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Autore: SaraShawol1994    27/11/2013    5 recensioni
[JongKey, Accenni 2Min]
Vorrei tornare indietro nel tempo. Vorrei non fare lo stesso errore di nuovo. E' tutta colpa mia è se è finita così. Avrei dovuto farmi aiutare. Mi manchi, mi manchi tanto. Mi mancano tutti i momenti passati insieme... e solo ora... mi ricordo di quanto ti amavo davvero. Grazie dei bei momenti, ti amo... e ti amerò per sempre.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 18: Self-control

Aprii gli occhi. Guardai verso la sveglia sul comodino e mi stiracchiai. Sospirai a quella liberazione e senso di benessere arrivata dopo aver disteso tutti i muscoli, sbadigliai. Mi sollevai, poggiandomi sulle mani e guardai la figura stesa al mio fianco. Il ragazzo con cui condividevo la stanza, dormiva beato nel mio letto, pancia in giù, una delle mani sotto al cuscino, i capelli scuri un po' arruffati, labbra dischiuse ed espressione rilassata. Mi chinai per baciargli la fronte ma probabilmente feci rumore o mi mossi bruscamente, perché cominciò a muoversi fino svegliarsi. La prima cosa che fece, fu di sorridere e darmi il buongiorno, ancora assonnato. Sorrisi anch'io di rimando, del suo visino da cucciolo addormentato. Gli occhi socchiusi, l'espressione ebete serena nonostante le sopracciglia aggrottate e la voce ancora impastata dal sonno. Carezzai i suoi capelli e mi alzai. Mi stiracchiai ancora, respirando a pieni polmoni. Già sentivo la mancanza delle coperte calde – dato che ero a petto nudo –, ma era ora di svegliarsi, alzarsi e darsi da fare.

Jonghyun mi chiese di tornare a letto ma rifiutai, dirigendomi verso il bagno. Dopo la doccia calda sarei andato in cucina a preparare la colazione – quasi pranzo dato che era molto tardi –.

Quella mattina, in casa SHINee regnavano i pigri.


 

Dopo aver regolato per bene la temperatura dell'acqua per farla uscire bollente, tolsi i pantaloni – indossavo solo quelli – sistemandoli dentro la lavatrice ed entrando nel box doccia. La mia pelle, a quel contatto improvvisamente umido, sentì un brivido attraversare tutto il corpo. Cominciai a tremare e rimasi sotto il getto d'acqua fumante per riscaldarmi. Poggiai la fronte sul muro, facendo percorrere alle gocce, tutta la mia schiena. Base dei capelli, collo, spina dorsale, natiche, cosce, polpacci, piedi. Sospiravo a pieni polmoni per quel sollievo caldo. La pelle quasi bruciava, ma faceva piacere quel tepore perché l'aria gelida continuava a scontrarmisi addosso.

“Ti scaldo io?” il mio compagno di stanza aveva aperto furtivamente la porta di vetro del box ed ora squadrava il mio corpo nudo.

“T-ti sembra il modo di entrare?!” urlai. Il cuore cominciò a scalpitare. Rimasi girato contro il muro.

“Eddai Bummie, voglio scaldarti io.”

“N-non ti ci provare!” troppo tardi. Si era levato i pantaloni del pigiama e le mutande – anche lui aveva dormito senza maglia – ed ovviamente avevo rivolto lo sguardo alle piastrelle chiare mentre entrava nella cabina. Rimasi immobile finché non lo sentii avvicinarsi. Tremavo come una foglia, il respiro si era agitato ed ero infreddolito. Come ci sono finito in questa situazione?! Appoggiò il mento su una delle mie spalle. mi abbracciò stringendomi per la pancia.

“Non fare così... dopo quello che abbiamo fatto ieri sera~.”

“T-taci, non c'è stato niente.”

“Bummie, ieri non eri dello stesso parere.”

“I-ieri era ieri.” sbottai.

Cominciò ad accarezzarmi la pancia, facendo salire le mani verso il petto. Appoggiò il torace sulla mia schiena, facendoli aderire e mi accorsi di un particolare che mi fece rabbrividire non poco. Qualcosa di duro si stava scontrando con il mio sedere. Cazzoooo!!!

