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Autore: RedMarauder    29/11/2013    14 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 11
Bolle di Sapone e Acqua Calda
 
 
 
 
 
 
 
Hermione stava vagando per i corridoi deserti, al buio, nel cuore della notte, sotto il Mantello dell’Invisibilità.
Hermione Granger stava vagando di notte, nei corridoi, al buio, sotto il Mantello dell’Invisibilità.
Il Prefetto Hermione Granger stava infrangendo le regole, di notte, al buio, con il Mantello dell’Invisibilità!
Era un enorme, sconcertante Unicorno Rosa. Sospirando silenziosamente, svoltò un angolo, controllando attentamente che non sbucassero professori dal nulla. Pix non sembrava essere nei paraggi. Hogwarts era deserta e silenziosa. Tutti dormivano e non si curavano del fatto che Hermione stesse infrangendo le regole. Pensò al bagno dei Prefetti e una morsa le serrò lo stomaco. Incredibile ma vero, Hermione Granger stava per avere un attacco di panico. Non si spiegava nemmeno lei il perché!
Raggiunse il corridoio giusto e proseguì, silenziosamente. Era un’ombra leggera e invisibile nel silenzioso castello. Nel buio più completo, intravide una sagoma appoggiata contro la pietra scura della parete. Hermione oltrepassò la statua di Boris il Basito e raggiunse la quarta porta a sinistra, dove la sagoma se ne stava tranquillamente appoggiata, rivolgendole le spalle. Hermione spese qualche minuto del suo tempo a contemplarlo. Non l’aveva mai osservato a lungo, o almeno, non aveva mai potuto farlo passando inosservata. Indossava solo la camicia della divisa, senza maglione. Aveva una bella schiena, le spalle forti, ma non eccessivamente larghe, le braccia lunghe e affusolate. I capelli di un rosso acceso brillavano anche nel buio più completo.
Ha un bel sedere..ok, mi sto trasformando in una pervertita!
Fred rigirava la bacchetta nella mano destra. Hermione sorrise e mosse un passo silenzioso verso di lui. Poteva vendicarsi di tutti quegli attacchi nel buio..
- Non ci provare, Granger!- mormorò, girandosi.
Le spalle di Hermione si afflosciarono e il Mantello le scivolò dalla testa, rivelandola lentamente. Fred sorrise guardando il Mantello scivolare come argento liquido sul suo corpo e raccogliersi ai suoi piedi. Rise davanti alla sua espressione imbronciata e sventolò la Mappa del Malandrino.
- Almeno questa potevi concedermela!- borbottò Hermione, raccogliendo il Mantello.
Fred scosse la testa. – Sarebbe stato un sacrilegio!-
- Frescopino..- brontolò Hermione.
Ridendo, Fred la seguì dentro la stanza. Hermione si stupiva ogni volta che entrava in quel posto. Era una stanza enorme e completamente rivestita di marmo bianco. Sul pavimento, accanto al bordo della vasca, gli Elfi Domestici avevano sistemato delle pile ordinate di candidi asciugamani bianchi dall’aria morbida e accogliente. La vasca aveva più le sembianze di una grossa piscina e, dopo un colpo rapido della bacchetta di Fred, tutti i giganteschi tubi cominciarono a riversare acqua e schiuma colorata nella vasca. Delle bolle di sapone colorate uscirono da un tubo centrale. Hermione sapeva che si trattava di un incantesimo, ma sorrideva ogni volta che vedeva salire il livello dell’acqua fino al bordo solo pochi secondi dopo aver azionato i tubi.
- Perché sorridi?- chiese Fred divertito, slacciandosi la camicia.
Hermione scosse le spalle. – Da dove vengo io, le vasche non si riempiono a questa velocità!- confessò.
Lui la fissò perplesso. – Perché?-
- Lascia perdere, è un meccanismo al di là della tua comprensione!-
Effettivamente, Hermione fu veloce a schivare la camicia appallottolata che lui le lanciò.
- Solo perché tu sei una strega estremamente brillante e fuori dalla media, non significa che io debba essere per forza un idiota in Babbanologia!- sbottò, offeso.
Involontariamente, e senza nemmeno pensarci, anche Hermione aveva iniziato a spogliarsi. Si era sfilata il maglione e la cravatta e stava slacciando lentamente la camicia.
- Ma tu non studi Babbanologia!-
- Ma hai presente chi mi ha generato? Arthur Weasley sarebbe capace di obbligare l’intera famiglia a sopravvivere una settimana senza magia!- borbottò.
Hermione chinò la testa da un lato, con perplessità, mentre litigava con un bottone della camicia. – E perché non lo fa?-
- Perché mia madre ha minacciato di farlo dormire nel pollaio!-
- Mi sembra una buona ragione, in tal caso!- commentò divertita.
