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Autore: MissGolightly    25/11/2013    3 recensioni
-Mi vuoi sposare?-
è la domanda che tutte le donne aspettano, ma ognuna la riceve in modo diverso. Come saranno state le proposte di matrimonio di alcuni dei protagonisti di "Harry Potter"?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, James/Lily, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Hermione entrò nel suo appartamento lasciando letteralmente cadere la borsa accanto all’attaccapanni dell’ingresso.
Si avviò in camera da letto e, dopo essersi sfilata le scomodissime scarpe con tacco da dodici centimetri, si lasciò cadere sul pesantemente sul letto.
Chiuse gli occhi prendendosi qualche momento di pausa. Quel giorno non aveva fatto altro che correre da un ufficio all’altro per una causa che stava seguendo, era arrivata in ritardo all’udienza del suo cliente e aveva saltato il pranzo per finire di esaminare dei documenti. E poi, non aveva visto Draco.
Fino a qualche anno prima, forse non vedere Draco Malfoy sarebbe stato uno dei suoi desideri più grandi. Ma poi si erano ritrovati a lavorare nello stesso studio di consulenza legale e il loro capo aveva anche fatto in modo che avessero uffici comunicanti.
-Fa sempre comodo avere come vicino di ufficio un vecchio compagno di scuola- aveva detto quando aveva assegnato gli uffici a Draco e Hermione.
E anche se all’inizio era stata dura sopportarsi, con il tempo avevano stretto un rapporto civile e quasi amichevole. Fino a quando, una sera di dicembre, Draco aveva invitato Hermione a prendere un caffè con lui prima di tornare a casa. E lei aveva accettato.
Quella sorta di appuntamento aveva segnato l’inizio della loro relazione.
E così, a tre anni di distanza da quella sera, Hermione e Draco si erano ritrovati a vivere insieme, innamorati pazzi l’uno dell’altra.
Insomma, si vedevano praticamente ventiquattro ore al giorno così: prima al lavoro, poi a casa. Ma quel giorno, rifletté Hermione, non l’aveva visto per niente.
Quando si era svegliata, lui si era già alzato da un pezzo e le aveva lasciato un biglietto dicendo che era dovuto uscire presto per finire del lavoro arretrato in ufficio. Hermione non ci aveva fatto troppo caso: da quando vivevano insieme, Draco preferiva alzarsi prima al mattino piuttosto che tornare a casa tardi la sera, quindi era normale che andasse al lavoro presto.
Ma quando Hermione era arrivata in ufficio, circa un’ora più tardi, non l’aveva visto. E quando aveva chiesto informazioni ai colleghi, loro avevano risposto che Draco non era ancora arrivato.
Tra tutti i problemi che aveva avuto nell’arco della giornata, Hermione non aveva pensato quasi per niente a che fine potesse aver fatto il suo fidanzato, ma nel momento in cui si era accasciata sul letto il pensiero di Draco si era affacciato di nuovo nella sua mente.
Si risollevò dal letto pensierosa. Solo in quell’istante notò la rosa appoggiata sul comodino e il biglietto che le stava accanto. Strano, considerato che Draco non le regalava mai fiori.
Si allungò verso il comodino quel tanto che bastava per prendere il biglietto e quando lo aprì un sorriso le increspò le labbra riconoscendo la calligrafia di Draco.
 
Ciao Amore,
innanzi tutto scusami per essere sparito senza darti spiegazioni. So che sei arrabbiata per questo, ma ti assicuro che tra poco saprai perché sono stato via tutto il giorno senza dirti niente.
Vedi la rosa che ti ho lasciato sul comodino? Sicuramente ti sarai insospettita vedendola, visto che non ti ho mai regalato nemmeno una margherita da quando stiamo insieme. Infatti, quella non è una semplice rosa. È una passaporta.
Immagino tu ti stia chiedendo dove ti porterà. Bè, non fare domande! Prendila e basta! Non importa dove ti porterà, sappi solo che ti porterà da me.
Ti amo.
 
