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Autore: Sheloveslife    27/11/2013    2 recensioni
Selena è un'orfana, attraente e indipendente studentessa.
La notte si trasforma in una sexy e atletica Robin Hood per conto della Tribù, associazione finanziata dal ricchissimo Luke con lo scopo di rubare ai ricchi, soprattutto a quelli legati all'organizzazione criminale dei M.A.N., per dare ai bisognosi.
E Sel è l'arma migliore della Tribù; nessun legame e tutta efficienza, è stata addestrata fin da piccola: armi, combattimento corpo a corpo, una buona dose di sarcasmo e determinazione.
Nikolai è un brillante e affascinante studente con interessanti attività extra curricolari: la notte si trasforma in un efficiente agente dei M.A.N., l'organizzazione che ha ucciso i genitori e rapito Elyse, la sua piccola sorellina.
La sua invincibilità nei combattimenti viene messa a dura prova quando la sua strada si scontra con quella di Selena, durante quello che sembrava un insignificante incarico.
Lei combatte per i buoni perchè crede nella giustizia, lui per i cattivi per salvare Elyse.
Entrambi vicini ad ottenere quello che vogliono, combattono sul campo, tra le lenzuola e anche nei loro cuori, perchè niente è come sembra e tra colpi di scena, rivelazioni, dolore, ironia e passione faranno la scoperta più grande: l'amore non ha schieramenti.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Cammino per i corridoi dell’università, con le cuffiette della musica nelle orecchie.
Senza pensieri, lascio semplicemente la musica scorrere fluida, i suoni ripetersi e le armonie succedersi.
Mi sento come se un grosso macigno si fosse improvvisamente sollevato dal mio cuore, come se almeno ora, avessi avuto modo di conoscere la verità, almeno in parte.
Per ora non mi preoccupava nemmeno il fatto che Luke mi avesse mentito, che le cose non erano andate come mi aveva sempre raccontato. E non ha importanza che ad aprirmi gli occhi sia stato il mio più acerrimo nemico. L’HO SENTITO, ho capito che quella era la verità.
E, ripensando alla scorsa settimana, a quel momento, a quella sera abbracciati sul suo letto, sorrido inconsciamente.
Continuo ad andare avanti, lo sguardo perso nel vuoto, ma quando giro l’angolo l’impatto mi fa cadere i libri di mano e un mare di fogli si sparpaglia in aria.
-Oddio, scusami!- mi sento dire da una voce femminile.
Alzo lo sguardo e mi trovo davanti una splendida ragazza bionda, alta come me, occhi blu e un enorme sorriso. Basta con le persone bionde, un angioletto è già abbastanza. Ma il suo sorriso è contagioso e mi trovo a sorriderle di rimando.
-È colpa mia, non stavo guardando dove camminavo!-
Il suo sorriso si allarga ancora di più, prima di guardare sconsolata il suo caffè che si è ritrovato spalmato ben bene sul pavimento. Lo osserva indispettita, come se il bicchierino potesse rialzarsi e ridarle la sua bevanda.
Presa dall’allegria le chiedo, ancora ridacchiando: -Dai vieni, ti offro il caffè che ti ho fatto cadere!-
-Oh- mi guarda sorpresa. –Ok!- e mi trotterella vicino come una bambina mentre mi incammino verso la caffetteria.
Si, Nikolai ha una buona influenza sul mio umore.
 
