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Autore: Mika_Chiara98    29/11/2013    5 recensioni
«Venne a Milano per vari motivi. Gli mancava la città, gli mancava parlare italiano... no. no, no, no, no, no. Lui venne a Milano esclusivamente per lei. Venne a Milano perché, quando cantarono insieme, sentiva che gli aveva lasciato una parte di sé, che sarebbe rimasta al calduccio nel suo cuore per parecchio tempo.»
Ciao a tutti ragazzi! Io sono... beh, non è così importante chi sono... voi chiamatemi Bea. Vi parlerò di come due anime gemelle, quando si incontrano, non riescono più a separarsi.
buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a todos! Questo è il nuovo capitolo, spero vi piaccia..
detto tra noi...
NON SONO DOLCISSIMI???
baci baci
Bea.

Chiara corse fulminea in bagno e si precipitò sotto la doccia, facendo attenzione a tirarsi su i capelli per evitare di bagnarli. Li raccolse in una cipolla ed iniziò a lavarsi con cura. Svuotò mezza boccetta di bagnoschiuma per “l’occasione”.
Intanto Mika, dall’altra parte della casa, provava ad immaginare la sua donna sotto la doccia, dando il via alle sue fantasie più perverse. Immaginava le goccioline d’acqua bollente che le scorrevano addosso come fiumi in piena, immaginava i suoi movimenti sensuali mentre la schiuma ricopriva le sue parti ‘delicate’, pensava a quanto avrebbe voluto correre in bagno a toglierle con le sue mani. Immaginava il suo viso rilassato sotto quel tepore, Il vapore che usciva dalla doccia che lentamente andava ad accingersi sullo specchio e sui vetri delle finestre. Avrebbe voluto essere una mosca per assistere a quella scena.
Intanto il giovane, che si trovava in una situazione alquanto paradisiaca, tolse accuratamente le scarpe e si sdraiò sul letto, appoggiando la testa sul cuscino con la fodera bianca con i ricami azzurri. Prese il bicchiere di champagne ancora mezzo pieno e bevve un sorso, per poi dar di nuovo il via ai suoi pensieri.
Chiara in realtà, era in tutt’altra situazione: era in preda al panico, fece cadere il bagnoschiuma una decina di volte. Dopo venti minuti che si trovava in quella situazione, allungò un braccio per prendere l’asciugamano, e in quei pochissimi secondi in cui il suo corpo bagnato venne a contatto con l’aria gelida invernale, inevitabilmente le venne la pelle d’oca, e rabbrividì per il freddo.
Strinse l’asciugamano intorno al seno, poi corse in camera sua alla ricerca di qualcosa da indossare. Frugò nell’armadio per parecchio tempo, ma tutto quello che trovò furono i suoi innumerevoli pigiamoni pesanti che le regalava la nonna, che aveva sempre paura che stesse male, poi una camicia da notte giallo acceso che peraltro era anche scucita e che le stava lunghissima.
NON PUOI FARTI VEDERE COSI’! TROVA UN SISTEMA PER INDOSSARE QUALCOSA DI DECENTE, NON PUOI PRESENTARTI CON I PIGIAMONI O CON UNA CAMICIA DA NOTTE CHE NON SI SA DOVE TU ABBIA MAI POTUTO COMPRARLA, DOVREBBE ESSERE ILLEGALE POSSEDERE UNA CAGATA DEL GENERE! Disse la sua coscienza.
“A mali estremi…” pensò scaraventandosi in camera della sorella, cercando di non fare troppo rumore. Aprì l’armadio:
“O porca…” sussurrò con un filo di voce vedendo tutto quel ben di dio. Eh sì, c’era l’imbarazzo della scelta. “Non se ne accorgerà mai” pensò, prendendo dal guardaroba una canottiera che le arrivava appena sotto il fondoschiena, ricamato in pizzo nel contorno del seno e della vita. Era di un color rosa pallido, quasi bianco, e i ricami erano color prugna. Nel frattempo pensava a Mika e al fatto che era ormai quasi un’ora che l’aspettava.
Per lui il tempo non esisteva più. Da quando Chiara era uscita dalla sua camera, lui aveva mantenuto la stessa identica espressione del viso.
Gli occhi guardavano nel vuoto, in cerca di cosa non lo sapeva neanche lui, ed aveva un sorriso ebete che andava da un lato all’altro della bocca.
Diede ai suoi capelli due colpi di spazzola, poi tornò in bagno.
