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Autore: RedMarauder    27/11/2013    14 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 10
Notti Insonni e Strani Eventi
 
 
 
 
 
 
 
C’era qualcosa di profondamente sbagliato nel fatto che Hermione Granger passasse una notte in bianco a causa di Fred Weasley.
Era profondamente sbagliato. Anzi, era profondamente ingiusto.
Hermione sbuffò, girandosi a pancia sotto. L’alba stava sorgendo. Questo pensiero la rallegrò, anche se di poco. Almeno, la sua agonia notturna era quasi giunta alla fine! Sarebbe cominciata l’agonia giornaliera, ma erano semplici dettagli.
Per tutta la notte aveva pensato a lui. Non si era posta quesiti complicati né profondi. Aveva semplicemente pensato a lui. Lo aveva maledetto un paio di volte, forse anche più. Perché Fred aveva raggiunto il suo obiettivo. Ci era riuscito. Hermione aveva passato la notte a chiedersi cosa intendesse Fred dicendo che l’attesa sarebbe stata ripagata. La fantasia le si era rivolta contro. Hermione arrossì, schiacciando le guance sul cuscino ormai troppo caldo.
Che gran bastardo..
Era veramente un bastardo. Hermione immaginò il suo ghigno beffardo e un’ondata di rabbia la travolse per l’ennesima volta. La sua mente lottava fra il desiderio represso e la furia omicida. Si era domandata spesso che cosa sarebbe successo quando avrebbe incontrato Fred, magari in mezzo al corridoio. Probabilmente lo avrebbe afferrato per la cravatta e gettato dalla prima finestra.
A pensarci bene, lo avrebbe afferrato per la cravatta e lo avrebbe trascinato in un’aula vuota per ucciderlo con le proprie mani. Al diavolo la bacchetta, non ne aveva bisogno!
A pensarci molto bene, lo avrebbe afferrato per la cravatta e lo avrebbe trascinato in un’aula vuota per togliergli la suddetta cravatta e il resto dei vestiti..
Così gli regalerai solo una soddisfazione!
Era vero! Fred non stava aspettando altro. Hermione sapeva che l’aveva messa alla prova nel modo più crudele. Cosa poteva fare? Doveva cedere? Doveva lottare? Doveva ignorarlo?
Sbuffando, uscì dal letto e cominciò a vestirsi. Non aveva senso continuare a starsene lì, in perenne agonia. Tanto valeva affrontare quella giornata. Decise che l’istinto avrebbe preso le decisioni al posto suo. Era ancora arrabbiata con Fred, ma sapeva che, nel profondo, stava davvero aspettando che arrivasse il momento in cui la sua pazienza sarebbe stata ripagata. Era un tarlo che Fred aveva ficcato nella sua mente brillante la sera prima, e non sarebbe scomparso facilmente. Lo avrebbe fatto solo nel momento in cui Fred avesse posto fine a quella straziante attesa. Tanto valeva imparare a conviverci. Hermione sperò di essere abbastanza forte da ignorare Fred il più possibile. Ignorandolo, forse, avrebbe fatto in modo che anche lui condividesse quell’attesa snervante. Hermione non era molto sicura che potesse funzionare. Era di Fred Weasley che si parlava, non del primo Tassorosso passato per le Serre. Ma la speranza era sempre l’ultima a morire!
 
 
In Sala Comune incrociò Ginny. Il suo raffreddore era decisamente peggiorato. Hermione la supplicò di andare in infermeria, ma Ginny non ne volle sapere.
- Tu piuttosto!- tergiversò – Hai una cera orribile! Cos’hai combinato stanotte?- chiese maliziosa.
Hermione sbuffò. L’ironia della sorte! Proprio quello che non aveva combinato, l’aveva ridotta così.
- Ti dispiacerebbe se imprigionassi tuo fratello in una serra assieme a un gigantesco Tranello del Diavolo?- chiese ironica.
Ginny sorrise. – Un po’ sì, soprattutto perché dovrei aiutarti a convivere con questo rimorso!-
- Non sarà un’impresa ardua, fidati!- scherzò lei e le raccontò gli avvenimenti della sera prima e la notte in bianco che aveva passato a causa sua.
Ginny annuì. – Ti ha dimostrato di saper giocare le sue carte, per l’ennesima volta!-
- Vuoi smetterla di lodarlo?- sbottò Hermione, offesa.
Ginny scoppiò a ridere. – Non lo sto lodando! Dico solo che..ok, sì! Lo sto lodando!-
Hermione alzò gli occhi al cielo e si incamminò verso l’uscita del dormitorio. Ginny la seguì e la prese a braccetto, mentre scendevano le scale per raggiungere la Sala Grande.
- Guarda il lato positivo!-
- Perché tu riesci sempre a vederne uno?-
- Ottimismo naturale!-
- Dai, avanti! Quale sarebbe il lato positivo?-
Ginny sorrise maliziosa e ammiccò. – Scommetto che l’attesa verrà veramente ripagata a dovere!-
Hermione arrossì, ma sorrise. – Lo spero per lui.. – borbottò.
Le risate di Ginny riecheggiarono nel corridoio.
 
 
 
