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Autore: kittanize    29/11/2013    1 recensioni
Un ragazzo che ha realizzato tutti i suoi sogni. Una ragazza ha cui sono stati distrutti. Rapimenti. Assassinii. Vendetta. Amore.
"Odio, Rabbia e Vendetta è questo di cui sono fatta ora!"
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(anne: https://scontent-b-mxp.xx.fbcdn.net/hphotos-ash3/1383625_629003563809749_502444150_n.jpg)

 
Alle sette la sveglia iniziò a suonare. Come sempre e come tutte le mattine la spensi. Mi alzai e goffamente infilai i jeans neri e una maglia grigia, abbastanza scollata e a maniche lunghe.
Mi diressi in cucina, presi un pentolino per riscaldare un po’ latte e su un piatto ci misi quattro biscotti.
I biscotti li aveva fatti la signora Ackerman, la vicina. Odio la signora Ackerman. È sempre stata una cazzona altezzosa. Ci ha sempre regalato da mangiare. Carne, pane, prosciutto, verdure e d’inverno quando faceva troppo freddo ci premetteva di usare la sua sega circolare, per tagliare la legna. La sua non è gentilezza né fedeltà verso i vicini. La sua è semplice pietà. Quando ci da qualcosa nei suoi occhi, nei movimenti, nelle smorfie non c’è niente. Non c’è nulla. Perché noi. No io. Non sono nulla. Solo una ragazzina che ha avuto la sfiga di nascere in una famiglia povera.
Versai il latte in una tazza e portai il tutto in salotto. In salotto c’è mia madre che sta seduta sulla poltrona vicino al camino a guardare il fuoco, ormai spento.
 
“buongiorno mamma” la salutai. Come sempre “ti ho portato la colazione”
 
Lei, sentendo la mia voce, si girò verso di me mi esaminò il viso, le spalle fino ad arrivare alla tazza di latte e il piatto con i pochi biscotti. Non disse nulla si limitò a osservarmi per poi girarsi verso il camino.
Presi l’accendino e qualche ciocco di legno e dopo qualche minuto il fuoco, che mia mamma amava tanto, si accese. Lo guardai crescere, da piccola fiammella insicura a grande fiamma senza paura.


 “stanotte sono riuscita ha dormire due ore” dissi
 
Nessuna risposta. Staccai gl’occhi dal camino e osservai il viso di mia madre. Nessuna espressione. Mi chiedo sempre se riesce a capire quello che dico, e a volte se mi sente quando le parlo. Mi sedei ai piedi della poltrona, vicino alle sue gambe. Appoggiai la testa nel bracciolo. Mi voltai verso il suo viso e osservai gli scuri capelli spettinati, i suoi occhi verdi, ormai vuoti, il suo viso segnato dall’età e dal dolore. Il dolore che l’ha portata a chiudersi, come una conchiglia. Lo stesso dolore che provo io. Presi la sua mano. Fredda e iniziai a riscaldarla. Ci provai. Ma lei la ritrasse subito. Mi guardò con sguardo interrogativo. Io le sorrisi.
 
“scusa”
 
Presi la tazza di latte fumante e gliel’ha porsi. La osservò per qualche minuto fino a prenderla. Il calore della tazza la fece sospirare e lentamente iniziò a bere.
 
POV NIALL
Scesi dall’aereo e vidi milioni di ragazze. Urlavano. Piangevano. Erano felici di vedermi in forma. Mi fermai a fare foto e autografi. Ero felice di vederle felici. Ne feci il più possibile fino a quando la guardia mi costrinse a entrare in macchina.
 
“hey! non gasarti troppo!” scherzò Zayn
 
“già se no sverrai per la troppa emozione!” esclamò Louis ridendo
 
“non c’è da scherzare!” li sgridò Liam fulminando Lou
 
“le fan sono felici di rivederti!” disse Harry indicando le fan che rincorrevano la macchina
 
“già..” sospirai
 
“sei stanco? Lo sapevo! Non sei ancora pronto per il concerto! Chiamo Paul e gli dico che non stai bene!” dice Liam prendendo il cellulare
 
“sto bene Liam” lo fermai “Sono guarito, la riabilitazione è stata lunga ma è andata alla grande, le prove andate bene e ora voglio cantare con voi”
 
“non ho mai dubitato che saremmo tornati a cantare” dice Harry
 
“Io sapevo che avresti fatto il culo alla malattia” disse Zayn
 
“la riabilitazione è stata lunga?! Sono diventato nonno nel frattempo!” scherza Louis
 
“va bene.. ma non strafare!” si raccomanda Liam
 
“tranquillo!” lo rassicuro
 
*FLASH BACK*
Ero seduto nel divanetto del camerino. Mi massaggiavo le tempie. I ragazzi sono allegri e chiassosi. Forse troppo. Mi buttai nello schienale sempre continuando a massaggiarmi.
 