- Sai, a volte penso che persino Voldemort scapperebbe a gambe levate davanti alla furia di mia madre!- esclamò, divertito, scuotendo la testa.
Le dita di Hermione si fermarono sull’ultimo bottone. Guardò Fred con rinnovato stupore.
- Tu pronunci il suo nome?- chiese, sbalordita.
Fred la fissò accigliato. – Anche tu!-
- Sì, ma io..-
- Anche io sono coraggioso!- disse sorridendo e avvicinandosi a lei.
- Non era quello che intendevo dire!- lo corresse Hermione.
- E allora cosa stavi per dire?-
- Che io ormai ci convivo da anni. Sento Harry pronunciarlo da quando lo conosco!-
- Se tremiamo al solo pensiero del suo nome, come possiamo pensare di affrontarlo?- chiese serio.
Hermione sbatté gli occhi, allibita. Da dove usciva tanta saggezza? Fred Weasley continuava ad essere una fonte di sorprese!
Sorridendo, Fred slacciò l’ultimo bottone della camicia di Hermione e le accarezzò i fianchi. Slacciò bottone e cerniera dei jeans e li fece scorrere lungo le sue gambe, sfiorando la sua pelle. Hermione rabbrividì e osservò Fred risalire lentamente il suo corpo con le mani e abbracciarla. Sfiorò la sua guancia con un bacio e indietreggiò, slacciandosi i jeans e togliendoli con un calcio.
Sorridendo esclamò: - Datti una mossa, Granger! Non abbiamo tutta la notte!-
Hermione sfilò di scatto la camicia e gliela lanciò, ma lui si era già tuffato nella vasca. Sorridendo, percorse gli ultimi metri sul pavimento freddo  e scivolò dentro la vasca.
L’acqua era calda e la schiuma era così tanta che non si vedeva il fondo. Delle mani la afferrarono all’improvviso per i fianchi e la trascinarono sotto. Riemerse tossendo e togliendosi la schiuma dagli occhi. Fred la strinse fra le sue braccia ridendo. Per quasi un’ora, non fecero altro che ridere, scherzare e darsi battaglia a colpi di schiuma, accecandosi più volte. Hermione si distrasse al punto di dimenticare perché fossero lì. La straziante attesa che l’aveva logorata per quelle lunga giornata sembrava svanita. Un brivido le attraversava le vene ogni volta che sentiva il corpo di Fred a contatto con il suo ma, a parte questo, quasi non si sfiorarono.
- Disprezzi tanto i Prefetti, ma guarda che posto ha costruito Silente per loro!- disse Hermione, ruotando l’indice sopra il livello dell’acqua.
Fred sorrise e si avvicinò a lei. Alzò un dito e le tolse la schiuma dalla guancia.
- Non c’è bisogno di essere Prefetti per entrare qui!-
- Infatti, tu non dovresti essere qui!-
- Nemmeno tu dovresti!-
- Io sono un Prefetto!-
- Ma stai violando le regole e, cosa peggiore, lo stai facendo per me!- aggiunse ghignando.
Per tutta risposta, Hermione aprì la mano e un fiotto di acqua calda travolse il viso di Fred che, ridendo, la afferrò e la spinse sott’acqua. Passò una mano fra i suoi ricci fluttuanti e sfiorò le sue labbra per la prima volta da quando erano entrati. Poco dopo riemersero. Hermione respirò e rischiò di soffocare per colpa della schiuma.
Tossendo, arrivò sul bordo della vasca e si aggrappò, appoggiando i gomiti sul marmo freddo. Ridendo, Fred la raggiunse e la abbracciò, appoggiando il mento sulla sua spalla.
- Sai, questo sì che sarebbe un gran bel posto per organizzare una festa!-
I muscoli di Hermione si irrigidirono. La festa!
Cogliendo il perché di quell’improvvisa tensione, Fred sorrise e le baciò la spalla. – Rilassati, Granger! Andrà tutto bene!-
- Come fai a esserne sicuro?- si lamentò lei, sospirando.
Continuò a lasciarle piccoli baci sulla pelle bagnata, salendo dalla spalla al collo, mentre le sue mani le accarezzavano i fianchi. Hermione socchiuse gli occhi e si morse un labbro. Il desiderio sopito stava per risvegliarsi e questa volta non sarebbe stato spento facilmente.
- Fidati di me!- sussurrò Fred.
Hermione non capì se si riferisse alla festa, alle sue preoccupazioni o alla situazione in generale. In ogni caso, sentì i suoi muscoli rilassarsi. La tensione venne sciolta come neve al sole. Il suo corpo divenne più leggero e un’improvvisa beatitudine la circondò. La lingua di Fred disegnò cerchi invisibili sulla sua pelle. Il calore crebbe e l’acqua attorno a lei sembrò assorbirlo. Le mani di Fred scesero lungo le sue cosce, in una lenta carezza. Quando risalirono, spinsero per voltarla. Improvvisamente, la sua bocca la raggiunse e scivolarono in un bacio intenso e profondo, che non aveva nulla a che fare con le lente carezze di pochi secondi prima. Entrambi avevano lottato per tutto il giorno contro un desiderio incessante di aversi e non aveva senso resistere ancora. I loro corpi si avvicinarono ed