Fu una mattinata piena di eventi. Durante Erbologia, Ernie venne morso da una pianta carnivora particolarmente audace che strinse le sue fauci attorno alla coscia del poveretto. La professoressa Sprite fu costretta a interrompere la lezione per accompagnarlo in infermeria, dove Madama Chips impallidì alla vista di uno studente con un pezzo di pianta saldamente ancorata a pochi centimetri dalle sue parti basse. L’episodio fu presto sulla bocca di tutti. Tutta Hogwarts parlava del povero Ernie e del suo incontro focoso con una Tentacula Velenosa. I pettegolezzi si ingigantirono come sempre e, alla fine della giornata, quasi tutti gli studenti erano convinti che Ernie fosse davvero stato morso dalla pianta. Pix scrisse anche una poesia che cantò per settimane intere, ma Hermione cercò il più possibile di non lasciarsi prendere dal motivetto, che citava parti di Ernie a cui lei non voleva pensare. Ernie, comunque, era in condizioni piuttosto buone. Hanna Abbott era passata in infermeria a trovarlo e aveva riferito a tutti che, nonostante lo spavento, Ernie era in buone condizioni fisiche. La pianta era stata rimossa dalle imbarazzatissime Madama Chips e professoressa Sprite, la ferita era stata rimarginata e il veleno assorbito con una pozione. Ernie sarebbe rimasto in infermeria per qualche giorno. Hermione fu pronta a scommettere che stesse cercando di trovare il coraggio di uscire e affrontare i pettegolezzi.
Il secondo episodio più strano della giornata avvenne durante il pranzo. Draco Malfoy, che da giorni stava decantando la superiorità tecnica della squadra di Serpeverde, fu colpito improvvisamente da un vassoio carico di alette di pollo. Il sugo imbrattò i suoi capelli chiari e il viso appuntito si aprì in una smorfia di dolore. Tutta la Sala Grande si voltò, sentendo il grido lacerante del ragazzo. Piton corse subito al tavolo delle Serpi per far evanescere il cibo dalla testa di Malfoy e lo sollevò di peso per portarlo in infermeria. Per la seconda volta in una giornata, Madama Chips si mise le mani nei capelli. Non accadeva tutti i giorni di ritrovarsi in infermeria un ragazzo attentato da una pianta carnivora e uno ustionato da un vassoio di pollo volante. Nelle ore successive, tutta la scuola, professori e Serpeverde esclusi, scoprì che lo scherzetto del vassoio era opera di Lee.
Il terzo episodio accadde durante la pausa pomeridiana. Gli studenti erano raccolti in una delle aule dell’Ingresso, visto che fuori il cortile era reso impraticabile dalla neve. Uno studente del primo anno, che si stava esercitando con gli Incantesimi di Levitazione, incendiò per sbaglio un cuscino, che cadde su un banco, che prese fuoco a sua volta. Un’audace studentessa di Corvonero cercò di spegnere il piccolo incendio, ma Pix, che volava sopra le loro teste, colpì la ragazza con un proiettile di inchiostro e lei indirizzò la bacchetta contro un gruppo di Tassorosso. Si ritrovarono bagnati dalla testa ai piedi. Il banco, nel frattempo, continuava a bruciare. Harry intervenne e spense l’incendio, ma Pix, che impazziva di fronte al caos, gettò il cestino della carta straccia su ciò che rimaneva del banco. Ceneri e pezzi bruciacchiati di legno volarono dappertutto. Hermione stava per essere colpita da un pezzo volante, ma qualcuno la afferrò e la riparò dietro una colonna dell’aula.
Era Fred.
Hermione sollevò lo sguardo e incrociò i suoi occhi limpidi. Erano schiacciati contro la parete, dietro la colonna, talmente vicini che Hermione poteva sentire il petto del ragazzo alzarsi ad ogni respiro. Hermione deglutì e sorrise incerta.
- Grazie..- mormorò.
Lui sorrise. – Figurati- rispose.
Fred passò un rapido sguardo sull’aula. Nessuno li stava guardando, erano tutti occupati a spegnere piccoli incendi che alcuni carboni ardenti aveva appiccato qui e là. Tornò a guardare Hermione e le posò un bacio veloce sulle labbra. La ragazza si pietrificò e sperò con tutta se stessa che nessuno li stesse guardando. Specialmente Ron! O Malfoy, che era tornato dall’infermeria e stava intrattenendo i Serpeverde con un monologo sull’inefficiente sicurezza della scuola e la possibilità di morire per mano di un idiota armato di vassoi ustionanti, mormorando più volte “Mio padre lo verrà a sapere!”.
- Hai dormito bene?- chiese Fred beffardo.
Lei lo incenerì con lo sguardo. – Benissimo!-
- Non si direbbe..- borbottò lui, passando l’indice sulle sue occhiaie.
- Spostati!- sbottò lei arrabbiata.
Fred scosse la testa sorridendo.
- Sei arrabbiata con me?- chiese, sfoderando un’espressione da bambino innocente.
- Sono molto arrabbiata con te! Spostati!- rispose lei.
Hermione si chiese se, nel mondo magico, esistesse un incantesimo capace di trasformare gli sguardi omicidi in vere armi di distruzione di massa. Perché, nel suo caso, le sarebbero stati molto utili e di Fred Weasley non sarebbe rimasto nemmeno un mucchio di ceneri.
Per tutta la notte, Hermione aveva assistito a una guerra tra desiderio e rabbia, incerta su quale stesse vincendo. In quel momento, prevaleva sicuramente la rabbia!
Fred sorrise di nuovo e le accarezzò piano la guancia. Normalmente, quel semplice gesto l’avrebbe sciolta come un sorbetto al limone davanti al respiro infuocato di un Gallese Verde, ma la rabbia che bruciava in lei era lungi dall’estinguersi.
- Weasley, dico sul serio! Spostati!- esclamò, puntando le mani sul suo torace e spingendolo via.
Ora erano a pochi centimetri di distanza, ma non più vicini come prima. Gli studenti erano ancora indaffarati a spegnere fuochi e riparare le bruciature sui vestiti. Nessuno prestava attenzione a loro.
- Sei veramente così arrabbiata?- chiese Fred, sempre allegro.
Hermione non si prese la briga di rispondere e si limitò a incenerirlo con lo sguardo.
Fred annuì. – Sì, sei arrabbiata. Ma riflettici attentamente!- esclamò, alzando l’indice destro e puntandolo verso di lei. Picchiò delicatamente la sua fronte e sorrise. – Sei arrabbiata con me o con te stessa perché hai scoperto che avevo ragione?-
Con un ringhio di rabbia, Hermione estrasse la bacchetta dalla tasca interna del mantello. Scoppiando a ridere, Fred le fece un occhiolino e scappò via. In pochi secondi era svanito. Hermione rimase immobile, con la bacchetta alzata e uno sguardo omicida dipinto sul giovane volto. Sentì la collera irradiarsi nel sue vene, ma una piccola lucina si accese nella sua mente brillante. La soffocò, prima che si trasformasse in un vero e proprio pensiero.
Che gran bastardo!
Quel pensiero stava diventando il motto della giornata!
Harry e Ron si avvicinarono a lei. Harry guardò perplesso la bacchetta di Hermione.
- Cosa ci fai con la bacchetta in mano?- chiese.
Hermione tornò al presente e infilò la bacchetta di nuovo al sicuro nella tasca del mantello, cercando di mantenere la calma e di apparire rilassata.
- Un pezzo di legno mi aveva bruciacchiato il maglione!- mentì.
Ron indicò la porta dell’aula con espressione perplessa. – Cosa voleva Fred?-
Oh santo Merlino, ci mancava solo Ron!
Hermione scrollò le spalle. – Niente, parlavamo dell’ES!- mentì di nuovo. Si complimentò con se stessa: stava diventando brava!
