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Autore: guerrieradinchiostro    26/11/2013    1 recensioni
Renesmee, vuole cambiare ciò che è stato scritto per il suo futuro. Vuole essere libera di sbagliare, di reagire, di urlare. La nostra rossa ribelle, affronta la sua vita combattendo a testa alta, sventagliando l'idea comune del suo futuro. Distrugge sogni già creati per lei e se ne crea di nuovi.
Lei vive e sogna, combattendo.
Tratto dal 2° capitolo: "Per quasi tutta la sera, sognai quella fatidica battaglia che aveva salvato il mio destino, quella dei volturi. Ma, rivissi quegli instanti più lentamente e mi accorsi che qualcuno tra la folla dei Volturi mi osservava attentamente, aveva uno sguardo impenetrabile quasi…"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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.Prologo

Innamoratevi, se non vi innamorate è tutto morto! Vi dovete innamorare e tutto diventa vivo, si muove tutto... dilapidate la gioia, sperperate l’allegria e siate tristi e taciturni con esuberanza!
-Roberto Benigni.
 

1.Capitolo

“L’estraneo

Lanciai uno sguardo al display del cellulare. Segnava le 18:07 ed ancora quella stravagante ragazza, non era arrivata. Sbuffai per l’impazienza e il mio piede riprese a ticchettare rumorosamente, finché non arrivò mia madre che mi fissò con quel tono, da “Te l’avevo detto.” Odiavo le espressioni contradditorie di mia madre. Odiavo quelle parole, mi davano i nervi.
<< Clarisse, non verrà…>>
<< Forse starà ritardando. >> non sapevo che dirle, sarei rimasta lì per tutto il tempo necessario…
<< Dai andiamo. >>
<< No. >> non mi sarei alzata da quelle gradinate, per nulla al mondo.
Presi il cellulare e inviai un sms a Clarisse. Ma dove si era cacciata? Come mai, non si è fatta ne vedere ne sentire? Ero preoccupata, stranamente impensierita.
Probabilmente, era ancora preda di quell’insulsa voglia di dissetarsi con una bevanda che l’avrebbe spinta oltre.

Un urlo mi riportò impetuosamente alla realtà.
<< Dormigliona, ma che ci fai qui?>> chiese con aria interrogativa, mentre io cercavo di svegliarmi.
<< Mi sei mancata, che fine hai fatto? >> dissi sbadigliando.
<< Ho perso il treno! >> non le credevo aveva bevuto. Si sentiva l’odore acre della vodka, uscire dalla sua bocca. Si ubriacava per dimenticare, per sembrare umana, fragile come tutti gli altri. Non aveva senso che si dannasse l’anima, per far vedere al mondo intero che poteva avere pure lei una vita normale.
<< Si! Ed io ti credo >>
<< Scusa. È più forte di me; non riesco a resistere alla tentazione; Mex mi stai facendo diventare triste! >> mi regalò uno dei suoi ampi sorrisi. Ma perché continua a chiamarmi Mex se il mio nome è Renesmee?
<< Clarisse ancora con questo nomignolo? >>
<< Dai non ti arrabbiare, mi piace troppo Mex! Ma, non hai notato niente di diverso? >> notai la parrucca del mio stesso colore dei capelli, sembravamo sorelle con due personalità contrastanti.
<< Certo che sì! Te l’ha mai detto nessuno, che sei completamente fuori di testa? >>
<< Beh.Quasi tutti quelli che conosco, ed anche i miei svariati fidanzati >>lei mi rispose con tono sarcastico e ridendo a squarcia gola.