entrambi soffocarono un gemito in quel bacio che diventava sempre più ardente. Hermione strinse i suoi capelli fra le dita e gli morse il labbro con passione. Per tutto il giorno, era stata logorata da quella voglia incessante e ora era stanca di aspettare. La sua mano scivolò verso il basso e, questa volta, Fred non la fermò, ma si lasciò cullare da quella languida carezza, stringendo Hermione a sé e baciandola con più passione. Scese a morderle il collo, strappandole un sospiro. Con una mano le accarezzò il seno e scese poi a baciarlo. Hermione reclinò la testa all’indietro, offrendosi a lui, alle sue labbra. La sua mano risalì, accarezzandogli i fianchi e poi la schiena e si perse fra i suoi capelli. La bocca di Fred tornò sulla sua mentre la sollevava di peso, trascinandola oltre il bordo della piscina. Con un braccio le strinse la schiena, con l’altro colpì la pila ordinata di soffici asciugamani che si sparpagliarono sul marmo bianco. La trascinò sopra quel morbido materasso improvvisato. Hermione si stupì del fatto che potessero essere così morbidi e comodi, ma non si soffermò a pensare quanto lavoro fosse costato agli Elfi Domestici. Era decisamente il momento sbagliato per pensarci.
Fred ricominciò a baciarla e ogni pensiero fu spazzato via con forza da lui e dalle sue mani, che avevano ripreso ad accarezzarla. I loro corpi ancora bagnati si scaldavano l’uno a contatto con l’altro. La pelle scottava dove baci incandescenti venivano depositati. Il sapore del suo bacio era unico, forse addirittura migliore delle altre volte. Tutto era diverso. Come la prima volta. Non c’erano più ostacoli, non c’erano più sfide né provocazioni. C’era solo quel desiderio bruciante che pregava di essere ascoltato ormai da ore, da giorni. Non potevano resistere, nessuno dei due poteva! Andava seguito, l’istinto avrebbe parlato per loro. In pochi istanti, caddero gli ultimi vestiti e gli ultimi pensieri. La mente di Hermione si svuotò completamente. Rimase solo quella fiamma familiare a scaldarla, alimentata da quei baci perfetti, da quel corpo perfetto. Da lui.
Lentamente, la bocca di Fred scese a disegnare una scia invisibile di baci sul suo corpo. Le accarezzò un seno con la punta della lingua. Hermione sospirò, mordendosi il labbro e stringendo nella mano la stoffa di un asciugamano. Poi la discesa riprese e le sue labbra baciarono ogni centimetro della sua pelle morbida. Con la lingua disegnò un cerchio attorno all’ombelico, facendola rabbrividire. Poi scese, giù, sempre più in basso, e prima che Hermione potesse realizzarlo veramente, una scossa potente di piacere le inarcò la schiena. Strinse con forza la presa attorno alla stoffa, mentre un gemito soffocato usciva dalle sue labbra schiuse. Un’altra scossa le sollevò il bacino verso l’alto.
Verso la le sue labbra..
Verso la sua lingua..
Sarebbe impazzita. Era umanamente impossibile rimanere lucida. Un brivido percorse la sua pelle e una nuova ondata di piacere ardente la travolse. La stoffa morbida si contorceva fra le sue dita. Morse di nuovo il labbro inferiore, implorando silenziosamente Fred di non fermarsi, di non smettere. Perché sapeva, ne era davvero convinta, che quella dolce tortura sarebbe finita. Infatti, velocemente, al contrario di come erano arrivate, le sue labbra sparirono. Tornò a baciarla con un’intensità che la stravolse. Hermione capì che, dietro la delusione di quella tortura interrotta, c’era il bisogno di aver di più. Perché era stanca di aspettare, lo era da ore, da giorni.
Hermione si chiese se Fred potesse leggerle la mente, perché, proprio in quel momento, scivolò in lei, così dolcemente da sconvolgerla. Rimasero immobili, assaporando quel momento tanto atteso, quell’istante tanto desiderato. Hermione si rilassò, rendendosi conto solo in quel momento di aver teso i muscoli fino allo sfinimento. La tensione si sciolse e capì che ricordava benissimo quella sensazione unica. Era ciò che si provava nell’unirsi a lui, nel sentirlo dentro di sé. Accarezzò i suoi fianchi, invitandolo a muoversi. L’istante finì e il tempo ricominciò a scorrere.
E la passione tornò.
Esplose travolgendo entrambi, ardente e distruttiva come un uragano. Travolse ogni cosa, privandoli di tutto ciò che fosse superfluo. Hermione si strinse saldamente fra le sue braccia. L’oblio non la spaventava più. Perché sapeva quanto fosse bello precipitare, sapeva quanto fosse eccitante lasciarsi cadere.
Sapeva quanto fosse perfetto scivolare con lui...
 
