Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Gwilym    26/11/2013    3 recensioni
Hana ha diciotto anni quando lei e il suo amico Andrew vengono aggrediti da due licantropi. Solo Hana sopravvive all'aggressione scoprendo però di essere diventata un licantropo. Come se lo shock per la morte dell'amico e la consapevolezza di essere un licantropo non bastassero, Hana trova i suoi genitori impiccati lo stesso giorno in cui gli ha confessato di essere un lupo mannaro. La famiglia della ragazza non è una famiglia normale, sono cacciatori, i suoi genitori avrebbero dovuto ucciderla. E' forse questo il motivo del loro suicidio?
La vita di Hana trascorre per qualche anno, fingendo un inesistente normalità finché la sua vita non si intreccia inevitabilmente a quella di Derek Hale. Un giovane Alpha di Beacon Hills
----
La Fan Fiction è ambientata alla fine della seconda stagione ma c'è qualche allusione alla terza stagione.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bronzo di Riace

 

– Quindi non hai idea di cosa volesse Derek da te? – domandò ancora Jamie.
– Non, e non mi interessa. I licantropi portano solo guai. – ribattei  facendo spallucce.
Avevamo ormai raggiunto casa, un appartamento non molto lontano dalla scuola di Jamie. Eravamo fermi fuori la porta di casa, mentre cercavo le chiavi di casa nella mia borsa.
– Anche quelli che somigliano a un bronzo di Riace? –.
– James! Soprattutto, dei bronzi di Riace. –
– Che c’è? Non chiamarmi James, sai che odio quando lo fai!- sbuffò, poi afferrò la mia borsa – Ci diamo una mossa Mary Poppins? Cosa ci nascondi in questa borsa? –
– Degli strumenti di tortura che potrei anche usare se mi strappi di nuovo la borsa! – urlai strappando la borsa dalle grinfie di mio fratello ed estraendo con fierezza le chiavi.
– Ecco visto? Se la smettessi di distrarmi con i tuoi apprezzamenti su Derek, avrei fatto anche prima! Non è che c’è qualcosa che devi dirmi a proposito delle tue tendenze sessuali?– domandai poi entrando in casa mentre Jamie alle mie spalle mi seguiva e richiudeva la porta. Il colore dominante dell’appartamento in cui io e mio fratello vivevano era il bianco. Tutto bianco: i mobili, le sedie, il bancone dove facevano colazione, il divano.
– No, preferisco ancora le patate ai cetrioli. –
– James! –
– Che c’è? Tu metti in dubbio la mia sessualità! –
– Essere gay non sarebbe un crimine. –
– Sono d’accordo, ma io non lo sono. –
Sbuffai esasperata, la conversazione aveva preso una piega imbarazzante. Cercai di cambiare discorso mentre poggiavo la borsa sul bancone e aprivo i mobili in cerca di cibo – Cosa hai fatto di interessante? –
– Solite cose da adolescente. – rispose secco Jamie. – Lezioni, ho spezzato qualche cuore, ho mangiato, ho studiato in biblioteca. –
– Wow. – esclamai fissando i mobili. Non c’era cibo.
– No, non ho giocato a WoW oggi. In realtà non ci gioco da un po’. –
– Non parlavo di World of Warcraft idiota, siamo senza cibo. –
Jamie per tutta risposta fece spallucce – Ordiniamo una pizza, – propose afferrando il telefono e porgendomelo – Per me formaggio e salame, veloce però devo chiamare Grace. –
– Grace? Chi sarebbe Grace?  –
– Una biondina niente male, frequentiamo lo stesso corso di biologia. Voglio invitarla al ballo di Natale. –
– Ancora quello squallido ballo? – . Lo ricordavo bene il ballo di Natale, c’ero stata anche più volte quando frequentava il liceo, un ballo in cui tutti si vestivano come se venissero direttamente dal ‘800. Una volta mi piaceva, adesso lo trovavo ridicolo.
– Sì, alle ragazze piace, e poi io sono molto sexy con il frac. –  Sorrisi. Jamie era l’unico capace di strapparmi un sorriso. Decisi di non rispondergli e di concentrarmi sulla cena.
Ordinai due pizze e due porzioni di patatine fritte. Poi, dopo aver riagganciato andai verso il bagno.
– Vado a farmi una doccia. – annunciai mentre aprivo la porta del bagno. Mi voltai per controllare  Jaime e lo vide straiato sul divano mentre faceva zapping cercando qualcosa in TV. Entrai  nel bagno e mi specchiai, vidi una ragazza esile e dai capelli color nocciola, gli occhi verdi e grandi come quelli di mio fratello, a differenza di questo però non vantavo un’ alta statura. Mi voltai verso la doccia e mi ci infilai meccanicamente.
