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Autore: _Im a Unicorn_    02/12/2013    1 recensioni
"Rock and Roll is about rebelling. It's about being young and doing dumb shit and going out and doing whatever the fuck you want that makes you happy."
-Danny Worsnop.
Genere: Comico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia “rumori di bosco” fa incazzare tutti già di prima mattina, soprattutto quando si hanno i postumi di una bruttissima sbronza da vodka.
E poi, mi rendo conto solo adesso di aver dormito con la testa sulla patta dei pantaloni di Cam.
Sbadiglio e vado ad aprire la finestra, come tutte le mattine. La luce colpisce Ben, che comincia ad agitarsi come una specie di rettile in via d'estinzione, mugugnando qualcosa di incomprensibile.
Vado in bagno, trascinandomi come se avessi due palle ai piedi del peso di miliardi di tonnellate, mi do un'occhiata allo specchio e rabbrividisco.
Gesù.
Mi sistemo i capelli e mi lavo i denti, mentre penso ad un modo per mascherare le occhiaie.
Mannaggiamme che mi rifiuto di comprare i correttori perchè costano troppo.
Però effettivamente, costano troppo. Cioè, è un fottuto tubetto di neanche sette centimetri, non me lo potete far pagare 13.99 sterline.
Qualcuno dei ragazzi comincia a bussare alla porta urlando un:”Devo pisciare, Cristo Santo, fammi pisciare!”, che mi rimbomba nella testa per qualche secondo.
“Zitto, Dio menestrello, zitto Sam.”
Apro la porta mentre il ragazzo si precipita in bagno, seguito da Danny.
“Worsnop, se mi pisci nel lavandino te lo faccio pulire con la lingua.”
Accarezzo i capelli di Cam e sorrido.
“Hai un pacco molto comodo.”
“Me lo dicono tutte (?).”
Ridacchio, salutando James e i suoi capezzoli e scendo in cucina, cercando di fare meno rumore possibile e non svegliare mia madre.
Dimmi che quella donna ha preparato il caffè.
Lo ha fatto. La amo.
Prendo un vassoio e ci piazzo dentro sei tazze e l'intera macchinetta, sbrigandomi a rifare le scale.
La prima cosa che vedo, rientrando in camera è il culo di Ben all'aria. Cioè, non che mi dia fastidio, però anche no.
Danny mi precede, tirandogli una sonora pacca e servendosi con l'orrenda brodaglia che mia madre ha preparato.
Ah si, perchè mia madre non sa preparare il caffè.
“Lo zucchero?”
“Nel mio comodino.”
“Perchè tieni lo zuccherò nel comodino?”
“Perchè quando mi vengono le crisi di pianto mi strafogo di zucchero.”
Appoggio il vassoio per terra e mi vesto velocemente.
E' bellissimo quando non hanno la forza di fare commentini spastici.
Il messaggio di Michelle arriva puntuale e il mio esercito di zombie cerca di scendere le scale per prendere l'autobus.
Danny si riesce ad imbalzare sei volte, battendo il record dell'ultima volta.
Saliamo tutti sul bus e saluto Lenn.
“Che mangi oggi a pranzo, Lenn?”
“Piselli e carote.”
“Adoro piselli e carote.”
Sorrido al mio amico bavoso e mi volto verso i ragazzi, che, sembra impossibile, riescono ad essere più bavosi di Lenn.
Sorrido e cerco di non cadere svenuta per il resto del tragitto.
Ci dirigiamo verso la scuola color topo morto e ci salutiamo all'entrata.
Io non sono psicologicamente (ne fisicamente) pronta per due ore di educazione fisica.
E penso che Danny lo sia meno di me.
Entriamo in classe mentre il prof di educazione fisica raccoglie il registro per dirigersi in palestra, dicendoci che siamo arrivati giusto in tempo per la partita di calcio settimanale.
Allora.
Sono uno zombie con i postumi di una orripilante sbronza orrenda, odio fare sport e in modo particolare il calcio. Cioè, il calcio. Gente che corre dietro ad una cosa rotonda cercando di prenderla con i piedi. E prendono anche dei soldi.
“Io e Danny preferiremmo non fare ginnastica oggi...”
Stewart si volta lentamente con un lampo d'ira negli occhi. Ora mi ammazza, me lo sento.
Danny interviene con un mezzo sorrisetto, prima che il professore si possa fiondare su di me e scartavetrarmi la faccia sul pavimento riducendola in brandelli.
“Oppure potremmo fare ginnastica, ma non davanti ad occhi indiscreti..”
Il tutto accompagnato da una risatina idiota tipo:”Dehehe.”
Mi porto una mano sulla fronte, cercando due tipi di autocontrollo.
Il primo, per evitare di scoppiare a ridere senza frenarmi più.
Il secondo, per evitare di uccidere Dan.
“Worsnop, ti potrei sospendere.”
“Andiamo prof, insegna educazione fisica, se si presenta dal preside la congedano dopo averle dato un ghiacciolo per gratificarla.”