 
 
 
 
Hermione giaceva a pancia in giù sui morbidi asciugamani. Aveva gli occhi chiusi e sorrideva. Un asciugamano la copriva solo fino a metà schiena, ma non aveva freddo. Eppure rabbrividiva. Perché Fred le stava baciando dolcemente la schiena, giocando con la sua pelle calda.
- Hai freddo?- mormorò.
- No. – rispose lei.
- Allora perché hai la pelle d’oca?- la prese in giro.
- Tu la bocca chiusa non la tieni mai, vero?- borbottò lei.
Ridendo, Fred tornò a baciarle la schiena. Hermione scivolò di nuovo nella beatitudine. Da quella prima volta nella stanza deserta del sesto piano, Hermione si era convinta che non esistesse niente di più perfetto di fare l’amore con Fred. E per l’ennesima volta si era sbagliata. Esisteva qualcosa di altrettanto perfetto: lasciarsi cullare dalle sue carezze, ridere con lui, restare abbracciata a lui dopo. Era un momento unico e perfetto.
- Sei ancora arrabbiata con me?-
- Forse..- mormorò lei, sorridendo a occhi chiusi.
- Sul serio? Eppure ero convinto di essermi fatto perdonare..-
- Hai ancora parecchia strada da percorrere sulla via del perdono, Weasley!-
- Il che ruota a tuo vantaggio!- commentò divertito.
- Non mi sembra che la cosa ti dispiaccia!-
- Nemmeno un po’, Granger!-
Con una mano sul suo fianco, Fred la sollevò e la girò, scese sulle sue labbra e le catturò con un lungo bacio. Hermione fu sorpresa da quella dolcezza, tanto che, per un momento, le parve di avere un attacco di vertigini.
Erano soli, nudi, stesi su una coperta di asciugamani candidi, nel bagno dei Prefetti. Hermione pensò a quanto potesse essere imprevedibile la vita. Non avrebbe mai immaginato di trovarsi in quella situazione, nemmeno nei suoi sogni più vivaci. Soprattutto non con Fred. Aveva sempre pensato che, un giorno, i suoi labili sentimenti per Ron sarebbero cambiati veramente e che la piccola cotta si sarebbe trasformata in un sentimento reale, un sentimento ricambiato. Ma non era successo. Dopo la morte di Cedric, la paura per il ritorno di Voldemort, dopo tutto quello che era successo con Krum, Hermione aveva cominciato a vedere l’amico sotto una luce diversa. Poi erano rimasti imprigionati a Grimmauld Place. Per settimane intere aveva vissuto al fianco di Ron e si era resa conto di quanto quello che aveva scambiato per amore fosse in realtà solo un amore fraterno.
Poi, un giorno, Fred le aveva sorriso. Solo sorriso.  Hermione aveva ignorato la morsa che le aveva stretto lo stomaco. A Hogwarts, tutto era cambiato. Fra quelle mura aveva cominciato ad ascoltare il suo istinto. Ed era finita fra le sue braccia..
- A cosa stai pensando?- chiese Fred, guardandola con un sorriso. Appoggiò il gomito sugli asciugamani e, con l’altra mano, cominciò a giocare con i suoi capelli umidi.
- A niente!-
- Bugiarda!- mormorò.
Hermione alzò gli occhi al cielo.
- Pensavo a Ron!- confessò.
Le dita di Fred si fermarono. La fissò con espressione allibita e anche leggermente offesa.
- Così mi uccidi Granger. Avrei accettato George, insomma è uguale a me...quasi uguale, io sono più bello! Avrei accettato anche Bill..o Ginny..ma non Ron!-
Sbuffando, Hermione gli rivolse un’occhiata in tralice. – Chi ti dice che preferisco te a George?-
Fred sorrise. – Non mi sembra di averti vista fra le braccia di George, di recente!-
- Che tu sappia..-
- Piantala, Granger!-
- Sei geloso?- chiese lei, scherzando.
Qualcosa negli occhi di Fred, un lampo che passò rapido ma non inosservato, sorprese Hermione, che sgranò gli occhi e spalancò la bocca.
- Oh cielo, sei geloso veramente!- concluse, ridendo.
Fred sorrise, ostentando sicurezza. – Non sono geloso!-
- Bugiardo!- commentò lei con un sorriso maligno. Sollevò il gomito, sistemandosi nella stessa identica posizione di Fred e guardandolo negli occhi, visibilmente divertita.
Improvvisamente, una smorfia di dolore si aprì sul volto di Fred e il sorriso si cancellò dalle labbra di Hermione. Fred cominciò a massaggiarsi la spalla, dolorante.
- Cosa c’è?- chiese preoccupata.
- Il Quidditch: mi sta uccidendo! Sai, penso che tornerò davvero con Angelina, per placare i suoi bollenti spiriti!-
La bile invase la bocca di Hermione e, prima che potesse fermarla, un’espressione furente prese il posto di quella preoccupata. Poi il volto di Fred si stese in un ghigno beffardo e Hermione temette per il proprio destino.
- Adesso siamo pari, Granger!- esclamò ridendo e stendendosi sui morbidi asciugamani. Incrociò le mani dietro la testa e fissò il soffitto sorridendo vittorioso.
Hermione lo fulminò con lo sguardo, senza muoversi di un centimetro.
- Io non sono gelosa di Angelina!-
- Non mi sembra di averlo puntualizzato! Ho solo detto che eravamo pari!-
- Ti detesto!- sbottò Hermione, avvilita. Non riusciva mai a farla franca, con lui!
- Perché pensavi a Ron?- chiese, voltandosi a guardarla.
Hermione arrossì e ignorò la domanda. – Sapevi che aveva una cotta per me?-
- Granger non si risponde a una domanda con un’altra domanda!-
- Fred!-
- Va bene. Sì, lo sapevo! Non che fosse stato lui a confessarmelo. Si capiva e basta!-
Hermione rimase in silenzio a guardarlo, pensierosa. Fred sapeva che il fratello minore era interessato a lei. Era davvero così insensibile da ignorare i sentimenti del fratello e fregargli la fidanzata? Be’ fidanzata..fra lei e Ron non c’era mai stato niente. Hermione guardò quegli occhi profondi scrutare il soffitto di marmo e capì che doveva esserci dell’altro sotto. Perché Fred non era una persona cattiva. Sì, prendeva sempre in giro Ron, ma gli voleva bene. Era suo fratello!
Prendendo un bel respiro, Hermione ignorò la paura e chiese: - Ma allora perché..-
Rapidamente, Fred tolse la mano destra da sotto la sua testa e le tappò la bocca con due dita. Si voltò e le sorrise. Lentamente, accarezzò la guancia di Hermione, spostando le dita dalla sua bocca e risalendo fino a dietro l’orecchio. Le accarezzò i capelli e la attirò verso il basso. Le loro labbra si incontrarono in un bacio leggero come un sussurro.
- Non risponderai alla mia domanda, vero?- chiese Hermione avvilita.
Fred scosse la testa con un sorriso e riprese a baciarla, questa volta con più energia.
- Ma non sai nemmeno cosa volevo chiederti!- protestò lei, ma Fred, invece di rispondere, premette una mano sulla sua nuca e approfondì il bacio.
Hermione era famosa per la sua testa dura. Opponendo resistenza, sollevò la testa e si separò dalle sue labbra.
- Ma..-
- Granger, chi è che non riesce a chiudere la bocca adesso?- sbottò lui, un po’ divertito un po’ spazientito.
Hermione lo fulminò con lo sguardo. – Non funziona con me! Non puoi pensare che basti questo a..- ma non finì mai la frase.
Le labbra di Fred divennero improvvisamente più esigenti e la trascinarono in un bacio ardente. La strinse forte e la portò su di sé, circondando il suo corpo con le braccia. Cominciò ad accarezzarle la schiena e aumentò il ritmo del bacio. Hermione si distrasse. Non che fosse umanamente possibile resistere, ma cedette fin troppo in fretta. Archiviò l’argomento in un angolo della sua mente, decisa a ritirarlo fuori il prima possibile.
Nel frattempo, tanto valeva lasciarsi andare...
 
