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Autore: HOPE6714    28/11/2013    1 recensioni
una ragazza diciottenne ha una bambina stupenda e con lei si trasferisce lontano da casa per iniziare una nuova vita ma il suo passato la tormenterà. farà parte di una serie di inganni, sotterfugi e anche amore sofferto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 16
-ci sono delle novità- ci disse un infermiera arrivando con una cartelletta e dei fogli in mano che leggeva. –si ci dica!- dissi io. –allora … la ragazza ha aperto gli occhi ma non sappiamo per quanto può rimanere stabile. Dagli esami che abbiamo fatto è molto strano che si sia svegliata perciò è molto instabile- -oddio!E possiamo vederla?- chiese Louis. –si ma non dovete farla agitare. Avete poco tempo e sarete sotto la mia supervisione-. Ci avviammo verso la stanza dov’era Elena. Ero così felice di poterle parlare. Aprimmo la porta piano e poi senza cercare di mostrargli la mia agitazione, mi avvicinai. –ciao! Come stai?- chiese Louis. –oh sei qui! Insomma mi gira la testa e faccio fatica a parlare- -si sento!- disse lui. Era vero, parlava con un filo di voce come se avesse un forte mal di gola. –dovete farmi un favore … - disse lei indicandoci entrambi. –qualunque cosa amore mio!- dissi. –portate via Luna. Portatela a Londra dai miei!-  -che cosa?!- chiesi sbalordito. – hai capito! Non deve rimanere qui. Ha già avuto due incidenti e … e starà meglio lontana da me- -ma che dici?! Sei sua madre!- dissi quasi urlando. –ehi piano … - mi disse l’infermiera che era sulla porta. –scusi- dissi senza neanche guardarla. –non ti fidi di me?- le chiesi dolcemente. –certo che mi fido Harry! Solo voglio che stia dai miei. Avrebbe una compagnia migliore attorno. Un po’ più felice … - -ha ragione … -mi disse Louis. –e chi la porta? Io non voglio lasciarti qua!- dissi a Elena con il cuore che mi batteva forte. No non potevo lasciarla per tornare a casa! Era una cosa assurda e che non avrei mai fatto! –ci penso io. Come avevamo già programmato … - disse Louis parlando con lei. Lei annuì e basta. –sei stanca?- le chiesi. –più che altro mi fa male la testa oltre che a tutto il resto del corpo- -perché lo hai fatto?!- sentii il bip sul monitor a cui era collegata che accelerava. Il cuore le batteva forte. –ehi ehi piccola non agitarti … - le disse l’infermiera che si avvicinò al letto. Le mise una mano sulla testa credo per controllare la febbre. –accidenti tu scotti! No, no meglio riposare ora. Mi dispiace ragazzi ma dovete uscire-. Le diedi un piccolo bacio e poi uscii. L’infermiera stette dentro un po’ di più e quando uscì mi fece segno di avvicinarmi. –tu sei il padre della bimba?- -si- -allora la affidiamo a te. Puoi portarla a casa. Ti dico una cosa giovanotto, se la ragazza passa la notte sarà un miracolo!- e poi se ne andò. Le parole della donna mi fecero sobbalzare. Era proprio messa male. Non potevo perderla, ora era tutto ciò che avevo e poi come avrei fatto con Luna?! Sarebbe stato impossibile! Ero maturato si, ma non al punto di potermi occupare da solo di una bambina. Andai nella stanza di Luna e la vidi dormire. Era proprio bella come sua madre. Mandarla a Londra non sarebbe stato facile, lei era piccola ma non stupida. Sapeva che sua madre stava male e io dovevo per forza dirle una bugia altrimenti non sarebbe mai partita. Mi sedetti accanto al letto e le accarezzai la fronte. Dopo poco entrò anche Louis. –che farai? La lascerai partire?- mi disse sedendosi dall’altra parte del letto. –devo … che posso fare?- -non sei obbligato. Siete in due a decidere le cose … - -si ma sarebbe più complicato. Quando devo venire a trovare Elena lei deve per forza stare con me e non sarebbe molto salutare per una bambina così piccola passare la sua infanzia sempre in un ospedale- -ma mandarla a Londra vuol dire non vederla per molto tempo. Potreste legare di più se lei sta qui … - - si non hai tutti i torti ma non sarei molto … non so come dire … non sono pronto per fare il padre a tempo pieno- -non è una cosa che si può imparare da un giorno all’altro, ci vuole tempo e questa sarebbe una bella occasione.- -non so Louis … non sono sicuro di me stesso … vorrei imparare avendo un aiuto affianco. Con l’aiuto di Elena … - -e se non lo avrai mai questo aiuto?-  -pensi che morirà?- - … io spero di no ma ci vorrebbe comunque molto tempo per recuperare la sua stabilità. Insomma per ricominciare la sua normale vita … - - si certo … ah non so proprio cosa fare!- -se vuoi io la porto a Londra e poi se ti senti sicuro puoi farla tornare qui- -si potrebbe anche essere. …grazie … - - di niente … - eravamo entrambi un po’ imbarazzati perché non eravamo amici, però mi ero trovato bene a parlare con lui. –rimani per la notte?- gli chiesi. –no … devo andare da Niall e poi se devo organizzare questo viaggio ci vorrà un po’ di tempo- -ok … anche io dovrei andare per portare a casa Luna, però chi rimane con Elena?- -nessuno. Tranquillo se succede qualcosa sarai il primo ad essere avvisato. Ora vado, avvisa anche me quando vieni domani- -ok. Notte-. Louis uscì ed io cautamente presi in braccio la piccola.
