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Autore: ThesweetestDeath    28/11/2013    0 recensioni
il giovane chitarrista decide di passare la notte di halloween in un locale ad amburgo con la sua principessa, dove ci sarà un concerto gothic-metal. non sapendo che, quella sera, succederà qualcosa che metterà a soqquadro la sua vita.
(è la mia prima FF dopo quasi un anno, siate clementi lol btw, spero vi piaccia ^^)
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Yu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente si risvegliò su quello stesso divano. Sperava che tutto quello fosse stato solo un incubo, ma invece era la fottuta realtà.
-Forza ragazzo, levati dalle palle!- gridò una voce doppia, gettandolo fuori dalla stanza con forza.
In pochi minuti si trovò all’esterno del locale, con la testa ancora rimbombante. Si guardò attorno: era tutto tranquillo. A parte la polizia accostata vicino al locale, con dei giornalisti.
"Giornalisti del cazzo." pensò, passando a pochi metri di distanza da loro.
-Oh, ecco una persona viva per miracolo dalla tragedia accaduta questa notte! Ci può dire qualcosa a riguardo? Ricorda come tutto è iniziato? Era con qualcuno che ha perso nel disastro?- una donna con un microfono in mano e una telecamera puntata contro invase la tranquillità di Hannes, tormentandolo con mille domande. Se c’era una cosa che odiava, era essere disturbato quando era di pessimo umore. Ignorò le continue domande della donna, alzò il dito medio e continuò per la sua strada.
Nel frattempo una domanda rimbombava nella sua testa:
“Chi poteva mai essere?” L’unico ricordo fotografico che aveva di lei, erano i suoi occhi quasi arancioni e il suo eccentrico corsetto nero. Spremeva le meningi affinché riuscisse a ricordare qualcosa di quella sera: ma nulla. Solo il buio totale, e la rabbia cresceva sempre di più. Aveva perso la sua donna, senza sapere dove poteva essere in quel momento.
-Ho bisogno di distrarmi un po'.- si disse tra sé e sé, dirigendosi verso casa. Quando aprì la porta del suo appartamento, il profumo dei loro corpi invase i suoi polmoni. Erano le sette di sera, il letto era ancora disfatto, il trucco della ragazza era sparso su un mobiletto nella loro stanza, così anche i vestiti di chissà quante notti prima. Una lacrima gli rigò il viso, cadendo sulle ginocchia. Si guardava attorno, lo stomaco gli si contorceva dal dolore e dalla rabbia.
"Se non fossimo andati lì, ora lei sarebbe ancora qua con me." si ripeteva nella testa, mentre i sensi di colpa lo divoravano. “Sono una testa di cazzo.” Continuò e, preso da uno scatto d’ira, incominciò a scaraventare tutto ciò che si trovava davanti, sul pavimento. Era arrabbiato, arrabbiato con se stesso. Era sua la colpa se ora Sandy era scomparsa nel nulla, solo sua. Si accasciò ad un muro, con gli occhi chiusi ed il collo inarcato. In testa aveva mille pensieri, e mille immagini non definite.
Cercò di fare memoria locale della serata precedente:
Musica, scream, gente che faceva a botte e poi… il buio totale. E poi l’incontro con la ragazza. Perché tutto gli suonava così strano? Scosse la testa, e si alzò, dirigendosi verso il bagno. Chiuse la porta alle sue spalle, e incominciò a spogliarsi. Scoprì il suo petto scolpito e tatuato, ammirandosi: aveva il trucco sciolto, i capelli messi una merda. Ma di questo poco gli interessava. Si denudò del tutto, ed entrò nella cabina, aprendo l’acqua. Un getto bollente bagnò i suoi lunghi capelli neri, per poi arrivare al suo piatto ventre. Si accasciò alla parete della doccia, lasciando che l’acqua scivoli sul suo corpo, e il calore lo coccolasse, rilassandolo.
In quel momento pensò a tutte le cazzate che avesse fatto in 25 anni. Nessuna, inizialmente. Poi incominciò a pensare a quando derubò in un negozio, quando perseguitava le ragazze, quando posò per una rivista con delle pornostar… fino ad oggi, fino al giorno in cui per una sua scelta ha perso una cosa a lui cara: la ragazza che amava.
“In fin dei conti, non è poi tutta mia la colpa. Cosa potevo saperne di ciò che sarebbe successo la sera stessa?”
Dopo circa un quarto d’ora, un brivido gli percorse il corpo.
-Cazzo che freddo.- sussultò, uscendo rapidamente dalla doccia e afferrando l’accappatoio. Pur essendo ad inizio novembre, faceva freddo quasi fosse inverno inoltrato.
Ritornò nella sua stanza. Ogni volta che ci entrava, un profumo particolare invadeva il suo apparato respiratorio. Cercò di non cadere di nuovo nella stessa depressione, e aprì l’armadio. In certi momenti, si sentiva come una donna:
-E io stasera che cazzo mi metto?- si disse, scrutando tra i tanti indumenti nell’armadio. Sbuffò, poi scelse una camicia nera a scacchi rossi e un jeans.
-beh meglio di niente…- disse, guardando ciò che aveva trovato nell’armadio.
Indossò il completo e legò i capelli, senza asciugarli. “si asciugano da soli.” Pensò, con un tono pigro. Poco dopo si mise al pc, alla ricerca di qualche evento in programma per quella sera. Appena aprì la pagina di Facebook, gli arrivò la seguente notifica:
“Marcel Gothow ti ha invitato a partecipare all’evento «die monster der nacht» del 1 novembre 2013 alle ore 20” aprì la notifica. Uscirono tre opzioni:
-Partecipa.
-Non partecipa.
-Forse.
Il cuore gli diceva:”Non partecipare. Pensa a Sandy, non fare cazzate.” Ma ovviamente la testa ha sempre la meglio, e così decise di andare alla festa. Indossò un chiodo in pelle e, con metà viso coperto da una maschera nera stile Batman, si diresse all’evento di quella sera. 
  
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