Ron parve convinto. – Ah..- mormorò, poi sorrise a entrambi. – Che giornata, eh? Prima Ernie, poi Malfoy e ora questo! Dovrebbe essere sempre così!-
Hermione cercò di impedire a se stessa di imprecare. Evitò commenti e sorrise all’amico. Personalmente, quella giornata lei la stava odiando!
Mentre si dirigevano all’ultima lezione, quella di Cura delle Creature Magiche, Hermione cercò di pensare a tutto tranne che a Fred. Era giunto il momento di isolarlo completamente dai suoi pensieri. Piuttosto avrebbe pensato a Pix e alla canzoncina sconcia su Ernie.
Meglio Ernie di Fred.
Quel pensiero, però, scosse leggermente le sue intenzioni. Hermione non conosceva Ernie così, come dire, profondamente, ma qualcosa le suggerì che non potesse davvero essere meglio di Fred. Difficilmente, a Hogwarts, avrebbe trovato qualcuno migliore di lui. Si maledisse per averlo pensato, ma era la pura realtà. Insomma, chi poteva competere? C’era veramente qualcuno, in quella scuola, bello, affascinante, divertente e intrigante come lui? Qualcuno che avesse quegli occhi così profondi? Qualcuno che sorridesse in quel modo? Qualcuno capace di fare battute anche nei momenti peggiori? I capelli rossi sarebbero stati così bene su un’altra persona?
No. La risposta era facile. Fred Weasley era unico. Certo, aveva un gemello. George era la sua copia esatta.
Mentre cominciava a prendersi cura del suo Asticello, Hermione rifletté su George. Sì, George era identico a Fred. Stesso viso, stesso sorriso, stessi occhi. Stesse battute idiote. Ma era diverso. Uguali e diversi. George non aveva quell’effetto su di lei. Non poteva stregarla con uno sguardo. Non poteva farla arrossire con un ghigno.
George non era Fred. Era altrettanto bello, altrettanto simpatico, ma non era lui! Fred Weasley era Fred Weasley e nemmeno il suo gemello poteva reggere il confronto. Nessuno, a Hogwarts, poteva reggere il confronto.
Pensare alla canzoncina di Pix, credere che Ernie fosse un pensiero migliore di Fred, era un affronto bello e buono. Hermione maledisse tutti i Ricciocorni Schiattosi del mondo, ma quella era la verità. In pochi, labili istanti, il suo piano era andato in fumo. Il suo ennesimo piano era andato in fumo!
Non poteva ignorare Fred. Né con la mente, né con il corpo. Il desiderio represso tornò in superficie e la rabbia sfumò. Hermione arrivò a pentirsi di aver sprecato quei pochi minuti dietro quella colonna. Li aveva sprecati per arrabbiarsi, invece di godersi quel corpo finalmente a contatto con il suo, anche se c’erano decisamente troppi vestiti a separarli.
Strinse con forza l’Asticello che, per protesta, alzò le unghie sottili e la graffiò con furia. Hermione lo lasciò andare, afferrandosi il polso. Un lungo taglio le attraversava il dorso della mano. Hagrid, che passava di lì in quel momento, notò il taglio e convinse Hermione ad andare da Madama Chips. Harry e Ron si offrirono di accompagnarla e così, sotto lo sguardo inviperito di Malfoy, i tre salutarono Hagrid e si diressero al castello.
In infermeria, Madama Chips correva avanti e indietro da un letto all’altro. Nel frattempo, oltre a Ernie, erano stati ricoverati altri tre studenti. Una ragazza di Tassorosso del quarto anno aveva bevuto per sbaglio una Pozione Restringente ad Azione Parziale e ora sfoggiava una gamba grande quanto quella di un neonato. Un Corvonero del sesto anno aveva sbagliato incantesimo e, invece di tingersi i capelli, li aveva trasformati in un groviglio di tentacoli. Infine, Pansy Parkinson, per la gioia di Hermione, era stata ricoverata con enormi e orribili pustole che le ricoprivano tutto il corpo.
Harry riconobbe al volo i sintomi e sussurrò all’orecchio di Hermione.
- Fred e George avevano rimediato a quel piccolo effetto collaterale dei Fondenti Febbricitanti?- chiese, ironico.
Hermione sorrise. – Non che io sappia!- mormorò in risposta.
Ron, che aveva origliato la conversazione, si sporse verso di loro e ghignò. – Evidentemente avevano bisogno di alcune cavie su cui testarlo!-
(Più tardi, quella sera, si scoprì che i gemelli, con l’ausilio di Lee, avevano somministrato un Fondente Febbricitante alla Parkinson che aveva tentato di rompere un osso ad Alicia, per impedirle, forse, di giocare nella partita di quel fine settimana)
Ridendo, i ragazzi arrivarono da Madama Chips, che aveva appena finito di bendare il polso di Pansy, dove un foruncolo era esploso dolorosamente.
Li guardò esasperata e passò una mano sul grembiule. Aveva gli abiti in disordine, la cuffia storta e un’espressione sconvolta.
- E adesso cosa succede?- chiese, sconsolata.
- Niente di grave, Madama Chips! Mi chiedevo se potesse rimarginare questo taglio!- disse Hermione, allungando la mano.
La donna sospirò grata e cacciò con gesto imperioso i ragazzi, ordinandogli di aspettare fuori. Prese Hermione per una spalla e la spinse in una saletta attigua al suo ufficio, borbottando parole come “impressionante”, “fuori dal comune”, “ferite”, “piante carnivore!” e “sicurezza!”. Lasciò andare Hermione e la costrinse a sedersi su una piccola lettiga. La obbligò a bere velocemente una Pozione contro le infezioni e, con un gesto rapido della bacchetta, rimarginò la ferita. Sul dorso della mano di Hermione comparve una pallida cicatrice. Poi Madama Chips prese una piccola fiala dall’armadietto delle pozioni e disse a Hermione di berla dopo due ore. Ringraziando, Hermione lasciò Madama Chips al suo lavoro e uscì dall’infermeria.
Le lezioni erano ormai finite e i corridoi erano pieni di studenti che tornavano nelle loro Sale Comuni. Harry e Ron avevano l’allenamento di Quidditch. Chiesero a Hermione se volesse assistere, ma lei rispose che sarebbe andata in biblioteca a studiare. Fuori era molto freddo e non aveva nessuna intenzione di ammalarsi.
Raggiunse il dormitorio con i ragazzi, lasciò la borsa nella sua stanza e prese i libri di Aritmanzia. Mentre camminava in un corridoio che portava alla biblioteca incrociò Fred, che lo stava percorrendo al contrario, correndo. Aveva il fiatone e la fronte lucida, e aveva indosso la divisa da Quidditch.
- Granger!- la salutò di sfuggita.
- Perché tanta fretta?- chiese lei, con le sopracciglia alzate.
- Ho dimenticato la scopa!-
Hermione alzò gli occhi al cielo. Un giocatore di Quidditch che andava ad allenarsi senza scopa! Era come andare a Incantesimi e dimenticarsi la bacchetta nel dormitorio!
Fred le sorrise e si voltò per riprendere la sua corsa, ma Hermione, nel frattempo, aveva elaborato qualcosa di molto più duraturo di un semplice saluto. Seguendo un impulso improvviso e irrazionale, senza nemmeno rendersi conto veramente di cosa stesse facendo, Hermione afferrò il polso di Fred e lo trascinò in un minuscolo sgabuzzino alla sua destra. Chiuse la porta con un tonfo sordo che riecheggiò nel corridoio deserto, gettò il libro a terra e afferrò i lembi della divisa di Fred. Il tutto sotto lo sguardo allibito di quest’ultimo. Senza nemmeno dargli il tempo di reagire, Hermione si impossessò delle sue labbra e cominciò a baciarlo.
