Anime & Manga > Sousei no Aquarion
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Autore: Calice    02/05/2008    5 recensioni
Lei per colpa degli altri ha perso la voglia di vivere. Lui per colpa degli altri ha quasi perso la vita.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Canella e cioccolato, Vaniglia e Camomilla

Canella e Cioccolato, Vaniglia e Camomilla

 

Stavamo dicendo?! Ah si, la storia di Cassie! Scusate ma questo capitolo mi è uscito peggio del solito e pensare che avevo quest’idea da un’eternità! (Charlie! Non dovevi studiare per l’interrogazione che quella ti lincia?!) Si ma… (ma…) Non mi va! (sei incorreggibile!) lo so! In questo capitolo c’è una new entry! La mia grandissima sorellona Vale! |Ciaoooo! Cm va?| Valeeeee già che ci sei mi dai una mano cò fisica? |te pareva! Va bene ma tu metti a posto la camera!!!| Ricattatrice! |Si chiama”Intelligenza Commerciale” cara mia!| Si chiama “Ricattare le Sorelline Più Piccole” |come mai sei piccola solo quando ti fa comodo?!| Vabbè passiamo al capitolo… ecco a voi “Cannella e Cioccolato, Vaniglia e Camomilla” (dove li trovi sti nomi?! Sembra che stai a preparà un dolce!)

 

Dopo aver opportunamente chiesto scusa un milione di volte alla povera Tsugumi che l'aveva aspettata per lungo tempo Silvia tornò a casa... Era troppo stanca per fare qualsiasi cosa. Si svestì, prese un asciugamano e si infilò dentro la doccia. L'acqua le faceva scivolare via di dosso tutte le preoccupazioni, tutti i pensieri come se fossero inesistenti. Era una sensazione stupenda. Solitamente appena entrata iniziava a cantare una canzone che amava per potersi rilassare. Questa volta no. C'erano solo lei, l'acqua e quel ragazzo che continuava a rivedere nella sua mente. Apollo. Mormorò il suo nome, assaporandolo e sentendolo con ogni fibra del suo essere. Come faceva sempre prima di uscire da quella cabina, scrisse sul vetro, appannato dalle nuvole di vapore, il suo nome ed apri l'anta. Le gambe quasi le cedevano come impossibilitate a reggere il suo peso e reclamavano soltanto riposo. Si allungò sul divano e neanche il tempo di pronuciare "Solo un attimo..." si addormentò.

Si svegliò con un tremendo torcicollo. Aveva freddo. Tanto. Troppo. Ok, aveva incredibilmente freddo. Era come se un vento gelido le fosse entrato in corpo e lei continuava a tenerlo indosso. Prese una coperta e si fece una camomilla. Mise tre cucchiani di zucchero e la bevve tutta in un sorso. Sorrise mentre iniziava a tremare visibilmente. Si toccò il polso, dopodichè la fronte. Scottava. Solo un pensiero le attraversò la testa. Doveva andare da Cassie. Febbre o non febbre.

 

Arrivò all'entrata di Cafè Leon alle 3:30. Tirava vento e pioveva. Si era messa circa quattro strati di vestiti eppure le sue mani erano gelide e la mente vuota. Portava un basco nero con la visiera sopra i capelli sciolti ed il suo viso era quasi completamente coperto da una sciarpona a righe multicolore. Indosso aveva un bellissimo maglione nero con lo scollo a barca e dei jeans stretti chiari che le fasciavano le gambe.

Ai piedi aveva degli stivaletti bassi e teneva stretta a sè, sopra un lungo cappotto nero che arrivava alle caviglie, la sua fidata e gigantesca borsa colorata simile a quella di Mary Poppins (ci metti di tutto e non ci trovi mai niente! ce l'ho anch'io una borsa cosi!!ndm/ Non hai una borsa cosi, ne hai mille cosi!! Sei fissata con le borse, i cappelli e le sciarpe!!! ndVale).

