonno o meno, mi interessa solo che tu sparisca da qui davanti".
"Ed è per questo che sei in Sala Comune alle quattro di notte? Perché non vuoi vedermi?".
"No, non è per questo. Non sei tu il centro dell'universo, fortunatamente".
"Non tutto ruota intorno a me.. certo, me lo ricordo bene".
Mentre parlava, Lily si rese conto di non riuscire a guardarlo negli occhi senza provare il netto impulso di smettere all'istante di fare la dura, e avvicinarsi.
"Per favore" disse "Mi lasci stare o no?".
"No" rispose lui, ignorando l'esasperazione triste che si stava dipingendo sul volto di Lily. "No, perché stai montando una farsa assurda, stai facendo finta di essere ancora al primo anno di scuola, quando mi detestavi e io non potevo far altro che stare a guardare il modo in cui mi trattavi, dicendo cose che - onestamente - non credo tu abbia mai pensato davvero. Però le hai dette, le hai dette con una naturalezza che ti lasciava indifferente. Eri e sei ancora così presa dal cercare di difenderti da me che non ti accorgi di quanto questo sia assurdo e ridicolo". Si interruppe, perché sentiva il ritmo del suo cuore aumentare, quasi come se seguisse l'intensità di ogni parola.
Sforzandosi di non attraversare quei pochi metri che lo separavano da lei e stringerla a sé senza pensare a nient'altro, decise che doveva calmarsi.
Fino a prova contraria, aveva pur sempre bisogno di continuare a respirare regolarmente.
Lily approfittò della sua pausa per alzarsi in piedi e dire, quasi urlando: "Sei un idiota, James. Secondo te perché ho così paura?".
"Non ne ho idea. L'hai detto tu, sono un idiota, no?"
Lily, senza aggiungere una sola parola, si alzò e si diresse a passo spedito verso le scale del dormitorio.
James, però, fu più veloce, e la bloccò davanti al camino.
"Credimi" disse, quasi sussurrando, vicino al suo viso, "posso non sapere la risposta alla tua domanda, ma so che fa male vedere l'unica persona con cui passeresti ogni secondo che cerca in tutti i modi di tenerti lontano".
In risposta, sentì soltanto i suoi passi rapidi scappare via oltre la scalinata, ancora una volta.

*

Non erano passati più di dieci minuti.
Lily riaprì la porta dietro la quale si era ostinatamente barricata poco prima, e ripercorse le scale al contrario, salendo poi i gradini marmorei che conducevano ai dormitori maschili.
Non sentiva nessun tipo di tensione, in quel momento, ma solo una determinata e consapevole decisione.
Aveva semplicemente capito che James era più importante di tutto.
Senza fare caso all'ora tarda, bussò sul legno scuro della porta, provocando un rumore basso e secco.
Mentre sentiva aumentare qualcosa che di sicuro aveva a che fare con il battito cardiaco, decise che doveva assolutamente stare calma.
Fino a prova contraria, aveva ancora bisogno di respirare regolarmente.
Pochi istanti dopo, James, ancora vestito di tutto punto, apparve sulla soglia.
Rimase così esterrefatto che evitò persino di parlare, limitandosi a fissarla con un'espressione sorpresa.
"Allora, non vuoi sapere la risposta alla domanda?" proruppe lei. "Alla domanda 'secondo te perché ho così paura'?".
Lui rimase a guardarla qualche secondo, prima di dire: "Uhm, vediamo…Perché sono un idiota, sconsiderato, imprevedibile e inaffidabile?".
Lily sorrise, lasciandosi anche sfuggire un brevissimo accenno di risata, mentre spostava lo sguardo su qualcosa di meno acceso e intenso rispetto agli occhi di James.
"E' perché ti amo, ok?" disse, guardando il pavimento. Poi, quando alzò lo sguardo e incontrò quegli occhi nocciola lo ripeté di nuovo, istintivamente. "Ti amo".
Questa volta la sua voce si era abbassata di parecchi toni, l'aveva quasi sussurrato.
Probabilmente bastavano i suoi occhi ad esprimere una cosa così.
James le sorrise, in un modo che nessun'altro avrebbe mai potuto lontanamente sognare. Ma lui, dal canto suo, aspettava di sorridere in quel modo da almeno quattro anni.
Avvicinandosi a lei, e preparandosi a stringerla forte, disse: "Hey, Evans, frena, secondo me sei confusa. Di solito sono io che ti dico che ti amo, non tu che lo dici a me".
Così, le strappò uno di quei sorrisi che sarebbe rimasto a guardare per ore.
Anzi, per sempre.
Lei si spinse contro di lui, e chiuse gli occhi nel sentire le sue braccia che la avvolgevano.
Sicuramente, al mondo non esisteva nulla di così dolce e romantico e perfetto.
"Ormai c'è parità di diritti fra uomo e donna" disse Lily, con le labbra all'altezza del collo di James. "Da stasera te lo dico anch'io, che ti amo".
E fu a quel punto che lui le sollevò il mento con un dito, in un gesto naturale e delicato, per poi baciarla a lungo, stretto contro di lei.



The End






****************************************

Adesso che questa storia è davvero conclusa, è doveroso da parte mia ringraziare tutti coloro che l'hanno seguita, commentata, letta, e che in qualche modo sono stati accanto a questi due personaggi fantastici - Lily e James - riga dopo riga.
Ogni singolo commento che avete scritto è stato importante. Qualcuno mi ha divertito, qualcuno mi ha fatto sorridere, qualcun altro addirittura commosso.
E l'unica cosa che posso dirvi, adesso, è un sincero grazie.

Lauretta: Sono stra-felice che ti sia piaciuta questa raccolta di frammenti. :)
Miriel: Wow..Spero ti sia piaciuto anche questo epilogo! :)
Potterina_88: Cosa posso dire a una delle lettrici più fedeli mai esistite sulla faccia della terra? Non hai idea di quanto io abbia apprezzato ogni singola parola di ogni tua recensione. Grazie, e a presto.
Lilian Potter: Suonerà banale, ma…grazie!
Miky: Spero che tu non mi abbia messo il broncio davvero, la cosa sarebbe alquanto spiacevole. :) Grazie Grazie Grazie, per tutto.
Only_a_illusion: Che ne dici, si sono sistemate bene le cose tra i due? ;)
Phoenix88: Sono contenta che ti sia piaciuta la caratterizzazione di Lily e James, e spero che il seguito, anzi, l'epilogo non ti abbia deluso.
Freddymercury: "E fu così che Giulia (cioè io) si sentì estremamente in dovere di chiedere scusa per la recidiva lentezza negli aggiornamenti". :) Vorrei anche aggiungere, però, che sono davvero contenta del fatto che tu ti sia sbilanciata, perché la tua recensione mi è piaciuta davvero molto. Hai colto nel segno per quanto riguarda Sirius, James e Lily. Cioè, credo tu li abbia percepiti esattamente come io speravo. Concordo pienamente sulla questione 'Lily innamorata', meno male che non sono l'unica a vederla così! ;) Grazie mille, spero ti verrà ancora voglia di 'sbilanciarti'.
Sweet_girl: Ecco, la tua è esattamente una di quelle recensioni che rendono davvero felice. Hai definito la storia addirittura meravigliosa, e io non potevo aspettarmi di meglio. Grazie, sinceramente, sentitamente, e ci sarebbero un sacco di altri -mente che meriterebbero di essere scritti qui.


E dunque…
Alla prossima.
Juls

  
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