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Autore: sibley    27/11/2013    1 recensioni
No, non poteva essere. Era sempre stata lei quella a lasciare i fidanzati, ma adesso le cose non erano andate così. Erano passate due settimane dal suo rapimento, e Superman era diventato ufficialmente un ghiacciolo nei suoi confronti. Aveva pianto per due lunghi giorni, aveva pianto tutte le proprie lacrime, e tutto per cosa? Per un ragazzo! Aveva pianto solo nel vedere sua madre trattata male da suo padre... Tanto, tanto tempo fa. E ora, le sue lacrime erano dedicate a Clark Kent. Doveva assolutamente smetterla.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Wonder Woman's Stories'
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Diana quel mattino era partita verso le due del pomeriggio, dopo essersi svegliata lentamente, aver chiamato Kara perché venisse a prendersi Arthur, essersi fatta una rapida doccia ed essersi preparata. Aveva scelto un abbigliamento casual. Aveva indossato i leggings marroni con la gonna cucita sopra, un maglioncino malva a rombi bianchi, e sopra, per coprirsi dalla gelida aria, un poncho verde oliva con perline arancioni sulle frange. Aveva inforcato degli occhiali da sole a goccia, con le lenti marroncine, e si era diretta a piedi verso la stazione ferroviaria. Doveva comportarsi da umana, il che significava che il volo era proibito. Non poteva permettersi che qualcuno vedesse Clark Kent insieme a Wonder Woman, o in caso, insieme ad una tizia volante. Lui le aveva detto che l'avrebbe attesa alla redazione del Daily Planet, le avrebbe fatto fare un Tour della redazione, e poi sarebbero tornati assieme a Smallville. In fin dei conti, ci sarebbero volute quasi quattro ore dal paesino sperduto in cui si era rifugiata a Metropolis. Avrebbero raggiunto poi Smallville di corsa, e lui l'avrebbe presa in braccio. Si era portata appresso una valigia bianca di pelle, che conteneva pochi vestiti, giusto il necessario per tre giorni. Aveva raggiunto la stazione con solo quindici minuti di cammino, in cui non si era affaticata, con gran stupore degli astanti in stazione che la videro entrare fresca come una rosa.

Lei, dal canto suo, finse di non essersi accorta di nulla, e si procurò il biglietto del treno, sul quale salì a fatica, ostacolata dagli sguardi dei curiosi che non avevano mai visto una bellezza così stupefacente. Si accomodò nel posto più anonimo del treno, vicino ad un bagno, per ogni necessità, e si tastò il ventre, per sentire la consistenza dei suoi vestiti da battaglia, sapientemente nascosti, ma comunque portati anche in viaggio. Trascorse il viaggio leggendo un libro che le era parso interessante e che aveva comprato al bazar in stazione. Guardò anche a lungo fuori dal finestrino, come una bambina. Non era abituata ai viaggi, anzi, non aveva mai viaggiato su un treno a prescindere. Aveva sempre volato, oppure utilizzato degli aggeggi supertecnologici che metteva a disposizione Batman per la Justice League. Quando scese dal treno a Metropolis, e raggiunse velocemente il Daily Planet, rammentando dove fosse il posto grazie ad una precedente visita, anni prima. Trattenne il fiato, pensando che di lì a poco avrebbe rivisto Clark. E, quasi per magia, lui le comparve davanti. Non le fu mai sembrato così bello.

Stava uscendo da un ascensore, chiacchierando con Lois Lane, discutendo di un articolo che desiderava pubblicare in fretta, e aveva gli occhialoni da nerd che aveva imparato ad amare profondamente. Gli occhi azzurri dietro le lenti la notarono subito, e lei ci fece caso. I capelli non erano tirati all'indietro, ed erano leggermente scompigliati, come se qualcuno si fosse divertito a passargli ripetutamente le mani tra i capelli. Lois Lane sbottò qualcosa, e Clark la presentò a Diana. Diana rispose, assente, rapita dal profumo di Clark che era qualcosa di meraviglioso, sebbene non fosse buono ed ipnotizzante come quello di Bruce Wayne. Clark la prese sottobraccio, sorridendole, e la portò verso la sua scrivania. Fu sorpresissima di notare che c'era una foto di loro due, in abiti civili, abbracciati. Ricordava quella foto. L'aveva scattata Kara, poco dopo il suo rapimento, e a quanto pare Clark continuava a volerla tenere vicina a sé. Intanto, Lois li seguiva, continuando a parlare fittamente, cercando continuamente di ottenere l'attenzione di Clark. Se le avesse tirato una testata, davvero, non se ne sarebbe pentita, e l'avrebbe pure lasciata a terra! Cominciava a detestarla più di chiunque altro al mondo. 

