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Autore: LiamHart    27/11/2013    2 recensioni
"- Quante possibilità ci sono che una persona venga colpita da un fulmine? -
- Mi faccia controllare... Beh... Una su circa cinquecentosettantasei mila! -
- E quante possibilità ci sono che una persona venga colpita da un fulmine mentre tiene in mano un manufatto asgardiano? -
- Oh signore, io non... -
- Simmons, era una domanda retorica! -
- Oh, certo! Che stupida! Mi perdoni agente Coulson... -"
Un forte mal di testa, dolori in tutto il corpo. E' questo che prova William Hart, una volta risvegliatosi sull'aereo dello Shield. La sua memoria è andata cancellata, ma adesso potrebbe riuscire a manipolare l'elettricità. Al centro di tutto vi è un manufatto Asgardiano.
Come è arrivato fra le mani del giovane Hart? Che effetti avrà su di lui? Cosa nasconde William?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jemma Simmons, Leo Fitz, Nuovo personaggio, Skye, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Quante possibilità ci sono che una persona venga colpita da un fulmine? -
- Mi faccia controllare... Beh... Una su circa cinquecentosettantasei mila! -
- E quante possibilità ci sono che una persona venga colpita da un fulmine mentre tiene in mano un manufatto asgardiano? -
- Oh signore, io non... -
- Simmons, era una domanda retorica! -
- Oh, certo! Che stupida! Mi perdoni agente Coulson... -
Quelle voci mi giungevano alle orecchie ovattate, quasi distorte. Non sapevo a chi appartenessero. Non sapevo dove mi trovavo. Non sapevo di cosa stessero parlando o cosa fosse successo.
Non c'era un singolo muscolo del mio corpo che non mi procurasse un dolore lancinante in quel momento, mi sentivo paralizzato, ed una forte emicrania iniziava a farmi temere che la mia testa fosse in procinto di esplodere.
Aprii gli occhi lentamente, spinsi appena il capo. Ero disteso su un letto, intente a discutere di fronte a me vi erano diverse persone, benchè il dialogo si fosse svolto soltanto fra due di esse.
Cercai di mettere a fuoco quelle immagini, cercare di scoprire chi fossero, ma la mia attenzione venne attirata da qualcos'altro.
Intorno alla mia mano destra si era formata elettricità pura.
- Co... Cosa mi sta succedendo? - Chiesi ad alta voce, attirando la loro attenzione.
Mi misi a sedere, con un notevole sforzo. Sentivo il cuore battere all'impazzata, e scoprii da alcuni cavi e dai rumori che mi circondavano di essere attaccato a delle macchine.
Il braccio destro mi tremava, iniziavo ad avere paura. Un ragazzo si avvicinò a me, dopo aver assunto un'espressione amichevole.
- Wooo! Stai tranquillo, amico! Non c'è nulla di cui tu debba preoccuparti. Io sono Fitz, lei è Simmons e loro... - Non terminò quella frase, un uomo con un camice bianco si avvicinò a me, stringeva una siringa in mano. Appena prima che potesse usarla, però, l'elettricità che mi circondava la mano si trasformò in una scarica elettrica vera e propria che lo colpì al ventre, atterrandolo.
- Cosa volete farmi? - Domandai ad alta voce, puntando la mano destra verso il gruppo che prima era intento a discutere.
Sentii qualcosa colpirmi il collo, ed ancora prima che avessi il tempo di reagire persi i sensi.

