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Louis

Mi alzai lentamente, la testa mi girava vorticosamente, così mi lasciai cadere sul divano. Fissai il soffitto per un tempo indeterminato, quando i miei pensieri vuoti vennero interrotti da un bruciore che conoscevo fin troppo bene. Alzai la manica, le ferite si erano riaperte e una linea sottile di sangue stava percorrendo il mio polso. Decisi di uscire, vagare senza metà finché non mi sarei scontrata con la realtà. Avrei vagato come un marinaio in una notte senza stelle, finché non mi sarei imbattuta in uno scoglio. Non mi preoccupai nemmeno del freddo ed uscii con un maglione e la sciarpa. Feci partire 'Mad World' di Gary Jules e mi feci trasportare in un mondo lontano, da tutto e da tutti. Non badavo a dove andavo, era come se le mie gambe avessero vita propria ed il mio corpo si facesse trascinare dove vogliono. Arrivai davanti ad un cancello scuro e arrugginito. Buffo, al parco ci finivo sempre, anche se non era mia intenzione. Camminai lentamente tra le foglie, gli occhi puntati al cielo grigio.

''Di nuovo qui?'' sussultai e puntai gli occhi spalancati verso il ragazzo seduto sul muretto.

''L-Louis?''

''E' il mio nome. Ora mi spieghi quello?'' chiese indicando il mio braccio.

''Non ti deve interessare.'' risposi sicura. Continuai a camminare per andarmene, ma mi prese per il braccio e mi trascinò con lui.

''Fammi vedere'' mi fece sedere sul muretto e si mise davanti a me, cominciando ad arrotolare la manica. I suoi movimenti ero dolci, lenti. Ora le mie ferite erano in bella vista e io stavo per mettermi a piangere, lì, con uno sconosciuto di cui sapevo solamente il nome. Prese fuori dalla tasca della sua giacca un fazzoletto e cominciò a tamponare delicatamente il polso. Non disse nulla, su di noi calava il silenzio più totale.

''Perché lo fai?'' chiesi alludendo al fatto che stava aiutando una completa sconosciuta, per di più autolesionista.

''Perché non dovrei?'' chiese alzando lo sguardo dal suo lavoro e incatenando i nostri occhi. Rimasi in silenzio, osservandolo per cercare di capire cosa gli passasse per la testa. I suoi occhi erano stupendi, erano del colore del cielo, un azzurro senza fine.

''Ecco, ho finito'' interruppi i miei pensieri, che ora rimbalzavano frenetici nella mia testa.

''Grazie...'' scesi dal muretto e mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

''Ti va di fare una passeggiata?'' chiese sorridendo gentilmente.

''Non voglio disturbarti..''

''Non mi disturbi affatto, andiamo'' mi prese per mano e cominciammo a camminare lungo il sentiero. Io tenevo lo sguardo fisso a terra, ero in imbarazzo e non mi ero mai trovata in quella situazione con uno sconosciuto.

''Posso farti una domanda?'' mi voltai verso di lui aspettando che continuasse.

''Perché l'hai fatto?'' il mio viso si incupì. Feci scivolare i capelli davanti al viso a mo' di tenda, per creare una barriera che poco dopo venne aperta dalla mano calda del castano che portò i capelli dietro il mio orecchio. A quel tocco rabbrividii.

''E' una lunga storia..''

''Ho tutto il giorno'' sospirai e ormai rassegnata cominciai a raccontare tutta la mia vita, cioè il mio inferno. Era straordinario quanto fosse facile parlare di cose che non sa nemmeno il tuo migliore amico ad un estraneo...era come se sentissi di non poter essere giudicata. In più Louis era molto attento e ascoltava ogni singola parola. Quando ebbi finito avevo gli occhi che pizzicavano.

''Quindi...sei sola, non hai nessuno a parte il tuo amico e...questo Harry ti tormenta da tutta la tua vita.'' annuii. Una lacrima scese lungo la mia guancia, la asciugai subito, ma Louis se ne accorse.

''Ehi...non piangere...non volevo farti soffrire''

''N-non fa niente...'' sorrisi debolmente. Non volevo farlo sentire in colpa, non dopo quello che aveva fatto per me.

''Senti...che ne dici di uscire domani?'' mi stava davvero chiedendo di uscire? Ad una come me?

''Sei sicuro...io..''

''Non accetto obbiezioni.'' sorrisi involontariamente.

''Va bene''

''Grande, ci vediamo qui alle 17:00''

''Bene...ora vado, è tardi''

''C'è buio, ti accompagno''

''Ma hai già fatto tanto..'' non mi fece finire che già mi stava portando per mano verso l'uscita del parco.

''Dove abiti?''

''In Rose street''

''Io abito nella Jenkins...siamo vicini'' sorrise e io ricambiai. Arrivammo a casa mia in poco tempo.

''Ok...questa è casa mia...grazie mille, per tutto''

''Non devi ringraziarmi...beh, buona notte''

''Buonanotte'' ci salutammo e lo vidi scomparire dietro l'angolo. Entrai in casa e buttai le chiavi di casa sul piccolo mobile di legno di fianco all'entrata. Le luci erano spente, segno che mia madre non era ancora tornata. Non avevo fame così decisi di andare a dormire. Salii al piano di sopra. Andai in bagno a preparami e tornai in camera. Vidi lo schermo del mio cellulare illuminarsi, era un messaggio.

DA NIALL:

<

Niall>>

Gli risposi subito. Cosa poteva essere successo?

A NIALL:

<>

Spensi il telefono e caddi tra le braccia di Morfeo.

Holaa! Sono in ritardo, come al solito, ma ormai avrete capito che sono fatta così. Sono una ritardataria cronica.
Ah, volevo chiedervi un favore. se qualcuna di voi sa fare i banner e i trailer...me ne fareste uno? Grazie mille :3
Questo è il capitolo *indica il testo* spero vi piaccia e...alla prossima!
xxFlame
P.S. Ho le occhiaie ma shh, è un segreto!!
Ok questo angolo autore è imbarazzante, meglio che me ne vado. Buona lettura!