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Autore: bellavitaheart10    27/11/2013    4 recensioni
In molte storie Justin è sempre visto come un criminale... e se per una volta fosse visto come un semplice ragazzo con un problema alle spalle? E se quel problema fosse dimenticare una ragazza? Ma perchè avrebbe dovuto dimenticarla? Tutto questo sono in pochi a saperlo, Justin non si confida con nessuno tranne i suoi migliori amici, ma una ragazza entrerà e sconvolgerà la sua vita come un uragano... A questo punto sarà pronto a dimenticare? Come ha fatto fino a quel momento a non pensare a quella ragazza?
Dal testo:
- Justin ti prego apri la porta - disse Chad.
- N-non ho la forza... -
- Cavolo Justin lo hai rifatto? Quante volte? -
- 3 volte... -
- Ti prego apri questa porta o starai male... -
- Ma cosa fa? - domandò la ragazza mistriosa.
-Beh... -
Leggete per scoprirlo. Spero vi piaccia, Baci Emi
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 6

Capitolo 6

Speranza

*Punto di vista di Karen*


Una settimana. Era passata una bruttissima settimana e Justin non si era ancora svegliato. I medici iniziavano a perdere la speranza. Cos'è la speranza? Un sentimento che non provo più. La colpa è solo mia. Non vado a lavoro, fingendomi in malattia, e sto ogni giorni qui in ospedale. I sensi di colpa mi uccidono.

- Ciao Justin, so che possibilmente non mi sentirai, so che stai lottando contro te stesso, ma voglio esserti d'aiuto. Voglio essere il tuo salvagente. La tua ancora di salvezza. Non importa se pensi che sia colpa tua. Adesso so tutto, so davvero tutto, ma non ti giudico. Non m'importa ciò che hai fatto, anzi, ciò di cui ti dai la colpa. La colpa è solo di quella ragazza. Stai bene a sentirmi. Svegliati! Voglio iniziare in un altro modo con te. Non voglio morire a causa dei sensi di colpa. Voglio conoscerti. Voglio esserti amica. Quindi per favore svegliatii! - iniziai a piangere e afferrai la mano di Justin. Mi faceva male vederlo su quel lettino. Vederlo debole. Insicuro. Sofferente. Vederlo lottare tra la vita e la morte, tra un doppio se stesso che vuole solo morire. All'improvviso qualcosa mi stringe la mano. Sta reagendo!

- CHIAMATE UN DOTTOREE! JUSTIN RESTA CON ME! SVEGLIATI CE LA PUOI FAREEE! CHIAMATE UN DOTTOREEEEE - urlai con tutta la voce che avevo e aspettavo che un medico arrivasse. Justin aveva reagito, io dovevo mantere la mia promessa. Sarei diventata sua amica, l'avrei aiutato a sconfiggere quello che gli è successo. Lui è forte. Lui può farcela.

*Punto di vista di Justin*

Sento qualcuno parlare. Ma io non ero in trans? Allora come faccio a sentirla? La sua voce... quella voce che mi ha incantato tante volte. Quella voce che riusciva a farmi venire un attacco di cuore. Quella voce preziosa come il velluto. Voglio muovermi. Voglio alzarmi. Voglio vivere. Voglio combattere solo per restarle accanto. Lei vuole essermi amica e io voglio essergli amico. Forse più di un amico. Non voglio più morire. Non voglio più soffrire. Non voglio più restare a dormire. Rivoglio la forza per combattere. Rivoglio vedere i suoi occhi. Rivoglio toccare i suoi capelli. Rivoglio avere quell'attacco di cuore ogni volta che le sto vicino. Lei sta piangendo. Lei non deve piangere. Lei non merita di sentirsi in colpa.

Chiamate un dottore! Io voglio svegliarmi! Aiutatemi a combattere! Come si fa? Non me lo ha insegnato mai nessuno. 

- Justin mi senti? - lo so, questo è il dottore. Voglio urlarli di si. Voglio svegliarmi, ma perchè non ci riesco? Dai Justin... apri gli occhi! E' la cosa più facile del mondo.

Tu vuoi vivere? Si, lo voglio. Bene allora apri gli occhi.

Vedo una luce... ci sto riuscendo. Si, sto finalmente aprendo gli occhi. Non vedo nulla, è tutto così offuscato, opaco. Fatemi vedere meglio! Eccola... eccola in tutta la sua bellezza... eccola con i suoi occhi luccicanti, eccola con i suoi capelli morbidi e biondi. Eccola in tutto il suo splendore. 

