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Autore: Violet2013    03/12/2013    14 recensioni
-''Allora un manga. Sei giapponese, no? I manga li leggerai...''
-''Certo!"
-''Ok, un manga. Metti che segui un manga dal primo all'ultimo numero per, che ne so, cinque anni? E poi finisce così, nel nulla, senza una degna conclusione...''
-''Tipo senza neanche un bacio tra i due protagonisti?'', arrossì.
-''Esatto!'', rispose lei, totalmente persa nei suoi ragionamenti, ''Alla fine non ti verrebbe voglia di prendere l'autore e riempirlo di botte?''
*
New York: Ranma Saotome, artista marziale giapponese, scopre che suo padre ed il suo migliore amico Soun hanno pianificato il suo matrimonio con una ragazza a lui sconosciuta.
AU su Ranma 1/2, i cui personaggi sono trasportati in una realtà totalmente differente.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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''Ho sempre avuto la tendenza per le donne kamikaze. Io le chiamo kamikaze perché si schiantano col loro aereo, sono autodistruttive e si schiantano contro di te e tu muori lì insieme a loro. Io appena ci sento il rischio, appena c'è una microtica chance di successo o zero chance o intuisco barriere od ostacoli, qualcosa scatta nella mia mente, forse sarà perché sono uno scrittore, ma ogni drammatica o estetica componente la sento giusta ed io vado dietro quella persona. C'è una certa atmosfera drammatica ed io mi innamoro della persona, mi innamoro della situazione in qualche modo. Certo questo non mi ha dato grandi risultati, non è stato stupendo''
Woody Allen- Mariti e mogli.



''Dunque ora lo sanno tutti?''
Ukyo prese il giornale e lo fece cadere sul bancone del bar davanti agli occhi increduli di Ranma, annuendo convinta davanti alla sua sorpresa: il caffè gli era andato di traverso per la seconda volta in pochi minuti.
Sulla sesta pagina, quella riservata ai pettegolezzi, campeggiava una sua foto rubata due giorni prima, alla sfilata di sua madre.  Nell'angolo a destra un'altra, più piccola, ritraeva lui ed Akane nel salone di casa Tendo, il giorno dell'annuncio del loro fidanzamento.

''Ranma Satome, 16 anni, figlio della famosa stilista Nodoka Akari ha ufficialmente annunciato il suo fidanzamento con Akane, sua coetanea ed erede dell'impero di Soun Tendo, proprietario di numerose palestre di arti marziali...''

''Non mi avevi detto che stavate insieme!'', lo ammonì la giovane intenta a lavare delle tazzine, contrariata dal fatto di non essere stata lei la prima a scoprire una novità tanto succulenta.
''Non c'è niente da dire, hanno deciso i nostri genitori''
''Preparati una scusa più credibile, tra poco dovrai dare spiegazioni a parecchia gente''
''Che vuol dire?''
''Niente, figurati... Pensandoci meglio, però, non siete una brutta coppia''
''Io ed Akane?''
Si fermò a pensare all'ultima volta in cui l'aveva vista, due notti prima.
Dopo essersi addormentato sul suo letto guardando un film, Ranma si era svegliato di soprassalto nel bel mezzo della notte a causa del rumore del computer che, in stand by da qualche ora, si stava spegnendo per via della batteria scarica.
Illuminato dalla luce bianca del monitor, il volto della Tendo sembrava ancora più bello, finalmente rilassato e senza difese, sereno.
Le labbra erano distese in un sorriso rilassato, la testa reclinata leggermente verso destra, in favore di quella del giovane, era dolcemente adagiata su un braccio steso davanti a lei, mentre l'altro braccio, piegato, era adagiato sulla schiena del ragazzo, con il palmo della mano ben aperto poggiato sulla sua spalla.
Quanto a lui, ricordava perfettamente di essere sdraiato su un fianco, col corpo proteso verso quello della ragazza ed una gamba che ne cingeva il corpo minuto, mentre una delle sue mani era posata sul mento della giovane, vicino alle labbra.
In imbarazzo si era alzato, l'aveva presa in braccio ed infilata sotto le coperte, facendo attenzione a non svegliarla. Dopo essersi concesso di accarezzarle dolcemente e per una volta soltanto quel bel viso rovinato da tutti quei segni violacei,visibili anche al buio, era tornato a passi svelti in camera sua, evitandola per tutta la durata del giorno seguente ed uscendo di casa all'alba quella mattina, per non incontrarla in bagno nè in sala da pranzo, sentendosi in colpa per quel gesto così intimo non richiesto.
Tornò a volgere la sua attenzione alla barista, che lo guardava incuriosita dalla sua aria assente.
''Tu... Tu dici, Ukyo?''
''Che cosa?''
''Intendo di me ed Akane... Che saremmo una bella coppia''
''Beh, lei a me non piace, ma in fin dei conti siete entrambi belli e forti, avete le arti marziali in comune e...''
''E così mi trovi bello, eh? Beh, grazie, lo so!''
La giovane scosse la testa, si tolse il grembiule e sparì dietro una porta, tornando dopo pochi minuti vestita della divisa della scuola.
''Andiamo, Ranchan, siamo in ritardo''

