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Autore: Maestroni_98    01/12/2013    2 recensioni
Brooklyn, due rgazze e nessun ricordo...
Qui inizia questa FF, tra pezzi di puzzle che si concidono e strade piene di insidie, le nostre protagoniste Lexi e Megan dal passato offuscate, si ritroveranno ad unire tutti i pezzi del puzzle.
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Doveva essere mio!
 
 
 
 
POV LEXI
Dopo le varie ore di scuola, che mi avevano ridotto più esasperata di prima, ci mancava solo passare davanti al gruppetto del BRONX di Jace!
Feci un profondo respiro e passai davanti, mantenendo lo sguardo sull’asfalto.
E poi fui davanti a loro.
“Lexi.. Quando è che ti togli questa maschera e fai vedere bene chi sei?” mi chiese Jace.
“E tu quando imparerai a farti i cazzi tuoi?!” chiesi innervosita guardandolo di traverso fermandomi.
“Io mi faccio i cazzi miei, ma, dato che mi annoio, mi faccio pure i cazzi tuoi!” disse avvicinandosi e sorridendomi.
Mi avvicinai anch’io alzando il volto, era un po’ più alto di me.
“Se ti annoi, perchè non vai a scoparti qualche gatta in calore?!” chiesi ironica fissandolo negli occhi.
“Perchè andare da loro quando ci sei tu a mia disposizione?” sorrise malizioso.
Feci un piccolo sorriso, passandomi la lingua sulle labbra.
“Perchè tu credi che riuscirai a portarmi a letto?!” chiesi alzando un sopraciglio.
“Succederà, ne sono sicurissimo!” disse mettendo una mano sulla mia schiena avvicinandomi al suo corpo.
Lo guardai malissimo e di scatto gli presi il braccio che era dietro la mia schiena e lo tolsi, poi feci iniziai ad andarmene prima che potesse dire o fare qualcosa.
Anzi, a ripensarci bene…
Mi girai nuovamente e gli tirai un cazzotto sulla mascella facendogli uscire sangue dal labbro.
“Per ora puoi accontentarti di questo!” dissi in tono divertito, baciandomi il pugno.
“Mi piace quando sei aggressiva!” disse ridendo per poi andare via con i suoi amici.
Seriamente?!
Quanto lo detestavo!