“prendimi Liam!!” esclama Louis d’un tratto
 
BASTAAAAAAAAAAA!!  FATE SILENZIO CAZZO!!” sbuffai spostando il peso sulle ginocchia
 
Nella stanza calò il silenzio, erano rimasti tutti sorpresi. 
 
“stai bene Niall?” mi chiese Zayn
 
“si si si sto bene” risposi
 
“non sembra.. ti fa male la testa?” domandò Harry
 
“no cioè si…. Ma non molto!”
 
“sicuro di stare bene è da un pezzo che hai queste emicrania” disse Liam porgendomi un bicchier d’acqua
 
“sicuro di riuscire a cantare possiamo annullare tutto se non ti senti bene!”
 
“no sto bene! Prendo una pasticca e torno come nuovo!” dissi
 
Mentre bevevo bussarono alla porta.
 
“ragazzi pronti?” chiese Paul
 
“noi si ma Niall..” disse Zayn
 
“stai male Niall? In effetti ti vedo un po’ pallido”
 
“sto benissimo! Ho preso una pasticca per il mal di testa!”
 
“sicuro?” chiese
 
“sicuro!” risposi
 
“sicuro? sicuro? sicuro?” insistette
 
“sicurissimo”
 
Paul mi guardò preoccupato. È vero non sono in forma ma non voglio annullare il concerto per un mal di testa! Poi le fan hanno fatto tanta strada per sentirci non sarebbe giusto nei loro confronti.
 
“va bene.. ma se stai male femati!” mi disse
 
Mi alzai dalla poltroncina e seguii i ragazzi verso il palco. Mi sistemarono il microfono e salimmo sul palco. Le fan ci acclamavano. Potevo vederle tutte. Potevo vedere anche quelle più lontane. Potevo vedere Tutti i loro sorrisi. Tutte le loro lacrime. Potevo sentire la loro felicità.
Non mi importava nulla del mio mal di testa volevo cantare per loro.
Iniziammo subito con ‘What Makes You Beautiful’ poi con ‘Kiss You’ ‘Last First Kiss’ ‘Taken’ ‘Rock Me’ ‘I Wish’ fino ad arrivare a metà concerto. Dovevamo cantare ‘Little Things’ iniziava a mancarmi il fiato e sentivo le tempie pulsare. Mi appoggiai sulle ginocchia, per prendere fiato. Avevo la vista offuscata ma toccava a me. C’era il mio assolo. Dovevo cantare. Cercai di raddrizzami eretto ma caddi.
Cascai di lato. Potevo sentire il pavimento freddo. Sentii la musica fermarsi. Le grida delle fan preoccupate e intravedevo sopra di me i volti del ragazzi preoccupati. Poi svenni.
 
 
Quando mi risvegliai ero in una stanza bianca. Avevo addosso il mio pigiama. Mi guardai intorno per capire dov’ero. Una stanza bianca quasi sicuramente è un’ospedale. Alla mia destra vidi Zayn e Louis seduti su un divano e alla mia sinistra Liam su una sedia. Dormivano.
Qualcuno spalancò la porta, era Harry. Aveva in mano una cioccolata e aveva gli occhi rossi. Appena mi vide lasciò perdere la cioccolata e mi corse incontro.
 
NIAAALL!!” esclamò abbracciandomi
 
Sentii gli altri sobbalzare dallo spavento per poi saltarmi addosso.
 
“stai bene!?!” chiese Zayn
 
“finalmente!” esclamò Louis
 
“non spaventarci così!” mi sgridò Liam
 
“ragazzi.. così soffoco!” dissi
 
I ragazzi mi lasciarono e una volta ricomposti si misero accanto a me. Sembravano stravolti. Stanchi.
 
“cosa è successo?” chiesi confuso
 
Dopo la mia domanda ci fu un attimo di silenzio.
 
“non ricordi?” disse Louis fiebilmente
 
Mi fermai a pensare.
 