“J-Jong...”

“Shhhh, fatti scaldare.”

“M-ma...” le mani, finite poi sul mio collo a solleticare il pomo d'Adamo, si fecero possessive e un po' più forti. Avvicinò le labbra alla base dei miei capelli e cominciò a sfiorarla. Scese piano, percorrendo la linea delle spalle e della schiena.

Strozzai un gemito serrando la bocca con le mani – in ritardo –. In quell'istante mi afferrò per le braccia facendomi girare. Uccidetemi!! Il sorrisino beffardo di Jonghyun mi fece salire il nervosismo. “B-brutto dinosauro maniaco! Non ti permettere mai più di guardarmi con quegli occhi!” mi divincolai, le sue dita comprimevano ancora la carne delle mie braccia ed ero impossibilitato nei movimenti. Ovviamente, non potei fare molto contro la sua forza. Si mise a ridere, osservando il mio viso infuriato diventare via via sempre più timido ed imbarazzato. Non staccò mai gli occhi dai miei e nel momento in cui la sua presa svanì, sentii un gran senso di vuoto, freddo, nonostante l'acqua calda.

Fu un attimo. Gli arpionai la schiena con le unghie, attirandolo a me, quasi avessi paura fosse un sogno. Lo trascinai sotto il getto dell'acqua. “J-Jong... non guardarmi...” poggiai la testa su una delle sue spalle.

“Ti vergogni così tanto?” rise chiudendo gli occhi, ed accarezzandomi la schiena, poggiò le labbra sul mio mento, donandogli piccoli bacini. Scese un po', sfiorando con la lingua il mio collo.

“J-Jong... b-basta...” stavo ansimando a causa dei brividi che era in grado di procurarmi. Continuò, ignorandomi totalmente. Avevo il fiato corto, gli occhi chiusi. La testa l'avevo buttata all'indietro quando aveva cominciato a mordicchiarmi la pelle sulle clavicole. Era poi velocemente risalito, baciando dolcemente il pomo d'Adamo, per poi soffermarsi ad un millimetro dalle mie labbra. Aveva riaperto gli occhi. Osservava le mie reazioni, cercava di capire come continuare. Protesi d'istinto le labbra in avanti, chiudendole a cuoricino, sfiorando le sue. Mi spinse contro il muro. Afferrò i miei polsi e li portò ai lati del mio viso. I suoni che uscivano dalla mia bocca lo rendevano più animale, gli stava piacendo la mia passività. Lo faceva eccitare, risvegliavo i suoi istinti primordiali. Come faccio a saperlo vi chiederete. L'occhio spesso e volentieri cadeva sul suo basso ventre. Poggiai una mano sulla sua erezione e a lui quasi venne un infarto per la sorpresa. Non se lo aspettava minimamente. Aveva sgranato gli occhi, la bocca. Le sue guance si erano arrossate di colpo, quasi a competere con le mie, ed aveva perso il respiro al contatto delle nostre pelli.

“Kibum...” fece una piccola pausa per riprendere fiato “...non lo fare...”

Lo guardai attonito. Eh? Perché?!

Baciò le mie labbra e prese il bagno schiuma. Cominciò a versarselo sulle mani e poi sul torace muscoloso. Lo guardavo a pochi centimetri di distanza da me mentre si insaponava e si sciacquava. (tutta la mia attenzione era quasi rivolta alla sua erezione che non accennava ad andare a dormire eh!)

“Jong?”

“Kibum, ti aiuto a lavarti?” sorrise. Mi ammutolii. Come poteva avere così tanti sbalzi d'umore mentre mi baciava?! E poi tutti dicono che sono io la donna mestruata!! Mi imbronciai. “Bummie, lo faccio per te.” lo guardai attentamente mentre cominciava a spalmare il bagno schiuma alla vaniglia sul mio petto.

Inclinai un pochino la testa, come a chiedere il motivo delle sue parole.

Sorrise. “Non provocarmi troppo.” iniziò a massaggiare la mia pelle, facendo formare uno strato sottile e soffice di schiuma.