Fu proprio mentre me ne stavo sotto il getto caldo e confortante della doccia che avvertii qualcosa di strano, ansia e paura si impossessarono di me. Sentivo il mio cuore aumentare i battiti e non capivo cosa mi succedesse, non avevo paura di niente io. Uscii dalla doccia con il cuore in gola avvolgendomi in un asciugamano. Fissai attentamente la stanza e rimasi di sasso. Le pareti erano imbrattate, scritte rosse si estendevano su ogni centimetro della stanza. Tre parole che conoscevo molto bene si alternavano HANA MARIE PARKER. Perché il mio nome era scritto ovunque? E quello era rossetto o pittura giusto? Non poteva essere sangue.
Mi avvicinai alla piccola finestra del bagno. Era sigillata benissimo, nessun segno di effrazione.  Forse qualcuno si era introdotto in casa prima che io e Jamie arrivassimo. E allora perché non mi ero accorta di niente? I miei sensi da lupo mi avrebbero avvertita. Aprii la finestra e fissai la città, non c’era niente di strano, solo il chiacchiericcio delle persone in strada e qualche macchina che passava. Respirai a fondo poi richiusi la finestra. Quando mi voltai di nuovo verso la stanza mi accorsi che quelle scritte erano sparite. Tutte. La stanza era linda e pinta. Un’allucinazione? Stavo diventando pazza? In effetti quando ero entrata nel bagno quelle scritte non c’erano. Nessuno avrebbe potuto scrivere così velocemente su tutta la parete o forse sì? E cancellare in un attimo?
Sentii un improvvisa esigenza di uscire fuori da quella stanza. Spalancai la porta e guardai fuori. Sentii il rumore della TV, davano una puntata di Dr. House e vidi Jamie seduto sul divano intento a parlare a telefono. Mi infilai nella sua stanza velocemente e lì mi vestii. Mentre tornavo in cucina riflettei ancora su quello che mi era successo. Ero sicura di non star diventando pazza, ma chi poteva aver fatto una cosa del genere? Chi conosceva il mio nome completo? Non era certo una cosa che dicevo a chiunque.

 Poi mi si accese una lampadina. Derek. Lui conosceva il mio nome, era opera sua? Era un modo per costringermi a chiedere il suo aiuto? Cosa voleva Derek da me?
Mi accasciai sul divano di fianco a mio fratello.
– Ah finalmente hai finito? Vorrei darmi una pulita anch’io! – disse Jamie mentre riagganciava la chiamata. – Che hai? – domandò poi preoccupato. Era così evidente? Non lasciavo mai che le mie emozioni fossero evidenti.
– Mal di testa. – mentii. – dai muoviti, va a farti la doccia prima che arrivino le pizze!- lo incitai poi.
Mi si avvicinò e mi stampò un bacio sulla fronte – Un bacio sulla bua! – mi disse sorridendo, poi si diresse verso il bagno e ci si chiuse dentro. Fu proprio in quel momento che il mio telefono iniziò a squillare. Estrassi pigramente dalla tasca mentre House in TV diagnosticava il Lupus ad un paziente. – Non è mai il Lupus House, non perdere tempo. – commentai prima di accettare la chiamata, neanche guardai lo schermo.
–Chi va là? –
– Emh, Hana, sono Derek. –
– Come hai avuto il mio numero? – risposi cercando di non far trapelare ansia. Che i miei sospetti su Derek fossero fondati?
– Una tua collega nella paninoteca in cui lavori... – Quale collega? Come conosci il posto in cui lavoro? C’erano tante domande sensate che solitamente avrei fatto, ma non in quel momento. Ne avevo solo una più importante di tutte.

– Sei stato tu, vero? –
– Io? A fare cosa? –
– Quelle scritte…– un brivido di terrore mi percorse la schiena, quella sensazione di ansia si stava rimpossessando di me.
– Quali scritte? Hana cos’hai visto? – sembrava sincero, ma lo era davvero? Non potevo sentire i suoi battiti per verificarlo. A Derek cosa interessava allora quello che avevo visto? Ci conoscevamo appena.
– Cosa vuoi allora? –
– Parlarti, c’è qualcosa che ti riguarda da vicino, che tu lo voglia o no. – la sua voce sembrava ansiosa.
– A te cosa importa di me e di ciò che mi riguarda? –
– Niente, hai ragione. Ma mi importa del mio branco e della loro sicurezza. Ti racconterò tutto a quattrocchi, incontriamoci, domani. –
– D’accordo, – risposi d’impulso. – ma non ti assicuro di essere collaborativa. – aggiunsi.
– A domani. – disse Derek, riagganciai subito e poggiai sul divano il cellulare. Quella si sarebbe rivelata una scelta saggia? O mi stavo - letteralmente -  gettando tra le fauci del lupo? Avevo come l’impressione che Derek sapesse tutto ciò che mi interessava sapere su quelle scritte.
