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Autore: GiuliaGiuxi    30/11/2013    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Percy non fosse stato un mezzosangue?Se Annabeth Chase fosse solo una ragazza bionda con una vita del tutto normale?Se il parlare di Dei e di tutto ciò che riguarda la cultura greca fosse riservato solo ed esclusivamente all'ora più odiata di tutte,cioè quella di greco?E cosa,ancora,se il campo Mezzosangue non fosse in realtà soltanto il parco più grosso della città,quello a pochi passi dalla scuola?
Dal primo capitolo:
-Ciao,Testa d'alghe.-
La prima volta che litigammo mi stava per chiamare "testa di cazzo" davanti a tutti solo che all'ultimo la prof entrò in classe e fu costretta a cambiare "di cazzo" con la prima parola che le passò per la mente e quindi uscì "Testa d'alghe". Ora non so come gli fossero venute in mente le alghe nel bel mezzo della litigata, ma ora mi chiama così.
-Chase-dico facendo un sorriso sprezzante.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Odio il suono della sveglia, così assordante e indesiderato. Odio le mattine, così fredde e veloci a casa mia. Mi ritrovo tutti i giorni a svegliarmi da sola, in una casa completamente vuota: mia madre è quasi sempre fuori per lavoro, ma, anche se ci fosse, le cose non sarebbero molto diverse. Io e mia madre non abbiamo mai avuto un buon rapporto: non è la classica madre che incoraggia sempre la figlia e le fa le feste quando le porta un disegno, o la abbraccia per qualsiasi cosa. Mia madre è sempre stata quel genere di donna che ti guarda con freddezza e disprezzo, a cui non va mai bene nulla e che pensa che non sarai mai alla sua altezza, quindi sarai sempre una nullità.
Ho sempre lavorato sodo per farle capire che forse non valgo come lei, ma non sono nemmeno una completa nullità, ma a lei non importa di tutto quello che faccio perchè lo considera meno di zero.
Appena metto piede fuori dal portone di casa una ventata di aria gelida mi investe completamente e mi fa rabbrividire.
Alzo la testa da terra per attraversare la strada e mi ritrovo due occhi color cioccolato dall'altra parte della via che mi fissano con allegria.
-Non ci posso credere- sussurro attraversando di fretta la strada e avvicinandomi a Crono che è appoggiato al muro e continua a guardarmi ghignando.
-Mi stai seguendo, di nuovo- sbraito non appena arrivo davanti a lui.
Crono si stacca dal muro in tutta tranquillità, tira una boccata di  fumo dalla sigaretta e poi si avvicina ancora un po' a me, costringendomi a fare un passo indietro:- Buongiorno anche a te, Annabeth. Si, sono molto felice di rivederti anche io. E figurati, non c'è problema, mi fa piacere accompagnarti a scuola.-
Lo fisso in silenzio per qualche secondo, poi capisco cosa ha detto e lo guardo in cagnesco:- Non mi accompagnerai a scuola, né ora né mai.-
-Sai che lo farò, sai che faccio sempre tutto quello che voglio- aggiunge Crono mettendo le mani in tasca e avviandosi verso la scuola.
Lo seguo di malavoglia e trascinando i piedi per terra:- Avevi detto un appuntamento, non che saremmo dovuti diventare migliori amici- mugugno.
-Chi ha detto che dobbiamo diventare migliori amici? E poi, potrebbe essere questo l'appuntamento- aggiunge girandosi verso di me.
-È questo l'appuntamento?- domando speranzosa.
-Ovvio che no, non sono così stupido. E poi ti ricordo che mi devi anche un favore.-
-Si, parlando di quello...- inizio titubante incominciando a giocare con una ciocca di capelli.
-Non so cosa ti chiederò- mi interrompe Crono -e nemmeno quando. Se avrò bisogno di qualcosa e tu potrai aiutarmi, allora ti verrò a cercare. Ma non penso che sarà una cosa da nulla, per me i favori sono qualcosa ti importante.-
Forse sarebbe stato meglio se mi fossi fatta vedere da Percy e Grover. Se non avessi chiesto a Crono di nasconderci nel vicoletto per non farci vedere da quei due, non gli dovrei nessun favore in questo momento. Questo ragazzo è un pazzo.