- Justin riesci a parlare? - caro dottore, io vorrei parlare, ma sento un nodo alla gola. Sono ancora confuso. Dove mi trovo? In ospedale ovviamente. Perchè? Non lo so... Dai prova a parlare adesso Justin. Pensa a lei. Pensa a lei e vedrai che riuscirai a parlare. 

- I-io... - ecco è già un inizio. Continua così! Puoi farcela!

- S-si.. - bravissimo Justin! Vai così....

- Grazie al cielo! Okay ascoltami, ti fa male qualcosa? - la testa avrei voluto rispondere, ma non era molto facile.

- S-si - ecco come faccio a dirgli cosa?

- Qualche arto? -

- N-no-

- Emh.. la testa? -

- E-satto.. -

-Okay... vuoi dormire un pò? -

-N-o..- e se mi riaddormentassi, ma non mi risvegliassi più? Meglio evitare...

- K-karenn.. - riuscì a dire il suo nome. Ah, la forza dell'amoree!

- Mi dispiace Justin... io non volevo... scusa.... -

- N-non f-fa n-niente! - beatissima voce, finalmente sei ritornata eh?

- Mi hai sentita? -

- Si.. -

- E cosa ne pensi? -

- S-sarei felice di esserti amico - sorrisi debolmente. Io volevo qualcosa di più.

- Mi fa davvero piacere! - venne verso di me e mi abbracciò! Il mio corpo non ha reagito, ma non perchè non volesse, ma perchè ero sorpreso, spaventato, troppo felice. Non mi ero più fatto abbracciare da una donna, non più da quell'incidente. Aspetta... perchè non sento più quelle sensazioni? Perchè non cado più in trans?

Una parola sola: KAREN! Ogni volta che mi sta accanto non  mi sento più male. Lei è ciò che mi serve per vivere.
So che sembro confuso... un attimo prima vuoi morire e un attimo dopo vuoi risvegliarti per restare accanto alla persona che ami... si, io l'amava... l'amavo con tutto me stesso. Era sbagliato... era ingiusto nei confronti di Chaz, infatti io non avrei fatto nulla per stare con lei... doveva essere lei a decidere chi era giusto amare. Mi aveva esplicitamente detto che non provava niente per me, questo mi aveva un pò distrutto, ma adesso vuole inizare a essermi amica e questo vuol dire che ci tiene un pò a me. Mi basta, mi basta per avere la forza di andare avanti, mi basta per avere il coraggio di ammettere che quell'incidente non è tutta colpa mia... Come può una persona farti cambiare idea dopo tutto il tempo in cui tu non ascoltavi nessuno? Chaz, Rayan, Josh... nessuno di loro mi aveva convinto, ma perchè Karen ci riusciva? Perchè mi stregava con il suo profumo? Perchè non potevo essere io il suo ragazzo ideale? Perchè Chaz doveva arrivare prima di me? Per il semplice motivo che io ero così occupato a lottare contro me stesso e a farmi del male, che i miei occhi avevano ignorato il vero amore. Quell'amore che dopo la mia ragazza non avevo mai provato. Quell'amore che prima d'ora mi aveva solo spaventato. Come faceva Karen a farlo apparire così semplice e puro? Come faceva lei a rendere ogni problema semplice e risolvibile? Non so come rispondere a tutte queste domande, non so perchè adesso me le sto ponendo piuttosto che lottare per alzarmi da quel letto, ma so che adesso ho la speranza. Cos'è la speranza? Un sentimento che non avevo mai provato prima d'ora. Non avevo mai sperato in una vita migliore, amavo o per lo meno mi adattavo alla mia schifosa vita, ma adesso spero di poter cambiare, spero di avere la forza di lottare e spero di poter essere più di un amico per la mia Karen...

- Grazie... - le sussurrai non appena ebbi la forza necessaria per uscire da quel tunnel di pensieri.

- Voglio raccontarti una cosa.. - mi disse quando il dottore uscì dalla stanza.

- Non adesso... voglio raccontarti una cosa che può aiutarti a reagire, ma non ora... ora devi semplicemente riprenderti così domani ti riporteranno a casa - biascicò, con gli occhi colmi di lacrime... ero io il motivo del suo pianto?