La porta di casa suonò poco dopo la chiamata. Jamie uscì di corsa dal bagno urlando che avrebbe aperto lui.
Quando mi voltai , però, notai che l’unico ‘indumento’ che usava era un asciugamano avvolta intorno ai fianchi.
– James! – gli urlai contro precipitandomi verso la porta. La ragazza alla porta era diventata rossa come i cartoni di pizza che teneva in mano.
–L-le vostre p-pizze – disse lei abbassando lo sguardo e porgendo le pizze, le diedi una banconota da venti dollari. – Tieni il resto. – le disse Jamie facendole l’occhiolino. La ragazza sgusciò via in un attimo e io richiusi la porta.
– Mio fratello è senza pudore. – sbuffai mentre appoggiavo i cartoni di pizza e ne aprivo uno. Poi tornai a osservarlo. –Aspetta, aspetta… ti sei depilato il petto Jamie? – domandai perplessa.
– Già, adesso sembro anch’io un bronzo di Riace non trovi? –
– Piantala e va a vestirti! –
– A proposito di bronzi di Riace, ci ho pensato, questo Derek non frequentava il tuo stesso anno al liceo? –
– Oh, sì. Stesso corso di chimica se non sbaglio. Era piuttosto inutile come partner per i progetti – dissi facendo spallucce. – Non faceva altro che parlare della sua ragazza, scriveva continuamente il suo nome ovunque. –
– Era una cosa seria? Stanno ancora insieme? –
– Nah, è morta. Quando frequentavo il terzo anno mi sembra. Mai immischiarsi in faccende amorose, o in qualsiasi altra faccenda, con un licantropo. –
– Oh, quindi dovrei starti alla larga? – a volte dimenticavo completamente di essere una di loro un lupo mannaro, un mostro.
– Io sono innocua, hey non vedi l’areola? – dissi indicando un punto vuoto sopra la mia testa.
– Certo, innocua come Lucifero. – rispose lui sorridendo. – io vado a rendermi presentabile, inizio a sentire freddo. – aggiunse poi.
– Jamie…– dissi mentre lui si fermava a un passo dalla porta.
– Cosa? –
– Conosci i componenti del branco di Derek? –
– Mmmh sì, sono forti. –
– Tienili d’occhio a scuola. Voglio sapere se fanno qualcosa di strano. –
– Fanno sempre qualcosa di strano, sono lupi. –
– Beh tu fammi un resoconto dettagliato dei loro ‘comportamenti da lupo’. –
Se Derek stava tramando qualcosa contro di me, i suoi beta avrebbero fatto sicuramente un passo falso, prima o poi. Dopo tutto erano adolescenti, tutti gli adolescenti facevano passi falsi.
Verso mezzanotte la pizza era finita, e Jamie dormiva già profondamente. Mi avviai a grandi passi verso la libreria in salotto e estrassi un libro a caso, la lettura mi aiutava sempre a prendere sonno, guardai la copertina : ORGOGLIO E PREGIUDIZIO. L’ultima volta in cui avevo letto quel libro il mio corpo vantava parecchi brufoli.
Entrai nella mia stanza e mi stesi sul letto, aprì la prima pagina ma la mia lettura si interrupe dopo pochi secondi.
Un odore piuttosto conosciuto si insinuò nella stanza. Chiusi di scatto il libro e mi voltai verso la finestra.
– Potrei denunciarti per stolking dopo questa, Hale. – Derek se ne stava seduto sulla finestra davanti a me.
– Avevo detto di incontrarci domani, beh è domani. E poi non avevano fissato né data né ora.Buon istinto, comunque. – replicò in sua difesa indicando la sveglia che segnava le 00.12 .
– Dammi un buon motivo per non cacciarti da qui a calci, in questo preciso istante. –
– Non puoi, non sei abbastanza forte, e comunque quello che ho da dirti non può aspettare oltre. –
Volevo ribattere nei miei toni acidi ma qualcosa me lo impedii, una voce si stava insinuando nella mia mente, cantilenava in modo agghiacciante HANA MARIE PARKER SEI MIA. Portai le mani alle orecchie sperando di non sentire oltre quel suono, poi mi resi conto che quella voce era nella mia testa, non c’era modo di farla smettere. Rivolsi il mio sguardo a Derek, era lui? Come riusciva a insinuarsi nella mia mente in quel modo? Cosa voleva da me? Il suo sguardo era preoccupato, stava dicendo qualcosa, ne ero sicura, ma non sentivo nulla
Il mio respirò diventava sempre più affannato, la mia vista sempre più offuscata, fino a che il buio non mi avvolse completamente.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Gwilym