-Ma, ti prego- aggiunge quando nota che sono impallidita e che fisso distrattamente il vuoto -non aspettare con ansia il momento in cui verrò a risquotere il favore che mi devi. Non ti chiederò nulla di illegale. Tranne, forse, uccidere Jackson- aggiunge poi gettando per terra la sigaretta.
-Inquini l'ambiente, capra- sbraito tirandogli un pugno sulla spalla.
-Si, anche tu inquini l'ambiente con le tue grida, ma non mi sembra di averti detto di stare zitta, no?- risponde tirando fuori un'altra sigaretta dalla tasca e accendendola.
-Potresti smetterla di fumare? Mi da tremendamente fastidio l'odore. Senza contare che fa malissimo alla tua salute. Ne fumi due ogni secondo, cavolo.-
-Diamine Annabeth, rilassati. Qualcuno ti ha mai detto che sei pesante?- domanda allargando le braccia e liberando tutto il fumo che aveva in bocca davanti alla mia faccia.
Inizio a tossire ed ad allontanarmi da lui, allungando il passo come se stessi facendo una maratona. Prima arrivo a scuola e prima mi libero di questo individuo con un quoziente intellettivo parecchio al di sotto della media. Non posso credere di dover andare ad un appuntamento con lui. E non posso nemmeno credere di essergli in debito. Come minimo mi chiederà di saltare da un aereo senza paracadute perchè ha scommesso con i suoi amici che sarei arrivati al suolo con solo qualche ossa rotta.
-Quanta fretta- mi sussurra all'orecchio raggiungendomi.
-Senti, non capisco cosa tu voglia da me. Cioè, lo capisco, vuoi il tuo appuntamento. E il tuo stupido debito. E io ho detto che avrai tutti e due, e non mi rimangio ciò che ho detto. Però non avevamo parlato di avere un accompagnatore che mi scorta fino a scuola, o di qualcuno che mi pedina per vedere dove abito. E non mi sembra che avessi minimamente accennato al fatto che avrei avuto te, le tue stupide sigarette e la tua faccia intorno. Quindi adesso giri i tacchi e torni tra la tua gente, amici o meno che siano, a dettar legge. A fare quello che ti pare. Minacciali con il coltello, urlaci dietro e vomitagli le tue cavolate addosso, ma smettila di seguirmi. E, soprattutto, smettila di parlarmi. Quando avrai deciso cosa fare per l'appuntamento me lo verrai a dire, tanto sai dove abito, e anche dove vado a scuola. Ora lasciamo in pace- dico con tutta calma e fissandolo intensamente negli occhi. 
I suoi occhi color cioccolato mi fissano un po', impenetrabili, poi si arricciano ai lati e, anche se non sto guardando la sua bocca, capisco che sta sorridendo.
Sbuffo esasperata e faccio per girarmi e proseguire per la mia strada, quando Crono mi afferra il polso e mi fa voltare verso di lui, per poi lasciarmi subito dopo.
-Sei davvero così?- domanda incrociando le braccia al petto.
-Così come?- chiedo incredula.
-Tu-inizia avvicinandosi un po', ma poi si ritrae -lascia stare. Non è importante.-
-Bene, hai intenzioni di andartene allora?- domando sbattendo il piede per terra.
Lo so, molto maturo da parte mia. Maturo come il comportamento di una bambina di cinque anni. Ma è davvero stancante parlare con le persone come Crono che, qualsiasi cosa tu dica o faccia, continueranno a fare quello che stavano facendo prima, anche se sanno che ti da profondamente fastidio.
-Questo sabato. Tra tre giorni, l'appuntamento. Nel frattempo non mi farò vedere, non ti contatterò. Sarà come se non esistessi. Va bene?- chiede guardandomi intensamente, come se si aspettasse chissà che risposta.