Impossibile... fino al giorno prima splendeva il sole! Osservò bene quello strano bar e ne rimase sorpresa. Era molto elegante e nel contempo vivace. C'erano piccoli tavolini rotondi bassi di legno chiaro all'entrata coperti da bellissime tovaglie bianche con ricami blu oltremare e argento. Su ogniuno di questi erano deposti un piccolo sasso grigio e levigato con sopra il numero di tavolo dipinto con inchiostro turchese e una conchiglia differente a seconda del numero. Al posto delle sedie semplici si trovavano poltrone ricoperte da cuscini blu notte ricamati con le costellazioni. Entrò. L'interno del cafè era ancora più bello... Le pareti erano tappezzate si scaffali stracolmi di libri. L'intero locale ne era pieno. Infatti oltre a quel primo piano ce n'era un secondo a cui si accedeva per mezzo di una scala a chiocciola di legno di ciliegio. Non esistevano finestre ma solo enormi vetrate che davano sul bellissimo paesaggio dei monti e dei boschi della città. Più che un bar assomigliava molto ad una biblioteca o ad una libreria e Silvia riuscì, solo dopo ad un'attenta scansione del posto, ad individuare il bancone delle bevande dove scorse Cassie seduta ad intrattenere un animata conversazione con il barista dalla pelle scura che, mentre preparava drink, leggeva un libro sul calcio e fingeva di star intraprendendo un azione difficilissima. 

La ragazza si avvicinò a Cassie con l'ovvia intenzione di sorprendere la rossa ma il tentativo fallì quando il ragazzo dirottò l'attenzione su di lei.

"Ma chi è questa bella biondina?"esclamò a voce alta "Vuoi da bere tesoro?!"le chiese sfacciatamente."Togli i tuoi occhi assatanati dalla mia amica, maniaco!" rise Cassie "Cara Silvia, questo è Pierre, più opportunamente conosciuto come Il Pervertito del Leon!".

"Dici così solo perchè sei pazza di me, piccola. Chi disprezza, compra!" ribattè lui facendo il finto offeso."Si, Pierre, è come dici tu..." lo lasciò stare quella "Intanto porta a me e a questa nuova cliente le specialità del locale: per me, Vaniglia e Camomilla, per lei..." ci pensò un attimo e poi rispose senza esitazione "Cioccolato e Cannella".

"Ottima scelta" sussurrò il moro, diede un ultimo sguardo alle ragazze e iniziò a preparare quello che avevano chiesto. "A dire la verità non conoscevo questo posto... Mi piace. E'fantastico!"iniziò Silvia guardandosi intorno."Sono contenta che tu ne sia rimasta colpita. Sai, è di Apollo". La ragazza sgranò gli occhi e poi ritornò composta.

"Mi devi raccontare la tua storia" si rivolse a Cassie "e tu devi finire la tua" continuò per lei la ragazza.

"Questa volta però comincio io"

Vide Silvia appoggiare i gomiti sul bancone di legno e chiudere gli occhi.

Era pronta.

La rossa chiuse gli occhi. Anche io sono pronta, pensò decisa e si convinse a parlare.

"Una famiglia numerosa, la mia. Preferisco addossare a loro la colpa di tutto ma, so che non è cosi. Ed infondo se non fosse successo niente non avrei conosciuto Apollo e ringrazio ogni giorno per questo. E' stato lui a salvarmi. Se non mi fossi persa nell'abisso di oro colato che sono i suoi occhi d'ambra probabilmente sarei..." Cassie smise di parlare per un attimo e Silvia giurò di aver visto una lacrima affacciarsi dagli occhi verde-bottiglia della ragazza ma poi si ravvedette Lei semplicemente non piangeva. Mai. E questo è quanto.

