Capitolo 22
- È la fine la più importante
È da ieri che non la
sento ed ormai è più di un mese che non ci vediamo, pensò il rasta
guardando rapido lo schermo del suo cellulare mentre percorreva il corridoio
del palazzetto, insieme al resto della band e altre due ragazze.
David
li aveva convocati nel parterre per presentargli i nuovi
tecnici prima della settimana di prove organizzata in vista dell’inizio
del tour.
Entrando
nello spiazzo lui e Gustav stavano cingendo la vita
delle due ragazze che li accompagnavano e proprio in quel momento stavano tutti
quanti allegramente ridendo per l’ultimo capitombolo di Georg, inciampato su un
groviglio di fili posto lungo il corridoio dei camerini.
Dirigendosi
verso la consolle fronte al palco già montato, poteva vedere una decina di
omoni dalla stazza di un armadio parlare fra loro e poco più in là riconosceva
il loro manager, il quale, data la sua postura, stava sicuramente parlando con
qualcuno di alcuni centimetri più basso di lui.
Appena
Bill squittì un ‘Hallo’ salutando
tutti i presenti, David si voltò lasciando così vedere il suo interlocutore.
Tom
sbiancò all’istante e ritrasse in fretta la mano, finora posata intorno alla vita
della ragazza che lo affiancava.
La
sua risata si arrestò all’istante, il suo solito passo felpato si bloccò. Fece
per aprire bocca e parlare, ma nuovamente si interruppe
lasciando un sospiro smorzato al posto delle dovute parole, notando la gelida ed
inaspettata espressione in un viso a lui troppo familiare.
Il
suo sguardo fu totalmente imprigionato da quel che gli si poneva dinanzi agli
occhi.
Lalu.
La
ragazza era in fila di seguito al resto dei tecnici e lo guardò dapprima
gioiosa ed evidentemente euforica, poi, non appena ebbe allargato la visuale
oltre il biondo, rimase pietrificata. Il suo volto, con tutte le fragranti
emozioni provocate dall’ansia di rincontrare il proprio ragazzo, si freddò subito
al constare la compagnia del rasta e quanta confidenza ci fosse con quella
bionda dalle gambe chilometriche.
La
mora fu semplicemente interdetta e malamente colpita dalla sorpresa che le si palesò di fronte, ma nonostante tutto non si scompose
di una virgola, impalata affianco al manager tedesco, non si mosse di un
centimetro per salutare né gli amici né Tom.
I
due rimasero a fissarsi sbalorditi mentre David iniziò a fare le dovute
presentazioni.
-Ragazzi, anche quest’anno abbiamo preso nuove persone con noi, per il prossimo tour-
disse rivolgendosi al gruppo tedesco –una
persona già la conoscete: Lalu!- riprese indicando fiero la ragazza –sarà il vostro nuovo fonico del palco.-
La
mora salutò la band con un cenno rigido della mano e un sorriso tirato,
rimanendo il più formale possibile.
I
ragazzi ricambiarono il saluto con maggiore enfasi ed entusiasmo per poi
ritornare in ascolto del manager che proseguì presentando il resto dei tecnici.
Furono tutti accolti con gentilezza da parte del gruppo e infine David concluse l’incontro rimandando tutti al proprio posto di
lavoro.
Lalu
non aspettò altro e, con la scusa di dover recuperare del materiale nel furgoncino,
glissò i saluti da parte dei quattro amici e scappò
non appena Tom accennò un minimo passo verso di lei. Il biondo ne rimase
perplesso, fermo immobile a guardarla correre svelta verso l’uscita esterna.
Girandosi intorno costatò che nessuno aveva fatto caso alla freddezza della
ragazza, ma che, anzi, musicisti e tecnici si erano messi a parlottare
serenamente, tanto per approfondire la nuova conoscenza.
Per
lui però qualcosa di strano c’era.
Partendo
dal fatto che erano due giorni che non si sentivano, continuando poi con la
sorpresa di vederla davanti a lui, finendo con quel gelido saluto concesso e
condiviso per tutti e quattro, sembrando dimentica che lei fosse la sua ragazza
e come tale si sarebbe aspettato almeno un abbraccio affettuoso contornato da una
serie di baci appassionati.
Strano
sì, ma non riusciva a capirne il motivo..