POV MEGAN
Non sapevo cosa fare il pomeriggio…
Poltrire sul divano con un pacchetto di patatine con un film strappa lacrima?!
Naah!
Andare su Facebook, di cui non mi ricordo neanche l’ e-mail e la password?!
Naaaah!
Volevo sapere di più del mio passato, ma non mi ricordo.. anche se ci penso, niente!
Dovevo chiedere a qualcuno che mi conosceva, come i miei genitori ma… non so dove erano!
Qualcuno che può aiutarmi…. Si! Jack!
Presi il telefono e lo sbloccai andando sulla rubrica, cercai il nome Jack e lo chiamai..
Non so perchè ma avevo una strana sensazione al petto quando pesavo a Jack..
Uno squillo..
Due squilli..
“Pronto?” eccolo, ha risposto.. Cosa posso dire?!
“Eeehmm.. Ciao Jack! Sono.. Megan!” dissi morsicandomi un’unghia.
“Ah ciao Megan, volevi chiedermi qualcosa?” chiese.
“Si! Volevo chiederti.. Ti va di venire da me?” chiesi speranzosa in una risposta affermativa.. Ma che mi prendeva?! Perché sono così ansiosa?! Jack è solo il mio amico.. Almeno è quello che mi ha detto lui..
“Si, certo! Dimmi dove sei e vengo a prenderti” disse lui allegro.
“Sono a casa mia.. Solo che, non voglio uscire.. Preferisco stare a casa.. con te!” dissi.
Megan, cazzo! Controllati!
Riaggancia.
“Jack?!”d issi al telefono che produceva un “tu” ripetuto più volte.
Che cosa avevo detto di male?!
Ormai dopo essermi resa ridicola mentre parlavo al telefono, mi ero accomodata sul divano e avevo acceso la televisione.
Come se non bastasse c’era Titanic, mi consolava vedere persone che stavano peggio di me.
Proprio quando mi stavo per addormentare sentì delle mani sugli occhi, mi venne un sussulto.
Un ladro!
No, aspetta i ladri non fanno “Bubu settetè!”.
Appena mi diede la possibilità di vedere il suo volto, mi sentì più tranquilla, era Jack.
“Mi hai spaventata!” dissi poggiando una mano sul petto.
“Volevo sorprenderti” disse lui mettendosi davanti a me e prendendomi in braccio tra le sue braccia che mi reggevano.
“Perché mi hai preso in braccio? Che hai intenzione di fare?!” chiesi non capendo il suo intendo.
“Volevo sorprenderti” mmh.. In che senso sorprendermi?
“Ti porto da me!” disse lui sorridente e uscendo da casa, chiudendo la porta.
“No aspetta.. Non ho l’ abbigliamento adeguato e …” stavo cercando di trovare delle scuse convincenti..
Perché doveva portarmi a casa sua?!
“Non c’è bisogno di un abbigliamento speciale” disse lui adagiandomi sul sedile del passeggero e allaciandomi la cintura di sicurezza.
“Perchè mi stai portando a casa tua?!” dissi iniziando ad agitarmi.
“Poche domande” disse sorridente e partendo.
Poche domande?!
Mi stava solo mettendo più ansia di quella che già avevo!
Non riesco a calmarmi..
“Jack.. “ dissi guardandolo mentre parcheggiava la macchina davanti a una casa.
Non era poi così male.. Anzi.. mi ricordo di questa casa!
Scese dall’auto e venne ad aprirmi la portiera, slacciando la cintura che mi avvolgeva, poi mi prese nuovamente in braccio e percorse il vialetto della casa di fronte aprendo la porta e quando fummo entrati, mi adagiò su un divano in pelle nera.
Nella stanza c’era un meraviglioso profumo maschile mischiato all’odore di sigaretta, mi ricordo di questo!
“Sei a conoscenza dal fatto che ho delle gambe e che posso camminare?!” gli chiedo per poi perdermi in quel magnifico profumo.. Non so perchè ma amavo il profumo maschile mischiato all’odore di sigaretta.
“Si, ma volevo rifare quello che non ho potuto fare per sei mesi… Tenerti tra le mie braccia” disse avviandosi per l’isola della cucina.
Non sapevo cosa rispondere, quindi decisi di cambiare argomento: “Sai, mi ricordo di questa casa.. e anche del profumo mischiato all’odore della sigaretta..” dissi facendomi cadere sul divano chiudendo gli occhi.
“Dunque ti ricordi anche ei miei cocktail?” chiese mentre mi porgeva un bicchiere color puffo che sfumava all’arancione, con una fetta i limone a fiore sul boro del bicchiere.
“Non c’è dentro dell’alcol vero? Non so se lo reggo e non vorrei fare cose di cui possa pentirmi!” dissi prendendo il bicchiere dalla sua mano, quando le mie dita toccarono le sue, mi venne un brivido che mai mi era venuto.
Perchè provavo queste cose?
“Comunque per rispondere al tuo dubbio del perchè ti ho portata qui, è semplice, volevo far si che ti ricordassi qualcosa, come il profumo, i miei cocktail” disse sedendomi a fianco a me.
Mi allontanai leggermente da lui, quella vicinanza mi ammazzava!
“G-Grazie.. C’è, per darmi una mano a ricordare.. I-io..” non riuscivo a parlare “Perchè?! Perchè mi comporto così?!” dissi alzandomi dal divano e appoggiando il bicchiere sul tavolino.
“Che cosa vorresti dire?” chiese perplesso.
“Non riesco a stare con te… Mi fai agitare, il mio cuore sembra vuole uscire dalla cassa toracica.. e poi.. è strano che io mi ricordi solo di questa casa e di questo profumo..” dissi mettendomi le mani nei capelli e guardandomi in torno.
“E’ comprensibile, sei stata sei mesi in coma, non è facile ricordare” disse lui alzandosi e avvicinandosi a me.
Indietreggiai leggermente andando contro la parete..
“Lo so che non è facile ricordare, ma non è giusto essere strana con te e non capire il motivo.. A scuola non era così, mi comportavo normalmente, ma poi quando ti ho chiamato prima è iniziata l’ansia…” dissi guadando in terra.
“Magari è meglio che ti calmi è inutile agitarsi troppo” disse cercando di farmi riaccomodare sul divano.
Lo seguii e mi misi seduta sul divano a fianco a lui e poi dissi: “Non riesco a capire i sentimenti che provo.. Entrata in questa casa troppe emozioni si sono impossessate di me: gioia, dolore, nostalgia, piacere, amore…”
“Ti sei appena svegliata, stai calma… se” disse in tono dolce per poi proseguire la frase soffermata: “Puoi rimanere da me a dormire…Io dormo sul divano, magari ti vengono alcuni ricordi..” disse serio.
“No, non puoi dormire sul divano, è la tua stanza e il tuo letto.. non ti permetto di dormire sul divano..” dissi seria.
“Non era una richiesta” disse un piccolo sorrisetto.
“No! Non dormi sul divano!” dissi io guardandolo negli occhi.
“Allora preferisci dormire con me nel letto?” chiese avvicinandosi al mio volto con un sorrisetto da presuntuoso.
“Non è che mi dia sollievo come cosa, ma mi sentirei in colpa se tu dormi sul divano.. quindi, si! Preferisco dormire con te nel letto!” dissi rimanendo ferma.
“Allora vado a sistemare delle coperte” disse per poi dirigersi in stanza.
Sono sicura che non dormirò sta notte!