Rimasi immobile per tutto il tempo, facemmo la doccia insieme, vicini, TROPPO VICINI. E nonostante le nostre erezioni fossero ben visibili, continuò a fare tutto senza scomporsi o saltarmi addosso. Sospirava di tanto in tanto, probabilmente frustrato. Io lo trovavo tenero quel suo comportamento – ma anche egoista, dopotutto stavo soffrendo anch'io –.

Dopo aver sciacquato i capelli, uscii... anzi, mi fiondai fuori dalla doccia e presi l'accappatoio. Spalancai la porta e scappai letteralmente dal bagno mentre il ragazzo stava ancora nel box a sghignazzare.

 

 

 

POV Jonghyun

Ero entrato nella doccia mentre Kibum si stava lavando. Sono impazzito?! Forse mi ero ammattito. Ed oltretutto, non avevo avuto problemi a stare a stretto contatto con il suo corpo nudo e la sua erezione che sfiorava la mia. Come diavolo ho fatto?! Dovrebbero farmi una statua per l'autocontrollo! Bummie era tutto rosso, sembrava voler sprofondare. Risi uscendo con calma dalla doccia. Sarebbe tornato entro... tre... due... uno... la porta si aprì.

Kibum era a testa bassa, teneva tra le mani la spazzola rossa che aveva comprato il giorno prima con il maknae. Si avvicinò allo specchio, ignorandomi. Lo ignorai a mia volta.

Sentivo il suo sguardo addosso. Mi osservava attraverso la superficie riflettente, facendo finta di sistemare i capelli mentre li asciugava con il phone, era rosso in viso ed i suoi occhi erano lucidi.

Con un asciugamano pulito presi a strofinare delicatamente il petto ed i muscoli delle braccia. Si morse un labbro. Feci finta di non vederlo e continuai, avvicinandomi poi allo specchio.

Mi passò l'asciugacapelli non appena fui a pochi centimetri da lui.

“Asciugali con questo, inizia a fare troppo freddo.” sorrisi della sua gentilezza.

Si allontanò e tornò in camera.

Fine POV Jonghyun

 

 

Dovevo rivestirmi, ma non ne avevo alcuna voglia. Il cuore batteva fortissimo. Mi girava vorticosamente la testa e sentivo un caldo soffocante alle guance – ed a tutto il resto del corpo –. Mi sedetti sul letto cercando di calmare il respiro. Come poteva essere così impassibile Jonghyun? Dopo essere stati nella stessa doccia, insieme, completamente nudi... come poteva ignorarmi e far finta di nulla?! Forse, mi ero fatto un'idea sbagliata su di lui. Forse lui voleva solo giocare... forse non mi amava sul serio. Il cuore sembrò aumentare i battiti, un peso sul petto si era formato ed un senso di nausea mi aveva messo a disagio. Presi il viso tra le mani, gomiti sulle ginocchia e cominciai a inspirare ed espirare profondamente.

Jonghyun uscì dal bagno e trovandomi in quella posizione si preoccupò. “Bummie?” chiese dolcemente avvicinandosi. Si mise in ginocchio davanti a me e prese una delle mie mani. Alzai lo sguardo ed incrociai i suoi grandi occhi scuri. “Ti senti bene?” Non emisi nessun suono di risposta, scossi semplicemente la testa da destra e a sinistra un paio di volte, facendogli intuire il mio stato d'animo. “Ho fatto qualcosa di male?” mi pianse il cuore a quelle parole. Il suo viso preoccupato faceva tenerezza. Le sopracciglia aggrottate, gli occhi da cucciolo, le labbra che si incurvavano verso il basso.

Negai di nuovo.

“Bummie...” Sorrisi quando prese il mio viso tra le mani. Cercai di abbassare lo sguardo imbarazzato ma mi fermò, baciando le mie labbra dolcemente. “...dimmi cos'hai...” sussurrò.

“Sono solo imbarazzato Jong... che c'è da capire?” sospirai a causa del batticuore che faceva tremare la mia voce. Scacciai i brutti pensieri.

Rise. “Davvero è tutto qui?”

“Giuro.”

