Serie TV > Kickin' It
Segui la storia  |       
Autore: DisneyStar022    01/12/2013    6 recensioni
[Kickin\\\' It - A colpi di karate]
Kim è una ragazza semplice, dolce e un po' troppo sarcastica. Non sa dire di no e aiuta tutti.
Jack è un duro, ma ha un cuore grande per amare, anche se non gli interessa fidanzarsi.
Che cosa succede quando si mettono insieme il duro più arrogante e la regina del sarcasmo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Kim POV:
"T-Tua madre?" Chiesi scioccata.
Lui deglutì e annuì.
Lo fissai per non so quanto tempo. Ero confusa. Cercavo di dare un senso a quello che mi aveva detto.
La sua mamma.
Sua madre era in prigione...
Perché?
E' di lei che Jace parla sempre?
"P-perché?" Ho chiesto, lo fissava con gli occhi spalancati. Il fatto che la propria madre stia in prigione non credo sia una cosa facile da accettare.
Jack distolse lo sguardo. Ho capito che fosse un argomento difficile.
Ho messo una mano sulla sua spalla. "Jack?"
Lui non mi ha risposto.
Gli misi i palmi delle mani sulle guance. "Jack, guardami."
Ha cercato di mantenere il suo sguardo basso. Jack aveva bisogno di qualcuno. Qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui sfogarsi, e io sarei tanto felice di essere quel qualcuno.
"Dai sono qui... dimmi tutto." Ho detto, sperando di farlo parlare. Alzò lo sguardo. Il dolore e la tristezza nei suoi occhi mi avevano fatto venir voglia di piangere, ma dovevo essere forte.
Deglutì a fatica, ma non distolse lo sguardo.
"Lei-"
"Jack". Qualcuno lo interruppe e ci girammo per vedere un medico.
"Va tutto bene?" Chiese Jack preoccupato.
"La stiamo trasferendo ora all'ospedale."
Jack annuì. "Va bene, ci vediamo lì." Ha detto e incominciò a correre verso l'uscita.
"Jack". Lo chiamai.
Si girò verso di me.
"Vengo con te".
Non avevo intenzione di lasciarlo andare da solo. Potrei sembrare testarda, ma so che lui ha bisogno di qualcuno in questo momento.
Jack fece un respiro profondo. "No Kim, non voglio coinvolgerti in questo. Chiama Eddie e dirgli di accompagnarti a casa, io dovrei tornare tra un po'..." Disse e si allontanò.
Niente da fare, io vengo con te!
Incominciai a correre, cercando di seguirlo.
"Jack!" Gridai di nuovo raggiungendo la sua moto. Mi guardò infastidito.
"Puoi fare tutto quello che vuoi, io non ti lascerò andare da solo." Ho detto incrociando le braccia.
"Kim, non ho bisogno del tuo aiuto." Jack mi ha risposto bruscamente.
Non so perchè, ma quel suo tono mi ha fatto davvero male. Odio quando mi parla in quel modo, ma so anche, che ora è sconvolto ed ha risposto così solo per convincermi a non venire.
Lui salì sulla moto, accendendo il motore. Mi precipitai a salire anch'io, gli misi le mani sulle spalle.
"Che cazzo?!" chiese con frustrazione, girandosi verso di me.
"Shhh ho delle abilità da ninja, non farci caso!" Ho detto con sarcasmo. "Forza, andiamo!"
Jack scosse la testa e borbottò qualcosa tra i denti.
L'ho ignorato, lui partì a gran velocità.
 
Grazie alla velocità folle di Jack, siamo arrivati in ospedale anche prima dell'ambulanza.
Quest'ultima arrivò dopo pochi istanti, una folla di medici accorse vicino all'ingresso del pronto soccorso. Jack corse verso il dottore di prima.
"Rudy, che cosa è successo?" ha chiesto.
"Non lo so. Dobbiamo farle ora le analisi. Ma non preoccuparti, nulla di grave." Ha detto e si precipitò vicino alla barella con la madre di Jack.
Durante tutto quel trambusto sono riuscita ad intravvedere il suo volto. Sono rimasto sbalordita di quanto Jack assomigli a sua madre.
Degli infermieri portarono via la donna in una sala.
Guardai verso di Jack. Lui si passò una mano tra i capelli e sospirò rumorosamente. Anche se cercava di calmarsi, si vedeva che era molto preoccupato.
Mi fermai di fronte a lui, continuò ad ignorarmi. Guardava ovunque tranne me, così ho fatto l'unica cosa che mi è venuta in mente in quel momento.
L'ho abbracciato.
Nessuna quantità di parole si può paragonare ad un abbraccio, inoltre sapevo che in questo momento era esattamente ciò di cui aveva bisogno.
Dopo un po', Jack si lasciò andare.
Siamo rimasti così abbracciati per non so quanto tempo, poi decisi di staccarmi.
Lo guardai nei suoi bellissimi occhi.
"Vuoi parlare con me?" Chiesi dolcemente.
Fece un respiro profondo. "Vieni..." Mi prese per mano, camminammo fuori dall'ospedale.
Ho fatto del mio meglio per ignorare le scintille che attraversavano la mia mano.
 
Ci siamo seduti fuori, su una panchina dell'ospedale, nessuno di noi aveva ancora detto una parola. Stavo per dire a Jack che se non se la sentiva di parlare, non era importante, quando improvvisamente aprì bocca "Lei non lo amava."