 
 
 
Una bolla di sapone colorata scivolò sul braccio di Hermione. Fred allungò un dito e la fece scoppiare sul suo polso, poi seguì lentamente la linea del braccio e risalì verso la spalla, accarezzandola. Posò le labbra sul suo collo e la baciò dolcemente. Hermione tentò di allacciare l’ennesimo bottone della camicia, ma per ogni bottone che allacciava, Fred ne slacciava due.
- Weasley, di questo passo usciremo da qui la settimana prossima!- sbottò, ma sorrise.
Ignorandola, Fred continuò a baciarla, insinuando una mano sotto la camicia ormai di nuovo aperta, e accarezzandole i fianchi.
Hermione chiuse gli occhi e abbandonò le mani sulle sue spalle. Era seduta su di lui da quasi venti minuti. E da quasi venti minuti tentava di rivestirsi. Svogliatamente, ma erano pur sempre dei tentativi!
- Alla fine, sono riuscito a chiuderti la bocca!- commentò sorridendo.
Sorprendendola, prese i lembi della sua camicia e cominciò ad allacciargliela. Hermione rimase in silenzio per un po’, a guardare le sue dita che infilavano i bottoni nelle asole, poi sollevò lo sguardo e lo fissò con un’espressione di sfida.
- Non vantarti troppo! Abbiamo comunque un argomento in sospeso..-
- Con tutti gli argomenti in sospeso che abbiamo potremmo riempirci il Ministero della Magia!- mormorò lui, divertito.
Hermione alzò gli occhi al cielo. Quando finì di allacciarle la camicia, Fred riprese a baciarle lentamente il collo e risalì verso le sue labbra. La strinse a sé e continuò a baciarla per un tempo che Hermione considerò infinito. Stava tentando di distrarla un’altra volta. Evidentemente, non aveva ancora capito con chi aveva a che fare.
- Mi devi una spiegazione!- esclamò convinta.
Fred alzò gli occhi al cielo. – Granger ti offendi se ti dico che mi ricordi la McGranitt quando fai così!-
Hermione scosse le spalle. – No, se rispondi alla mia domanda!-
- Ecco, appunto..-
- Cosa ti costa?- chiese testarda.
Fred la guardò con un’espressione a metà fra il divertimento e l’esasperazione, poi sorrise e, sorprendendo Hermione, si lanciò in un discorso che rispondeva ad alcune domande ma ne poneva decisamente di nuove: - Non sono così orribile da ferire i sentimenti di mio fratello rubandogli la fidanzata da sotto il naso. Ron non era abbastanza innamorato di te: se lo fosse stato, avrebbe fatto qualcosa per dimostrartelo! Non sei la persona adatta a lui, questo contribuisce. Sapevo che non ricambiavi, perché l’ho chiesto a Ginny, ma guai a te se mi chiedi perché l’ho fatto!- la ammonì con sguardo serio, alzando un dito e puntandolo contro la bocca già aperta di Hermione. – Non ti risponderò, in ogni caso! E non chiederlo nemmeno a Ginny, perché tanto non lo sa! Per colpa della sua insistenza, si è ritrovata un serpente di tre metri sotto le coperte e da quel giorno non ha più aperto bocca..-
- Sei stato tu!- sbottò Hermione infuriata. – Ma sei pazzo? Era terrorizzata!-
- Se l’è cercata!- ribadì lui, sorridendo. – Comunque il serpente era finto, solo che lei era troppo spaventata per notarlo! Era solo un incantesimo! Continuando con il nostro discorso: ti ho trascinata in questa situazione perché era la cosa giusta. Punto. Non aggiungerò altro!- concluse, con un sorriso soddisfatto.
Hermione lo guardò accigliata.- Giusta?-
- Sì-
- Ma..-
- Niente ma! Non risponderò ad altre domande!-
Le prese il viso fra le mani e la baciò. Hermione non si lasciò trasportare dal bacio, il suo cervello era da tutt’altra parte. Quel discorso aveva gettato carboni ardenti nel fienile della ragione, che ora aveva preso fuoco. In sintesi: non aveva capito un accidente di quello che Fred le aveva detto!
- Adesso andiamo a dormire, o mi accuseranno di aver ridotto il cervello della brillante Hermione Granger a un ammasso di neuroni morti, come quello di Goyle - 
Hermione, ancora stordita, lasciò che Fred la sollevasse. Con un sorriso comprensivo, Fred la abbracciò e la baciò.
- Granger rilassati! La vita è bella!- commentò.
- Tu sei un idiota!- sbottò lei, improvvisamente infuriata.
Lui scoppiò a ridere. – Lo so, non l’ho mai negato! Dovresti vedere la tua faccia..- mormorò, scuotendo la testa.
Hermione afferrò un asciugamano e glielo lanciò con forza. Ridendo, Fred lo schivò, le afferrò la mano e la trascinò via. Con un colpo di bacchetta svuotò la vasca dall’acqua ormai fredda e gli asciugamani tornarono in ordinate pile asciutte e candide. Hermione raccolse il Mantello e, prima di uscire dalla stanza, rivolse a Fred uno sguardo a metà fra la supplica e la rabbia.
Lui sorrise semplicemente e le diede un ultimo dolce bacio.
- Un giorno le tue domande otterranno delle risposte!-
- Io le voglio adesso!-
- Non si può avere tutto e subito. Bisogna avere pazienza nella vita, Granger!-
Ignorando le sue proteste, le ficcò sulla testa il Mantello dell’Invisibilità e la caccio fuori. Hermione percorse i corridoi bui con così tanta rabbia che avrebbe potuto incenerire il primo professore di passaggio. Fortunatamente, non incontrò nessuno. Salì nella sua stanza nel dormitorio delle ragazze e si gettò sul letto vestita.
Aveva più dubbi di prima. Cosa significavano le parole di Fred? Cosa intendeva dire? Perché non poteva dirle semplicemente la verità? Cosa si nascondeva dietro quel gioco che avevano iniziato insieme?