“Posso baciarti ancora?”

“Fino ad ora mi sembra che tu abbia fatto ciò che volevi Jonghie...” risi mentre si avvicinava nuovamente. Continuai a parlare mentre faceva sfiorare le nostre bocche, lasciandole in sospeso. “Anche prima, non sembravi intenzionato a chiedere il permesso per certe cose... non capisco questo tuo atteggiamen-...” risi ancora, mentre approfondiva il bacio per zittirmi. Allacciai le braccia al suo collo mentre si alzava da per terra e si sedeva al mio fianco. Teneva gli occhi chiusi. Li tenevo serrati anch'io. Mi sarei perso metà delle sensazioni se fossi rimasto incantato a guardare il suo visino.

Poggiò una mano sul mio petto – il laccio dell'accappatoio si stava slegando – facendomi stendere. A quel punto andai a fuoco. Le mie guance diventarono caldissime ed il cuore impazzì. Aveva preso ad accarezzarmi le guance, il collo, l'addome da sopra quel tessuto rosa e ruvido. Poggiò la fronte sulla mia, i suoi occhi erano lucidi, le guance un po' arrossate. Era imbarazzato... quanto me? Sfiorò una mia gamba, spostando un po' l'accappatoio per toccarmi la pelle morbida e candida delle cosce. Al contatto mi irrigidii, strinsi più forte le braccia attorno al suo collo. Ero molto agitato e quello che fece dopo non mi tranquillizzò per nulla. Si avvicinò al mio orecchio, sussurrando frasi dolci, scendendo poi verso il collo; cominciò a mordicchiarmi. Ero estremamente sensibile alle sue attenzioni e non mi accorsi che nel frattempo, la sua mano aveva preso a salire fino a metà della mia coscia.

Bussarono alla porta nell'istante in cui Jonghyun stava andando a stringere una delle mie natiche. La persona dall'altra parte non aspettò il permesso di entrare. Ci trovò così. Io, passivo, sguardo languido, sdraiato sotto Jonghyun, una delle cosce ben visibile, le spalle scoperte, il laccio dell'accappatoio allentato. Jonghyun tra le mie gambe, la bocca sul mio collo, una delle mani a stringermi dolcemente il sedere.

“S-SCUSATE.” e chiuse la porta. Mi alzai di colpo. Spaventato ed imbarazzato come non mai. Mi coprii meglio che potevo, prendendo i vestiti abbandonati al bordo del letto e vestendomi, girato di spalle, in modo che Jonghyun non potesse guardarmi – più che altro, in modo da non vedere lui e non fare strani pensieri –.

 

POV Jonghyun

Taemin era entrato proprio mentre io e Kibum ci stavamo coccolando innocentemente. Non potrò mai perdonarlo per questo.

Sbuffai osservando il cambio di comportamento del biondo. Si era alzato frettolosamente e si stava infilando i boxer puliti con ancora l'accappatoio addosso, si era messo anche i pantaloni e poi aveva levato l'indumento rosa per finire di coprirsi esponendo ai miei occhi, per pochi secondi, la sua pelle nuda. “Vado a preparare da mangiare.” disse fermo, dopo essersi messo una maglietta nera con il collo alto. Mi stupii, sorrisi. Decisi di fare i nostri due letti, così da rendergli meno pesanti 'le faccende di casa'. Tirai su le coperte del suo letto e le sistemai.

“Jonghyun, mi hai sentito?” chiese avvicinandosi.

“Si.” dissi semplicemente, ignorando il suo sguardo, dirigendomi verso il mio letto. Non l'avevo usato quella notte, ma era comunque sfatto.

Toccò una mia spalla. “Tutto bene?”

“Si.” sorrisi.

Prese il mio viso tra le mani e mi diede un bacio. Fu tutto così improvviso che nemmeno me ne accorsi. Cominciai a capire cosa lui avesse appena fatto, solo dopo essersi staccato da me, imbarazzato e sorridente, annunciando che mi avrebbe aspettato in cucina. Mi chiese di svegliare i ragazzi al posto suo. Sorrisi mentre usciva dalla camera e si chiudeva la porta alle spalle.