"Ti parlerò di Loro. Di come vivevano, come parlavano, in cosa credevano e cosa odiavano. Chi sono Loro? Ti basti sapere che Loro sono i miei familiari, tanti, troppi, gentili e soffocanti. Vivevamo tutti nella stessa casa stretti come sardine e ci volevamo bene. Ci chiamavano i pazzi della Deava. Facevano fatica ad arrivare alla fine del mese tanto eravamo poveri, ma convivevamo ed ogniuno dava una mano." sorrise "E' difficile essere tranquilli sapendo che forse verrai sfrattato, no? Per questo volevo andare avanti ed essere qualcuno. Sai, avere una grande famiglia può essere bello e nel contempo orribile. Certo, non ti sentirai mai sola, avrai sempre qualcuno su cui appoggiarti ed una spalla su cui piangere. Gli altri hanno di rado tempo per te oppure ne hanno troppo da soffocarti. Se cerchi un attimo per fermarti o un luogo per stare da sola non ne troverai mai uno. Cassie! Cassieee! CASSSSIIEEEE! E tu sarai costretta a dire sempre di si, ad annuire e a sorridere anche se in quel momento avresti voluto rimanere con te stessa. La mia dolce, svampita e approfittatrice nonnina che mi chiamava per qualche faccenda fingendo un terribile mal di schiena o il mio grande, presuntuoso cuginastro che mi rimproverava per qualcosa che non avevo fatto. Ma io non potevo ribattere perchè non sarei mai riuscita a fare niente contro di Loro... Mi avrebbero soltanto detto che mi avevano solo chiesto una cosa e che a me non andava di fare niente... Allora decisi di andarmene..." vide l'espressione della sua interlocutrice e si riscosse "Si, scappai di casa... e non fare quella faccia scandalizzata, lo avresti fatto anche tu se fossi stata in me! Fortunatamente feci fortuna e divenni una modella". Silvia la guardò sorpresa e ammirata. Ecco perchè aveva avuto quell'impressione alla vista di Cassie: lei era sul serio un indossatrice! "Vedi, le modelle guadagnano molto e io potevo permettermi tutto quello che volevo... In questo mondo, dove la bellezza è tutto, io non potevo essere da meno. Avevo iniziato a mangiare poco, quasi niente, spesso saltavo i pasti o al posto del cibo prendevo piccole pasticche per perdere sempre più peso. Non importava se mentre provavo i vestiti quasi cadevo a terra o se non riuscivo a reggermi sulle mie gambe: l'importante era perdere una o due taglie anche se già ero magra e deperita come un grissino. Trovavo modi per vomitare il poco che avevo messo sotto i denti e mi iscrivevo a siti che perfino incoraggiavano l'anoressia. Sapevo di non doverlo fare: avevo il viso scavato ed ero pelle e ossa. Perfino le mie compagne che facevano lo stesso dicevano che esageravo. Mi mandarono anche in una clinica, sai? Dovevano misurare il mio peso passo passo e farmi parlare con altre persone che avevano lo stesso problema... Inutile dire che parlavo già con troppe persone che avevano la malattia durante l'orario di lavoro e che non avevo nessun bisogno di fare altri incontri poichè erano state quelle persone a farmi pensare da anoressica e vivere come loro. Diciamo che mi avevano contagiato. Riguardo alle visite di controllo peso avevo imparato alcuni stratagemmi per ingannare la dottoressa che mi visitava che funzionavano a meraviglia. Stavo solo prendendo in giro me stessa e gli altri. Inoltre conoscevo molti modi per non far accorgere le persone che non mangiavo: per esempio parlavo molto e quando stavo per mettere in bocca un boccone di cibo lo interrompevo a mezz'aria cambiando argomanto, spostare l'attenzione del tuo interlocutore su qualcos'altro, facevo sembrare il mio cibo buonissimo, talmente tanto che per farlo assaggiare agli altri lo toglievo dal mio piatto e gliel'offrivo. Avevo forti capogiri, mi sentivo sempre peggio e fu allora che svenni. Successe, se non sbaglio, durante una sfilata di Prada ed io caddi per terra come morta. Quando mi risvegliai in ospedale... lo vidi e ne rimasi affascinata. Stava allungato con le braccia incrociate dietro la testa e mi guardava con quegl'occhi d'oro fuso. Dannato lui e quegli'occhi! Ricordo ancora cosa mi disse quando se ne accorse "Sai, sembravi molto la bella addormentata: fatalmente bella e terribilmente incosciente. Rimasi di sasso da quell'affermazione. Mi aiutò ogni giorno ad uscire dalla prigione che mi ero creata ed io me ne innamorai. Tu non hai mai visto il colore dei suoi occhi e tutto ciò che riesce a esprimere con un solo sguardo. Quando li riaprirà, perchè io sono certa che lo farà, capirai anche tu che cosa voglio dire. Erano contemporaneamente tristi e magnetici. Impauriti e spaventosi". Pierre portò loro due bevande calde che emanavano un buonissimo profumo e Cassandra si concesse un momento per riflettere e dare modo a Silvia di elaborare quello che aveva appreso. Perchè le interessava tanto? Infondo lei non c'entrava niente con quel ragazzo dai capelli rossi, no? La ragazza interruppe il vorticoso flusso dei suoi pensieri "Bevilo" si limitò a consigliarle. La biondina non aveva ancora toccato quella tisana, dunque prese la tazza con le mani a coppa e assaporò tutto ad un fiato il nettare che le avevano portatò... Doveva ammettere che non aveva mai visto niente di più buono: era dolce come il cioccolato e speziato come la cannella. "Devi sapere" osservò la rossa quando vide che l'apprezzava "che il Cafè Leon ha una ricetta diversa a seconda del cliente che si presenta. Il carattere si riflette sui gusti e sui timori di una persona" si spostò con nonchalance una ciocca dietro l'orecchio, gesto che, solo più tardi, la De Alisia imparò a riconoscere come d'impazienza. Prese un foglio di carta leggera che si fece prendere dal barista e iniziò a scribacchiare. Allora anche quella volta gli avrebbe dato una delle sue lezioni, rimuginò Silvia a metà fra lo scoraggiato e interessato. "Sei mancina" notò guardando la mano delicata dal polso sottile dell'amica. "Continuiamo" proclamò quella completamente assorta "Apollo mi diede l'impulso che mi serviva per continuare a vivere e staccarmi da quella sottile tanto pericolosa linea tra la vita e la morte, il giusto e lo sbagliato finchè lui entrò in coma. Era da poco uscito dall'ospedale dove l'avevo incontrato in cui era stato ricoverato per un braccio malridotto, dovuto ad una rissa scatenata per difendere la sua sorellina minore, Chibiko, dalla quale aveva riportato quella cicatrice sulla guancia. Stava tornando a casa sua quando un pazzo ubriaco passato con il rosso lo fece entrare in coma. Piansi, piansi come non avevo mai fatto in vita mia e il colore dei miei occhi si cancellò dietro le lacrime. Da allora, niente è più stato lo stesso".

