CAPITOLO
11
-Non ne sono
sicuro
ma penso di sì.- disse insicuro continuando a
toccarsi i capelli
-Cerca di
ricordarti.-
avevo l’ansia che arrivava alle stelle
-Cavolo, non
devo
fare tutto io, se è per questo sei stata te a iniziare tutto
e io non mi
pentirò mai di aver ceduto alle tue provocazioni, che tu lo
voglia o no!-
Rimasi a bocca aperta per
ciò che aveva detto. Non volevo
vederlo un secondo in più nella mia abitazione. Ero in
imbarazzo e la prima
cosa che mi sarebbe venuta in mente l’avrei detta. E
così avvenne.
-Esci!-
dissi
indicando la porta guardando il pavimento che in quel momento sembrava
così
interessante
-Cosa?-
disse lui
meravigliato per la mia risposta. Dovevo farlo uscire o sarei scoppiata
in un
pianto isterico e non sarei mai arrivata a farmi vedere di nuovo
piangere,
specialmente da lui!
-E-esci.-
per la
seconda volta dissi quella parola sperando che accogliesse il mio
messaggio.
Stavo iniziando a balbettare e non era un buon segno.
Non disse niente ed in un batter
d’occhio non era più nella
mia casa. Diedi un calcio al divano in qui, in precedenza si era seduto
lui.
Perché io non sarei resistita, non potevo tenermi tutto
dentro o sarebbe stato
come morire in silenzio. Presi il vaso di fiori posato sulla scrivania
e lo
scaraventai per terra facendo così bagnare
l’intero pavimento.
Feci dei passi indietro facendo
scontrare la mia spalla al
muro. Mi misi per terra accovacciandomi su me stessa. Avevo bisogno di
affetto,
in quelle circostanze ci sarebbe stata mia nonna che, anche essendo
piccola
quando per l’ultima volta la vidi avevo capito che prima o
poi avrei sofferto
la sua mancanza.
Harry’s
POV
Uscì senza spiaccicare
parola. Non sapevo che pensare
riguardo quella ragazza che mi aveva in un certo punto stregato. Si,
perché di
quella sera avevo delle immagini di lei, che sotto di me sembrava
così piccola
ma dentro se stessa aveva un esercito di elefanti senza via
d’uscita.
Sentì il mio cellulare
vibrare nella tasca, prendendolo
notai che mi era appena arrivato un messaggio. Speravo con tutto me
stesso che
fossero delle scuse da parte di Roberta ma era solo Katherine. Da quel
maledettissimo bacio non osava lasciarmi via di scampo, la mia
soluzione? Non
rispondevo mai ai suoi messaggi e se la incontravo per strada avrei
trovato una
scusa.
Presi il pacchetto di sigarette
accendendone una. Avevo
iniziato a fumare da poco, ma ne fumavo solo due al giorno, per adesso.
Continuai a camminare per le strade di Londra e una volta arrivato a
casa
decisi di farmi un bagno rilassante.
Avevo il vizio di fare il bagno con
la musica ad alto
volume. Senza musica non mi sarei rilassato, per questo avevo scelto
una casa
nella periferia di Londra. Per quanto l’acqua calda fosse
piacevole in quel
momento, non riusciva a scacciare i miei pensieri che avevano il nome
Roberta!
***
Quella sera sarei uscito con i miei amici per andare a
ballare in un locale
piuttosto noto a Londra, con il mio gruppo o andavi nei locali in qui
c’era da
divertirsi oppure potevi stare tranquillamente a casa! Alle 10.00
sarebbero
passati con una nuova berlina presa in affitto per
l’occasione. Decisi di
vestirmi un po’ elegante, cosa che raramente capitava.
Ormai pronto mi sedetti sul mio
divano presente nel
soggiorno e aspettai l’arrivo della mia comitiva, come sempre
in ritardo.
Nuovo messaggio: -Josh
-Ehi riccio,
siamo
arrivati, esci!- agli ordini
Roberta’s
POV
Stavo
aspettando Giada da un momento all’altro. Con Giada si
decideva cosa fare,
sempre all’ultimo minuto, per capirci bastava poco. Continuai
ancora per poco a
mettere a posto casa. Il giorno dell’acquisto era
così pulita ed ora se provi a
guardare sui mobili trovi uno strato immenso di polvere. Terrificante
che da un
giorno all’altro si formi tanta polvere!
Il suono del
campanello mi fece accelerare il tempo di pulizia. Sventolai la mia
maglietta
nella stanzetta e chiusi la porta. Scesi con velocità le
scale ed aprì la porta
con il fiatone.
-Ciao
bella.- mi precipitai ad
abbracciarla
-Aspetta
aspetta, sbaglio o te eri
arrabbiata con me?- si sbagliava di grosso
-Pff,
acqua passata.- dissi spensierata,
anche se non era proprio acqua passata
-Spazio,
arriva la torta.- disse aprendo
lo sportello della macchina parcheggiata nel mio garage, tirando fuori
la
torta, piccola, ma abbastanza per noi due.
Spalancai la
porta per far entrare il cartone della torta e subito dopo ci sedemmo
sul mio
tanto adorato divano. Ci guardammo in un modo che solo noi sapevamo
fare.
-Mmh,
sai io la mangerei anche adesso.-
disse facendo la faccia da cucciolo ed io non tardai ad accettare
-Ma
sì dai.- dissi andando a prendere
due coppette e due “cucchiaini”. Dopo aver mangiato
le rispettive fette della
torta, prenotammo due pata-pizze e ci arrivarono tramite un bel
fattorino.
Troppo impegnata a vedere il mio film preferito mandai Giada ad aprire.
La vidi
tornare dentro casa sventolando un pezzettino di carta.
-Chi
è la bonazza che ti porta a casa un
numero di un bel giovanotto?- disse soddisfatta del suo
lavoro. Mi scappò
una sonora risata.
Mi alzai
raggiungendola e prendendo dalle sue mani il pezzettino di carta,
guardando la
serie di numeri scritti.
-Cosa
aspetti, chiamalo.- disse con un
sorriso a 32 denti, agitando le mani, ma non emisi alcun verso
-Ok,
ho capito. Dai a me e guarda la tua
amica-cupido che ti procura un bel appuntamento.- disse
prendendo il mio
cellulare digitando il numero, dopodiché attivò
l’altoparlante permettendomi di
sentire la conversazione.
Terminò
la
chiamata ed io ora paonazza in viso per gli innumerevoli complimenti
che mi
aveva fatto la mia amica, descrivendomi un prototipo di modella super
sexy. Ciò
che non ero!
-Chi
sono io, ma chi sono io ah?- disse
la mia scema esaltandosi sempre di più
-La
mia scema.- dissi tra una risata e
l’altra
-Ammettilo,
non vedi l’ora che arrivi il
vostro incontro.- disse battendo le mani
-Oh,
la mia migliore amica sta crescendo.-
stava leggermente sclerando dato che si precipitò ad
abbracciarmi
-Ti
voglio bene.- dissi a bassa voce ma
le percepì lo stesso, dato che sentì le medesime
parole pronunciate da lei.
-Ti
voglio bene.- disse con una dolcezza
estrema