 

Fine POV Jonghyun

 

 

***

 

 

Jonghyun fu il primo a venire in cucina. Mi abbracciò da dietro mentre mettevo la colazione nei piatti e mi diede un bacio dietro al collo. Pochi attimi dopo arrivò il leader, così il ragazzo dovette staccarsi da me e sedersi a tavola, sbuffando. Il più grande cominciò da subito a lamentarsi con il mio compagno di stanza del mal di testa, causato dall'alcool della sera prima. Era pieno di energie nonostante i capricci. Risi.

Minho arrivò un po' più tardi, con Taemin per mano. Aveva l'espressione corrucciata il più grande dei due. Sospirai. Il maknae probabilmente lo aveva svegliato in malo modo.

Ci sedemmo tutti e cominciammo a mangiare. Gli unici rumori che si sentivano, erano la mia voce e quella del leader che ripeteva che non avrebbe mai più bevuto in vita sua – lo diceva tutte le volte dopo essersi ubriacato –. Io gli sorridevo e lo rassicuravo. Jonghyun lo guardava, divertito ed intenerito allo stesso tempo. Minho mangiava in silenzio, indifferente e Taemin probabilmente fissava ancora sconvolto sia me che il mio compagno di stanza.

Una volta finito, mi alzai e Jonghyun fece altrettanto, chiedendomi se poteva essere d'aiuto. Cominciammo a sparecchiare mentre il più grande del gruppo andava a coricarsi sul divano e Minho si procurava le pastiglie per il mal di testa. Il maknae invece, rimaneva a tavola. Gomiti poggiati su di essa, viso tra le mani che ci fissava. “Allora?” disse una volta che noi finimmo di lavare i piatti.

“Allora cosa?” chiese Jonghyun.

“Non avete nulla da dirmi?” continuò serio.

Risi. “Cosa dovremmo dirti?” mi finsi ingenuo.

“Omma, è inutile che fai così! Cos'avete combinato ieri sera?!”

Misi una mano sulla bocca e l'altra sulla pancia, esplodendo in una fragorosa risata, seguito dal più grande. “Taemin... immagini troppo!”

“Hyung, non sono stupido! Ieri era tutto sottosopra!” si infuriò.

“Ehi, ehi, calma.” lo abbracciai.

“Perché fate i misteriosi?! Sono solo curioso.” mostrò una faccina da cucciolo che mi fece quasi impietosire. Volevo tenere tutto segreto, ma quegli occhietti ed il labbro inferiore leggermente in fuori, mi avevano fatto sciogliere. “Ieri mi avete cacciato quando sono venuto a bussare alla vostra porta... e oggi... vi... ho... scoperti a fare...”

“Niente.” finii la sua frase. “Taemin, non abbiamo fatto niente.”

“N-non è vero! Voglio sapere! Ho fatto in modo di portare quegli altri due disgraziati in giro pur di lasciarvi soli!”

“Minnie, ti avevo già detto che non avremmo fatto nulla...” gli sorrise Jonghyun, andando ad abbracciarlo. “Davvero, non abbiamo fatto un bel niente... diciamo solo che, ci siamo chiariti.” mi prese per mano.

“Chiariti come?!”

“Segreto.” il più grande gli fece l'occhiolino.

Io osservavo tutta la scena senza dire nulla, ero imbarazzato per la piega che stava prendendo il discorso.

“Perché tutti questi misteri?! Eddai! Mi merito una spiegazione!!!” faceva i capricci.

“M-Minnie... basta per favore.” pronunciai a bassa voce, sicuramente ero arrossito dalla punta dei piedi fino ai capelli. Jonghyun mi strinse più forte la mano, per infondermi coraggio. “Ci siamo baciati se è questo che vuoi sapere.”

“E poi?!” i suoi occhi si illuminarono.

“E poi basta. Ci siamo solo baciati!” Jonghyun disse quella frase cominciando a ridere, poi si rivolse a me. “Bummie, è grazie a lui se sono riuscito ad organizzare ogni cosa, non pensi che si meriti una piccola spiegazione? Il gioco è durato anche troppo.”