Provò una scarica di adrenalina nel sentire quanto stesse impiegando Fred per realizzare quello che stava accadendo. Rispondeva al bacio, ma Hermione capì che era stato spiazzato da quell’improvvisa intraprendenza. Le sue mani le circondarono la schiena e forse, proprio in quel momento, Fred risorse dalle ceneri dello stupore e riprese il controllo della situazione. Hermione sorrise sulle sue labbra, quando lo sentì stringerla forte e ruotare improvvisamente, invertendo le posizioni e schiacciandola contro il muro.
Finalmente!
Il bacio divenne più intenso e Hermione fu costretta ad ammettere che, rabbia o meno, era quello che stava aspettando. Lo aspettava dalla sera prima, da quando lui si era negato, sorprendendola. Lo aspettava da giorni, ormai. Mentre lasciava che le sue mani esplorassero il corpo di Fred, pensò a quanto fosse stato inutile sopprimere quella voglia incessante. Aveva tentato di soffocarla e ora sarebbe esplosa con forza, disarmandola. Forse era proprio quello l’obiettivo di Fred, che si logorasse, che lo desiderasse, che lottasse contro se stessa, fino ad arrivare al punto in cui non avrebbe più potuto resistere. Se fosse stato o meno il suo piano, a Hermione non importava. Non il quel momento, almeno.
Sentì le dita di Fred scivolare sotto la gonna e una scarica di piacere la distrasse dai suoi pensieri. Tornò al presente, nello sgabuzzino, dove mani che aveva atteso tutto il giorno la stringevano e la trascinavano in una spirale di piacere a cui era impossibile resistere. Si aggrappò con forza alle sue spalle, soffocando un gemito nella sua bocca. Sarebbe stato imprudente, lasciarselo sfuggire. Erano pur sempre in un corridoio della scuola, in pieno pomeriggio! Hermione strinse la presa sui capelli rossi di Fred, mentre un brivido le inarcava la schiena, avvicinandola al suo corpo. Le sue dita continuavano a torturarla. Hermione si chiese quanto ancora sarebbe riuscita a resistere. Molto poco, a giudicare dai sospiri soffocati in quel bacio che diventava sempre più intenso. Sapeva di non poter resistere oltre, ma il sesto senso le disse che non era un problema di cui si sarebbe dovuta preoccupare. Purtroppo, però, il suo sesto senso non le suggerì anche la ragione.
Veloce com’era arrivata, la mano di Fred scomparve e tornò a stringerle un fianco. La strinse a sé, schiacciandola ancora di più contro la pietra alle sue spalle. All’improvviso, la sua bocca lasciò quella di Hermione e, tra un sospiro e l’altro, le sue labbra si stesero in un sorriso. Hermione lo guardò, immaginando l’espressione sconvolta che doveva essersi dipinta sul suo viso, e aprì la bocca per dire qualcosa, per protestare, ma non riuscì a pronunciare nemmeno una parola. La sua mente cercava di svegliarsi, obbligando il suo corpo a riprendere le sue funzioni, ma il sangue nelle sue vene scottava ancora e non riusciva a soffocare quell’onda di piacere che l’aveva travolta.
Fred accarezzò lentamente le sue labbra con un bacio leggero e sussurrò. – Devo ammetterlo, Granger: questa volta ho rischiato di cascarci!-
Hermione rimase immobile a guardarlo, senza nemmeno prendersi la briga di formulare una risposta.
- Ottima mossa, ma non mi inganni: la tua straziante attesa non è ancora finita!-
Questa volta, il cervello di Hermione riemerse dai meandri dell’oblio e formulò una risposta così rapida che perfino lei se ne meravigliò.
- Ah sì? Eppure non mi sembra di essere l’unica a vivere questa straziante attesa!- sbottò, rivolgendo una fugace occhiata a una parte ben precisa del corpo di Fred.
Lui scoppiò a ridere e ricominciò a baciarla, ma con una calma che indicò a Hermione che l’attesa non sarebbe davvero stata ripagata..ancora!
- Devo andare!- disse sulle sue labbra. – Ero in ritardo già prima, figuriamoci ora!-
- Certo!- mormorò lei, con evidente sarcasmo. – E’ facile usare la scusa dell’allenamento per pianificare una fuga! Ammettilo..- sussurrò, mentre un sorriso perverso compariva sulle sue labbra. – Scappi perché sai di non poterti controllare ancora per molto!-
Le mani di Hermione scesero ad accarezzare i suoi fianchi, sempre più in basso, evitando di toccarlo veramente. Una scintilla negli occhi di Fred fece sorridere Hermione. Stava funzionando. Aveva insinuato il dubbio in quella provocazione mirata a sconvolgerlo, a farlo impazzire almeno tanto quanto lui faceva impazzire lei. Vedere l’incertezza nei suoi occhi la mandò fuori di testa. Poteva vedere la sua lotta interiore, tra il desiderio di rispondere alla provocazione e quello di cedere alla provocazione. Poteva vedere la guerra spietata fra desiderio e ragione, fra desiderio e orgoglio. Lentamente, i muscoli del suo viso si rilassarono e Fred tornò a sorridere. Forse era riuscito a placare l’istinto. Hermione non gli diede tempo di riprendersi veramente le redini di se stesso. Con un gesto rapido scese più in basso e la sua mano si strinse attorno alla sua erezione. Fred sussultò a quel contatto, lottando con tutte le sue forze per trattenere un gemito. Chiuse gli occhi e li riaprì, dopo un lento respiro. Hermione, sempre più pervasa da brividi di sadico piacere, sorrideva radiosa. Avere in mano il controllo della situazione, in senso letterale e non,  era una sensazione unica. Non si prese nemmeno il disturbo di maledirsi per quel pensiero di dubbio gusto. Era troppo occupata a godersi quel momento di gloria!
- Era esattamente quello che intendevo!- sussurrò lei.
Lo baciò lentamente, mentre la sua mano risaliva lenta lungo il suo corpo. Accarezzò i suoi capelli, stringendosi a lui e, dopo un ultima carezza lenta della sua lingua, si separò dalla sua bocca.
- Per questa volta sei salvo Weasley!- esclamò.
Si sciolse dal suo abbraccio e aprì la porta, pronta ad uscire. La mano di Fred scattò così velocemente da spaventarla. Bloccò la porta e, con l’altra mano, afferrò la vita di Hermione, circondandola e obbligandola a voltarsi.
Sembrava aver ripreso il pieno controllo di se stesso. La guardava con un ghigno spavaldo, ma Hermione notò una flebile luce di smarrimento in quegli occhi accesi e vividi.
- Non te lo avrei permesso, Granger!- esclamò, orgoglioso.
Hermione scosse la testa sorridendo. – Devi prima convincere te stesso, Weasley!- lo prese in giro.
- Non distruggerò il tuo momento di gloria: goditelo finché puoi!-
- A proposito!- esclamò Hermione, ignorandolo. – Sono ancora arrabbiata con te!- aggiunse e poi sfoderò un sorriso malizioso. – Quindi invece di badare ai miei momenti di gloria, pensa a trovare un modo abbastanza convincente per farti perdonare!-
- Dubiti davvero di me?- chiese divertito.
Hermione sorrise ma non rispose. Si allungò verso di lui e sfiorò le sue labbra con un piccolo bacio, poi si chinò a raccogliere il libro ormai dimenticato sul pavimento, si voltò e uscì dallo stretto spiraglio della porta, lasciando Fred da solo nel ripostiglio.
Mentre raggiungeva la biblioteca, Hermione sorrise raggiante. Il senso di potere che la invase in quel momento, la accompagnò anche per tutto il resto del pomeriggio. Quella giornata iniziata male si stava trasformando in una meravigliosa, entusiasmante giornata!
 