Si mise un filo di trucco sugli occhi, mentre esagerò con il rossetto, poiché ora aveva due labbra vertiginosamente attraenti, rosse e grandi, esattamente del colore delle fragoline che avevano tranquillamente gustato poco tempo prima.
Dopo essersi preparata bene, fece un bel respiro e raggiunse Mika nella sua camera. Entrò senza bussare, e lo trovò con una faccia in estasi che per un momento le fece paura.
“Tutto bene..?” Domandò preoccupata.
“Tutto perfetto” Rispose guardandola dalla testa ai piedi.
“Wow” aggiunse poi, non credendo ai suoi occhi. Era uno spettacolo meraviglioso. Era profumatissima, amava il suo rossetto e le sue labbra rosso fragola, amava le sue guance color porpora e le sue mani candide.
Chiara, che cercava di fare la sensuale ma dentro stava svenendo, si avvicinò a lui facendo passi grandi ma molto lenti, per poi sedersi sul bordo del letto. Mika si alzo e si mise seduto di fronte a lei.
Le prese le mani con una lentezza disarmante, le accarezzò dolcemente e poi avvicinò il suo viso a quello della ragazza, giungendo ad una vicinanza talmente grande da far toccare i loro nasi. Sorrisero come bambini, fino a quando Chiara, imbarazzata, abbassò lo sguardo e sorrise.
Mika cercò di nuovo il contatto visivo con lei, fino a quando, quasi accidentalmente, le loro labbra si toccarono. Allora non si lasciò sfuggire (giustamente) l’occasione che gli stava capitando, e la baciò, percependo il tepore delle sue labbra color fragola direttamente sulle sue. Quel gusto dolcissimo di menta che aveva la bocca della ragazza pian piano entrò nella sua, mentre respiravano la stessa aria e mentre continuavano a guardarsi incessantemente.
Dopo pochi secondi Mika staccò la bocca e l’avvicinò al suo orecchio come per sussurrarle qualcosa, invece le morse dolcemente la parte inferiore del lobo e solo successivamente iniziò a darle numerosissimi e altrettanto teneri baci sul collo, mentre scendeva, scendeva e scendeva ancora fino ad arrivare alla parte alta del seno. Chiara allora prese il controllo della situazione: si sdraiarono entrambi sul letto.
Iniziò a sbottonargli la camicia, con una lentezza che rendeva il tutto ancora più eccitante di quanto già non fosse, continuando a baciarlo. La sfilò, mentre Mika già le aveva tolto la bellissima camicia da notte della sorella, che ovviamente non sarebbe mai venuta a conoscenza dell’accaduto.
Chiara si lasciò cadere a peso morto sul corpo di Mika, appoggiando dolcemente il mento sulla spalla dell’uomo, mentre lui le accarezzava la schiena in modo molto, troppo sensuale.
“Oh, Michael!” sussurrò con un filo di voce la ragazza che aveva iniziato a sfilargli i pantaloni.
“ti prego, non lasciarmi andare! Io…” “shh” la interruppe Mika lasciandole un bacio a stampo sulla bocca.
“Sei la mia Chiara…” le disse con uno sguardo troppo sincero per essere messo in discussione.
La verità? Era che lei era pazza di lui almeno quanto lui lo era di lei. Era una cosa reciproca, era bellissimo, tra i due esisteva una complicità che era magia.
Il ragazzo riusciva a sentire sul suo corpo quello di Chiara, che era unito al suo e che sembrava fosse una cosa sola. La strinse ancora di più, tanto che per un momento credette di morire soffocato.
Ahah e quale sarebbe stato il problema? Sarebbe stata la morte migliore del mondo. Spostò inavvertitamente le sue mani dalla vita della ragazza al fondoschiena, tanto che Chiara si mise a ridere un po’ imbarazzata, ma al contempo divertita.
“Scusami sono un’idiota ahahahah!” Disse Michael vergognandosi un po’.
“Figurati, mi piace” lo tranquillizzò Chiara.
Essa infilò una mano tra i capelli del ragazzo, guardandolo negli occhi. Si chiusero in quella stanza per un paio d’ore, fino a quando non si addormentarono l’una sul corpo dell’altro, dopo aver allegramente finito i propri bicchieri di champagne, sognandosi a vicenda.
 Fu Chiara a svegliarsi per prima la mattina seguente, in modo abbastanza brusco; infatti le squillava il telefono. Rispose: era sua sorella Barbara, con una voce tremendamente preoccupata…

 

  
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