Hermione, assillata da domande e pensieri, si rigirò fra le coperte per quasi un’ora. Poi, quando un briciolo di follia si insinuò fra le spire della furia, scattò in piedi, raccolse i capelli ancora umidi in una coda improvvisata e uscì dal dormitorio, con la bacchetta in mano. Avrebbe ottenuto una risposta, a costo di appenderlo per i piedi dalla Torre di Astronomia!
Scivolò nel corridoio buio del dormitorio maschile. Il silenzio regnava, disturbato solo dal russare di alcuni ragazzi. Raggiunse la stanza del settimo anno e la aprì piano, attenta a non fare il minimo rumore. Un leggero cigolio le fece trattenere il fiato, ma il suo ingresso nella stanza passò inosservato. Le tende di tutti i baldacchini erano tirare. Hermione le maledisse: sarebbe stata un’impresa trovare il letto di Fred. Un briciolo di razionalità nella mente di Hermione parlò, cercando di farsi ascoltare.
Sono le quattro del mattino, sei nel dormitorio dei ragazzi e stai cercando il suo letto..trai pure le tue conclusioni, Hermione!
Scosse la testa, scacciando i pensieri e si avviò verso il letto alla sua destra. Aveva notato una camicia e una cravatta gettate a terra. Sul tessuto candido della camicia riluceva una macchia d’acqua colorata. Scostò lentamente la tenda e si concesse qualche minuto per guardarlo dormire. Era l’immagine della tranquillità! Dormiva a pancia in giù, senza maglietta, con un braccio sotto il cuscino e l’altro sopra, accanto al viso. Sembrava un bambino troppo cresciuto. Probabilmente sognava. Le labbra si contrassero in un lieve sorriso, per poi rilassarsi. I capelli erano talmente scompigliati da sembrare fiamme vive che salivano in ogni direzione. Hermione sorrise, dimenticando, per un momento, perché fosse lì. Guardare Fred dormire l’aveva rilassata a tal punto da cancellare le sue preoccupazioni. Con un breve sospiro, salì sul letto, attenta a non svegliarlo, e richiuse le tende.
- Muffliato – mormorò, poi appoggiò la bacchetta infondo al letto e si avvicinò a Fred.
- Fred?- lo chiamò piano.
L’incantesimo li avrebbe protetti, ma meglio non alzare troppo la voce. Hermione lo chiamò un paio di volte, ma a parte qualche borbottio, Fred non reagì. Sollevando gli occhi al cielo, lo afferrò per una spalla e lo scosse. Evidentemente, nella famiglia Weasley avevano un problema con il sonno pesante.
Fred passò una mano sugli occhi e la guardò per qualche secondo, poi sorrise come se fosse tutto perfettamente normale.
- Granger, so di essere irresistibile, ma non potevi aspettare domani?- chiese, richiudendo gli occhi.
Hermione gli pizzicò il braccio e lui, sbuffando riaprì gli occhi.
- Dobbiamo parlare!- iniziò Hermione.
- Adesso?-
- Sì!-
Per tutta risposta, Fred sollevò il cuscino e se lo ficcò sopra la testa, scomparendo sotto le coperte. Hermione lo strappò via senza tante cerimonie e lo gettò sulle coperte.
- Va bene, sono sveglio!- sbottò, alzando le braccia in segno di resa. Si sollevò a sedere, gettò il cuscino di nuovo al suo posto e la osservò con un mezzo sorriso.
Hermione se ne stava seduta a metà del letto, con le ginocchia raccolte al petto e le braccia a circondarle.
- Voglio una risposta!- disse seria.
- Solo una?- chiese lui sarcastico.
Hermione annuì. – Ma deve essere la verità! E deve essere una spiegazione chiara!-
- Stai aggiungendo troppe condizioni!-
- Fred, dico sul serio!-
- Ok, va bene!- brontolò, stropicciandosi gli occhi con le mani. – Prima toglimi una curiosità: stai approfittando del mio cervello addormentato, vero?-
- Quale cervello?-
- Me la sono cercata!-
Si sorrisero senza aggiungere altro. Hermione era in attesa di una risposta. Se ne stava seduta tranquilla ad aspettare. Fred la osservò per qualche secondo, poi sorrise.
- Non riuscivi a dormire?- chiese, indicando i suoi vestiti ancora intatti.
Hermione annuì. – Per colpa tua. Puoi tergiversare quanto vuoi, non me ne andrò da qui finché non otterrò ciò che voglio!-
Fred sorrise. – Testa dura come sempre, eh! D’accordo Granger. Facciamo un patto!-
Lei lo guardò con sospetto, ma gli fece cenno di continuare. Fred allungò le mani e accarezzò le sue.
- Io ti darò una risposta, ma dovrai accettarla così com’è, senza fare troppe storie!-
- In che senso?- lo interruppe lei.
- Shh!- la zittì lui, con un sorriso. – Tu accettala e basta!-
- E sarà una risposta chiara e precisa?-
Fred scosse le spalle. – Dipende dai punti di vista. Sicuramente è sincera!- ammise.
Hermione soppesò le sue parole. Assottigliò lo sguardo, senza lasciare quegli occhi vispi, e rifletté sui possibili significati e le possibili implicazione. Ma aveva poco su cui lavorare, perciò decise che le bastava.
- D’accordo, accetto!- rispose, senza però abbassare la guardia.
Fred annuì con un sorriso.
- Avanti, quale sarebbe la domanda?- chiese tranquillo.
Hermione sospirò e chiese: - Perché?-
Fred la guardò in silenzio per qualche secondo e poi disse semplicemente: -          Non lo so!-
Hermione aspettò che lui aggiungesse qualcosa, ma Fred rimase immobile e muto.
- Tutto chiaro?- le chiese, notando la confusione sul volto della ragazza.
- No. –
- Mi dispiace, allora, perché non ho altro da aggiungere!-