 
 
 
 
 
- Dove diavolo eri?- sbraitò Angelina, infuriata.
- Scusa..- borbottò Fred, mentre saliva sulla scopa e raggiungeva i compagni in aria.
Angelina cominciò un monologo sulla tecnica di attacco che dovevano provare quel giorno. Gli spalti erano vuoti. Il freddo artico e la neve avevano convinto gli studenti a segregarsi nelle Sale Comuni, davanti a un fuoco caldo. Fred pensò a quanto sarebbe stato bello rilassarsi davanti a quel fuoco, invece di starsene a mezz’aria su una scopa, con venti freddi a sferzargli il viso già congelato.
- Fred, tu e George starete ai lati del campo. Scaldatevi un po’, poi entrate in gioco appena vi do il segnale!- urlò Angelina.
Fred alzò il braccio, sventolando la mazza per dire che aveva capito, e raggiunse il gemello dalla parte opposta del campo. Con la bacchetta, George  appellò un Bolide Disincantato e lo colpì con la mazza in direzione del gemello. Fred aspettò che fosse all’altezza giusta e, con una potente sferzata del braccio, spedì il Bolide contro il fratello. Continuarono a scagliare il Bolide, sempre con più forza, per una ventina di minuti. Involontariamente, la mente di Fred tornò a Hermione. Questa volta, l’aveva davvero messo con le spalle al muro. E anche in senso letterale! Come aveva fatto? Si era rammollito così tanto da non saper più reagire?
Quella ragazza ti spedirà direttamente al San Mungo, reparto lungodegenti!
Senza che potesse fare qualcosa per fermarle, immagini di pochi minuti prima gli affollarono la mente. Sentì di nuovo quelle labbra calde, quelle mani delicate, quelle carezze..
Un urlo squarciò i suoi pensieri.
- Fred!!-
Alzando la testa, Fred vide il Bolide arrivare veloce a pochissimi metri dalla sua faccia. Con una spinta, si gettò di lato, ruotando la scopa e capovolgendosi a testa in giù. Un secondo dopo era tornato dritto, con la testa che girava leggermente e il cuore a mille. Solo un secondo in più di esitazione e il Bolide gli avrebbe sfondato la testa. Fortunatamente era un Bolide leggero da riscaldamento!
Angelina volò verso di lui. – Non vorrei apparire insensibile, ma se proprio vuoi farti ammazzare, fallo alla fine del campionato!- sbottò. – Sta attento! George, tienilo d’occhio!-
Era stato proprio George a urlare. Volò accanto a lui e si sporse per dirgli: - Gemellino, so che non ti ritieni degno di essere portatore di tutta questa bellezza, ma un Bolide dritto in faccia non risolverà i tuoi problemi. Suggerisco della semplice Trasfigurazione!-
Fred lo incenerì e lo colpì, piano, con la mazza da Battitore.
- Sei tu che hai bisogno di Trasfigurarti, copia malriuscita!- borbottò.
- Che pensieri affollano quella testolina vuota?- chiese beffardo.
Fred ghignò. – Sai, George, la tua vicinanza mi ispira sempre piani diabolici!-
- Cosa esisterei a fare, se no?- commentò divertito il gemello. – Che hai in mente?-
- Mi serve la Mappa del Malandrino!-
- Chiedila a Harry!-
- Lo farò!-
- Riguarda la Granger?.. no aspetta, domanda stupida!-
- Scusate!- gridò Angelina. – Se non vi è di troppo disturbo, noi avremmo bisogno dei Battitori per l’allenamento!- urlò, la voce altalenante tra rabbia e sarcasmo.
- Dai andiamo, o ci trasformerà in rospi!- borbottò Fred.
George lo fissò, mentre volavano per prendere le loro posizioni nella formazione iniziale.
- Sicuro che..-
- No, George! Non tornerò con lei!-
- Ok, era solo una..-
- Smettila!-
- Va bene ho capito! Tu piantala di rispondere ai miei pensieri!- borbottò, ma sorrideva.
Mentre l’allenamento ufficiale iniziava, Fred scacciò ogni pensiero superfluo dalla mente, soprattutto immagini che potevano distrarlo. Sarebbe stato imbarazzante rinunciare ai suoi piani malefici a causa di un Bolide che lo avesse fatto finire al tappeto! Per non dire ucciso!
Per tutto l’allenamento, cercò di concentrarsi sul gioco. Fu uno dei suoi migliori allenamenti. Non mancò un colpo e, alla fine, davanti allo stupore generale della squadra, Angelina si complimentò con lui, dicendo che era stato il secondo miglior giocatore della giornata. Il primo era stato Harry, che aveva catturato il Boccino a trenta secondi dal fischio la prima volta e a pochi minuti la seconda.
Mentre si cambiavano per tornare al castello, Fred si avvicinò di soppiatto a Harry.
- Ehi, Harry! Ho bisogno di un favore!- mormorò.
Harry si guardò intorno per controllare che nessuno li stesse guardando, poi tornò a guardare Fred. – Dimmi!-
- Ho bisogno della Mappa del Malandrino! Solo per stasera, domani te la restituisco!-
Harry rimase in silenzio per qualche secondo, poi lo guardò con sospetto. – Non hai intenzione di combinare nulla di grave, vero?- chiese incerto.
Fred sorrise. – No, non è niente di grave, ma non credo che tu voglia veramente saperlo!-
Harry ci pensò su e scosse la testa. – Hai ragione, non lo voglio sapere!-
Fred sorrise e capì, non seppe come, che Harry avesse almeno una vaga idea dell’uso che avrebbe fatto della Mappa. Fred gli diede una pacca sulla spalla e si allontanò. Mentre finiva di vestirsi, pensò all’idea che aveva avuto e un sorriso compiaciuto prese il suo consueto posto sulle sue labbra.
Era stata una lunga giornata, ma alla fine, l’attesa straziante sarebbe stata ripagata..
 