Hermione rilesse il biglietto parecchie volte. Non capiva per quale motivo Draco avesse dovuto lasciarle una passaporta.
Ripiegò il biglietto e posò lo sguardo sulla rosa. Non aveva la minima idea di dove l’avrebbe portata, ma si fidava di Draco e sapeva che se il suo ragazzo aveva fatto una cosa del genere c’era un motivo.
Prese un respiro profondo e prese tra le mani la rosa che le aveva lasciato Draco. Meno di mezzo secondo dopo, si sentì risucchiare in un vortice e, poco dopo, cadde rovinosamente a terra.
Non era mai stata brava con i viaggi tramite passaporta. O meglio, non era mai stata in grado di viaggiare tramite passaporta senza ruzzolare ogni volta.
Quando si rialzò da terra e sollevò lo sguardo, il suo cuore perse un battito. Davanti a lei, in tutta la sua stupenda grandezza, si ergeva il castello di Hogwarts.
 
Entrò nel castello ancora titubante, senza capire per quale motivo Draco avesse voluto portarla nella loro vecchia scuola.
Si guardò intorno cominciando a sentire una sensazione di pace dentro di lei. Quel posto era rimasto esattamente come lo ricordava. In un certo senso, si sentiva ancora come se quel posto fosse casa sua, anche se ormai non lo era più da alcuni anni.
Era ancora intenta a contemplare il castello, quando sentì dei passi. La professoressa McGranitt stava camminando verso di lei.
-Signorina Granger! Che piacere vederla!- disse la donna allargando le braccia, quasi a volerle dire “Bentornata a casa”.
-Professoressa, è un piacere anche per me. Mi scuso per l’intrusione improvvisa, ma il mio ragazzo ha lasciato una passaporta a casa mia e mi ha condotta qui. Non so per quale motivo. Mi sembra tutto molto strano…-
-Il signor Malfoy la sta aspettando nella torre di astronomia- disse la professoressa McGranitt interrompendo Hermione.
La ragazza fissò la professoressa incredula. Quindi la McGranitt sapeva per quale motivo Draco aveva fatto in modo che lei andasse a Hogwarts.
-Mi sembra sorpresa, signorina Granger- disse la professoressa sorridendo.
-Lo sono. Non mi aspettavo che lei sapesse che Draco si trovava qui. In realtà, nemmeno io lo sapevo-.
-Nessuno entra nella mia scuola senza il mio consenso, dovrebbe saperlo. Il signor Malfoy mi ha contattata qualche settimana fa chiedendomi aiuto per organizzarle, come possiamo definirla…ecco, una piccola sorpresa!- disse la McGranitt.
Hermione guardò la McGranitt sempre più confusa.
Poi, dopo averla salutata, salì sulla torre di astronomia, un po’ spaventata all’idea di cosa avrebbe trovato.
Aprì la porta con estrema calma, quasi con timore, per poi rilassarsi subito riconoscendo la figura di Draco davanti a lei.
-Sei qui- disse lui sorridendo.
-Avevi dubbi?- chiese Hermione, un po’ divertita dal tono di voce che aveva usato il ragazzo. Era quasi come se non si aspettasse di vederla.
-Avevo paura che tu non avessi trovato il mio biglietto o qualcosa del genere-.
Hermione si strinse nella spalle e disse: -Bè, come vedi il biglietto l’ho trovato. E anche la passaporta. Ora mi aspetto delle spiegazioni-.
Draco sospirò. Poi disse: -Prima c’è una cosa che devo dirti. Una cosa di cui non ti ho mai parlato-.
-Non mi stai mollando, vero? Perché se è così, sappi che non è stata una buona idea portarmi sulla torre di astronomia. Mi ci vorrebbe davvero poco a buttarti di sotto- disse Hermione scherzando, anche se una parte di lei era seriamente preoccupata. Era sempre stata convinta che Draco fosse un libro aperto per lei. Avevano sempre parlato di tutto.
“Non proprio di tutto, a quanto pare” le disse una vocina nella sua testa.
-Non voglio lasciarti. Non ci penso minimamente. Anzi, devo parlarti di tutt’altro, ma prima devo raccontarti questa cosa. Non allarmarti, è solo una cosa che è successa quando venivamo a scuola qui e non è nemmeno così importante ma vorrei che tu la sapessi- disse Draco.