-Non mi basta 'non mi farò vedere': non ti farai vedere, ma non mi seguirai di nascosto. Né tu né uno dei tuoi amici. Sarà davvero tutto come prima di ieri. Poi ci sarà sabato: io verrò a questo stupido appuntamento come ti ho promesso e poi tornerà di nuovo tutto come prima. Io non parlerò più con te e tu con me. Se mi incontrassi per strada faresti finta di non conoscermi. E, soprattutto, non minaccerai mai più Percy, o tutti gli altri miei amici. È questa la condizione Crono. Un appuntamento e poi basta. Tornerei nel tuo 'regno' per sempre, almeno per quanto mi riguarda.-
Per un attimo penso di vedere la sua mascella irrigidirsi, ma è solo un secondo perchè poi torna a ghignare, come al solito. 
-Sai che non sarà così- dice passandosi una mano nei capelli.
-Sai che non sarà così- lo scimmiotto, poi mi alzo sulle punte per essere alla sua altezza e lo guardo direttamente negli occhi, sperando che questa volta capisca davvero ciò che dico:- Non so per quale motivo, ma il tuo ego è davvero enorme e pensi di essere al centro dei pensieri di ogni persona su questa terra. Notizia dell'ultimo minuto Crono, non lo sei.-
-Non pretendo di essere il centro del mondo di nessuno, Annabeth. In realtà sto solo chiedendo la possibilità di essere trattato come una persona normale, per una volta. Con un appuntamento con una ragazza normale- sibila a denti stretti a pochi centimetri dalla mia faccia che diventa una maschera sempre più piena di sorpresa ogni secondo che passa.
-Forse-dico allontanandomi un poco dalla sua faccia e dal suo corpo -forse dovresti chiedere un appuntamento ad una ragazza in maniera normale, come fanno tutte le persone, non minacciando la gente.-
-Forse è l'unico modo in cui i riesco ad ottenere qualcosa- borbotta allontanandosi a sua volta da me.
-È comunque sbagliato, Crono. Io- mi interrompo, per paura di dire troppo e sbuffo, esasperata.
-Tu cosa?-
-Io penso che tu sia tremendamente spaventato dall'idea di rimanere solo e pensi che l'unico modo per impedire che ciò accada e minacciare le persone affinchè esse ti siano sempre accanto. Ma questo è essere soli. Puoi dire di non essere più solo quando una persona rimane al tuo fianco perchè lo vuole, perchè ne ha bisogno. Non puoi costringere le persone a stare al tuo fianco, perchè finiranno solo per odiarti e colpirti alle spalle, appena potranno- termino con amarezza.
Mi guarda per qualche secondo:- Ti chiedo solo di venire senza pregiudizi. Immaginala come una serata normale con un amico normale.-
Lo guardo negli occhi che, per la prima volta, non sono impenetrabili, e capisco che ci tiene davvero, a questa serata in totale normalità, quindi sbuffo, ma alla fine annuisco.
-D'accordo, niente pregiudizi. Sarà una serata normale.-
Mi sorride e, prima ancora che possa rendermene conto, mi posa un leggero bacio sulla guancia e va via, accendendo un'altra sigaretta.
Quella di sabato sarà una serata davvero strana.


 
Mieidei, sono tornata. Sono passati quanto, 3184721 anni? So che è colpa mia, se no di chi, dato che scrivo io? So anche che il capitolo fa schifo ed è corto, e mi dispiace un sacco perchè parto con delle aspettative super alte, e poi esce questo schifo. So anche di non aver risposto alle recensioni, e mi dispiace, ma le ho lette tutte e vi ringrazio infinitamente. Ringrazio anche tutti quelli che hanno messo la storia nelle preferite, seguite e ricordate. Grazie, grazie, grazie!
Vi voglio bene,
Giuls
ps: passare dal ginnasio al liceo è una botta
ps2: sto leggendo HoH, qualcuno l'ha letto?
ps3: credo di aver trovato un attore che sarebbe il perfetto Crono ps4: sto lavorando a un'altra cosa su PJ, ma è una cosa piccolissimissima che metterò appena avrò il tempo per finirla c:
   
 
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