 
 
 
 
 
 
- Come sta Ernie?- chiese Ginny.
Hermione scrollò le spalle. – Hanna è passata a trovarlo prima di cena. Dice che è ancora molto debole, ma guarirà!-
- Poveretto. Se fossi in lui non vorrei più uscire da lì!- commentò Ron.
- Ronald non essere ridicolo!- sbottò Hermione. – Infondo non è successo nulla di che..-
- Oh no, certo!- la interruppe Lee, lanciandosi sul divano e rischiando di rovesciare il calamaio di Ginny. – Una Tentacula Velenosa ha cercato di amoreggiare con il suo..-
- Lee!- trillò Lavanda, arrossendo. – Conosciamo già la storia, non c’è bisogno di ripeterla!-  sbottò.
Hermione passò lo sguardo da lei e a Ron, che annuiva convinto. Poi, involontariamente, guardò Lee che ricambiò il suo sguardo con un sorriso furbesco. Entrambi stavano pensando la stessa cosa: o Lavanda era davvero così puritana, o lei e Ron non erano ancora arrivati alla fase successiva del loro rapporto! Era più probabile la seconda!
- Comunque la pianta ha morso la coscia!- sentenziò Hermione, voltando pagina di Mille Erbe e Funghi Magici – Perciò non ha nulla di cui imbarazzarsi!-
Lee sorrise. – Dicono che è stata tutta fortuna: se Ernie non si fosse girato un secondo prima, ora sarebbe privo dei suoi gioielli!-
- Madama Chips l’avrebbe rimesso a posto anche in quel caso!- disse Ginny convinta, alzando la testa dal suo tema di Pozioni.
Hermione la fissò perplessa. – Dici?-
- Secondo me sì!- intervenne Harry. – Insomma è riuscita a farmi ricrescere le ossa!-
- Harry c’è un po’ di differenza dalle ossa a..- rispose Lee, indicando il proprio bacino con l’indice.
Harry scacciò l’aria con la mano. – Stiamo parlando di Madama Chips. È in grado di curare qualsiasi cosa! E poi il veleno della Tentacula non è pericoloso, se curato immediatamente con la pozione!-
- Ehi, qualcuno ha studiato Erbologia!- si complimentò Ginny, facendo arrossire Harry.
Hermione li fissò entrambi e alzò gli occhi al cielo, sorridendo.
- Io dico che sta morendo di vergogna!- commentò Ron.
- Ma vi immaginate la faccia di Madama Chips, se fosse successo veramente?- chiese Lee, come riemergendo dal precedente discorso.  – Insomma, immagina di doverlo far ricrescere a uno studente! È imbarazzante da morire!-
- Penso che se capitasse a me, chiederei di essere addormentato con una Pozione Soporifera!- commentò Harry.
Lee annuì. – O direttamente stordito con un colpo in testa!-
Hermione alzò la testa dal libro e li guardò accigliata. – Non vorrei fare la guastafeste, ma vi rendete conto che stiamo ancora parlando di Ernie e del suo..- si bloccò, incapace di continuare.
- Basilisco?- terminò Ginny, senza il minimo imbarazzo.
Per un secondo, il silenzio regnò su di loro. Poi, come rispondendo ad unico impulso, scoppiarono tutti quanti a ridere. La risata collettiva durò a lungo, tanto che Ginny dovette asciugarsi le lacrime e Lavanda scivolò dalla poltrona e cadde seduta sul pavimento. Gli occhiali di Harry erano scivolati sulla punta del naso. Lee si teneva la pancia e sghignazzava, mentre Ron non sapeva se ridere o rimproverare sua sorella.
In quel momento, Fred e George li raggiunsero.
- Cosa ci siamo persi di così divertente?- chiese George, curioso.
Tutti impiegarono un po’ di tempo per controllare le risate, poi Ginny scosse le spalle e rispose: - Oh niente..parlavamo di Ernie!-
- E di Basilischi!- rincarò Lee.
Una nuova risata collettiva li travolse e i gemelli si scambiarono un’occhiata perplessa.
- Stanno impazzendo?- si chiesero all’unisono.
- Dai sedetevi!- disse Ginny, alzandosi e sedendosi sul tappeto. Appoggiò la schiena alle gambe di Hermione e incrociò le gambe. George spinse Lee di lato e si sistemò accanto al bracciolo, mentre Fred si sedette fra l’amico e Hermione. Le rivolse un sorrisetto ammiccante, che lei ricambiò senza scomporsi troppo.
- Allora, quale sarebbe il legame fra Ernie e un Basilisco?- chiese Fred curioso.
Ginny alzò la testa all’indietro. – Parlavamo di quello che gli è successo!-
George e Fred scoppiarono a ridere, capendo subito la connessione.
- Ahh, quel Basilisco!- commentò George.
- Stavamo cercando di capire cosa sarebbe successo se la pianta avesse avuto una buona mira!- aggiunse Lee.
- Madama Chips cura qualsiasi cosa!- sentenziò Fred.
George annuì. – E’ infallibile!-
- Povero Ernie!- commentò Ron, sorridendo. – Mezza scuola starà parlando di lui!-
- Ecco perché non vuole più uscire!- aggiunse Lavanda.
- A proposito di centrare bersagli!- intervenne Ginny. – Ottima mira con quel vassoio, Lee!-
Lee sorrise. – Grazie piccola Weasley! In effetti, è stato un colpo da maestro!- si vantò.
- Avrei giurato che fosse colpa di Fred o George!- commentò Harry, ridendo.
Fred lo guardò ammiccando. – In realtà è stata una nostra idea, ma avevamo di meglio da fare!-
Le spalle di Lee si afflosciarono. – Sudici traditori! Mi stavano adulando!-
Hermione si sporse a guardarlo. – L’idea sarà anche stata la loro, ma l’incantesimo era il tuo!- lo consolò.
Lee sorrise radioso e le prese la mano. – Hermione, grazie! Tu sì che sei brava a sollevare il morale delle persone!-
- Non immagini quanto..- borbottò Fred con un ghigno.
Hermione gli rivolse un’occhiata raggelante. Fred simulò un attacco di tosse e nessuno parve accorgersi di quell’imbarazzante commento. Fred aveva parlato a voce talmente bassa che solo Hermione lo aveva sentito. Le sorrise, fingendosi innocente, mentre entrambi tornavano a concentrarsi sulla conversazione in corso.
- Avete visto la faccia di Malfoy?- chiese Harry, con un sorriso degno di Allock.
- Un furetto bruciacchiato!- rincarò Ginny, facendo ridere tutti.
- Che cosa stavate facendo tu e George?- chiese Ron, impicciandosi come sempre.
- Non volevamo dirvelo ma..-
- Ecco io e Fred..-
- Abbiamo avuto un’idea geniale..-
- Per la prossima festa dell’ES!-  conclusero insieme.
Hermione li fissò atterrita. – La prossima festa dell’ES?- chiese, terrorizzata.
Un silenzio carico di tensione cadde sul gruppetto. Tutti si guardarono, in attesa che qualcuno prendesse il coraggio necessario per rispondere.
Fu Fred il leone temerario.
- Nessuno glielo aveva ancora detto?-  chiese esterrefatto, fissandoli tutti.
- Evidentemente no, Fred!- commentò George. – Santa Minerva, quanto sei idiota..-
- Aspettavamo il momento giusto!- si giustificò Harry.
- Tipo?- chiese George.
- Tipo cinque minuti prima che iniziasse la festa!- rispose Ron.
- Tanto ci avrebbe sgamati comunque, prima o poi!- aggiunse Ginny.
- Io pensavo che glielo avessi già detto!- commentò Lavanda.
- Guardate che so tenere un segreto!-
- Segreto o no- intervenne Harry – ormai è troppo..-