Hermione annuì con un cenno del capo invitandolo a continuare.
-Ti ricordi quel giorno in cui mi hai picchiato, durante il terzo anno? Ecco, io sono venuto qua, subito dopo. Ero appena stato picchiato da una ragazza, e non una ragazza qualunque! Avevo bisogno di stare solo, di riflettere sul perché una ragazza come Hermione Granger mi avesse messo le mani addosso. Ero così arrabbiato! Sono rimasto qui per un sacco di tempo, finché Blaise non è venuto a cercarmi. E sai cosa mi ha detto quando mi ha visto? Mi ha detto: “Smettila di deprimerti perché sei stato preso a pugni da una ragazzina”. E tutto quello che sono riuscito a rispondere è stato: “Non ci riesco”. A quel punto, Blaise si è seduto sul pavimento accanto a me, mi ha messo una mano sulla spalla e ha detto: “Allora il problema non è che sei stato preso a pugni. Il problema è che sei stato preso a pugni da lei”. E io sapevo che Blaise intendeva un sacco di cose con quel “lei”: lei, la secchiona che ti batte in tutte le materie; lei, la migliore amica del tuo nemico; lei, la ragazza con i capelli cespugliosi che vorresti disperatamente fosse la tua ragazza. Sapevo che voleva dirmi questo e sapevo che aveva ragione, soprattutto sul fatto che avrei voluto che tu fossi la mia ragazza-.
Draco interruppe il discorso per un attimo e si soffermò a guardare Hermione. La ragazza non gli aveva tolto gli occhi di dosso da quando aveva iniziato a parlare. L’aveva vista sorridere al ricordo del pugno che gli aveva tirato al terzo anno, l’aveva vista ascoltarlo con attenzione per tutto il discorso e poi aveva visto i suoi occhi riempirsi di lacrime alla fine, quando aveva detto che, anche all’epoca, avrebbe voluto averla al suo fianco.
-Lo avresti voluto davvero?- chiese Hermione con un filo di voce.
Draco annuì. –Sì. Solo che non volevo ammetterlo-.
Hermione sorrise e si avvicinò a Draco con l’intenzione di baciarlo, ma il ragazzo la fermò.
-Aspetta, non ho ancora finito. Il motivo per cui ho voluto che tu venissi qui è perché volevo spiegarti l’importanza di questo posto. Qui ho capito che ero innamorato di me. E anche se ero solo uno stupido ragazzino di tredici anni, i miei sentimenti per te non sono mai cambiati. Ecco perché ti ho portata qui. Perché mi sembrava il posto più adatto per chiederti una cosa-.
Detto questo, Draco tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una scatolina di velluto e si inginocchiò davanti a Hermione.
-Hermione Jean Granger, mi vuoi sposare?-
La ragazza si portò una mano alla bocca e spalancò gli occhi per lo stupore.
Certo, Draco era cambiato. Era diventato un uomo maturo, aveva dato segno di volersi impegnare andando a vivere con lei, ma mai Hermione si sarebbe immaginata che le avrebbe mai chiesto di sposarlo.
Rimase a fissarlo per un tempo indefinito fino a quando Draco, un po’ spazientito, disse: -Ne hai ancora per tanto? Perché sai, il pavimento non è proprio comodo quindi, se devi ancora pensarci per molto, io mi alzerei-.
-Ma quanto sei idiota- disse Hermione ridendo.
Draco sorrise di rimando. –Allora? Mi sposi o no?-
La ragazza si inginocchiò di fronte a Draco, in modo da essere più o meno alla sua stessa altezza. Lo baciò delicatamente sulle labbra, senza fretta. Poi si allontano lievemente e sulle sue labbra sussurrò: -Sì, Draco. Ti sposo-.




NOTE:
Prima cosa: chiedo umilmente perdono per il ritardo! Faccio davvero schifo!
Vi ho fatti aspettare più di un anno per questo capitolo...quindi siete liberi di uccidermi!
Il problema è che non avevo più ispirazione per continuare questa ff. Poi ieri sera all'improvviso mi è venuta l'idea per scrivere la proposta di Draco a Hermione.
Bè, che dire...spero che mi lascerete qualche recensione e mi direte che ne pensate :)
Baci :)
   
 
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