Il
rumoroso sbattere del cancello di uscita lo riportò con i piedi per terra,
distogliendolo dai suoi pensieri. Mise da parte le sue congetture e, senza
neanche avvertire i presenti e limitandosi a un furtivo sguardo d’intesa col
gemello, prese a correre anche lui in quella stessa direzione che poco aveva
intrapreso la mora.
Corse
a perdi fiato e quasi caracollò quando finalmente
aveva raggiunto il cancello ed era riuscito ad aprirlo, dopo averlo spinto con
non poca fatica. Si ritrovò nello spiazzo retrostante al palazzetto, pieno di
furgoni e camion, tutti ancora abbastanza ingombri dell’attrezzatura necessaria
per costruire e far funzionare il loro spettacolo.
Proprio
in mezzo a quel parcheggio, a pochi metri da lui, intravide Lalu salire e
mettere in moto un furgone bianco, relativamente piccolo rispetto ai soliti
‘mostri’ che li seguivano on the road.
Al
rumore roboante del motore, non ci pensò due secondi
e, con quattro falcate nette e ben assestate, raggiunse veloce il veicolo e vi
saltò dentro, dopo aver aperto già in corsa la portiera del passeggero, neanche
fosse stato uno stuntman di un pericoloso film d’azione nel ruolo del
protagonista che rincorre il cattivo di turno.
La
mora, accortasi del suo eclatante arrivo, frenò
istantaneamente, senza neanche aver percorso un metro di strada dall’accensione
dell’auto e causandone il successivo spegnimento, dovuto all’improvvisa e forte
frenata. Stringeva con forza il volante fra le dita e teneva le gambe ben
rigide e stese sui pedali. I capelli che le coprivano parzialmente il viso e
non gli permettevano di far intravedere gli occhi, chiusi a fessura in un’espressione
torva e poco benevola.
Il
biondo stava ancora cercando di riprendere fiato, seduto alla meno peggio sul sedile di fianco alla ragazza, quando questa
iniziò a sbraitargli contro.
-Che cavolo fai??-
-io veramente…- tentò di spiegarsi, ma venne subito sovrastato da altre urla.
-Tu cosa?? Volevi farmi ammazzare saltando dentro così? Sei il
solito deficiente!!!- fulmini e saette
sembravano essere sparati dagli occhi della mora verso di lui, bruciandolo
all’istante.
-ma io..-
provò ad
aprire bocca, ma venne linciato con uno sguardo tagliente e liquidato in pochi
secondi.
-Tu niente! Scendi subito!!- gli ordinò rabbiosa.
-NO- riuscì a sostenere gli
occhi iniettati di veleno di Lalu e rimase seduto dov’era, determinato e
cocciuto come non mai.
-Che vuoi ancora?- il tono usato era tra lo
scocciato e l’irato, ma questo non spaventò il ragazzo che, prendendola dalla
stretta al volante, si portò con estrema delicatezza una sua mano sulla
guancia, cercando di sentire il suo calore sulla propria pelle.
-Mi sei mancata!- sussurrò abbandonandosi
teneramente a quel tocco, ma il tepore, donatogli da esso, venne
rapidamente retratto insieme alla mano a causa di un scatto ancora una volta
pieno di rabbia.
-Ma smettila!- una risposta così acida
e inaspettata da fargli sgranare gli occhi. A quel punto non ce la fece oltre e
sbottò anche il chitarrista.
-Mi spieghi che cazzo hai??- si infervorò –Dimmi cosa
ti è successo! È da più di un mese che non ci vediamo e, quando succede, a
malapena mi rivolgi il saluto! Anzi, mi urli addirittura contro!!- affermò gesticolando velocemente, come era solito
fare quando era nervoso.
-Eh già, ora sono io la
pazza…. Sì, comunque hai ragione tu! Devo essere stata pazza ad aver creduto in
te! …Noi non ci vediamo da esattamente
trentacinque giorni… Da quanto dura questa
storia?-
gli chiese mantenendo un forte astio nella sua voce.
-Ma di che parli?- ribatté sbalordito, cadendo
praticamente dalle nuvole.
-E’ inutile che fai
l’ingenuo…anche se hai tolto subito la mano, ho visto che ti abbracciavi con
quella spilungona!-
-Ma chi? Hilde?- domandò smarrito.
