Canella e
Cioccolato, Vaniglia
e Camomilla
Stavamo dicendo?! Ah si, la
storia di Cassie! Scusate ma questo capitolo mi è
uscito peggio del solito e pensare che avevo quest’idea da un’eternità! (Charlie!
Non dovevi studiare per l’interrogazione che quella ti lincia?!)
Si ma… (ma…) Non mi va! (sei incorreggibile!) lo so!
In questo capitolo c’è una new entry! La mia
grandissima sorellona Vale! |Ciaoooo! Cm va?| Valeeeee già che ci sei mi dai
una mano cò fisica? |te pareva! Va bene ma tu metti a
posto la camera!!!| Ricattatrice! |Si chiama”Intelligenza Commerciale” cara
mia!| Si chiama “Ricattare le Sorelline Più Piccole” |come mai sei piccola solo quando ti fa comodo?!| Vabbè passiamo al capitolo… ecco
a voi “Cannella e Cioccolato, Vaniglia e Camomilla” (dove li trovi sti nomi?!
Sembra che stai a preparà un dolce!)
Dopo
aver opportunamente chiesto scusa un milione di volte alla povera Tsugumi che
l'aveva aspettata per lungo tempo Silvia tornò a casa...
Era troppo stanca per fare qualsiasi cosa. Si svestì, prese un asciugamano e si infilò dentro la doccia. L'acqua le faceva scivolare via di dosso tutte le preoccupazioni, tutti i pensieri come se
fossero inesistenti. Era una sensazione stupenda. Solitamente
appena entrata iniziava a cantare una canzone che amava per potersi rilassare.
Questa volta no. C'erano solo lei, l'acqua e quel
ragazzo che continuava a rivedere nella sua mente. Apollo. Mormorò il suo nome,
assaporandolo e sentendolo con ogni fibra del suo essere. Come faceva sempre
prima di uscire da quella cabina, scrisse sul vetro, appannato dalle nuvole di
vapore, il suo nome ed apri l'anta. Le
gambe quasi le cedevano come impossibilitate a reggere il suo peso e
reclamavano soltanto riposo. Si allungò sul divano e neanche il tempo di
pronuciare "Solo un attimo..." si addormentò.
Si
svegliò con un tremendo torcicollo. Aveva freddo.
Tanto. Troppo. Ok, aveva incredibilmente freddo. Era come se un vento gelido le
fosse entrato in corpo e lei continuava a tenerlo indosso. Prese una coperta e
si fece una camomilla. Mise tre cucchiani di zucchero e la bevve tutta in un
sorso. Sorrise mentre iniziava a tremare visibilmente.
Si toccò il polso, dopodichè la fronte. Scottava. Solo un pensiero le
attraversò la testa. Doveva andare da Cassie. Febbre o non febbre.
Arrivò
all'entrata di Cafè Leon alle 3:30. Tirava vento e
pioveva. Si era messa circa quattro strati di vestiti eppure le sue mani erano
gelide e la mente vuota. Portava un basco nero con la visiera sopra i capelli
sciolti ed il suo viso era quasi completamente coperto da una sciarpona a righe
multicolore. Indosso aveva un bellissimo maglione nero con lo scollo a barca e dei jeans stretti chiari che le fasciavano le gambe.
Ai
piedi aveva degli stivaletti bassi e teneva stretta a sè, sopra un lungo
cappotto nero che arrivava alle caviglie, la sua fidata e gigantesca borsa
colorata simile a quella di Mary Poppins (ci metti di tutto e non ci trovi mai
niente! ce l'ho anch'io una borsa cosi!!ndm/ Non hai
una borsa cosi, ne hai mille cosi!! Sei fissata con le borse, i cappelli e le
sciarpe!!! ndVale).