***


''Dobbiamo fare qualcosa!''
Le Stelle al gran completo erano riunite, come tutti i lunedì mattina, nell'enorme salone dell'altrettanto imponente appartamento della famiglia Kuno, al cospetto della capricciosa Kodachi.
Quella mattina l'apprezzata ginnasta pareva aver perso definitivamente il senno: aveva appena letto sul giornale che Ranma, il suo Ranma, era fidanzato ufficialmente con quell'insignificante di Akane Tendo. Mentre tre delle sue amiche, da sempre invidiose della bellezza di Akane, la fomentavano meditando piani distruttivi ai danni di quell'improbabile coppia, Shampoo beveva composta il suo the senza zucchero guardando con desiderio i pasticcini elegantemente riposti in un vassoio d'argento sul tavolo, che la provocavano con il loro invitante profumo.
Certo sua madre l'avrebbe uccisa, se l'avesse vista anche solo respirare il loro odore.
Kodachi la destò dai suoi desideri, schioccando nervosamente le dita davanti al suo viso.
''Shampoo, Shampoo!''
''Che c'è?''
''Akane Tendo è il nostro nemico numero uno, d'ora in poi farò sul serio con quella ragazzina impertinente. Sei con me?''
''Sai benissimo che per me Akane è finita sulla lista nera 4 anni fa, dopo la storia di Ataru. Se c'è da fare qualcosa per distruggerla contatemi pure tra i vostri'', rispose senza scomporsi, con voce piatta, annoiata da quella conversazione. Non riusciva proprio a capire cos'avesse di tanto speciale quell'odioso ragazzo col codino. Si ravvivò i lunghi capelli e prese in mano il giornale posato sulle ginocchia di Azusa Shiratori. Accavallò le gambe e si appoggiò allo schienale della poltrona in velluto su cui sedeva, apprestandosi a leggerlo.
Ciò che la sconvolse non fu tanto la notizia del fidanzamento, di cui le importava francamente molto poco, quanto il piccolo dettaglio che, quel sabato, le era sfuggito.
Ranma non era un collaboratore di Nodoka Akari, era suo figlio.
Iniziò a pensare alle implicazioni di quella scoperta, a quanto le sarebbe stato utile entrare nelle sue grazie, quando un' idea le balenò in mente, ed i suoi occhi si accesero di una luce nuova: se avesse sedotto Ranma avrebbe preso due piccioni con una fava, forse addirittura tre. Sarebbe stata amata e benvoluta da Nodoka, che probabilmente l'avrebbe messa sotto contratto, avrebbe messo in ridicolo Akane e, dopo aver ottenuto ciò che voleva, avrebbe lasciato malamente Ranma, abbandonandolo in un baratro di diperazione per averla persa e vendicandosi per l'affronto subito durante il provino.
Guardò di sottecchi Kodachi, palesemente innamorata del codinato: sembrava la versione meno bella di Akane. Avevano i capelli dello stesso colore e della stessa lunghezza, ma mentre quelli della Tendo cadevano perfettamente lisci e morbidi, quelli della figlia di Kuno erano più ondulati e crespi, spesso raccolti in un'odiosa coda alta laterale, che le dava un'aria da maestrina rompiscatole. Le labbra di Akane erano piccole ma carnose, mentre quelle di Kodachi sottili e troppo larghe, il fisico della sua rivale era minuto e femminile, mentre Kodachi era alta come un uomo e, sebbene avesse un seno più prosperoso di quello della Tendo, aveva anche delle spalle troppo larghe ed una mascella troppo pronunciata.
Sì, se fosse riuscita a far fuori Akane avrebbe avuto decisamente campo libero.
Sorrise all'amica e tese un braccio, nell'atto di posare una mano sulla sua.
''Noi siamo sorelle, no? Se tu hai bisogno di Shampoo, Shampoo ti aiuta''