- Che diamine significa “non lo so”? Non è nemmeno una risposta!-
- Sì che lo è, solo che non l’hai capita!-
Hermione chiuse gli occhi, sbuffando. – A volte provo questo desiderio irrefrenabile di..-
- Spogliarmi?- tentò lui, con un ghigno.
- No, ucciderti!- sbottò lei, aprendo gli occhi. – Quindi quella sarebbe la tua risposta?-
Scosse la testa. – No, c’è dell’altro!-
Sospirando di sollievo, Hermione incrociò le gambe sul materasso e aspettò.
Fred le sorrise, un sorriso così serio che Hermione sentì un campanello d’allarme risuonarle nel cervello. Vide il suo volto farsi più vicino. Le sue labbra stavano per sfiorarla.
- Hai intenzione di rispondermi?- chiese, la voce che tremava.
Fred annuì. – Sto per farlo!- sussurrò.
E la baciò. Lentamente, con dolcezza. Le prese il viso fra le mani e la attirò a sé. Nel giro di pochi istanti, Hermione era stesa sul suo letto e Fred era al suo fianco. La baciava con calma, accarezzandola con lentezza studiata. Qualcosa si mosse nel petto di Hermione e capì che era il suo cuore. Aveva perso un battito. Era confusa, stranita e sorpresa. Non l’aveva mai baciata così, a parte in quello sgabuzzino nascosto, durante quella tregua assurda. Non c’era frenesia nei suoi baci, né nelle carezze. Le sue labbra erano più morbide del solito, la sua lingua più calda. Eppure erano le stesse labbra che poche ore prima l’avevano trascinata sull’orlo della follia. Era la stessa lingua che l’aveva fatta gemere. Erano le stesse mani che l’avevano desiderata e posseduta, che l’avevano trascinata nell’oblio più completo. La passione, ora, era cambiata. Aveva un sapore diverso, un calore diverso.
Lentamente, le slacciò la camicia. Accarezzò con le dita la sua pelle fredda, che si scaldò sotto di lui. Hermione lo aiutò a sfilarle la camicia, che cadde a terra, oltre le tende, un manto bianco sul pavimento grigio e gelido. Salì sopra di lei, e Hermione sentì la pelle di lui a contatto con la sua. Un brivido le percorse la spina dorsale, mentre la sua pelle diventava più calda. Continuava a baciarla con lentezza esasperante, Hermione si chiese dove fosse finita la passione bruciante di poche ore prima. Si chiese perché fosse cambiata, trasformandosi in qualcosa di più labile ma altrettanto profondo. Accarezzò i suoi capelli rossi e comprese, in quel momento, che non aveva senso porsi delle domande. Perché quello era il momento delle risposte, ma lei era troppo testarda per coglierle.
Testarda e impaurita.
Ma non c’era spazio per la paura. Tra le sue braccia non c’era mai stato spazio per la paura! Né la prima volta, né le altre. Lasciò che quei baci languidi la cullassero, lasciò che le sue braccia la avvolgessero. Lasciò che la spogliasse senza fretta, senza opporsi, senza pensare. Svuotò la mente da ogni cosa: dubbi, domande, pensieri e risposte nascoste. Doveva scomparire tutto.
Doveva rimanere solo lui..
Non le importava sapere perché. Era quella la risposta. Non le importava saperlo, perché sapeva di non poterlo sapere. Come lui. Le sue parole acquistarono improvvisamente senso. Non sapevano a cosa stavano andando incontro, ma lo avrebbero affrontato. Insieme. Era semplicemente successo. Si erano lasciati trascinare da qualcosa che li aveva attratti l’uno verso l’altra. Dove li stesse conducendo, non era dato saperlo. E non importava.
Fred scostò il volto dal suo e scese accanto al suo orecchio.
- Fidati di me..- sussurrò.
Hermione sorrise. Per la prima vera volta nella sua vita, poteva essere sincera con se stessa, senza ostacoli, senza freni e senza paure.
- Mi fido di te..-
E l’oblio divenne fuoco. I sospiri soffocarono fra i baci e tutto divenne perfetto. Come le bolle di sapone che erano esplose sulla loro pelle, così le mani cercarono calore e lo trovarono. Come l’acqua calda che li aveva cullati in quella vasca, così i loro corpi cercarono riparo l’uno nell’altra. Perché non c’era una risposta. Non esisteva. Esistevano semplicemente loro, nati per essere uniti, e non importava sapere perché. Era finito il tempo delle domande ed era finito il momento delle risposte.
Rimanevano loro a condividere quell’attrazione.
Un tuono squarciò il silenzio. Fuori dalle mura la tempesta era tornata. Hermione sentì il proprio cuore pulsare e capì che la tempesta, fuori, era nulla in confronto alla tempesta che lei aveva dentro. I lampi di luce erano nulla in confronto ai lampi di piacere. La pioggia non avrebbe mai spento quella fiamma accesa che le bruciava le vene. Strinse con forza le mani sulla sua schiena, desiderando che quel momento non finisse mai, che lui non la lasciasse mai andare. Sospirò sulle sue labbra, cercandole poi di nuovo, soffocando in quella bocca una nuova ondata di folle piacere. Un altro tuono scosse l’aria attorno a loro, ma sembrava così distante da essere quasi silenzioso. Perché era nulla in confronto al resto. Era nulla in confronto al tremore dei loro corpi, alle scosse che li percorrevano. Il freddo del gelido inverno era nulla in confronto a quel fuoco che solo loro potevano alimentare. Non erano soli in quella stanza, ma era come se lo fossero. Erano riusciti a ritagliarsi il loro spazio magico, il loro momento magico.
Una dimensione tutta loro, dove non poteva esistere nient’altro.
 