Ci dirigemmo verso casa dei nonni ed incontrammo Jake.
<< Nessie! Come mai sei con la Mrs. capelli-mania? >> denominata così per la sua passione per le parrucche. Visibilmente le utilizzava per aver la possibilità di creare, ogni volta che voleva, un nuovo individuo. Le piaceva nascondere se stessa per costruirsi un nuovo io, attraverso il suo eccentrico ego.
Clarisse si avvicinò a lui, gli prese la maglia, con aria minacciosa dichiarando:
<< Ehm...Licantropo. Ascolta. Ti ho mai dato tutta questa confidenza io? No? Bene, allora non rivolgermi più la parola! Ok!? >>
<< Hai finito? >>
<< Non c’è bisogno di far così! >> dissi io per allentare un po’ la tensione.
<< No. >> camminò avanti senza dar più tanta importanza alle parole di Jacob.
Appena arrivai a casa dei nonni, vidi i miei zii e mio padre, attaccati alla tv per vedere i New York Giants contro i Washington Redskins. Invece le mie zie insieme a mia madre e alla nonna stavano cercando di intavolare una conversazione sensata oltrepassando le grida che provenivano da quei tre.
Vidi il nonno che discuteva energicamente con un uomo che poteva avere circa venticinque anni non di più, ma capii subito che non era un semplice ragazzo, era un vampiro. Non l’avevo mai visto ma vi era solo una parola al mondo per descrivere cotanta bellezza. Meraviglioso. Ecco, com’era. Rimasi incantata da quegli occhi d’argento che brillavano di luce propria, simili alle stelle del firmamento, ed i suoi capelli dorati, con quelle ciocche, che gli percorrevano quasi tutta la fronte. Meraviglioso, ma spaventoso. Ero ipnotizzata dai suoi occhi d’argento, che celavano tenebre. Inquadrandolo meglio emanava una forza incredibile.
Avevo paura. Tremavo alla vista del meraviglio straniero.
<> Kevin. Questo era il suo nome. Aveva una strana ferita sul braccio che tendeva a coprirsi. Ma se era un vampiro, perché aveva una ferita al braccio? Mille pensieri mi invasero la mente.
<< Piacere >>
<< Il piacere è tutto mio >> mi disse con un sorriso sghembo.
Kevin. Kevin. Il nome mi era un po’ familiare, ma non ricordavo chi fosse. Vidi di nuovo quella ferita sull’avambraccio e allora gli chiesi: << Come ti sei ferito? >>
<< Lunga storia. Carlisle posso usufruire del sangue di tua nipote? >> Che diavoleria è mai questa?!
<< No >> risposta secca da parte del nonno.
<< Cosa? >> risposi acida. Percepii che quello che stava farneticando quel ragazzo, non scandalizzava solo me, ma anche i miei familiari.
<< No? È per la scienza Carlisle >> mi avvicinai con fare curioso.
<< A cosa ti serve? >> dissi porgendo la mano. Lui non reagì, prese il mio indice e gli diede un morso, quasi impercettibile. Per quei due secondi non sentii nessuno, ed il silenzio inconsueto s’impadronì della stanza. Prese una goccia del mio sangue e la fece cadere lentamente sulla sua ferita. Essa si cicatrizzò e scomparse nel nulla. La sua pelle si colorò di vita. Si, proprio di vita, aveva un colorito non più pallido ma color miele. L’iride dei suoi occhi si tinse di un rosso scarlatto. Mi allontanai.
<< Sono sconvolto… Chi ti ha insegnato questa tecnica? >>
<< Autodidatta! >>  il nonno era senza parole, ed aveva ragione, come potevo dargli torto dopo quello che avevo visto con i miei occhi? Jasper, era l’unico che non battè ciglio.
Kevin diede una pacca nella spalla a Carlisle.
<< Visto? >> e si diresse fuori.
Una cosa era indubitabile. Kevin non era un vampiro. Ma, allora cos’era in realtà?
Volevo salutare lo zio Jazz ma  tentai inutilmente di raggiungerlo, vidi Emmett che stava litigando come un folle con mio padre.
<< Ehi, fanno sempre così? >> me lo sentii accanto e mi venne quasi un brivido. Come se avessi preso la scossa. << Eh?... Sì. >>
<< Basta! >> proclamò Jasper, inefficacemente.
<< Emmett, dammi i miei soldi! >>disse mio padre.
<< Edward mi hai letto la mente e quindi hai imbrogliato! >> Fra un po’ mi sbellicavo dalle risate insieme alle zie. << Papà chiedi scusa allo zio! >> dissi io con tono ironico.
<< Visto! Pure lei ha riconosciuto che stai barando! >>
<< Non ti chiederò mai scusa! >> Jasper se ne andò da Carlisle. La rissa tra lo zio e papà continuò per un bel po’, ed io ero lì, seduta ad osservarli con i miei occhi. Parlando sempre di “occhi” quelli di Kevin non si staccarono nemmeno per un secondo da me. Erano fissi, immobili e l’argento vivo urlava ‘sarai la mia preda’. Avevo paura che da lì a poco sarei morta dissanguata per terra.
Scostò i suoi capelli dalla fronte e andò verso Clarisse. Le si avvicinò da dietro prendendole la vita, ed abbracciandola le disse:<< Vado. Dimmelo quando torni a casa. >>
<< Si >> lei gli sorrise e lo abbracciò. Si abbracciarono? Ecco qual era la sorpresa, mi voleva presentare il suo nuovo ragazzo
<< Renesmee, che ne dici se ci facciamo una bella passeggiata tu ed io? >>
<< Certo. >> risposi senz’esitazioni, come si poteva dir di no a Jacob? Era impossibile i suoi occhi castani s’incatenavano nei tuoi sempre, e non potevi trovar via d’uscita da essi. Era come se ti facesse entrare in un labirinto dove non vi è una via d’uscita, ma solo un'unica soluzione. Non uscir mai da lì.
Questa volta utilizzai Jake per tornare a casa. Che cattiva che sono! Quando presi per mano Jacob, Rosalie lo stava sbranando col solo sguardo.
<< Dove ti porto? >>
<< Puoi portarmi anche a casa se vuoi >>
<< No. Siamo soli, non posso lasciarti e farti andar via così >>
Avevamo percorso per tre volte circa La Push, e non facevamo altro che conversare o sfidarci l’un l’altro.
Sbuffò ma mi portò lo stesso a casa. Vittoria!
<< Grazie Jake>>
<< Non si saluta in questo modo Nessie >> Pure lui con questo soprannome. Il mio nome è Renesmee! Gli volevo dare un bacio sulla guancia ma, spostò la guancia e mi mise difronte la sua bocca.
<< Te lo scordi! >>
<< Dai! >> piagnucolò.
<< Va bene…>> lui se ne andò soddisfatto di quel bacio ed io ero contenta della mia seconda vittoria!
La casa sembrava vuota. Ero sola, con i miei pensieri che potevano, fluttuar liberi nell’aria, senza timore o giudizi altrui. Non so, mi piaceva quell’estraneo che si mostrarsi quasi familiare. Lo avevo intravisto solo per pochi attimi ma, non riuscivo letteralmente a scordarmelo.
Un forestiero di questo calibro, non l’avevo mai visto e non vorrò più vederlo.
Mi faceva paura con i suoi occhi color grigio perla, che camuffavano con un velo leggiadro e armonioso la sua anima.

PS: Mia prima ff abbiate pietà di questo penoso primo capitolo. Se leggerete gli altri ve ne innamorerete.
<3
  
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