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Autore: ChrisAndreini    27/11/2013    3 recensioni
Prendiamo una secchiona asociale con un cervello incredibile e un'autostima zero (anche se non lo ammetterebbe mai)
Poi prendiamo il suo silenzioso diario, i suoi progetti, le persone che la prendono in giro e il ragazzo nuovo, e vediamo come la situazione si complicherà.
***
Cioè, non capisco come le persone normali ragionano, perché è ovvio che io non sono normale, ma credo che l'umanità mi stia prendendo in giro, insomma, il ragazzo nuovo sembra davvero molto, molto, stupido, eppure alla prima interrogazione mi spiazza dando una di quelle risposte che solo io in tutta la classe poteva sapere, e forse neanche.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Diario di...'
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Diario di una secchiona asociale

27|11|13

Caro diario,
Oggi ho provato a chiedere scusa a quel “coso”, ma non ha voluto ascoltarmi, non ne posso più!
All’entrata a scuola, mi sono avvicinata, gli ho detto di aver cambiato il progetto, gli ho chiesto scusa innumerevoli volte, ma lui mi ha brutalmente ignorata tutto il tempo.
Poi mi sono accorta che aveva le cuffie nelle orecchie, e mi sono sentita così umiliata che mi sono messa a dirgli di tutto.
So che non era colpa sua, ma odio fare la figura della stupida.
E’ una cosa che mi manda in bestia, tantissimo.
Mi sono messa a dirgli che non sa accettare la verità, che è cocciuto, testardo, che io sto facendo di tutto per farmi perdonare, mi sono messa a descrivergli tutto ciò che è successo per cambiare il nome e le caratteristiche del progetto, di come i computer erano bloccati, e tutto il resto.
In una situazione normale (se lui non avesse avuto le cuffie nelle orecchie) non avrei mai avuto il coraggio di dirgli tutto questo, ma non era una situazione normale, quindi gli ho detto tutto, ed poi, presa da un momento di ira funesta, gli ho detto che aveva chiuso anche per me, che non volevo un amico che neanche prova ad ascoltare.
E me ne sono andata con le lacrime agli occhi, tra gli sguardi di alcuni compagni curiosi.
Me ne sono già pentita, ma tanto non mi ha sentito, quindi non è successo niente, no?
Forse il tempo cancellerà le ferite.
Comunque ho deciso di continuare il cartone, con o senza “coso”, ed ho disegnato la scena dove Valencia scopre la vera identità di Alernis, e si separano.
Alernis prova a richiamare Valencia ma viene fermato da Jamert, che si era iniziato a fidare di lui, ed è davvero desolato, ma farebbe di tutto per proteggere sua sorella.
Le espressioni sono state difficili, ma alla fine ero molto soddisfatta del risultato.
Ho mandato tutto a James, ma non sono riuscita a chattare con lui, oggi.
Domani vedo di rimediare.
Oh, a proposito, oggi il “coso” è venuto alla lezione, ma non l’ho visto per niente, perché mi sono rifugiata in camera mia.
Ora vado, mamma ha preparato la cena.

Sono tornata, con notizie poco buone.
Mio fratello è stato condannato a 2 mesi di carcere, e riabilitazione in un centro specifico.
Un giorno di questi ho deciso di andarlo a trovare.
Mamma ha invitato il “coso” a cena, c’è stata un’atmosfera gelida.
Io ho aperto più volte la bocca per parlare, ma poi ho finto di stare mangiando.
L’ho sorpreso a guardarmi di sottecchi un paio di volte, ma ha distolto subito lo sguardo.
Anche lui, com me, ha aperto un po’ troppo la bocca per credere che volesse solo infilarci un pezzo di carne.
Mamma cercava invano di fare conversazione, finché il “coso” non ha chiesto di Nate.
Mamma, prima di rispondere, mi ha guardata con aria interrogativa, poi, cogliendo il mio sguardo, ha detto semplicemente che non era in casa.
Quando “coso” se n’è andato mamma mi ha fatto un discorsetto sull’amicizia che è come un fiore e deve essere coltivata eccetera eccetera.
Ho alzato gli occhi al cielo e ho provato a distrarmi.
Uno dei miei difetti-pregi e che non riesco a distrarmi neanche volendo, ho la mente sempre attiva e vigile, e, per quanto ci provi, non perdo mai una parola di quello che viene detto.
Riesco a seguire anche molte cose insieme, ma a parole devo sempre pensarci molto per formulare una frase di senso compiuto.
Poi è squillato il telefono, e mamma è andata a rispondere, e mi ha detto tutte le notizie su Nate.
Speriamo che vada a finire tutto bene.
Non vedo l’ora che sia domani, chattare con James mi aiuterà!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)
E’ un po’ più lungo dei precedenti, ma non così tanto, lo so.
Domani saremo a metà storia, sempre che non la finisca prima.
Ci sarà una svolta, o meglio, si troverà una risposta.
Vi dò una piccola anticipazione.
Il capitolo si chiamerà: “Carmen Brooks”
Al prossimo capitolo!

   
 
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