-Non mi
interessa come di chiama! …e pensare che ho anche
accettato questo cavolo di lavoro per te!- rispose stizzita,
abbassando triste gli occhi, distogliendoli così dai suoi che la fissavano
imperterriti in cerca di segni utili a capire tutto quel caos.
-Guarda, non è come pensi!- sostenne cercando di
convincerla, ma senza successo.
-Si, si,
come no! E io sono Babbo Natale!- ribatté bruscamente.
-No, davvero! Lei è solo
la nostra truccatrice!-
tentò di spiegare i fatti.
-Ecco, allora non avrai
problemi a spupazzartela in mia assenza…sarà sempre a disposizione!-
-No!!
È la nostra truccatrice da anni, solo questo! Te lo giuro!!- sostenne implorante.
-Anche se fosse, non
spiega perché stavate beatamente abbracciati al vostro arrivo in sala!- ribeccò arcigna.
-Semplicemente perché ci
conosciamo da anni e c’è confidenza tra tutti noi. Anche Gustav stava
abbracciato con Annah! E lei è la nostra hair stylist…Ci
conosciamo da troppo per poter aver qualcosa di più
oltre il campo lavorativo e l’amicizia. Siamo come una grande famiglia.- Lalu lo guardava di
sbieco, messasi a distanza da lui con la schiena poggiata sulla portiera,
lasciando sfinita la presa sul manubrio –E
poi, mi conosci! Quando si tratta di musica, sono un professionista! Non potrei
mai perdermi in questi affari!!- non ebbe altre
risposte incattivite. Solo una smorfia di disappunto.
Forse
era riuscito a convincerla.. in fondo era tutto un
malinteso e lui stava dicendo la sola verità.
Continuò
prendendole le mani fra le proprie e avvicinandosi il più possibile al suo
volto.
-Ma soprattutto…IO AMO
TE! E nessun altra!! ..Sarei uno scemo a giocarmi
l’occasione di stare con te dopo aver fatto tanta fatica!- addolcì la sua voce fino
a raggiungere toni bassi e sensuali, gli occhi nocciola ben puntati in quelli
marroni di lei e un lieve rossore diffuso sulle gote causato forse dalla corsa
di prima, ma piuttosto, quasi sicuramente, dalla piccola confessione fatta al
fine di dissuadere ogni dubbio e screzio.
-Tu SEI scemo!- sussurrò correggendolo divertita.
Ogni
nota di quel astio precedente era sparita, ogni segno
di rabbia anche, ogni traccia dello scontro appena concluso era svanita. Al loro posto un delicato sorriso e lieve bagliore negli occhi, non
più stretti a fessure, ma nuovamente gioiosi.
Era
riuscito a toccare le corde giuste. Era riuscito nel suo intento. Era riuscito a tenerla stretta a sé, quando per l’ennesima volta
stava per scappare. Ci era riuscito ancora e lo avrebbe fatto altre decine di
volte se questo avrebbe voluto dire vedere lo splendore di quel viso e sentirsi
mancare il fiato ogni volta proprio a causa di questo.
-Si, ma per
te!!!- la tirò a sé trascinandola dalle mani
per poi stringerla in un forte abbraccio –Non
potrei mai tradirti! Il mio cuore è tuo! E tu sei mia! Non ho bisogno di
altro…solo di te!- e finalmente le loro labbra si congiunsero un dolce
tocco, il quale prosegui in un intenso bacio.
Di
seguito si scambiarono tenere effusioni, tra carezze e sussurri, facendosi
coinvolgere troppo da quel primo bacio, segno della pace ristabilita tra di
loro.
Chiusi
nell’abitacolo del veicolo, stretti in caldo abbraccio, finalmente
riappacificati e vicini.
Non
si vedevano da trentacinque giorni, come aveva precisato la mora durante la
lite, e adesso, a sentire di nuovo i loro corpi così fibrillanti al solo
contatto, entrambi scoppiarono e non riuscirono a tenere a freno i propri
istinti.
Le
mani iniziarono a correre veloce sulla pelle, i baci divennero infuocati stampi
d’amore, gli occhi fissi uno in quelli dell’altra, i vestiti furono sfilati
senza troppe pretese e, senza minimamente rendersene conto, stavano
facendo l’amore.