 
-Allora Maya, che corso frequenti?- le chiedo, sorseggiando il mio caffè espresso.
Ho appena scoperto di amare questa bevanda tanto quanto lei. Evidentemente la caffeino-dipendenza è diffusa. La osservo mentre mi racconta della sua scelta di fare medicina, di sua madre che non voleva lasciarla partire, della sorellina che le manca tanto e del giardino della vicina di suo fratello.
Non è il tipo di persona con cui di solito cerco un approccio. In realtà solitamente cerco di evitare qualsiasi tipo di approccio, eppure questa ragazza mi ispira simpatia.
Sembra tutta immersa nel suo mondo, mentre mi racconta dei pasticci che combinava con il cugino nella cucina della nonna a otto anni, e io scaccio immediatamente la malinconia dalla mia mente. Non devo essere gelosa, ma felice che questa ragazza abbia avuto dei genitori amorevoli e una bella infanzia.
-Oh perdonami!- mi dice, vedendomi evidentemente turbata – non intendevo straparlare- termina, imbarazzata.
-No no, mi fa piacere ascoltarti- dico timidamente. Mi sento a disagio. E io evito sempre le situazioni di disagio, in cui non riesco a controllare ciò che accade. Accidenti all’Angioletto.
-Ehi- una voce roca mi giunge da dietro.
Mi volto e, parlando del diavolo..
-Ciao!- non riesco a fare a meno di sorridergli, ma i suoi occhi sono incollati su Maya, con sguardo minaccioso. Il mio tono si smorza e mi giro per vedere la stessa espressione sul volto della ragazza.
-Uhm. Nikolai, questa è Maya. L’ho inavvertitamente urtata in corridoio e il suo caffè era deceduto sul pavimento, così..- la tensione non accenna a smussarsi, così continuo – Maya, Nikolai-.
Non si stringono la mano, ne interrompono la loro lotta di sguardi.
-Scusa Sel, devo proprio andare ora- mi dice lei con un accenno di sorriso. –Piacere di averti conosciuto- rivolgendosi a Nikolai.
Si allontana velocemente, apparentemente senza quel sorriso tanto contagioso.
-E questo cos’era, esattamente?- gli chiedo innervosita.
Lui mi guarda, come riscosso improvvisamente dai suoi pensieri, e dice: - Questo?-
-Si, sguardi minacciosi e atmosfera gelata. Cosa succede con Maya?- domando con finta noncuranza.
-Nulla, semplicemente non mi piace che la gente ti si avvicini troppo- mi risponde, prendendomi sotto braccio e stampandomi un bacio in fronte.
So che non si tratta solo di questo. Ma la tenerezza del suo gesto mi fa tornare il sorriso, come se fosse una cosa normale.
Non so cosa siamo io e lui, ma non ne ho bisogno. Solo questo, noi due, insieme. Non sono mai stata una ragazza insicura e nemmeno questo era il caso. Sono felice, e questo per il momento basta.
-Lo sai che detta così sembra una minaccia da un pazzo psicopatico, vero?- gli chiedo, sogghignando.
-Scommetto che tu potresti ridurre a pezzettini un uomo anche solo con questo sospetto, piccola!- ormai tutta la tensione si è dissolta dal suo sguardo.
Incredibile come possano cambiarti due settimane. Luke ha capito che non è un momento opportuno e mi ha “liberato da ogni incarico” fino a quando non mi sarei sentita pronta. Non aveva fatto domande, ma di sicuro sapeva qualcosa.
Due settimane e mi sento un’altra persona. E non intendo fare discorsi sdolcinati su Nikolai, né comporre un inno alla forza dell’amore o altro. Si tratta di me. Ovviamente, la causa scatenante è stata Nikolai, è lui che mi ha aperto un po’ gli occhi. Ma tutto quello che ciò ha originato in me è affar mio, uno scombussolamento tale che in due settimane sono diventata una nuova persona. Mai mi sarei sognata prima, di invitare una ragazza sconosciuta a bere qualcosa. Mai mi sarei fatta vedere per il campus abbracciata ad un ragazzo. Non sono innamorata, sono felice.
 
 
È il momento di tornare al lavoro. Non so cosa farò, non so come potrò comportarmi con Luke e l’intera Tribù. Dentro queste mura mi sento un’estranea eppure queste persone che mi circondano e mi sorridono sono la mia famiglia.
So già che fare, ho preparato questo momento come fosse una missione importante. Fredda e cinica, così devo essere mentre lavoro, in attesa di scoprire di più sul mio passato.
Mi reco verso la palestra, mi cambio in silenzio e programmo il mio allenamento. Qualcosa di tosto, come al solito, per portarmi oltre al limite. Questa è una parte di me che sicuramente non è cambiata, così come l’indole determinata, la testa dura, la soddisfazione della vittoria, la tendenza a primeggiare e l’amore verso lo sforzo fisico, appunto.
Pantaloncini, reggiseno sportivo, trainers e coda alta.
Inizio a correre sul tapis roulant, riflettendo sugli appunti di anatomia. Potrei chiedere a Nikolai di spiegarmi.. No. Nikolai deve restare fuori da ogni pensiero mentre sono qui.
Inizio a spingere con il bilancere, poi jump squat, flessioni, salto con la corda, trazioni sulle spalliere, equilibrio sulle mani. Una, due, tre, quattro. Dopo tre ore il mio corpo è sfinito, faccio fatica persino a camminare ma mi ritengo soddisfatta. Ho migliorato di qualche millesimo la velocità.
Ecco, per una volta nella mia vita posso dire che tutto sta andando bene.



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Eccomi qui!
Prima di tutto, scusatemi. Non aggiorno da un mese, lo so.
So anche che non è una scusa, ma sono stata impegnatissima, senza un secondo libero.
Oggi pomeriggio ho buttato giù questo capitolo, nella speranza che vi piaccia.
Chiedo perdono!
Un bacione
  
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