Il primo tipo di autocontrollo non regge e mi ritrovo a fare strani rumori per cercare di trattenere le risate, senza un buon risultato.
Un ghiacciolo. Come gli vengono questi colpi a lui? Da dove le tira fuori?
Stewart si avvicina lentamente al viso di Danny, cercando di essere minaccioso, pretendendo le sue scuse.
Il cantante mette le mani avanti, sorridendo.
“Mi dispiace prof, su, sto scherzando..Non se la prenda..Se fa il bravo le do un biscottino.”
Esplodo definitivamente, attirando l'attenzione di professore e classe, mentre Danny sghignazza tra se e se.
“Worsnop, Giant, vi accompagno in presidenza.”
Giant, odio quando mi chiamano per cognome. Lo odio cazzo.
Volto le spalle senza dire una parola, cercando di non ridere, attraversando il corridoio che porta nell'ufficio del vicepreside.
Stewart bussa, apre la porta e ci fa accomodare, per poi uscire di nuovo.
“Non lo prende il suo ghiacciolo?”
Dice Danny un attimo prima che il professore chiuda la porta.
Il “vicecapo” si toglie gli occhiali e li appoggia sulla scrivania.
“Che cosa avete combinato?”
Apro la bocca per parlare, ma vengo preceduta da Dan, che si appoggia con i gomiti sulla cattedra e prende un bel respiro.
“Allora, abbiamo i postumi di una sbornia orribile, ma davvero di quelle brutte brutte, questa ragazza ha dormito tutta la notte sul pacco del mio chitarrista, ma non è importante. La cosa importante è che si, insomma, siamo arrivati qui, e il prof ci ha detto che dovevamo giocare a calcio, allora ho fatto una battutina, lui se l'è presa e io gli ho detto la verità.”
“Che sarebbe, signor Worsnop?”
“Che non prendete minimamente in considerazione i prof di educazione fisica. Che sono cagnolini che non servono a niente all'interno dell'istituzione scolastica e che li ricompensate con dei biscottini se fanno i bravi.”
MI limito ad annuire mentre il vicepreside si appoggia allo schienale del suo trono.
“Beh, non dico che hai torto Daniel, ma sai, dovrebbe rimanere una cosa, più o meno, segreta. Si, lo so che è palese e lo sanno tutti, ma.. cerchiamo di mentire, almeno in superficie, perchè poi dopo se la prendono e creano delle rogne. E nessuno vuole delle rogne qui dentro.
Quindi, nonostante tu abbia detto il vero, avete entrambi tre giorni di sospensione per capello.”


“Cioè, ti ha dato ragione.”
“Perchè io ho sempre ragione.”
“Ma è anti etico.”
Danny alza le spalle mentre prende un paio di tiri dalla sua Marlboro, per poi scrutarla.
“Ti immagini che insulto se qualcuno ti dice che sei inutile come la “R” in “Marlboro”? Io mi offenderei troppo.”
Alzo un sopracciglio.
“Che trip ti fai?”
“Senti, tu pensi alle campagne pubblicitarie degli autobus..”
“Ma è perchè sono offensive!”
La campanella suona e ci affrettiamo a metterci da parte, prima di venire travolti da una mandria di studenti-capra.
Lo studente-capra, un essere mitologico dei giorni nostri. Ha la fisionomia di un adolescente ma la grandezza del suo cervello è simile a quello del cervello di un qualsiasi bovino o ovino che sia.
Come riconoscerli?
Cappellino della “Obey” e camminano come se avessero appena avuto un rapporto anale durato sei ore con un ex carcerato di colore.
Ben, Cameron, Sam e James ci raggiungono dopo poco.
“Perchè vi hanno mandato dal franceseunsaccomosessuale del nostro vicepreside?”
Chiede il batterista con le mani in tasca.
“Danny ha fatto una riflessione su quanto siano inutili i professori di educazione fisica e ci hanno dato tre giorni di sospensione.”
Una ragazza con i capelli biondi tintissimi, intasata di botox, in minigonna urta “accidentalmente” Dan.
“Oh, perdonami..Come ti chiami? Io Jessica, mi sono trasferita qui da poco, non conosco la zona, potresti darmi una mano a conoscere meglio la città?”
Ha detto le ultime ventun parole ad una velocità devastante, ed è riuscita a togliersi gli occhiali da sole in stile diva di Beverly Hills e portarsi una di quelle sue orrende unghie finte alla bocca. E la mia mente è riuscita ad elaborare almeno sette modi diversi per ucciderla e non lasciarne traccia.
“Mi chiamo Daniel e mi devi perdonare tesoro, ma in questo momento sono decisamente occupato, magari nei prossimi giorni fai un salto e ti mostro qualcosina.”
E i suoi squallidi doppisensi mi fanno venire voglia di ucciderli insieme.
Lancio un'occhiataccia a James che, per mia fortuna, intende al volo e trascina Danny per un braccio fino all'uscita, scusandosi di fretta con la bambola gonfiabile.

  
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