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Autore: Shin92    26/11/2013    5 recensioni
[The Big Four][The Big Four]"Nel gioco del trono o vinci o muori."
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nessuno di noi può sfuggire al proprio destino dicono,eppure, siamo così convinti che tutte le nostre azioni siano dettate unicamente dalla nostra coscienza che diffidiamo del fatto che  possa addirittura esistere.
Ci sono persone che  nascono nobili,destinate a compiere grandi imprese, a governare saggiamente,ce ne sono altre  che  invece  nascono conquistatrici e altre ancora che  non accettano il proprio fato.
 
Continente di Andaksos Sud
 Landa dei Re 
Casata Dumbrok - sovrani dell’intero continente

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Le mani affusolate cucivano velocemente  il pesante arazzo che ritraeva la famiglia Dumbrok al completo. La stoffa si era impregnata dell’odore dell’incenso mischiato a quello del legno ardente che scoppiettava nel caminetto, aveva ormai preso possesso dell’intera stanza padronale. Lo sguardo fermo sulla giovane donna cucita sull’arazzo,sua figlia, che aveva ricamato con tanta cura lune addietro. Sospirò angosciata pensando a lei, Merida, sapeva benissimo cosa sarebbe successo nel momento in cui le avesse messo la realtà sotto gli occhi. Come spiegare a una giovane impavida come prendere le redini di un così vasto impero? Lei? Una ribelle,così tenace e agguerrita quando si trattava di vincere sfide contro gli arcieri migliori del regno.
Elinor si chiese perché  non riuscisse a incanalare tutte le sue energie verso la guida del popolo e lei stessa si diede una risposta. Uno spirito libero resta tale, anche quando cerchi di ingabbiarlo e si può provare, ma spesso le conseguenze si presentano disastrose. Ripensò all’incubo della scorsa notte con le mani tremanti,un brivido le percorse la schiena e la costrinse a voltarsi di scatto percorrendo con lo sguardo l’intera camera rendendosi conto di quanto si sentisse profondamente turbata.
Aveva sognato Merida rannicchiata sull’erba bagnata che dormiva placidamente circondata da tre sagome indistinte. La prima teneva lo sguardo basso, sembrava piangesse sommessamente mentre le sue lacrime cadevano leggere su un fiore che stringeva al petto. La seconda figura avvolta in un mantello di pelliccia d’orso, aveva la neve ai suoi piedi e sulle spalle, i suoi occhi erano rossi,come quelli dei lupi dei boschi del nord. La terza figura era in fiamme.  Sembrava non provare alcuna sofferenza e dalla sua schiena spuntavano due grandi ali da pipistrello. Terrorizzata aveva urlato, cercando di raggiungere la sua bambina. ma l’incubo era svanito prima che potesse pronunciare  il suo nome. Si era risvegliata sudata e spaventata nel letto che condivideva con Fergus Dumbrok, sovrano del continente di Andaksos.
Non aveva rivelato a nessuno del suo sogno.
Sapeva bene che dietro quell’incubo si nascondeva un presagio. Credeva che anche solo pensandoci potesse far avverare ciò che più temeva.
Si alzò barcollando dirigendosi verso la grande porta in legno, poggiò una mano su di essa e determinata prese una decisione. Avrebbe addestrato la sua primogenita alla guida del regno. Spalancò la porta e si diresse verso la sala del trono. Avanzò svelta verso di essa. Le fu rivolto il saluto degno di una regina quando entrò, annunciata dal maestro del consiglio, Ser Gullian, tutti i presenti fecero un grande inchino.
L’udienza con i Lord dei regni adiacenti stava per avere inizio e lei avrebbe assistito.
I pretendenti al trono erano tre. Tutti appartenenti a casate valorose, alleati dei Dumbrok da tantissimo tempo.
Si sedette alla destra del suo re e lanciò un’occhiata di sufficienza a tutti i presenti.
Il primo a parlare fu Lord MacGuffin. Sebbene fosse un uomo di poche parole la sua voce profonda riecheggiò autoritaria nella sala, la sua reputazione lo ergeva a lord più placido e saggio di tutti. -Maestà,mi presento al vostro cospetto perché consideriate la mia proposta. Sono qui per chiedere la mano della vostra primogenita.- Si inchinò tenendo la mano chiusa sull’impugnatura della spada.
Toccò poi a Lord MacIntosh col suo sorriso fiero e il suo aspetto selvaggio, corpo dipinto di ornamenti bellici blu e petto sempre in fuori. Un uomo alto e magro,dai denti scuri e riccioli neri. Fece un inchino,il peggiore che Elinor avesse mai visto. -Se avrò l’onore di sposare vostra figlia,avrete in cambio le mie armate, il regno diverrà una fortezza, difeso giorno e notte dai miei più valorosi guerrieri.- E infatti,il clan MacIntosh vantava una schiera di combattenti formidabili quanto selvaggi.
Parlò infine Lord Dingwall. Piccolo e dall’aspetto burbero,ma comunque uno dei più temuti e rispettati capifamiglia di tutta Andaksos. – Fondendo le nostre famiglie avrete lealtà,ricchezza,eserciti, una guida sicura al fianco della vostra prole.
 