Silvia si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il respiro senza pensarci durante il racconto di Cassie.

L'aveva raccontato con passione e nella sua voce c'era più trasporto di quanto non volesse mostrare...

La vide incrociare le braccia sopra al tavolo ed inclinare la testa poggiata da un lato. La vide in una nuova luce: non quella di perfetta ed forte ma di fragile ed ingenua ragazza che non voleva e non poteva sopportare il peso di tutte quelle parole.

Le parole iniziarono ad accordarsi da sole e a disporsi. Infondo non c'era niente di difficile: due ragazze che hanno storie troppo tristi per essere raccontate. La prima non voluta dalla propria famiglia si rifugia in un mondo che la rifiuta, la seconda al limite della sopportazione poichè ha trovato la pace e l'ha persa un secondo dopo. Cantano senza quasi rendersene conto, senza accorgersi ma pienamente consapevoli di ciò che vanno dicendo.

 

This is the way you left me,

I'm not pretending.

No hope, no love, no glory,

No Happy Ending.

This is the way that we love,

Like it's forever.

Then live the rest of our life,

But not together.

 

Il mondo in cui gli altri le avevano lasciate. No, non stavano fingendo. Non c'era speranza, nè amore: non c'era lieto fine.

 

Wake up in the morning, stumble on my life

Can't get no love without sacrifice

If anything should happen, I guess I wish you well

A little bit of heaven, but a little bit of hell

 

This is the hardest story that I've ever told

No hope, or love, or glory

Happy endings gone forever more

 

La storia più difficile che avessero mai raccontato.

 

I feel as if I'm wastin'

And I'm wastin' everyday

 

This is the way you left me,

I'm not pretending.

No hope, no love, no glory,

No Happy Ending.

This is the way that we love,

Like it's forever.

Then live the rest of our life,

But not together.

 

2 o'clock in the morning, something's on my mind

Can't get no rest; keep walkin' around

If I pretend that nothin' ever went wrong, I can get to my sleep

I can think that we just carried on

 

Potrei far finta che niente sia mai successo, pensarono le due all'unisono. Si, come no?! Chi ci crederebbe se sono io la prima a non farlo?!

 

This is the hardest story that I've ever told

No hope, or love, or glory

Happy endings gone forever more

 

I feel as if I'm wastin'

And I'm wastin' everyday [x2]

 

This is the way you left me,

I'm not pretending.

No hope, no love, no glory,

No Happy Ending.

This is the way that we love,

Like it's forever.

Then live the rest of our life,

But not together.

 

A Little bit of love, little bit of love

Little bit of love, little bit of love [repeat]

 

I feel as if I'm wastin'

And I'm wastin' everyday

 

Sto buttando via ogni giorno, ripeterono.

 

This is the way you left me,

I'm not pretending.

No hope, no love, no glory,

No Happy Ending.