"Mio padre... Mia madre non l'ha mai amato, lei amava il fratello di mio padre, ma fu costretta a sposare mio padre lo stesso, obbligata da mio nonno. E non so il perché. Mia madre ha iniziato ad odiare quell'uomo, ma alla fine in qualche modo si arrese. Dopo due anni di matrimonio, sono arrivato io, e l'anno successivo mia madre era incinta di nuovo... ma non di mio padre".
Fece un respiro profondo. "A quei tempi, non capivo nulla. Avevo solo un anno. Ma avevo in qualche modo intuito che mio padre se ne fosse andato.”
Rimasi senza fiato.
Continuò. "Ero troppo piccolo per dare importanza a un fatto del genere. Anche perché avevo un'altra famiglia. Mia madre si sposò con la persona che amava veramente, e allora arrivò Jace. L'hanno voluto chiamare così, Jace, un nuovo Jack. Nemmeno il padre di Jace mi ha mai considerato come un figlio... in realtà non sono mai stato considerato un figlio... per nessuno, nemmeno per mia madre. Ho iniziato a notare la differenza con cui ci trattava, facevano di tutto per lui, ma non per me, non si sono mai interessati a quello che facevo, per i miei voti, la scuola o altro. Nessuna. Ma in realtà, nulla di tutto ciò mi ha toccato veramente. Avevo Jace. Avevo un fratello. Anzi, io e Jace eravamo molto più di due banali fratelli. Condividavamo tutto, e facevamo tutto assieme. "
Un debole sorriso appare sul volto di Jack.
"Eravamo sempre lì, l'uno per l'altro. Ma quando Jace compì 14 anni, suo padre morì, un incidente stradale. A mia madre si spezzò il cuore, ma decise di andare avanti da sola.... per Jace. Ricordo che ogni giorno piangeva. Aveva bisogno di conforto, ma non voleva il mio. Ogni giorno cercavo di aiutarla, ma ha sempre respinto il mio aiuto." Jack chiuse gli occhi e cercò di calmarsi.
Avvolsi le mie braccia sulle sue spalle, e mi appoggiai con il mento.
"Le cose incominciarono a cambiare. Jace ed io stavamo crescendo. Stavamo iniziando a prendere strade separate, sentivo che lui mi stava nascondendo qualcosa. Di solito, ci dicevamo tutto, col tempo invece Jace sembrava sempre più distante. Un giorno, tornando a casa ho trovato la polizia che circondava il giardino di casa. Un ufficiale trovò nella camera di mia madre dei sacchetti che contenevano... beh, droga."
Spalancai gli occhi, non sapendo cosa dire.
"Così l'hanno arrestata e messa in carcere per spaccio di sostanze stupefacenti. Sono rimasto scioccato. Come poteva mia madre fare una cosa del genere? Ho suggerito a Jace di indagare, di scoprire chi l'aveva incastrata, sapevo che mia madre fosse innocente. Jace si oppose. Avevo capito la verità."
Gli occhi di Jack ora fumavano di rabbia. "Tutti quei sacchi di roba, erano di Jace, mia madre si era solo presa la colpa per tutto. Ho provato a dimostrare la sua innocenza, ma ho scoperto che... beh che in realtà, aveva iniziato lei a fare uso di varie sostanze. Il motivo per finisce spesso in ospedale è in realtà questo." Ha detto passandosi una mano tra i capelli.
Presi un respiro profondo, Jack è riuscito veramente a tenersi dentro tutto questo?
Jack si alzò improvvisamente. "E' tutta colpa mia! Non sono riuscito a badare a mia madre in quel suo periodo di depressione... o Jace, non sono riuscito a capire su che brutta strada si stesse incamminando."
Rimasi senza fiato di nuovo. "Che diavolo dici Jack?" Dissi alzandomi.
"Ascoltami, tutto quello che è successo non è affatto colpa tua! Non essere stupido! Non sentirti in colpa! Tu hai fatto tutto quello che potevi, anzi per me hai fatto anche troppo forse... La colpa è di Jace e di tua madre, mica tua! Sono loro che hanno fatto quelle scelte. Tu eri solo un ragazzino, come puoi pretendere di portarti sulle spalle quel peso di responsabilità? Anzi in verità, sono solo che orgogliosa di te, hai fatto fin troppe cose per tua madre, ma è lei che non ha mai voluto accettarle. Dovresti essere fiero di te stesso. Ti sei dimostrato più adulto di tutti gli altri." Ho finito con un piccolo sorriso.
Improvvisamente ho sentito una sensazione di calore. Jack mi stava abbracciato, come se la sua vita dipendesse da questo.
Pochi minuti dopo si staccò e mi guardò negli occhi. L'intensità del suo sguardo mi aveva fatto sciogliere il cuore.
Il suo braccio era introno alla mia vita, mentre con l'altra mano stava spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Per tutto il tempo, i suoi occhi non hanno mai smesso di guardarmi.
E poi, per una frazione di secondo, il suo sguardo cadde alle mie labbra, poi di nuovo ai miei occhi.
"Kim, posso baciarti?"


Fine del capitolo!

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Kickin' It / Vai alla pagina dell'autore: DisneyStar022