***


Nabiki e Soun parlavano sottovoce a capotavola coperti da un quotidiano aperto, fingendo di commentare le notizie del giorno, mentre Kasumi ed il suo amico Ataru ridevano spensierati ricordando le avventure dell'estate passata, rendendo Genma partecipe dei loro racconti ed aneddoti.

''Hai controllato gli esami del sangue, Pà?''
''Sì, sono puliti''
''Te l'avevo detto che non poteva essere droga, Akane non è proprio il tipo''
''Ed allora cosa potrebbe essere, figliola?''
''Sai come siamo fatte noi ragazze, no?'', scambiò uno sguardo d'intesa con Estrella, intenta a versar loro del caffè, ''Shopping, feste...''
''E' che io temo che le sia un po' sfuggita la mano, tesoro... Sono già spariti più di centomila dollari...''
Alla cameriera cadde di mano un piattino, che raccolse tremando. Nabiki la fulminò con lo sguardo, mentre Soun meditava in silenzio.
''Dici che ho fatto bene a bloccarle l'accesso ai conti?''
''Secondo me non c'era da preoccuparsi tanto, ma finchè non lo blocchi a me...''

Il loro dialogo fu interrotto da Akane, che scese in sala da pranzo in divisa.
''Buongiorno, splendore!'', Ataru si alzò in piedi e la baciò su una guancia, sorridendo.
Lui ed Akane erano sempre stati molto uniti, fin dalle medie. Il ragazzo, in passato, si era preso una cotta per lei, ma dopo che la Tendo aveva chiarito di non ricambiare i suoi sentimenti si era fatto da parte, rimanendole però amico.
Ovviamente il giovane continuava a covare un sentimento profondo per la mora, ma frequentandola aveva canalizzato le sue emozioni in quella bella amicizia, accontentandosi di farle da fratello maggiore e sperando che, un giorno, lei si accorgesse di lui.
''Che ci fai qui, Ataru?''
''Io e Kasumi abbiamo alcune lezioni in comune, quindi ho pensato di venire a prenderla e darle un passaggio in moto!"
''Ka- Kasumi in moto?''
''Oh, Akane, non dire nulla. Sto cercando di convincerlo a prendere la limousine, ma non vuole sentire ragioni!''
''Portaci me in moto!''
''Ci sto! Soun, posso rapire tua figlia?''