Impossibile...
fino al giorno prima splendeva il sole! Osservò bene
quello strano bar e ne rimase sorpresa. Era molto elegante e nel
contempo vivace. C'erano piccoli tavolini rotondi bassi di legno chiaro
all'entrata coperti da bellissime tovaglie bianche con ricami blu oltremare e
argento. Su ogniuno di questi erano deposti un piccolo sasso grigio e levigato
con sopra il numero di tavolo dipinto con inchiostro turchese e una conchiglia
differente a seconda del numero. Al posto delle sedie
semplici si trovavano poltrone ricoperte da cuscini blu notte
ricamati con le costellazioni. Entrò. L'interno del cafè era ancora più bello... Le pareti erano tappezzate si scaffali
stracolmi di libri. L'intero locale ne era pieno. Infatti oltre a quel primo piano ce n'era un secondo a cui
si accedeva per mezzo di una scala a chiocciola di legno di ciliegio. Non
esistevano finestre ma solo enormi vetrate che davano sul bellissimo paesaggio
dei monti e dei boschi della città. Più che un bar assomigliava molto ad una
biblioteca o ad una libreria e Silvia riuscì, solo dopo ad un'attenta scansione
del posto, ad individuare il bancone delle bevande dove scorse Cassie seduta ad intrattenere un animata conversazione con
il barista dalla pelle scura che, mentre preparava drink, leggeva un libro sul
calcio e fingeva di star intraprendendo un azione difficilissima.
La
ragazza si avvicinò a Cassie con l'ovvia intenzione di sorprendere la rossa ma il tentativo fallì quando il ragazzo dirottò
l'attenzione su di lei.
"Ma
chi è questa bella biondina?"esclamò a voce alta "Vuoi da bere tesoro?!"le chiese sfacciatamente."Togli i tuoi occhi
assatanati dalla mia amica, maniaco!" rise Cassie
"Cara Silvia, questo è Pierre, più opportunamente conosciuto come
Il Pervertito del Leon!".
"Dici
così solo perchè sei pazza di me, piccola. Chi disprezza, compra!" ribattè lui facendo il finto offeso."Si,
Pierre, è come dici tu..." lo lasciò stare quella
"Intanto porta a me e a questa nuova cliente le specialità del locale: per
me, Vaniglia e Camomilla, per lei..." ci pensò un
attimo e poi rispose senza esitazione "Cioccolato e Cannella".
"Ottima
scelta" sussurrò il moro, diede un ultimo sguardo alle ragazze e iniziò a
preparare quello che avevano chiesto. "A dire la
verità non conoscevo questo posto... Mi piace. E'fantastico!"iniziò
Silvia guardandosi intorno."Sono contenta che tu ne sia rimasta colpita.
Sai, è di Apollo". La ragazza sgranò gli occhi e
poi ritornò composta.
"Mi
devi raccontare la tua storia" si rivolse a Cassie
"e tu devi finire la tua" continuò per lei la ragazza.
"Questa
volta però comincio io"
Vide
Silvia appoggiare i gomiti sul bancone di legno e chiudere gli occhi.
Era
pronta.
La
rossa chiuse gli occhi. Anche io sono pronta, pensò
decisa e si convinse a parlare.
"Una
famiglia numerosa, la mia. Preferisco addossare a loro la colpa di tutto ma, so che non è cosi. Ed infondo se non fosse
successo niente non avrei conosciuto Apollo e
ringrazio ogni giorno per questo. E' stato lui a salvarmi. Se non mi fossi
persa nell'abisso di oro colato che sono i suoi occhi
d'ambra probabilmente sarei..." Cassie smise di
parlare per un attimo e Silvia giurò di aver visto una lacrima affacciarsi
dagli occhi verde-bottiglia della ragazza ma poi si ravvedette Lei
semplicemente non piangeva. Mai. E questo è quanto.
"Ti
parlerò di Loro. Di come vivevano, come parlavano, in cosa
credevano e cosa odiavano. Chi sono Loro? Ti
basti sapere che Loro sono i miei familiari, tanti, troppi, gentili e
soffocanti. Vivevamo tutti nella stessa casa stretti
come sardine e ci volevamo bene. Ci chiamavano i pazzi della Deava. Facevano
fatica ad arrivare alla fine del mese tanto eravamo
poveri, ma convivevamo ed ogniuno dava una mano." sorrise
"E' difficile essere tranquilli sapendo che forse verrai sfrattato, no?
Per questo volevo andare avanti ed essere qualcuno. Sai, avere una grande famiglia può essere bello e nel contempo orribile.