 
 
 
 
 
- Resta qui..- borbottò Fred, stringendola con più forza.
Ridendo, Hermione si liberò delle sue mani e chiuse un solo bottone della camicia. Era inutile allacciarli tutti!
- Non so te, ma io non ci tengo a dare il buongiorno a tuo fratello e a Lee conciata in questo modo, uscendo di soppiatto dal tuo letto!- sussurrò.
Fred sorrise a occhi chiusi e Hermione si chinò per baciarlo.
- Ci vediamo fra poco!- mormorò, leggermente avvilita.
- Sei arrabbiata con me, vero?- chiese divertito.
- Se verrò bocciata in tutti i G.U.F.O., sarai tu a pagare le conseguenze!-
Fred aprì gli occhi. – Non verrai bocciata! Sei la strega più brillante della scuola!-
Hermione arrossì e scosse la testa.
- Granger, alla luce di tutto quello che abbiamo fatto riesci ancora ad arrossire per un complimento sulla tua fin troppo nota intelligenza?- la prese in giro.
Hermione lo fulminò con lo sguardo. – La prossima volta entro nel letto di George!-
- Non gli dispiacerà, immagino!- rispose tranquillo, ma Hermione colse una punta di durezza nella sua voce.
Hermione sorrise con falsa dolcezza. – Andiamo Weasley, alla luce di tutto quello che abbiamo fatto riesci ancora a ingelosirti per una battuta su tuo fratello?-
Fred scosse la testa ridendo e la afferrò all’improvviso, trascinandola di nuovo sul letto e cominciando a baciarla.
- Stai diventando brava con le battute, Granger!-
- Ero brava anche prima, sei tu che hai la tendenza a sottovalutarmi!- rispose.
Dopo un ultimo bacio, Hermione uscì, controvoglia, dal letto di Fred e dalla sua stanza. L’alba stava sorgendo e il castello cominciava a illuminarsi. Il corridoio era ancora nella penombra, ma Hermione poté sentire gli uccelli cantare fuori dalla finestra. Un nuovo giorno stava cominciando e lei non aveva dormito. Sorridendo, percorse in punta di piedi il corridoio. Aveva i jeans in mano e la camicia mezza slacciata, ed era scalza. Per un momento, pensò a cosa sarebbe successo se avesse incrociato qualcuno.
Evidentemente, doveva essersi fatta il malocchio da sola, perché una porta si aprì e Harry, in un pigiama azzurro, uscì stropicciandosi gli occhi da sotto gli occhiali tondi. Hermione si immobilizzò a metà di un passo e Harry sgranò gli occhi allibito, per poi strizzarli di nuovo, pensando forse di essere ancora addormentato.
Il Prescelto aprì bocca per parlare e Hermione, rossa come i capelli della famiglia Weasley, si portò un dito sulle labbra, facendogli segno di tacere. Harry chiuse delicatamente la porta e si avvicinò a lei.
- Hermione che diavolo ci fai qui?- sussurrò, ancora allibito.
Hermione indicò imbarazzata la stanza di Fred e Harry, chiudendo gli occhi, sospirò.
- Ma la Stanza delle Necessità non andava bene?- sbottò, riaprendo gli occhi e guardandola in tralice.
Hermione scosse le spalle. – E’ stata un’emergenza!- rispose, ma poi vide gli occhi di Harry allargarsi come quelli della Cooman e sussultò, portandosi una mano sulla bocca. – Oh cielo, mi sono espressa male..intendevo dire...-
Ma Harry alzò una mano e scosse la testa. – Facciamo così: non lo voglio sapere!-
Hermione sorrise davanti all’imbarazzo del suo migliore amico.
- Sai di essere senza pantaloni, vero?- le chiese, indicando le sue gambe senza guardarle.
Hermione arrossì e strinse i bordi della camicia, cercando di coprirsi. – Ehm..sì..- borbottò.
- Sparisci, prima che qualcuno ti veda!- mormorò il Prescelto, prendendosi la testa fra le mani.
- Più tardi ti restituisco il Mantello!-
Hermione si allungò per baciargli la guancia e corse via. Era quasi arrivata alle scale,  quando Harry la richiamò.
- Hermione?- sussurrò.
- Sì?-
- Credo di aver capito cosa intendessi quel giorno in biblioteca!- confessò, arrossendo.
Hermione sorrise all’amico e una felicità improvvisa la invase. Dalla finestra alla sua sinistra, un raggio di sole colpì il pavimento di pietra e illuminò il corridoio. Il mondo, fuori, stava dando il suo saluto al sole e al nuovo giorno. Le nuvole si erano diradate, permettendo al sole di illuminare le verdi montagne. La tempesta era finita. Hermione sorrise, pensando a quanto fosse reale la quiete dopo la tempesta. Rivolse a Harry uno sguardo profondo e sincero.
- Era questione di tempo, Harry. Le cose che cerchiamo trovano sempre il modo di arrivare a noi!-
 
 
 
 





Dice l’Autrice:
 

 
 
Spero veramente di essermi fatta perdonare per il finale dello scorso capitolo!! Voglio solo ringraziarvi per tutto il sostegno che mi regalate e per seguirmi! Questo capitolo era dedicato tutto a voi! :)
Be’, lascio a voi la parola: che ne pensate?
Un bacio grande!
Amy :)
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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