Il viaggio in moto fu più lungo del previsto, dal momento che Ataru aveva deciso di portare Akane a fare colazione in una pasticceria del centro. La conversazione tra i due era, come sempre, brillante e spiritosa.
''Allora tu e Kasumi, eh?''
''Cosa? No! Lo sai che Kasumi se la fa con Tofu, il dottore!"
''Davvero? Io non me n'ero mai accorta!''
''Vivi proprio su una nuvola tu, eh?''
''Già...''
''E tu che mi racconti? Mi è stato detto che ti sei fidanzata!"
''E' solo una delle idee stupide di mio padre... Ecco, siamo arrivati!''
Scesero dalla moto e si diressero al chiosco di fronte al Furinkan, per bere un altro caffè prima dell'inizio delle lezioni, incontrando Ranma ed Ukyo, che avevano avuto la stessa idea.
Si salutarono in maniera impacciata, consci di aver letto entrambi la notizia sul giornale e di aver dormito insieme solo pochi giorni prima. Ranma non mancò comunque di fulminare con lo sguardo quel bell'imbusto che sembrava voler rubare le attenzioni di tutte le donne della sua vita.
D'improvviso la tazza di caffè del codinato volò per aria, spinta da un colpo di cui nessuno aveva capito la provenienza. Ranma si girò e per poco non gli uscì l'ultima sorsata dal naso vedendo Kuno, scalzo ed in divisa da kendo, stringere una pesante spada di legno e puntarla contro di lui.
''Ranma Saotome!''
''Ciao''
''Come hai osato?''
Ataru si spostò con fare protettivo davanti alle due ragazze, strappando un sospiro alla giovane Ukyo, Ranma si mise in posizione d'attacco.
''Non so di cosa tu stia parlando, ma sono pronto. Fatti sotto!''
Kuno iniziò a menare la sua spada in ogni direzione, sotto lo sguardo preoccupato di Ukyo e quello rapito di Akane, che non vedeva l'ora di vedere come il grande Ranma Saotome se la sarebbe cavata al cospetto del campione in carica di tutte le discipline marziali di cui ricordasse l'esistenza.
Stranamente, Ranma schivava più che bene.
Kuno sembrava fuori di sè, raramente i suoi conoscenti lo avevano visto così determinato, e, soprattutto, nessuno ricordava di averlo visto così in difficoltà durante uno scontro.
''Non lo accetterò mai, Saotome, è chiaro? Mai!"
''Si può sapere di cosa stai parlando?'', afferrò la sua spada con una mano sola, bloccandola. Akane trattenne il fiato.
''Parlo del tuo fidanzamento con la dolce Akane Tendo! Io, Tatewaki Aristocrat Kuno, il Tuono Blu dell'istituto superiore Furinkan, non accetterò mai una simile mancanza di rispetto nei miei riguardi!''
Ataru sorrise dolcemente ad Akane sotto lo sguardo indisposto di Ukyo: possibile che quella ragazza piacesse a tutti nonostante il suo pessimo carattere?
''Lo vedi quanto sei bella? La gente si ammazza per te''
L'ultima frase del biondo distrasse Ranma, che si voltò di scatto verso i due, venendo colpito in testa dal Tuono Blu.
''Ti sei distratto! Saotome, io non accetto un simile affronto!"
Il codinato si rialzò e si tirò indietro il codino, che gli si era appiccicato al collo sudato. Tornò in posizione d'attacco.
''Ora facciamo sul serio, Kuno''
Iniziarono a sfidarsi sotto lo sguardo incredulo di Akane, che non aveva idea di quanto quello stupido di Ranma fosse forte. In pochi minuti e senza troppa fatica aveva messo al tappeto il suo sfidante, che lo guardava ringhiando con la testa sotto il suo piede.
''Che ti serva di lezione, Kuno. Andiamo in classe, Ucchan. Akane, ti lascio con i tuoi spasimanti''.
Con un gesto della mano Akane invitò Sasuke, che li osservava nascosto dietro ad un albero, a raggiungerli e prendersi cura di Kuno, dopodichè salutò Ataru con un bacio sulla guancia e corse dietro ai suoi compagni di classe.
''Ranma! Ranma!''
"Che c'è?'',si voltò annoiato, ''Non vorrai ringraziarmi... Non l'ho fatto certo per te"
Stizzita, lo spinse, ''Volevo solo farti i complimenti, idiota!''
''Vi lascio soli'', sospirò Ukyo allontanandosi, mentre Ranma si grattava la testa imbarazzato.
''Sei molto bravo'', continuò la mora, ''Nessuno aveva mai battuto Kuno''
''Non era niente...'', sussurrò lui, sorpreso dalla nuova gentilezza che leggeva nel volto della giovane.
''Dove hai imparato quelle tecniche? Ho visto dei vecchi video delle gare dei nostri genitori e tuo padre non mi sembra così forte...''
''Mio padre, vedi... Ha vissuto di rendita usando il cognome di mio nonno. Io invece ho studiato seriamente''
''Si vede'', sorrise, facendo sciogliere la barriera di freddezza e disinteresse che il codinato si era costruito, ''Andiamo in classe, dai"

***

Hiroshi e Daisuke accolsero i due fidanzatini con un sorriso malizioso e le braccia aperte e protese verso Ranma. Akane schivò i due e si diresse verso le sue amiche, lasciandoli ai loro pettegolezzi.
''Saotome, vecchia volpe!''
''Eh?''
''Potevi dircelo che tu ed Akane, beh...''
''Io e Akane, niente!'', sbraitò girandosi poi in direzione della mora, per vedere se lei avesse sentito. Akane gli fece una linguaccia e tornò a parlare con le due ragazze.
''Devi raccontarci tutto!''
''La prof Hinako è in ritardo?''
''Ora buca, Saotome, ora buca. Parla!''