POV LEXI
Come al solito i miei genitori  erano alla casa dei malati per aiutare i bisognosi, rivoltante!
Mi ero appena sistemata ed ero uscita velocemente senza che occhi indiscreti mi vedessero, percorsi tutte le vie fino ad arrivare nella mia vera famiglia, il mio Bronx. (http://www.polyvore.com/outfit/set?id=101153454 )
Ma il ritardo dei miei nell’andarsene di casa, aveva procurato anche un ritardo da parte mia e le cose stavano già andando male!
Sangue sull’asfalto, lividi, cazzotti, pugni, calci.
Toby stava facendo il maniaco con un ragazzo implorandolo di fargli male. 
Si, quel ragazzo mi preoccupava!   Si poteva essere così masochisti?!
Caleb stava picchiando con la sua solita aggressività alcuni ragazzi della banda di Jace e ovviamente il sottoscritto era appoggiato alla parete mentre fumava una sigaretta, ripulendosi sul giaccone di pelle nera le nocche sporche di sangue.
Mi feci vedere e urlai:”Toby smettila di fare il depravato!” .
Mi guardò con gli occhi da cucciolo bastonato: “Lexi! Mi serve la tua mano!” disse convinto.
“E per cosa cavolo ti serve?!” dissi alzando un sopraciglio con un aria interrogativa.
Si mise in ginocchio e mi prese una mano tra la sua, come se stava per farmi una richiesta di matrimonio.
Ok, era imbarazzante…
I miei ragazzi stavano picchiando gli altri e le stavano prendendo anche di santa ragione e Toby mi guardava con uno strano luccichio negli occhi, senza contare che Jace stava ridacchiando di gusto.
“Lui non mi piacchia… Fallo tu! Tu mi ecciti!” urlò.
Tutta la rissa si fermò e sentì tutti i volti puntati su noi due, divenni rossa dall’imbarazzo e sentì Jace scoppiò a ridere in una fragorosa risata.
Io non posso arrossire!
Mi controllai e tolsi subito la mano da quella di Toby.
“Idiota!” gli dissi e lo cacciai via con l’indice, per far segno che se ne doveva andarsene.
“Potevi accontentare quel povero ragazzo!” disse Jace avvicinandosi a me.
“Vuoi che accontenti te prendendoti a cazzotti?!” dissi fulminandolo con lo sguardo, per poi continuare:”Mi era sembrata chiara, quando ho detto che non ti volevo nel mio territorio!” dissi acida.
“Io non mi eccito quando mi colpiscono, mi eccito in un altro modo.. “ fece un sorriso malizioso “Sai, avevo voglia di fare a botte e non c’è posto migliore, se non nel tuo territorio!”.
“Sparisci e vatti a scopare qualche puttana nel quartiere…Ops scusa, mi ero dimenticata che sei sessuato!” dissi portandomi la mano sulla bocca pronunciando il mio fragoroso “Ops” di un finto dispiacere.
“Ah, Lexi.. “ disse per poi andarsene con il suo gruppo.
Mi dava dell’innocente?!
Si poteva anche fottere!
Vidi il volto cupo di Duncan voltarsi facendo un sorriso per il suo ottimo lavoro, aveva pestato parecchi dei miei ragazzi…
Doveva essere mio!
 
ANGOLO AUTRICI
Insomma la nostra Megan pian piano si sta avvicinando a Jack, ma chissà quanto durerà… A voi, proprio a voi lettrici, cosa ne pensate di Jack e Megan?
Beh, dopo avervi lasciato con questa domanda, passiamo passare a Lexi, che ha quanto pare ha avuto una “dichiarazione” e come dimenticare il meraviglioso pugno, dato sulla mascella di Jace, la ragazza ci sa fare u.u
Insomma, speriamo che vi piace anche questa FF : )
By ML 
  
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