Sorrisi. Annuii. Il ragazzo che ancora stringeva la mia mano, chiese al più giovane di sedersi. Cominciò a spiegare i dettagli – rimanendo sul vago – della sera precedente. Il maknae era parte della nostra famiglia. Era giusto che sapesse, alla fine. Avevamo giocato abbastanza.

 

Nel momento in cui Jonghyun mi sollevò violento, ebbi un brivido di piacere. Mi attraversò tutto il corpo, prepotente. Mi fece sedere sul tavolo, scostando tutto quello che avrebbe potuto darmi fastidio. Avevamo cominciato a baciarci, a toccarci, a respirare affannati, affaticati, le mani si muovevano ovunque le une sul corpo dell'altro. I corpi fremevano, si accaldavano, si cercavano, si desideravano. Ero imbarazzato da morire e Jonghyun, probabilmente lo era tanto quanto me dato il suo modo impacciato di mordermi, di infilare delicatamente le mani nei miei capelli per baciarmi più appassionatamente. Ero pervaso da sensazioni così piacevoli da sentirmi svenire.

Quasi mi venne un infarto nell'istante in cui si fermò. Mi mancava già quel contatto, mi lamentai emettendo un sibilo di disapprovazione. Mi chiese di andare sul divano. “Vorrà fare quel passo?” mi chiesi un po' intimorito. Avevo paura. Non ero pronto per quello, non così improvvisamente. Gli chiesi spiegazioni, e lui, in tutta risposta, fece chiarezza tra i miei dubbi. Smisi di pensare, voleva soltanto farmi stare bene. L'avevo capito dal modo in cui mi si rivolgeva, dalla dolcezza che metteva per fare qualsiasi cosa.

Prese il mio sedere tra le mani, sollevandomi ed io circondai d'istinto i suoi fianchi con le gambe ed il collo con le braccia. Mi feci trasportare in quella posizione così intima, fino al divano.

Mi sdraiai e lui si mise sopra di me. Ero ancora impaurito ma sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male. Non volontariamente.

Ci stuzzicammo, ci accarezzammo, ci prendemmo in giro. Guardammo addirittura un film, interrompendo quelle coccole che stavano diventando qualcosa di più.

Ero talmente preso dalla serata, che continuavo a pensare e ripensare a tutte le sensazioni di quelle poche ore. Sentivo ancora le mani del ragazzo seduto al mio fianco, che baciava la mia pelle, marchiava il mio collo, mi accarezzava. Guardavo lo schermo, immaginando a dove saremmo potuti essere arrivati se non ci fossimo interrotti. Da una parte mi diedi dell'imbecille, perché non gli avevo chiesto di continuare? Perché avevo accettato di vedere quel film, che per lui sarebbe stato noioso – ne ha scelto uno romantico, sicuramente per far felice me – e che io non riuscivo ad apprezzare in quel momento? Pensandoci bene, ringraziai l'autocontrollo di Jonghyun. Così, avrei potuto continuare a fantasticare ancora un po', ed il nostro momento magico, sarebbe arrivato all'improvviso, non calcolato da una serata organizzata nei minimi dettagli.

Mi girai verso di lui, sentendo la sua mano – che stringeva la mia – allentare la presa. Stava sbadigliando. “Ecco, ora si annoia!!!” mi lamentai nella mia testa.

Sei stanco?” chiesi, poggiando la testa sulla sua spalla, stringendo le sue dita.

No Bummie.” sorrise baciandomi la fronte.

Jonghie... posso chiederti una cosa?”

Certo piccolo, dimmi tutto.”

Afferrai il telecomando e spensi il televisore. Presi diversi respiri profondi prima di cominciare. “Jonghie... ecco... grazie della bellissima serata...”

Bummie, vai dritto al punto, non preoccuparti.” mi strinse tra le braccia. Chiusi gli occhi una volta che il mio viso fu nascosto. Avevo poggiato la fronte nell'incavo del suo collo, il naso respirava l'odore della sua pelle, le labbra erano poggiate sulla sua pelle calda, leggermente bronzea.

Fino a dove saresti arrivato questa sera?”