Quando tornai a casa aprii la porta e la misi a letto. Anche se era un appartamento sembrava immenso e così vuoto senza di lei. Non riuscivo a prendere sonno perché degli incubi mi perseguitavano così mandai un messaggio a Zayn per non preoccuparsi e spiegandogli quello che era successo. Dopo almeno due ore di dormi-veglia riuscii ad addormentarmi definitivamente. Mi svegliai la mattina verso le sette. Non feci neanche colazione ma andai direttamente a svegliare Luna per andare in ospedale. –ehi piccolina … sveglia .. - -papà?- oddio! Quando mi chiamò in quel modo un sorriso immenso spuntò subito sulle mie labbra. Mi riteneva suo papà, io ero suo papà! –si sono io … svegliati dobbiamo andare a vedere come sta la mamma … -. Luna si stiracchiò un po’ e dopo averle fatto fare la colazione ed averla lavata e vestita, ci avviammo verso l’ospedale mentre mandavo un messaggio a Louis per avvisarlo. Quando arrivammo non c’erano molte persone. Mi avviai verso la camera di Elena e lì vidi una gran confusione. C’erano almeno quattro infermiere e un dottore. Perché così tanta gente? – mi scusi. Come mai c’è questo trambusto?- chiesi ad un infermiera. –stiamo cercando di fare degli esami approfonditi sulla situazione della ragazza ma non riusciamo a capire perché le cose cambiano. Un momento sembra stabile un altro momento sembra in fin di vita- -ma avevate detto di non farla agitare. Così la agitate molto invece … - -c’è solo un dottore dentro con lei. Noi stiamo attendendo fuori- -ah … -. La porta si spalancò un uomo abbastanza minuto uscì, sicuramente il dottore. –come sta?- gli chiesi. –al momento sembra stia bene ma non possiamo giurarci. Verrò fra una mezzora per ricontrollare- -ma posso entrare?- chiesi ansioso. –si certo-. Entrai nella stanza e la vidi con un gesso al braccio sinistro e uno alla gamba destra. L’avevano sicuramente operate di notte. Poi notai anche una spessa fasciatura alla testa –io e la mamma siamo uguali … -disse Luna indicando il suo gesso al braccio. –si è vero … -le dissi dolcemente per assecondarla. –ehi, come stai?- chiesi a Elena. –mi sento soffocare con tutti questi gessi! Ma la cosa che fa più male è la testa. È come era successo a Luna, mi fa un male incredibile. –non farai come lei vero?!- -no no! Io non dico cattivo al primo che passa … - disse con un leggero sorriso. –mi piace quando sorridi … sei più tu- -non bisogna mai smettere di sorridere perché è quello che ci da la forza di andare avanti- -ti amo- le dissi all’orecchio. –non sai cosa ti farei se non avessi tutti questi gessi!- mi rispose ironica lei. –quando ti rimetterai in forma niente ci potrà fermare … -le dissi io. Luna ci guardava senza capire. Era un po’ strano parlare di queste cose davanti a una bambina. Quando lei sarebbe stata a Londra e io da sola con Elena sarebbe stato tutto più facile. Avevo una voglia incredibile di andare alle feste con lei come una volta. Saremmo ritornati dei giovani senza tanti problemi! Di nuovo libere e di nuovo cretini! Questa cosa mi fece sorridere e anche lei se ne accorse. –che hai?- mi chiese. –niente niente. Ti spiegherò. Intanto tu pensa a vivere e a star bene- -ci proverò … - -no tu devi riuscirci perché ho molti piani per noi due!- -piani? Che piani?- -beh per esempio divertirci come una volta, andare alla feste, giocare a quegli stupidi giochi di società, viaggiare, accudire la piccola, sposarci, stare bene insieme insomma!- -ripeti le ultime parole scusa … -disse lei sorridendo. –stare bene insieme … - -no prima … - -accudire la piccola … - -no un po’ dopo … - -sposarci? … - -davvero lo hai detto o le mie orecchie si sono andate a far fottere?!- -no l’ho detto davvero! Io voglio sposarmi con te! Voglio vivere una vita con te-. L’avevo fatta sorridere. Un bellissimo e smagliante sorriso che le illuminava il volto. –però prima voglio divertirmi come un matto alle feste qui a New York! Sai che figata?!- -si mi immagino che belle!- .
Ridemmo per tutta mattina, anche quando il medico veniva a farle i controlli e Louis e Niall, che si era rimesso, cercavano di limitare le risate per non farla sforzare troppo, fino a quando però Luna chiese dove fosse stata mentre io ed Elena saremmo andate a tutte queste feste e avremmo vissuto una vita così piena … 
   
 
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