- Era proprio necessario, May? -
- Non hai visto come aveva reagito? -
- Silenzio, si sta svegliando... -
Quando riaprii gli occhi mi trovavo in una stanza diversa. Le pareti erano blu e scure, fatte di un materiale che non fui capace di stabilire. Questa volta di fronte a me vi erano solo altri due individui, un'uomo sulla cinquantina ed una donna dai tratti orientali. Li osservai in silenzio per qualche secondo, con un'espressione corrucciata.
- Come ti senti? - Mi chiese lui.
- Uno schifo. - Mi misi a sedere sul materasso su cui mi ero risvegliato.
- William, hai idea di cosa... -
- William..? - Domandai confuso - Chi è William? -
Adesso anche lui mi guardava perplesso.
- Non è il tuo nome? Come ti chiami? -
Mi portai le mani alle tempie, la testa mi faceva ancora male. Cercai una risposta a quella domanda, ma non la trovai. Non ricordavo più il mio nome. Provai a balbettare qualcosa, ma mi ci vollero pochi secondi per capire che non avevo dimenticato soltanto quello.
Non ricordavo più nulla della mia vita, ero tabula rasa. Nella mia mente si accavallavano conoscenze di ogni tipo, studi in settori di ogni genere, ma qualsiasi cosa riguardasse me o il mio passato non esisteva più.
- Io... Non me lo ricordo... -
- Sicuro? -
- Eh... Si... - Mormorai cupo, appoggiandomi con la schiena alla parete dietro di me.
- Io sono l'agente Coulson, e lei è l'agente May. - La donna annuì, ma il suo viso non sembrava tradire alcuna emozione - Tu sei William Hart! -
Sorrisi aspramente, e commentai quelle sue parole con un tono ironico: - Perfetto, ho un nome! Adesso mi manca tutto il resto della mia vita. -
- Non ricordi come sei arrivato qui? -
- Non ricordo nulla, agente... -
- ... Coulson! - Ribadì lui. Premette diversi pulsanti su un tablet che aveva con se, e su di esso apparve un'immagine. Una sfera dorata.
- Sai cos'è questa? - Mi chiese. Scossi il capo, non ne avevo idea.
- E' un manufatto asgardiano! - La mia mente iniziò ad elaborare dati ad una velocità incredibile. Quella parola mise in moto un qualche meccanismo che riattivò tutte le conoscenze che avevo su Asgard.
- Asgardiano? - Chiesi con fare incerto.
- Proveniente da... -
- Si, ricordo qualcosa riguardo Asgard... A dire il vero ricordo... Più di quanto dovrei, credo... - Coulson assumette un'espressione scettica.
- Avevi detto che non ricordi nulla... -
- Io non... Riesco a spiegarlo! E' come se avessi dimenticato tutto ciò che riguarda me, la mia vita! Ma non le mie conoscenze... -
- Ammesso che quelle che hai nella mente, adesso, siano davvero le TUE conoscenze. -Precisò May, ferma vicino alla porta. Aveva ragione, non potevo essere certo che le cose che ricordassi appartenessero alla mia vita precedente. Probabilmente c'era qualcosa sotto.
- Ho qualcosa a che fare con quel manufatto? - Domandai ancora.
- Lo avevi in mano quando un fulmine ti ha colpito, la sfera si è distrutta all'istante! -
- Mi dispiace... Perchè la stavate cercando? -
- Quello è il nostro lavoro, William. La domanda è... Perchè la stavi cercando tu? - Abbassai lo sguardo e presi a grattarmi nervosamente la barbetta incolta che mi copriva il viso, chiara come i miei capelli biondi e abbastanza lunghi da raggiungermi quasi le spalle.
- Vorrei poter avere una risposta, agente Coulson... Comunque... Ha detto che si tratta del vostro lavoro! Chi siete..? -
- Noi siamo membri dello S.H.I.E.L.D... Il nostro compito è quello di... -
- So cosa siete... - Lo anticipai, portandomi di nuovo le mani alle tempie - Quello che ho fatto prima... L'elettricità... Come è possibile?
- Questa è un'altra cosa che speravo potessi dirmi tu... -
- Come sta quel dottore? -
- Se la caverà! -
Non aggiunse altro, abbandonò la stanza insieme a May, lasciandomi solo. Io mi distesi sul materasso, mi concentrai sulla mia mano destra ma non accadde nulla. Evidentemente quella era stata una manifestazione isolata. Non sapevo se esserne contento o meno.
Mi chiesi se mi era mai capitato di sentirmi vuoto come in quel momento, dilaniato dentro. Potevo avere venticinque anni, non di più, questo voleva dire che avevo perso venticinque anni della mia vita.
Poggiai anche la testa al muro dietro di me, prima che la porta si aprisse. Fecero il suo ingresso quattro ragazzi. Quello più grosso restò alla porta, come aveva fatto prima May, gli altri tre si avvicinarono a me con cautela.
- Come ti stavo dicendo prima... Io sono Fitz, loro sono Simmons e Skye, e il tipo alla porta è Ward... - Mi misi in piedi, strinsi la mano del ragazzo e della prima ragazza che mi aveva presentato. L'altra, appena ebbe modo di vedermi in viso, si portò una mano di fronte alla bocca ed impallidì. Borbottò qualcosa che non riuscii a definire e scappò all'esterno di quella stanza. Gli altri osservarono la scena con la mia stessa perplessità.
- Sta bene..? - Chiesi, senza pensarci due volte.
Simmons abbozzò un sorriso imbarazzato e rispose: - Credo di si! Non so perchè si è comportata così... Tu, piuttosto... Come stai? -
- Inizio a riprendermi... Ragazzi, avete idea di cosa mi sia successo? - I due che avevo di fronte scossero il capo.
- Penso che la sfera abbia attirato il fulmine su di te... - Iniziò lui.
- E che questo ti abbia colpito, distruggendola fra le tue mani... - Continuo lei, lasciando che fosse di nuovo Fitz a continuare.
- In un certo senso la sfera, esplodendo, potrebbe averti protetto da quella scarica, e non solo... -
E di nuovo Simmons: - E' possibile che qualsiasi cosa contenesse quella sfera... Potrebbe averti in un certo qual modo... Contagiato... Da qui... -
Conclusero insieme: - Quell'elettricità! -
- Concludete sempre le vostre frasi a vicenda? - A quella mia domanda Ward sbottò a ridere, mentre loro due iniziarono a sembrare visibilmente in imbarazzo.
- Certo che no! - Dissero all'unisono, arrossendo in contemporanea.
- Ok... Ehm... Posso andare adesso? -
- Coulson ha detto che sei libero di andare, si! Ma preferirebbe che tu restassi con noi per un pò, giusto per capire cosa ti è successo davvero... - Spiegò Fitz, lasciando per l'ultima volta la parola a Simmons.
- In ogni caso... Credo che dovresti parlare con Skye... Vi conoscete per caso? -
Scossi il capo: - E' una cosa che vorrei scoprire... -



Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità, fatemi sapere cosa ne pensate se vi va! Ciao! :D
Lele
  
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