-Vostra Grazia vorrei chiedere un consulto privato per poter decidere al meglio le sorti della futura regina. Vogliate scusarci signori. – Disse Elinor rivolgendosi al re Fergus, si alzò subito dopo dirigendosi verso la camera adiacente alla sala del trono seguita dal Re. Le guardie richiusero la porta alle loro spalle per concedere loro un momento privato.
-Elinor, so benissimo che non ritieni nessuno di loro all’altezza di Merida, ma cosa pensi che debba fare? Lasciare il trono sulle spalle di una regina completamente sola? Quanto pensi che resisterebbe?- Il re abbassò lo sguardo teso.
-Merida non sposerà mai nessuno di loro,ha diciotto anni Fergus. E quegli uomini sono perfino più vecchi di te. Nostra figlia potrebbe regnare perfettamente sotto la mia guida e i miei consigli quando tu non ci sarai più.- La regina avanzò per la camera avvicinandosi alla finestra.
-Quando io non ci sarò più,sarete attaccate da ogni latitudine Elinor! Chiunque cercherà di portar via il regno di due donne sole!- Le mani chiuse in un pugno e la fronte imperlata di sudore freddo.
-Tu non sai di cosa saremo capaci perché questo non accada! Hai idea di cosa succederebbe se il trono restasse vacante? Mia figlia è la regina! – Elinor diventò rossa in viso e pronunciò l’ultima frase scandendo per bene le parole.
-I primi nemici da affrontare, se rifiuti il matrimonio oggi, saranno proprio i tre Lord che abbiamo ospitato qui. Come pensi di respingere un’orda di selvaggi e gli eserciti che hanno già pronti?- A queste parole dovette arrendersi. Non c’era modo di evitare uno scontro fra i pretendenti e la famiglia reale, un matrimonio sarebbe stato un simbolo di pace e alleanza,ma avrebbe strappato il potere dalle mani di sua figlia.
-Elinor,sappiamo entrambi che nostra figlia non ne vuol sapere di essere l’erede al trono, che non vuole sposarsi e che non accetterà mai questa vita. Ti batti così tanto perché sei tu a non voler cedere il potere, mia regina. Ma il momento è arrivato. Fattene una ragione. – Sentenziò aprendo la porta e dirigendosi verso la sala del trono.
In un impeto di rabbia Elinor scaraventò a terra tutto ciò che era presente nella camera, sedie, tavoli, candelabri. Stava perdendo il controllo di qualsiasi cosa.
 
Le nozze sarebbero state celebrate il giorno seguente, fu scelto Lord MacGuffin poiché il più saggio e autoritario dei tre, avrebbe guidato il regno verso un cammino sereno e pacifico,o almeno così si sperava.
-Non ci posso credere!!! AVETE ORGANIZZATO TUTTO SENZA IL MIO CONSENSO?!?-
-Non alzare la voce, te ne avevo già parlato. – Replicò la regina con calma mentre ordinava alle balie di lavarla, indicando loro gli abiti che avrebbe dovuto indossare.
-IO TI ODIO! Non ti importa nulla di me! Non hai pensato minimamente a come avrei potuto sentirmi io?!? NON LO SPOSERO’ MAI!- La giovane dai lunghi capelli ricci e rossi come il sole al tramonto, batté i pugni sul tavolo con una tale forza da far cadere sul pavimento tutto quello che vi era sopra.
-Lamentati quanto vuoi Merida, il re ha preso la sua decisione e per quanto sia contraria, né io né tu possiamo far nulla al riguardo. E adesso datti una sistemata. Devi sembrare una donna.-
Uscì dalla stanza con un groppo in gola. Anche se sapeva di non essere odiata udire quelle parole era stato tremendamente spiacevole, poteva capire la rabbia della ragazza ma non avevano scelta. I suoi Dei avrebbero protetto sua figlia, ne era sicura.
-Come hanno potuto farmi questo …? – Immersa nella vasca d’acqua calda non poté fare a meno di piangere tutte le sue lacrime. Con gli occhi gonfi e le guance rosse, fra il pianto e il vapore, maledisse il giorno della sua nascita, avrebbe voluto scappare lontano, magari verso Berk, nell’antica terra dei draghi estinti, oppure nel regno dei lupi del nord.
La balia la chiamò per asciugarla,uscì dall’acqua avvolgendosi nella calda coperta che le porgeva la donna. Si asciugò le lacrime e si guardò allo specchio. Lo sguardo vacuo e triste. Allora Balia Esha le tirò su il mento. – Io ti ho fatta nascere piccola mia, non c’è nessuna ragazza in gamba come te e sarai una grande sovrana. Guardati. – Fece scivolare la coperta scoprendo il suo corpo. -Sei una donna ormai, sei pronta per appartenere un uomo che farà di te una madre meravigliosa e una moglie devota.- Merida osservò allo specchio la sua immagine riflessa. Lei non vedeva altro che ginocchia sbucciate per le arrampicate sulle cascate rocciose, i calli alle mani per aver praticato l’arco per anni.  – Non sarò mai una proprietà di nessun uomo. Io appartengo a me stessa. – Giurò guardandosi negli occhi come non aveva mai fatto prima.



[Chi conosce "Il trono di spade" si accorgerà sicuramente dell'inserimento di alcuni suoi elementi,molti,è che il quartetto lo vedo benissimo nei panni dei pretendenti al trono. Non voglio annoiarvi comunque. Spero che questa storia venga seguita e recensita,ho bisogno dei vostri consigli per migliorarmi. Alla prossima. Shin.]
  
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