- Scusate!- sbottò Hermione e tutti si girarono a guardarla. – Avete cinque secondi per spiegarmi cosa succede!- aggiunse, infuriata.
Cominciarono a parlare tutti insieme.
- Ecco, vedi Hermione, la prima festa è andata alla grande..- iniziò Harry.
- Quello che Harry vuole dire, è che abbiamo bisogno di nuovi membri e..- disse Lavanda.
- Miseriaccia, è andata bene la prima volta, no? Sarebbe andata bene anche la seconda, giusto?..-
- Ron, andiamo per gradi! Insomma, Hermione, abbiamo bisogno di convincere più persone possibili ma..-
- Zitti tutti, Hermione ama i discorsi diretti e razionali!- intervenne Ginny.
- Quindi meglio se parlo io!- aggiunse Fred.
- Tu sta zitto!- sbottò Hermione.
- Perché te la prendi con me? Non è stata un’idea mia!- sbottò lui, offeso.
Hermione scattò in piedi e alzò la mano, bloccando un nuovo fiume di parole sconnesse e discorsi senza senso.
- Voglio una persona che mi spieghi cosa avete in mente! E voglio la verità!- esclamò, guardandoli con cipiglio severo.
Sbuffando, Ginny si alzò. Gli sguardi di tutti erano caduti su di lei.
- L’idea è stata di George!- iniziò.
- Sporca traditrice!-
- Zitto!- urlarono Hermione e Ginny all’unisono.
- Non so cosa ne pensiate, ma quelle due mi ricordano spaventosamente voi due!- sussurrò Lee, indicando i gemelli.
- Lee, cuciti la bocca!- mormorò Harry.
- Come stavo dicendo, l’idea è stata di George. Abbiamo pensato che organizzare una festicciola ogni tanto sarebbe stato produttivo: insomma, guarda quante persone abbiamo convinto! Ma una cosa in grande è più difficile da organizzare, così io, e me ne assumo tutta la responsabilità, ho pensato di organizzare una festa più ristretta, solo fra noi. Pochi invitati, non saranno presenti nemmeno tutti i membri dell’ES! Ho pensato che potesse farci bene passare una serata allegra tutti insieme, per sfogare un po’ di tensione e per gongolare al pensiero che stiamo infrangendo milioni di Decreti di quel sudicio rospo. Da lì, Harry ha tirato fuori l’idea di una specie di..come si chiama?- chiese perplessa, girandosi verso Harry.
- Pigiama Party!-
- Ecco, quello! Sai, è una festa Babbana..-
- Ginny lo so cos’è un Pigiama Party! Io sono una Nata Babbana!- sbottò esasperata, indicandosi.
- Ah già, è vero! Comunque, Harry ha pensato che potesse essere divertente passare tutta la notte insieme! Sarebbe di sabato, così la domenica non ci saranno partite di Quidditch o gite ad Hogsmeade a interferire!-
- Quale sabato?- chiese Hermione, già tremando.
Ginny arricciò le labbra con preoccupazione. – Ehm..il prossimo!-
Hermione sgranò gli occhi. – Ma siete impazziti? Avete la Polvere Volante al posto del cervello?-
Harry scattò in piedi. – Hermione non ti preoccupare! È già tutto pronto, abbiamo anche trovato il modo di chiedere alla Stanza delle Necessità di trasformarsi per l’occasione! Insomma, è una festa davvero molto ristretta, non avremo complicazioni!-
Sbuffando, Hermione si lasciò scivolare e atterrò sul divano. Si prese il volto fra le mani e cominciò a scuotere la testa, mormorando parole sconnesse fra le quali privilegiava “espulsione”.
Fred le circondò le spalle, con un sorriso. – Avanti, Granger! Sarà divertente!-
- Vi odio!- esclamò, la voce ovattata dalle sue stesse mani.
- Siamo salvi!- commentò Ron, sospirando di sollievo.
Harry batté il cinque con Ginny che aggiunse: - Finalmente potremo smetterla di cospirare alle sue spalle! –
Lentamente, Hermione riemerse e li squadrò . – Se verrò espulsa, vi cercherò tutti uno per uno e vi ucciderò prima che possano spezzarmi la bacchetta!- tuonò.
Fred sorrise al gruppetto e scosse Hermione per le spalle, prima di alzarsi. – Bene! Anche la Granger ha approvato la festa! Possiamo dormire sonni tranquilli!-
- Io non ho approvato un bel niente!- protestò Hermione.
- Vedrai Hermione!- la tranquillizzò Harry con un sorriso amichevole. – Andrà tutto bene!-
Hermione si limitò a sbuffare.
- Ora che siamo tutti più sereni!- intervenne Lee. – Che geniale idea avete avuto per la festa?-
Fred e George si guardarono. – Non ve lo diciamo!- risposero all’unisono.
- Spero non abbia niente a che fare con Tentacule audaci e vassoi di pollo volanti!- commentò Ginny, scatenando una nuova ondata di risate. Perfino Hermione si concesse un sorriso divertito.
Harry scattò in piedi, stirandosi la schiena. – Io me ne vado a letto! L’allenamento di oggi mi ha distrutto!-
- Angelina vi tiene ancora sui carboni ardenti?- chiese Hermione.
- Mettiamola così!- rispose George. – Se piovesse, non potremmo spegnerci!-
Dopo un’ultima risata collettiva, Fred e George rimasero con Lee sul divano, mentre gli altri salirono le scale per andare a dormire. Una volta arrivate davanti alla stanza di Hermione, Ginny la bloccò con una mano.
- Mi sono scordata di dirti una cosa!- disse.
Lavanda afferrò il messaggio e diede la buonanotte alle ragazze, richiudendosi la porta alle spalle. Ginny afferrò Hermione e la condusse infondo al corridoio. Aprì la porta della stanza del suo anno e ci si infilò. Nessuna delle sue compagne era ancora rientrata nella stanza. Ginny corse verso il suo letto, sollevò le coperte e lanciò qualcosa di appallottolato a Hermione.
Un tessuto leggero e fluente come argento liquido scivolò fra le sue dita. Il Mantello dell’Invisibilità!
- Ginny, cosa devo farci?- chiese perplessa.
L’amica sorrise. – L’ho chiesto in prestito a Harry. Ovviamente non sa perché. Sai, penso che stiamo davvero facendo progressi io e lui!- aggiunse arrossendo.
Hermione le sorrise. – Sul serio?- chiese, prendendola per mano.
Ginny annuì. – Ma ora pensiamo a te! Aspetta la mezzanotte, poi esci dal dormitorio!-
- Come scusa?-
Ginny sorrise. – Stai attenta e cerca di arrivare intera al bagno dei Prefetti! Sai già la parola d’ordine!-
Hermione la fissò perplessa. – Perché?-
- Non lo so, queste sono le istruzioni. Fred non è uno che rende partecipi gli estranei ai suoi piani strampalati!-
A Hermione mancò la voce. – F-fred?-
Ginny alzò gli occhi al cielo. – Chi ti aspettavi? Tiger?-
- Sei impazzita? No!- sbottò lei, disgustata.
Ginny sorrise e la strinse in un forte abbraccio.
- Divertiti!- si raccomandò, sorridendo maliziosamente.
Hermione le rivolse uno sguardo obliquo, rigirandosi il mantello fra le dita. – Se lo dici tu!-
Hermione attese la mezzanotte nel suo letto. Aveva nascosto il Mantello sotto il maglione. Sentiva la stoffa fresca sulla camicia mentre rifletteva sull’uso che avrebbe dovuto farne.
Il bagno dei Prefetti...
Sorrise nel buio. La straziante agonia stava per finire!
 