"Dunque tu sei la famosa Diana di cui Clark parla sempre..."

"Eh già, sono proprio io!"

"Sai, sei così diversa dalla sua ex fidanzata... Lana Lang, non so se te ne ha mai parlato..."

"Ehm... No. Non parliamo dei nostri ex, effettivamente. Abbiamo di meglio da fare." e calcò bene su quel 'di meglio da fare'.

Clark, dal canto suo avrebbe follemente desiderato cadere in una botola, svanire nel nulla, scordarsi di esistere, ma provò ad immedesimarsi in Bruce Wayne, fingendo che tutto ciò non fosse niente di strano, e che fosse solo un piacevole teatrino a cui dedicarsi. Nel peggior caso sarebbe intervenuto per evitare una rissa. Diana come minimo avrebbe ridotto a fiammiferi la povera Lois. Dunque, si prese un caffé bello forte, senza zucchero, e si mise tranquillo a fissare la scenetta che tra pochi istanti avrebbe raggiunto il livello isteria. 

"Qui in redazione al Daily Planet ci si diverte sempre. Io e Clark siamo amici molto... Intimi."

"Oh, lo posso immaginare, da quant'è che siete amici?"

"Da quando aveva circa diciott'anni..."

"Be', immagino che allora ne avrai viste di ex passare... No?"

"Già." il tono duro di Lois fece capire a Clark che lo scontro verbale l'aveva vinto Diana.

Però, Clark immaginò che se Lois avesse voluto passare alle maniere forti, non verbali, sarebbe stata sconfitta una seconda volta. Mentre le due, Lois immusonita e Diana raggiante, lo seguivano, mentre le portava in giro per il Daily Planet, rimuginò sulla rottura con Diana. Era un bel po' che ci pensava, e aveva saputo da Kara di una cena con Wayne, che sicuramente ci aveva provato. Kara gli aveva assicurato che non era accaduto niente, ed anzi, che Diana gli aveva detto chiaro e tondo che era ancora interessata a colui che si fa chiamare Superman. Clark, sospirò debolmente, mentre sovrappensiero salutava Lois, che sembrava piuttosto rabbiosa, e se la filava nel suo ufficio con Diana, dove lì l'avrebbe presa in braccio e sarebbero corsi a casa come fulmini. Mentre velocemente correvano verso Smallville, e Diana lanciava urli di felicità, con le guance rosse come una bambina, con le mani attorcigliate al collo di Clark, mentre lui con una mano teneva stretta lei e con l'altra trascinava la valigia, Diana si ritrovò a pensare che forse, non tutto era perduto. Doveva solo pazientare, e Clark sarebbe tornato da lei. 

In poco arrivarono a Smallville, e quando la mise giù davanti alla fattoria Kent, che aveva già visitato in passato, gli chiese di scendere. Lui la accompagnò verso la fattoria. Aveva una parte della fattoria, che divideva con una famiglia e la portò a piedi verso il suo alloggio. Lei, come sempre, rimase affascinata dagli animali, e dalle balle di fieno. In effetti, dopo una vita passata in mezzo alle foreste dell'isola delle Amazzoni, tutto ciò le sembrava strano. Clark, mentre camminavano, inconsciamente forse, le prese la mano, e Diana la strinse gelosamente, mentre nel suo cuore stava già andando sopra le nuvole. Quando si rese conto di averle preso la mano, sorrise. Il suo inconscio probabilmente sapeva meglio di lui cosa fosse la cosa giusta da fare. Avrebbe voluto tornare con Diana, ma come sarebbe potuta reagire? Se lei l'avesse mandato al diavolo, non avrebbe avuto tutti i torti e lui avrebbe solo fatto la figura dello sciocco che ci ripensa all'ultimo minuto. Avrebbe sicuramente rischiato pure un bel ceffone epocale. Doveva trovare la maniera di riconquistarla, ma senza sbilanciarsi troppo. Doveva sicuramente chiedere ad Aquaman. O in caso, a Bruce Wayne. Lui sapeva cosa fare in quelle situazioni.
  
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