Fino a dove siamo arrivati, direi. Anzi, non mi aspettavo di andare così oltre.”

Inspirai profondamente, facendomi pervadere i sensi dal suo profumo sensuale. “E se ti avessi risposto che non volevo vedere il film?”

Mi sarei fermato da solo.” sorrisi alle sue parole. “Kibum, io ti amo, non potrei mai farti cose che non vuoi anche tu.”

Avvampai. Mi strinsi più forte al suo petto. Il cuore martellava fortissimo nella gabbia toracica, le guance bruciavano e la testa girava per l'improvvisa agitazione. “J-Jong...” balbettai.

shhh, me lo dirai quando sarai pronto.”

Annuii sulla sua spalla. “Andiamo in camera?”

Non mi provocare.” lo disse scherzando, in modo innocente mentre, tenendomi per mano, si alzava dal divano. Entrammo in camera e ci sdraiammo sul mio letto.

Risi per l'improvviso rossore sulle guance del ragazzo al mio fianco. “Ti va di fare uno scherzo ai ragazzi?” chiesi cambiando discorso, cercando di fargli passare l'agitazione.

Key è tornato.” rise mentre poggiava le sue labbra sulle mie per un bacio fugace.

Davvero, ti va?” insistetti.

Tutto quello che vuoi.”

Sorrisi ancora, circondandogli il collo con le braccia. Mi afferrò per i fianchi e mi fece sdraiare sopra di lui.

 

“Quindi... ricapitolando...” il maknae fermò Jonghyun che era intento a spiegargli gli avvenimenti della sera prima “...voi due... vi siete svestiti quando avete sentito che aprivo la porta?”

“Veramente vi abbiamo sentito arrivare che eravate ancora in macchina.” risposi ridendo. “Abbiamo fatto con calma.”

“Il leader urlava e cantava – fuori tempo – stonando come solo lui sa fare. Per quanto riguarda Minho... diceva cose... hum, direi ambigue...” affermò Jonghyun. Il più giovane annuiva, ricordando le parole del suo ragazzo.

Taemin... abbandoniamo tutto e tutti e andiamo in un motel!”

Hyung, la pianti?! Sei ubriaco perso! Jonghyun mi deve un favore enorme adesso!! Questa notte mi farai esasperare!”

“Avete sentito quello che ha detto?!” si spaventò. Lo abbracciai come una mamma apprensiva facendogli capire che non doveva preoccuparsene. Mi abbracciò a sua volta.

Jonghyun ricominciò a parlare “Volevamo farvi prendere un infarto, ma a quanto pare, quei due non ricordano nemmeno il loro nome, figuriamoci questo!” scoppiammo a ridere.

“A me l'infarto l'avete fatto prendere, eccome! Non ho chiuso occhio stanotte!”

Abbracciai Jonghyun da dietro – che si era nel frattempo, seduto al tavolo con il maknae per discutere – baciando la sua nuca.

“H-hyung, non fare così davanti a me... è troppo strano.” continuò il piccolo, imbarazzato dal mio improvviso scambio di effusioni con il maggiore. “Ho capito... comunque, ora... è come se foste... fidanzati?”

Avvampai, seguito dal più grande. Abbassai lo sguardo, scostandomi dal ragazzo che stavo abbracciando. Jonghyun tossì imbarazzato.

“Vi siete baciati, no?”

Nessuno dei due osò rispondere.

“Eddai ragazzi! Non avete stabilito niente?”

“È presto...” Jonghyun sembrava calmo mentre rispondeva.

“Penso di non essere ancora pronto.” sospirai, rispondendo sincero.

“Ma se vi piacete l'un l'altro da quando vi conoscete!! Piantatela!”

Di nuovo silenzio.

“E stamattina sono entrato in camera vostra e voi eravate praticamente nudi uno sopra l'altro! Non potevate sapere che sarei entrato!!”

Mi soffocai con la saliva, attirando l'attenzione dei due presenti. “T-Taemin, lasciamo stare per favore?”

“Ma voi mi nascondete delle cose! Lo stavate per fare?! Vi ho interrotti?!”