 
 







Dice l’Autrice:
 
 
Ehm...Salve!
Quanto mi odiate da uno a dieci?! Lo so, ho troncato questo capitolo sul più bello! È che io adoro i Cliffhanger..non posso farci niente, è un mio vizio che le lettrici e colleghe scrittrici dell’altro fandom ricordano molto, ma molto bene! Perciò, odiatemi pure! Ve lo concedo! :D
Apro una brevissima parentesi su varie spiegazioni di rito: la prima, ho usato la Tentacula Velenosa come pianta carnivora, anche se non è proprio esatto, ma non mi veniva in mente altro!; la seconda, troverete una battuta poco felice sui Tassorosso all’inizio del capitolo e ne troverete un’altra nei prossimi: non odio assolutamente i Tassorosso! Anzi, credo appartengano a una delle Case migliori! Però è facile scrivere battute sulla loro semplicità (o inutilità!)! Si tratta comunque di battute, non legate alla mia personale opinione sui Tassorosso!
Ammetto che questo capitolo e il prossimo sono stati quelli che mi sono più divertita a scrivere! Magari il risultato non sarà perfetto, ma sono particolarmente legata a questi due capitoli!
Perciò ora tocca a voi dirmi che ne pensate: attendo recensioni e commenti :)
Un bacio (non da Dissennatore!) a tutti!
Amy :)
 
 
  
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