Certo, non ti sentirai mai sola, avrai sempre qualcuno su cui appoggiarti ed
una spalla su cui piangere. Gli altri hanno di rado tempo per te oppure ne
hanno troppo da soffocarti. Se cerchi un attimo per fermarti o un luogo per
stare da sola non ne troverai mai uno. Cassie!
Cassieee! CASSSSIIEEEE! E tu sarai costretta a dire sempre di si, ad annuire e a sorridere anche se in quel momento
avresti voluto rimanere con te stessa. La mia dolce, svampita
e approfittatrice nonnina che mi chiamava per qualche faccenda fingendo un
terribile mal di schiena o il mio grande, presuntuoso cuginastro che mi
rimproverava per qualcosa che non avevo fatto. Ma io non potevo
ribattere perchè non sarei mai riuscita a fare niente contro di Loro... Mi
avrebbero soltanto detto che mi avevano solo chiesto
una cosa e che a me non andava di fare niente... Allora decisi di
andarmene..." vide l'espressione della sua
interlocutrice e si riscosse "Si, scappai di casa... e non fare quella
faccia scandalizzata, lo avresti fatto anche tu se fossi stata in me!
Fortunatamente feci fortuna e divenni una modella". Silvia la guardò
sorpresa e ammirata. Ecco perchè aveva avuto quell'impressione alla vista di
Cassie: lei era sul serio un indossatrice! "Vedi,
le modelle guadagnano molto e io potevo permettermi tutto quello che volevo...
In questo mondo, dove la bellezza è tutto, io non
potevo essere da meno. Avevo iniziato a mangiare poco, quasi niente, spesso
saltavo i pasti o al posto del cibo prendevo piccole pasticche per perdere
sempre più peso. Non importava se mentre provavo i vestiti quasi cadevo a terra
o se non riuscivo a reggermi sulle mie gambe: l'importante era perdere una o
due taglie anche se già ero magra e deperita come un grissino. Trovavo modi per
vomitare il poco che avevo messo sotto i denti e mi
iscrivevo a siti che perfino incoraggiavano l'anoressia. Sapevo di non doverlo
fare: avevo il viso scavato ed ero pelle e ossa. Perfino le mie compagne che
facevano lo stesso dicevano che esageravo. Mi
mandarono anche in una clinica, sai? Dovevano misurare il mio peso passo passo
e farmi parlare con altre persone che avevano lo stesso problema... Inutile dire che parlavo già con troppe persone che avevano la
malattia durante l'orario di lavoro e che non avevo nessun bisogno di fare
altri incontri poichè erano state quelle persone a farmi pensare da anoressica
e vivere come loro. Diciamo che mi avevano contagiato.
Riguardo alle visite di controllo peso avevo imparato
alcuni stratagemmi per ingannare la dottoressa che mi visitava che funzionavano
a meraviglia. Stavo solo prendendo in giro me stessa e gli altri. Inoltre
conoscevo molti modi per non far accorgere le persone che non mangiavo: per
esempio parlavo molto e quando stavo per mettere in bocca un boccone di cibo lo
interrompevo a mezz'aria cambiando argomanto, spostare l'attenzione del tuo
interlocutore su qualcos'altro, facevo sembrare il mio cibo buonissimo,
talmente tanto che per farlo assaggiare agli altri lo toglievo dal mio piatto e
gliel'offrivo. Avevo forti capogiri, mi sentivo sempre
peggio e fu allora che svenni. Successe, se non sbaglio, durante una sfilata di
Prada ed io caddi per terra come morta. Quando mi risvegliai in ospedale... lo vidi e ne rimasi
affascinata. Stava allungato con le braccia incrociate dietro la testa e mi
guardava con quegl'occhi d'oro fuso. Dannato lui e quegli'occhi!