“Sono affari nostri di quello che facciamo!” dissi improvvisamente irritato.

“Non se lo fate sul tavolo dove io mangio!”

“C-cosa?” mi ammutolii.

“Il tavolo. Ieri sera. Ho dovuto lavare i piatti alle tre di notte, omma cara.”

“O-ok... basta ora, Tae.”

“Per non parlare del succhiotto che hai sul collo!” stava diventando insopportabile. Si avvicinò a me, abbassando il colletto della maglia, rivelando diverse zone scure tra il collo e le clavicole. “Addirittura! Non pensavo ne avessi così tanti, ne avevo notato uno solo!” rise. “Hyung, sei un animale!” si rivolse a Jonghyun.

“M-ma con questa maglia non si dovrebbe vedere...”

“Omma, ti gratti il collo quando sei agitato, l'hai fatto durante tutta la colazione, ti osservavo... e l'ho visto. Anche Minho l'ha visto.”

“Ma non ha detto nulla!” Jonghyun era a bocca aperta. Il suo migliore amico non gli aveva chiesto niente?

“Ti assicuro che se n'è accorto. Ora, vado a vedere come sta. Non vorrei che mi stesse vomitando da qualche parte in camera.”

Risi.

“Bummie, andiamo in camera anche noi? Domani dobbiamo tornare a lavorare, è meglio se ci riposiamo, la pacchia è quasi finita. Approfittiamone per farci un po' di coccole.”

Sorrisi, prendendo la sua mano.

 

***

 

 

Mi guardò perplesso dopo avergli consegnato il mio diario. Quel diario dove mi era stato consigliato di scrivere ogni pensiero, sogno, sensazione. Ogni sentimento era trascritto in quel quadernetto dalla copertina rossa rigida, che ora stringeva il mio compagno di stanza tra le mani.

“Avevo promesso che ti avrei raccontato tutto.” pronunciai con poca voce. Ero disgustato dal pensiero di dover parlare del mio periodo difficile, avvenuto prima della perdita di memoria. “Non me la sento ancora... però, posso cominciare con il farti leggere questo. Qualcosa c'è scritto.”

“Kibum...”

“Voglio che tu lo legga, hai il mio consenso.” sorrisi. La voce, le labbra, le dita delle mani – intrecciate con le sue –, il mio intero corpo: tremava. Tremavo per paura. Per agitazione. Per voglia di sfogarmi, finalmente. Per essere libero dai tormenti che avevano cominciato a tornarmi in mente. Il periodo in cui mi sentivo triste, depresso senza un motivo apparente... il mio passaggio alle compresse, il ricovero in ospedale. Volevo che sapesse tutto, nei minimi dettagli. Che sapesse il motivo delle mie azioni. Quelle cose, nel diario erano a malapena accennate, ma le avrei dette! Uno di questi giorni.

“Lo leggerò, ma non ora. Facciamoci le coccole.”

Annuii dopo essere arrossito un po'.

 

***

 

 

Jonghyun... perdonami. Perdonami, davvero. Ti prego... non mi lasciare!

 

 

 

 

 

 

 

 


 



 

------------

Ehi! ;-; ciao a tutte!
Oddio, scusate il ritardo ma sono stata impegnatissima! *chiede perdono in ginocchio*
Spero che vi piaccia questo capitolo 18... a me convince poco ç.ç fatemi sapere se per voi è la stessa cosa! È stato un parto! (essendo impegnatissima ho fatto tutto a spezzatino) (?)

Ringrazio tantissimo per le belle recensioni del 17!!! ç_ç spero di non avervi delusi troppo con questo! (fatemi anche recensioni negative se ce n'è bisogno, ma aiutatemi a capire il motivo per cui 'sto capitolo non mi piace) (?) *autrice che delira da sola* (perdonate lo sclero! :'D)

Grazie a chi ha messo in seguite / preferite.

Ah, ringrazio anche tutte le persone che hanno letto, recensito ed inserito Hyung, fai l'amore con me. nelle preferite e ricordate! *-* sono felice che vi sia piaciuta la mia prima 2MIN!! *-*

Un bacione grande grande.

Sara.

   
 
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