“ricordo che stavamo facendo un concerto. Cantavamo Little Thing e… non mi sentivo bene poi…”
 
“sei svenuto..” disse Zayn
 
Rimasi in silenzio qualche secondo per poi dire “ma adesso sto bene! Non c’è da preoccuparsi!”
 
“niall..” iniziò Harry con gli occhi gonfi di lacrime “ti hanno fatto degli esami al cervello e.. hai…”
 
Harry si fermò. Come se non volesse pronunciare l’ultima parola. Sentii tutti i muscoli del mio corpo contrarsi. Il cuore iniziò a battermi forte. Non voglio sapere cosa c’è che non va in me. Non voglio. Volevo zittirlo. Non volevo sentire quelle parole. Qualsiasi esse siano. Porteranno dolore. Ma non lo fermai anzi presi la mano di Harry. Per incitarlo. Dovevo sapere cosa mi sarebbe successo.
 
“hai un cancro
 
POV ANNE
Mi misi hai piedi di un albero e aspettai. Aspettai in silenzio. Il momento in cui sarebbero usciti. Ero pronta in qualunque momento. Un colpo e sarebbe morto. Un colpo e avrei portato a casa la cena. Quando uno scoiattolo usci dalla sua tana era passata una mezzora. Puntai. E sparai. Il corpo dello scoiattolo senza vita cadde in terra. Misi la sicura al fucile, presi la preda e mi ritirai dai boschi.
Avrei preparato uno stufato di scoiattolo. Sarebbe stato abbondante e avrei potuto conservarlo.
Salii sul furgoncino arrugginito e mi diressi verso casa.
Arrivata a casa parcheggiai, scesi ed entrai in casa. Iniziai a scuoiare lo scoiattolo. Con la pelle che conservavo potevo ricavarci una coperta. Accesi il fornello e dentro buttai cipolle e diversi verdure. Molte donatami dalla signora Ackerman. Una volta pulito gettai anche lo scoiattolo.
Bussarono alla porta.
 
“avanti è aperto” dissi
 
“Hey Anne” disse l’uomo entrando
 
“ciao Joy” lo salutai freddamente
 
Si sedette nella sedia della cucina e si accese una sigaretta.
 
“lo sai che non mi piace il fumo” dissi
 
“non piace a te o a tua madre?!” disse sogghignando
 
Strinsi la mano a pugno. Lo sapeva che mi dava fastidio e lo faceva a posta a stuzzicarmi. Vuole farmi incazzare ma non ci riuscirà. Dovevo rimanere calma così continuai a cucinare.
 
“non piace a entrambe!” risposi
 
“allora che prepara di buono la nostra piccola grande donna?” chiese sempre con tono irritante
 
“stufato di scoiattolo”
 
“mmmmmmh! Che prelibatezza!”
 
“che cazzo vuoi Joy!? Se sei venuto qui a prendermi per il culo alza i tacchi!” esclamai voltandomi verso di lui
 
Lui iniziò a ridacchiare. Aveva ottenuto quello che voleva. Farmi incazzare.
 
“sono arrivate” disse spegnendo la sigaretta nel tavolo
 
Lo guardai qualche secondo poi chiesi “davvero?”
 
Lui annuì “sono nel magazzino abbandonato dove mi hai chiesto di portarle”
 
“sono tutte?” chiesi
 
“tutte pistole, mitragliette, fucili, bombe.. c’è tutto!” disse lui gesticolando
 
Mi appoggiai al piano di lavoro della cucina per sostenermi e mi scappò un sorriso.
 
“che sorriso beffardo.. tigre!” esclamò Joy accendendo un‘altra sigaretta
 
Mi avvicinai a lui appoggiando i palmi sul tavolo.
 
“e quello?” chiesi
 
“quello cosa?!” disse
 
Lo fulminai con gl’occhi.
 
“tranquilla tigre! Scherzavo! C’è anche quello!” disse lui appoggiandolo nel tavolo
 
Joy si alzò e si diresse alla porta si fermò e disse “ci vediamo domani, piccola!”
 
Non risposi mi limitai a guardare l’oggetto sul tavolo. Lo guardai per qualche istante. Eccola. La cosa che mi avrebbe portato alla pace. Ecco l’iniziò della fine.
Presi l’oggetto tra le mani e me lo portai al petto lo strinsi forte a me come se potesse scappare.
 
manca poco Eve” sussurrai
 
 
 
 
To be Continued
  
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