Ricordo ancora cosa mi disse quando se ne accorse
"Sai, sembravi molto la bella addormentata: fatalmente bella e
terribilmente incosciente. Rimasi di sasso da quell'affermazione. Mi aiutò ogni
giorno ad uscire dalla prigione che mi ero creata ed io me ne innamorai. Tu non
hai mai visto il colore dei suoi occhi e tutto ciò che riesce a esprimere con un solo sguardo. Quando
li riaprirà, perchè io sono certa che lo farà, capirai anche tu che cosa voglio
dire. Erano contemporaneamente tristi e magnetici. Impauriti e
spaventosi". Pierre portò loro due bevande calde che emanavano un
buonissimo profumo e Cassandra si concesse un momento per riflettere e dare
modo a Silvia di elaborare quello che aveva appreso. Perchè le interessava
tanto? Infondo lei non c'entrava niente con quel
ragazzo dai capelli rossi, no? La ragazza interruppe il
vorticoso flusso dei suoi pensieri "Bevilo" si limitò a
consigliarle. La biondina non aveva ancora toccato quella tisana, dunque prese
la tazza con le mani a coppa e assaporò tutto ad un fiato il nettare che le avevano portatò... Doveva ammettere che non aveva mai visto
niente di più buono: era dolce come il cioccolato e speziato come la cannella.
"Devi sapere" osservò la rossa quando vide
che l'apprezzava "che il Cafè Leon ha una ricetta diversa a seconda del
cliente che si presenta. Il carattere si riflette sui gusti e
sui timori di una persona" si spostò con nonchalance una ciocca
dietro l'orecchio, gesto che, solo più tardi,
Silvia
si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il respiro senza pensarci
durante il racconto di Cassie.
L'aveva
raccontato con passione e nella sua voce c'era più trasporto di quanto non
volesse mostrare...
La
vide incrociare le braccia sopra al tavolo ed inclinare la testa poggiata da un
lato. La vide in una nuova luce: non quella di perfetta ed forte ma di fragile
ed ingenua ragazza che non voleva e non poteva sopportare il peso di tutte
quelle parole.
Le
parole iniziarono ad accordarsi da sole e a disporsi. Infondo non c'era niente
di difficile: due ragazze che hanno storie troppo tristi per essere raccontate.
La prima non voluta dalla propria famiglia si rifugia in un mondo che la
rifiuta, la seconda al limite della sopportazione poichè ha trovato la pace e
l'ha persa un secondo dopo. Cantano senza quasi rendersene conto, senza
accorgersi ma pienamente consapevoli di ciò che vanno dicendo.
This is the way you left me,
I'm not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy Ending.
This is the way that we love,
Like it's forever.
Then live the rest of our life,
But not
together.
Il
mondo in cui gli altri le avevano lasciate. No, non stavano fingendo. Non c'era
speranza, nè amore: non c'era lieto fine.
Wake up in the morning, stumble on my life
Can't get no love without sacrifice
If anything should happen, I guess I wish you well
A little bit of heaven, but a little bit of hell
This is the hardest story that I've ever told
No hope, or love, or glory
Happy endings
gone forever more
La
storia più difficile che avessero mai raccontato.
I feel as if I'm wastin'
And I'm wastin' everyday
This is the way you left me,
I'm not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy Ending.
This is the way that we love,
Like it's forever.
Then live the rest of our life,
But not together.
2 o'clock in the morning, something's on my mind
Can't get no rest; keep walkin' around
If I pretend that nothin' ever went wrong, I can get to my sleep
I can think that we just carried on
Potrei
far finta che niente sia mai successo, pensarono le due all'unisono. Si, come
no?! Chi ci crederebbe se sono io la prima a non farlo?!
This is the hardest story that I've ever told
No hope, or love, or glory
Happy endings gone forever more
I feel as if I'm wastin'
And I'm wastin' everyday [x2]
This is the way you left me,
I'm not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy Ending.
This is the way that we love,
Like it's forever.
Then live the rest of our life,
But not together.
A Little bit of love, little bit of love
Little bit of love, little bit of love [repeat]
I feel as if I'm wastin'
And I'm
wastin' everyday
Sto
buttando via ogni giorno, ripeterono.
This is the way you left me,
I'm not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy Ending.
This is the way that we love,
Like it's forever.
To live the rest of our life,
But not together [x2]
This is the way you left me,
I'm not pretending.
No hope, no love, no glory,
No Happy
Ending.
Questo
è il modo in cui le avevano lasciate!