This is the way that we love,

Like it's forever.

To live the rest of our life,

But not together [x2]

 

This is the way you left me,

I'm not pretending.

No hope, no love, no glory,

No Happy Ending.

 

Questo è il modo in cui le avevano lasciate!

"Non sto fingendo, senza speranza

senza amore, senza gloria" sussurrò la prima sconcertata.

 

"Senza lieto fine" finì per lei la seconda che prese con rabbia repressa il borsellino, pagò ed uscì dal locale con la tristezza negli occhi per aver rivangato un passato che voleva lasciare dov'era. Mormorò un flebile "Ciao" ed se ne andò tra le lacrime.

 

 

Silvia chiuse le palpebre distrutta un pò per la febbre che tornava a farsi sentire, un pò per la storia che aveva ascoltato: non si poteva certo affermare che Cassie avesse una vita migliore della sua.

Era talmente afflitta che non le aveva nemmeno dato il tempo di raccontarle quello che le doveva dire della sua storia. Meglio così!

Prese il foglietto che le aveva scritto e lo mise nella tasca dei pantaloni. Non era in condizioni di assimilare i consigli che la rossa le dava.

Si fece fare un'altra tazza del Cioccolato e Cannella, salutò con un cenno e sforzandosi di sorridere Pierre il barista del Leon. Senza saperlo già stava mettendo i frutti della prima lezione impartitale da quella strana ragazza: ti puoi mostrare in un modo e sentirti uno straccio nella sottile arte del mentire.

 

La canzone di questo capitolo è “Happy Ending” di Mika! E’ così triste…

 

SPAZIETTO RECENSIONI!

 

Hanon Hosho: Hanon! Sono così contenta che ti piacciaaaaa! E certo ch puoi chiamarmi Kia! Salutami Miriel mi raccomando!

 

Laicachan: Ciao laica! Io ho una famiglia numerosa come la tua e ne conoscerai ogni membro nei capitoli di questa storia! Per ora ci sono soltanto la mia cuginetta più piccola e mia sorella maggiore ma vedrai che invasione… Sono cosi impiccioni che vengono anche qui! |come ti permetti!!| Vorresti negarlo? |ehmm…| Appunto! Cassie non era come sembrava infondo…

 

Dreamer21: O Dream! Cassie ha svelato i suoi segreti! Ma ha detto davvero tutto? Oppure no?

 

Silviatheangel: Beh, è simpatica questa prof. Di storia? Perché Cassie ha anche il suo lato pazzerello! Ha vissuto troppi dolori per mostrarsi felice con chi non conosce!

 

Mistica88: Non fa niente se non hai recensito primaaa! Puoi leggere qui cos’è successo ad Apollo! Ha avuto un incidente appena uscito dall’ospedale (se non è sfiga questa!) puoi dirlo forte Rebecca!

 

(Cavolo Charlie! I tuoi capitoli sono ogni volta più deprimenti!) Rebecca mi sa che hai ragione! Ma devi aspettare quando si risveglierà Apollo per dare una svolta alla storia! (e quando si risveglierà Sua Maesta L'Animale?) Nel prossima capitolo! (Davvero?!) forse si, forse no! (allora stavo pensando di scegliere il colore dei manifesti per il tuo funerale... Come li vuoi? Nero tomba o Viola cimitero? No, perchè... sai, il forse no non è contemplato nelle possibilità e porterà ad una tua prematura scomparsa... muhhahahahaha!) Ok, Apollo si risveglia! e per favore non mi fare la risata diabolica! metti paura! Titta senti mi fai le anticipazioni?

|sempre a me tocca il lavoro!| sei appena arrivata quindi… FAI LE ANTICIPAZIONI!

|Alloooora… Nel prossimo capitolo si sveglia Apollo!!| Ma questo già si sapeva! |Senti… devo andare a studiare Anatomia e Chimica quindi… FATTELE DA SOLA LE ANTICIPAZIONI!!!!!!!!!!|

Va beeeene non ti incavolare! C’è preso l’esaurimento nervoso da troppo studio! (La prossima volta come commentatore ci sarà anche Valentino!) ma Valentino ha due anni non può commentare! (Certo che può! Un “egghè” è Si e due “egghè” è No! E’ cosi semplice!)

 

Baci

     Charlie o Piccola Ferr!,

     (Rebecca o Martina!),

     e Valentina o Titta!

  
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