Si
erano infilati nel retro del furgone, al riparo da occhi indiscreti e immersi
in una montagna di teli atti a coprire tutti gli strumenti nei set all’aperto.
Tutto
il fervore che aveva caratterizzato il litigio di prima ora si stava ripetendo
in quei movimenti sinuosi e al tempo stesso violenti, così passionali e
vigorosi da smuovere il furgone, il quale dall’esterno sembrava essere preso da
un dondolio continuo e molto loquace.
Il
cigolio delle ruote non li fece smettere, anzi.
Erano
troppo presi dall’unione dei loro corpi per rendersi conto di ciò che succedeva
intorno a loro. Fortunatamente per loro, tutti i tecnici erano all’interno del
palazzetto a montare il palco e nel parcheggio non c’era anima viva.
Così,
dimentichi di tutto, si lasciavano andare a dolci sorrisi e tenere carezze,
mentre ognuno si rimpossessava del corpo dell’altro.
La
dolcezza che aveva caratterizzato i primi baci del chitarrista era sparita e
ora veniva sostituita da una veemenza così possente e
inebriante che Lalu non fece altro che lasciarlo
fare, abbandonandosi ai propri sensi provocati con maestria dal ragazzo.
Baci
sussurrati a fior di pelle, lungo ogni centimetro del corpo, provocando un
fremito maggiore se erano seguiti da mani calde e persuasive. Carezze così piacevoli da provocare un sussulto per ogni tocco.
Già
il solo sentire il respiro affannato sbattere contro l’incavo del proprio
collo, le faceva venire la pelle d’oca e inconsciamente inarcava sempre di più
la schiena sotto una serie di brividi che le percorrevano costantemente la
colonna. Ogni qual volta compiva questo
gesto o muoveva anche lei ritmicamente il bacino, lui stringeva con maggior
forza la presa su i suoi fianchi e la attirava a sé, continuando a provocarle
piacere. Insisteva, insisteva con vigore, insisteva tenendo le gambe ben
piantate a terra e circondate da quelle di lei, insisteva in una sinfonia di
gemiti e sospiri, insisteva imperterrito e sconvolto dalla passione, insisteva
partecipe e trascinato dai sentimenti, insisteva a tenerle le cosce in una
presa forte e ricambiata da altrettanta foga quando lei riusciva a cingergli i bicipiti tesi e gonfi nell’atto di sorreggerla, insisteva
fino a raggiungere entrambi l’amplesso, strillato in un esplosione di
sensazioni che per entrambi segnò il culmine del piacere, rinchiuso tra quelle
poche pareti metalliche.
Sfiniti,
ma soddisfatti, si appoggiarono l’uno all’altra,
esausti dal vortice di emozioni in cui erano stati catturati, finalmente felici
e rilassati. Riscaldati dalla vicinanza dell’altro e da questa rassicurati, si
presero ad accarezzarsi reciprocamente, senza malizia, ma in un gesto naturale
e spensierato. Si stavano coccolando con premura di rendere ancora più dolce quella armonia creatasi nel piccolo universo composto solo
da loro due, estranei fino all’ultimo dal resto.
Rimasero
così finché non vennero interrotti da uno squillo del
cellulare di Tom.
Quel
suono in contrasto con il loro silenzio li riportò bruscamente alla realtà.
Lo
squillo era di Bill, complice imperituro del gemello.
Ciò
voleva significare che si erano appartati per troppo a lungo e qualcuno si
stava accorgendo della loro sparizione.
La
coppia si rivestì in fretta e Tom, con agilità di un prestigiatore, fece
sparire ogni traccia del loro passaggio nel veicolo, ricordandosi di buttare
anche l’angolo di alluminio che aveva strappato frettolosamente coi i denti per aprire la bustina del condom, prima di
saltare addosso a Lalu.
I
due, perfettamente ricomposti, scesero dal furgone come niente fosse e si
ridiressero verso il cancello del palazzetto, uno
fianco all’altra, con un sorriso sghembo e compiaciuto ben piazzato sui loro
volti.
-Ohi, piccola!- il biondo si fermò poco
prima di giungere all’entrata e prese la mano della ragazza per attirare la sua
attenzione –Non mentivo prima…mi sei
mancata!- soffiò imbarazzato, ma fisso nello sguardo intenerito di lei.
-Sì, anche tu!...però non devi farmi mai più prendere colpi del genere!