"Non
sto fingendo, senza speranza
senza
amore, senza gloria" sussurrò la prima sconcertata.
"Senza
lieto fine" finì per lei la seconda che prese con rabbia repressa il
borsellino, pagò ed uscì dal locale con la tristezza negli occhi per aver
rivangato un passato che voleva lasciare dov'era. Mormorò un flebile
"Ciao" ed se ne andò tra le lacrime.
Silvia
chiuse le palpebre distrutta un pò per la febbre che tornava a farsi sentire,
un pò per la storia che aveva ascoltato: non si poteva certo affermare che
Cassie avesse una vita migliore della sua.
Era
talmente afflitta che non le aveva nemmeno dato il tempo di raccontarle quello
che le doveva dire della sua storia. Meglio così!
Prese
il foglietto che le aveva scritto e lo mise nella tasca dei pantaloni. Non era
in condizioni di assimilare i consigli che la rossa le dava.
Si
fece fare un'altra tazza del Cioccolato e Cannella, salutò con un cenno e
sforzandosi di sorridere Pierre il barista del Leon. Senza saperlo già stava
mettendo i frutti della prima lezione impartitale da quella strana ragazza: ti
puoi mostrare in un modo e sentirti uno straccio nella sottile arte del
mentire.
La canzone di questo capitolo è “Happy Ending” di Mika!
E’ così triste…
SPAZIETTO RECENSIONI!
Hanon Hosho: Hanon! Sono così contenta che ti
piacciaaaaa! E certo ch puoi chiamarmi Kia! Salutami Miriel mi raccomando!
Laicachan: Ciao laica! Io ho una famiglia numerosa
come la tua e ne conoscerai ogni membro nei capitoli di questa storia! Per ora
ci sono soltanto la mia cuginetta più piccola e mia
sorella maggiore ma vedrai che invasione… Sono cosi impiccioni che vengono
anche qui! |come ti permetti!!| Vorresti negarlo?
|ehmm…| Appunto! Cassie non era come sembrava infondo…
Dreamer21: O Dream! Cassie ha svelato i suoi segreti!
Ma ha detto davvero tutto? Oppure no?
Silviatheangel:
Beh, è simpatica questa prof. Di storia? Perché Cassie ha anche il suo lato
pazzerello! Ha vissuto troppi dolori per mostrarsi felice con chi non conosce!
Mistica88: Non
fa niente se non hai recensito primaaa! Puoi leggere qui cos’è successo ad
Apollo! Ha avuto un incidente appena uscito dall’ospedale (se non è sfiga
questa!) puoi dirlo forte Rebecca!
(Cavolo Charlie! I tuoi capitoli sono ogni volta più
deprimenti!) Rebecca mi sa che hai ragione! Ma devi aspettare quando si
risveglierà Apollo per dare una svolta alla storia! (e quando si risveglierà
Sua Maesta L'Animale?) Nel prossima capitolo! (Davvero?!) forse si, forse no!
(allora stavo pensando di scegliere il colore dei manifesti per il tuo
funerale... Come li vuoi? Nero tomba o Viola cimitero? No, perchè... sai, il forse no non è contemplato nelle
possibilità e porterà ad una tua prematura scomparsa... muhhahahahaha!) Ok,
Apollo si risveglia! e per favore non mi fare la risata diabolica! metti paura!
Titta senti mi fai le anticipazioni?
|sempre a me tocca il lavoro!| sei appena arrivata
quindi… FAI LE ANTICIPAZIONI!
|Alloooora… Nel prossimo capitolo si sveglia Apollo!!| Ma questo già si sapeva! |Senti… devo andare a
studiare Anatomia e Chimica quindi… FATTELE DA SOLA LE ANTICIPAZIONI!!!!!!!!!!|
Va beeeene non ti incavolare! C’è preso l’esaurimento
nervoso da troppo studio! (La prossima volta come
commentatore ci sarà anche Valentino!) ma Valentino ha due anni non può
commentare! (Certo che può! Un “egghè” è Si e due
“egghè” è No! E’ cosi semplice!)
Baci
Charlie o
Piccola Ferr!,
(Rebecca o
Martina!),
e
Valentina o Titta!