- D'accordo... ma prometti che me lo dirai? -

- Lo prometto - rispose dandomi un bacio sulla guancia e uscendo via da quella stanza.

Restai per tutto il giorno a pensare a come la mia vita fosse cambiata nel giro di poche ore. Era così strano riuscire a lottare dopo tanti anni di schiavutù. Ero schiavizzato da un me stesso cattivo, masochista e sofferente. Ero schiavizzato da un piccolo Hitler, che voleva soltanto la mia morte interiore. Ma ora non sono più schiavizzato, o per lo meno, la fine di Hitler si sta avvicinando notevolmente.

Il giorno dopo fui svegliato da un medico di turno. Mi disse se avevo voglia di sfogarmi, ma ero sempre stato abituato a chiudermi in me stesso e lui non avrebbe di certo potuto farmi cambiare idea. Disse che potevo uscire e così, dopo quei giorni in cui pensavo di morire, ritornai a sperare.

Ero arrivato a casa quando i miei amici mi vennero addosso in un caloroso abbraccio. Ci aveva pensato Josh a farmi tornare a casa sano e salvo. Fortunatamente non avevo niente di fisico, il male che mi aveva spinto ad arrivare in ospedale era solo un male interiore. Mentale.

- Allora, Karen è andata un attimo in bagno, fra un pò scende, io e i ragazzi dobbiamo sbrigare una cosa e arriviamo, te la senti di stare con lei per un pò? -

- Certo - risposi a Rayan, che era rimasto piuttosto silenzioso. - Ma cosa dovete fare? - aggiunsi..

- Emh... riguarda un amico di Josh... adesso andiamo eh? Ciaoo - e prima che potessi ribattere erano già usciti da casa. Dopo qualche minuto vidi Karen arrivare in tutta la sua bellezza. Capelli biondi e sciolti. Occhi accesi e verdi.

- Come stai? - chiese.

- Cerco di riprendermi ancora dallo shock e tu? - risposi, sedendomi sul divano, vicino a lei.

- Bene... ricordi quella cosa che ti dovevo raccontare? -

- Si -

- E' arrivato il momento... cerca di ascoltare e non parlare okay? E' una storia piuttosto complicata e se ti distrai non capisci nulla -

- Va bene - che cosa mi avrebbe raccontato?

( Vi consiglio di ascoltare questa parte con - I was here di Beyonce *-*)

- C'era una volta una bambina di 6 anni che correva felice per il prato di casa sua. Era un bambina spensierata e solare, aveva tutto nella vita. I genitori l'amavano più della sua stessa vita e lei adorava tornare da scuola e abbracciarli in uno di quegli abbracci che riuscivano a stritolare l'anima.
Un giorno, tornata da scuola, trovò la casa vuota. Era strano per quella piccola bambina, i genitori si facevano trovare sempre davanti la porta e aspettavano che scendesse dal bus per poterla abbracciare. Ma quella volta a casa non c'era nessuno e la piccolina restò per tutto il giorno fuori dal portoncino. Restò seduta ad aspettare le persone più importanti della sua vita. Era sicura che non potesse averli persi, che loro non avessero potuto abbandonarla. Sicuramente erano stati intrattenuti a lavoro.
Si fece sera tardi e la piccola era sempre seduta su quei gradini freddi. Piangeva, piangeva per paura di essere rimasta sola. Piangeva per contemplare il freddo delle sue guancia. Piangeva per riscaldarsi. Per sfogarsi. Per aprirsi. Non aveva molti amici... non aveva molti parenti. Le erano rimasti solo mamma e papà.
Pochi minuti dopo, una macchina estranea, si avvicinò al cancello di quella casa. La bambina, pensando fossero i suoi genitori, si avvicinò correndo e asciugò le lacrime per farsi vedere forte. Ma quando la macchina si aprì, non c'erano i suoi genitori a uscire fuori, ma dei poliziotti. La bambina ebbe paura. Si fece portare nel luogo dov'erano sua mamma e suo papà e fu sicura che arrivata lì potesse riabbracciarli. Ma non si possono abbracciare dei cadaveri. Esatto. I genitori di quella bambina erano morti in un incidente stradale, la mattina del giorno in cui la bambina era rimasta sola davanti la porta di casa. Non volevano farle vedere per l'ultima volta i suoi genitori e così la piccola lasciò la mano del poliziotto e si scaraventò dentro a una stanza. La stanza con i corpi delle persone più importanti della sua innocente e piccola vita. Era bianca. Quattro insignificanti muri bianchi circondavano due importantissimi corpo. "Perchè non ci sono dei fiori? Perchè non hanno messo colori vivaci?" si domandava la piccola. I suoi genitori meritavano un paradiso colorato e non una stanza vuota. Tolse quel lenzuolo bianco, ignorando l'urlo degli adulti. Loro non capivano che solo i bambini riuscissero a vedere la realtà con gli occhi. A loro era negata, ma i bambini vedevano e sapevano più di tutti. SANGUE. Ecco cosa vedeva quella bambina di 6 anni. Vedeva solo sangue sul corpo di sua mamma e altrattanto sangue sul corpo di suo padre. Graffi... tagli... orrore per degli innocenti occhi. I suoi genitori avevano gli occhi chiusi e questo le fece pensare che stessero dormendo. Ma erano caduti in un sogno da cui nessuno poteva portarli via. "Addio mamma, addio papà. Questo doveva essere il miglior compleanno di sempre" disse la piccola, prima che due possenti braccia la strappassero dai suoi genitori. Gli occhi pieni di lacrime e il cuore pieno di dolore. Ecco cosa provava. Ma il dolore più grande lo ricevette quando gli portarono uno scatolone rosa. Era il suo regalo di compleanno. I suoi genitori erano morti per comprarglielo. Fu questa la freccia che trapassò il cuore della piccola. Fu proprio quella la freccia che lo lacerò. La colpa era di quella piccola fanciulla. Fu adottata da una famiglia non molto ricca, ma nemmeno povera. Veniva maltrattata dal padre e usata dalla madre. All'età di 18 anni scappò di casa e fu costretta a trovare un lavoro. Un lavoro qualsiasi che potesse aiutarla. Se solo quella bambina di 6 anni non avesse obbligato i genitori a comprarle il regalo, loro sarebbero ancora vivi. La colpa era solo di quella bambina. Quella bambina sono proprio io... - concluse tra un singhiozzo e un altro.