Ci metterei cinque secondi a sparire!!- concluse fintamente
minacciosa alludendo alla sorpresa di trovarlo abbracciato con la truccatrice
del gruppo.
-Non ci provare neanche!
Ora che ti ho qui tutta per me, non ti lascio andare via!!- se la strinse in un
soffice abbraccio, posando il capo su quello ben più basso di lei, come per
assaporare la nuova vicinanza e gongolarsi di ciò che
negli anni era finito nel migliore dei modi –Hai accettato il lavoro?! Beh, ora ne avrai tutte le conseguenze…-
e scoppiò in una risata simpatica e rumorosa, seguito poi da quella della mora,
anche lei divertita dalla situazione in cui si era andata volontariamente a
cacciare.
-Credo che mi farai
impazzire!-
affermò convinta con ancora il sorriso stampato in faccia.
-Stanne certa!- le confermò il ragazzo,
andando a posare le proprie labbra su quelle di lei per un piccolo bacio
affettuoso.
-Ti amo!- glielo soffiò a fior di
labbra.
-Allora siamo in due!- rispose ironico, intensificando
celere quel morbido contatto fra di loro.
Si
lasciarono andare ad un ultimo appassionato bacio e
poi raggiunsero gli altri ancora coinvolti in vari discorsi riguardo al
prossimo tour.
Lo
stesso tour dei Tokio Hotel in cui Lalu
gli fece da fonico.
FINE
Ebbene
sì! Sono giunta alla fatidica fine.
Vi
è piaciuta? Spero con tutto il cuore di sì e spero anche di ricevere parecchi commenti
di conferma o saluto, a voi la scelta, basta che lo facciate!!ihihihih ^^
Non
farò un continuo perché……perché è bello sapere che,
magari, anche solo per un secondo ognuna/o di voi alzerà gli occhi al cielo e continuerà
a fantasticare su questo innocente racconto. Magari! Mi farebbe piacere! Vorrebbe
dire che, nonostante la mia inesperienza, sono riuscita a catturare la mente di
qualcuno col mio mondo… nel mio stralunato mondo… :)
Sono
commossa nel vedere le letture fatte per queste mie pagine sconclusionate di
pixel anneriti. ç_ç ( lo
so..sono ripetitiva, ma adoro il connesso dei pixel!!!!! XD)
Grazie
a tutte coloro che mi hanno messo tra i preferiti…ben
32! Bada! Per me è un numerone!!!
TNX
Grazie
chi ha recensito durante i vari capitoli. Grazie per il sostegno!! Mi inginocchio a voi…fantastiche!
Ovviamente
grazie anche a chi ha recensito l’ultimo capitolo:
lilylemon – uh ma guarda chi c’è!
Sono contenta che sei riuscita a leggere anche la mi a
storiella..grazie dei complimenti! Detti da te fanno davvero piacere…spero che
riuscirai a completare la lettura e magari a darmi una tua opinione. ;)
Frehieit489 – nun me sbroccà!!!!!!!!ihihihh Ti giuro che ho adorato il tuo commento! Veramente spaccacuori!
Istiga alle lacrime…no vabbè,
forse esagero. Comunque mi hanno fatto piacere le tue parole e il tuo affezionarti
alla storia! Tom e Lalu non li ho fatti sposare, come
volevi tu..sorry! è che io aborro il matrimonio. Ho preferito lasciare che
tutto finisse così placidamente. E di conseguenza non ci sarà un continuo… a dire la verità ho la testa da altre parti! Forse mi
ritroverete con altre storie…chissà! Faccio un fischio, in caso eh!;P
Kit2007 – spero non mi
punirai per l’estremo ritardo!!! Pietàààààààààà!!!
… grazie per i complimenti e spero vivamente che tu abbia apprezzato il finale
per nulla calcolato! È venuto tutto da sé, come al
solito. Spesso e volentieri hai lasciato un tuo segno e te ne sono grata! Cmq..Ho in mente alcune idee che provvederò a sviluppare al più
presto e poi vedrò il risultato. Come sopra: in caso, faccio un fischio! Eheheh
Ps. Un saluto dovuto alla fanciulla
che assillo quasi quotidianamente, Rubychubb. Grazie
dell’appoggio!
Babbè…dopo sto temone…vi
saluto. ^_^
BYE BYE!
Laura