- Perchè mi hai raccontato la tua storia? -

- Per farti capire che si può vivere con un grande dolore dentro. Quella colpa non era direttamente la mia, ma lo era indirettamente. Ma io sono qui a ridere e scherzare, perchè so che loro lo avrebebro voluto quindi cerca di fare lo stesso. Lotta e spera in un te stesso migliore. Io sono qui con te -

L'abbracciai. La confortai e ne ricavai una cosa sola. Mi stavo innamorando sempre di più di lei e la sua storia mi aveva dato la forza per continuare a lottare.

- Justin i nostri sospetti si sono avverati! -

- Quali sospetti? - chiesi ai miei amici che erano appena entrati in casa.

- Caterine non è morta quel giorno! Lei è ancora viva! - Booom... il cuore che avevo ricostruito si era nuovamente spezzato. Chi è Caterine? La ragazza che credevo fosse morta. La mia ex ragazza...

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Olaaaaaaa *-* vi piace questo capitolo? Spero tanto di si e spero anche che lo
recensirete. Queste 18 recensioni mi hanno illuminato le giornate e mi hanno spinto ad aggiornare prima possibile <3

Detto questo, passo ai ringraziamenti :D
Ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti:
- CAMILLADREWBIEBER2 <3
- CANADIAN <3

seguiti:
- I_CAN_ONLY_SMILE <3
- KIDRAJRAUHL <3
-KORTNEYS <3
- LINLIN9 <3
- MARI_JB_1012 <3
- MARTYSWAGGYY <3
- MILICABIBAH <3
- REBECCA1900 <3
- ROBERTAJBIEBER <3
- STARRYEYED <3
- VASHAPPENIN <3

ricordati:
- HOPE_STYLES <3
- VASHAPPENIN <3

ringrazio di cuore chi ha recensito:
- NEVE941 <3
- HANNAHHORAN <3
- MARI_JB_1012 <3
- LOVEPIZZAGUYS <3
- I_CAN_ONLY_SMILE <3
- CAMILLADREWBIEBER2 <3
- MRXANNE <3
- ROBY3MUSIC <3
 - XKISSMEJDBIEBER <3

ringrazio SARA_SCRIVE per il banner *-*

Ringrazio i 362  lettori. <3


Grazie a tutti di cuore, Buona lettuta e se volete lasciate una recensione mi farebbe moltissimo piacere *-*

|A PRESTOOO|
  
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