''Non c'è niente da dire'', una voce s'intromise nella loro conversazione. Shampoo, ancora più svestita del solito, li aveva raggiunti prendendo Ranma alle spalle e cingendolo dolcemente per i fianchi, con fare felino.
I due ragazzi ebbero un mancamento nel vedere la gatta morta del Furinkan in azione, era semplicemente divina.
Ranma si scostò e la salutò imbarazzato, memore del trattamento che le aveva riservato due giorni prima nell'ufficio di sua madre.
''Ti- Ti sei arrabbiata per quello scherzetto?''
''Ma chi,io? Scherzi?'', sussurrò la cinese posando una mano sul suo petto, ''Adoro gli uomini decisi che mi sanno mettere in difficoltà, sono così sexy...''
Gongolando internamente, Ranma cercò di mantenere un contegno, o quanto di più simile gli fosse concesso davanti a quella scollatura vertiginosa, e sorrise educatamente, girandosi di tanto in tanto a buttare delle occhiate verso Akane, che però non lo degnava di uno sguardo.
''Dunque è tutto ok?''
''Più che ok, almeno per me... Povera Kodachi, sta dando di matto da questa mattina...''
''Pe- perchè?''
''Sai, per quella bufala sul tuo fidanzamento con Akane... Perchè è una bufala, vero?''
''Beh ecco, in parte... Il fidanzamento effettivamente è stato annunciato, solo che non lo abbiamo deciso noi''
''Lo sapevo'', rispose in un sussurro, ''Non potrei immaginare una coppia peggio assortita della vostra, tu sei così... Così uomo... Ed Akane, beh, guardala...''
Si voltò di scatto verso la fidanzata, seduta sul suo banco ed intenta a cantare un medley di sigle dei cartoni animati con le amiche Yuka e Sayuri. Shampoo lo inchiodò con lo sguardo.
''Non molto sexy, eh?''
''Beh, ecco...''
''T'immagini come sarebbe fare certe con un'imbranata del genere?''
Il codinato arrossì violentemente, Shampoo socchiuse gli occhi. Aveva trovato il suo punto debole.
''Ma che c'entra? Noi... Noi non... Mai! Mai nella vita con Akane!''
''Lo sapevo! La mia cara amica Kodachi sarà felice di sapere che quello sgorbietto non t'interessa''
Mosso da un'ondata di sincerità e sinceramente ammirato dall'altruismo della cinesina, che aveva ingoiato l'orgoglio per intercedere in favore dell'amica, Ranma decise di mettere le cose in chiaro.
''Shampoo, io non ho interesse per Kodachi, non è il mio tipo, Akane o non Akane. Saresti così gentile da trovare un modo carino per dirglielo? Io ho paura di essere troppo rude...''
''Ma certo, Ranma caro. Shampoo è qui apposta per aiutarti''

***

Tornò a casa insieme a Shampoo, che aveva insistito per accompagnarlo.
Era una ragazza dolce e molto simpatica, sexy e divertente, doveva ammettere di averla giudicata male.
Non la invitò a salire, conoscendo il suo pessimo rapporto con Akane, ed entrò in ascensore insieme ad una preoccupata Nabiki, incontrata nella hall.
La mora parlava al telefono con fare cospiratorio, guardandolo di sottecchi.
''Ascolta, adesso non posso parlare, ci sentiamo dopo? Io dico che si è messa  nei casini, se non può pagare...No, lei non sa che io so, mi raccomando... E nemmeno tu dovresti saperlo. Sì, li ho visti anch'io i lividi, ma stai calmo. Vedrò di indagare, dai...Ci vediamo domani, Mou.''
''Parlavi di Akane, vero?'', la inchiodò con lo sguardo.
''Non te l'hanno detto che non si origliano le conversazioni altrui?''
''Guarda che sono preoccupato...''
''Non so di che parli''
''Oh, invece sì. Per te questa casa non ha segreti, me l'hai detto tu''
''Ranma, fidati di me, lascia perdere''
Le porte scorrevoli si aprirono ed i due si ritrovarono nel salone di casa Tendo. Nabiki prese le scale e salì in camera sua, in silenzio. Ranma si fiondò in cucina per parlare con Estrella.


''Mi amor!''
''Hola, Ranma! Hai fame?''
La prese per le spalle, facendola arretrare di qualche passo, spaventata.
''Estrella, se sai qualcosa me lo devi dire!"
''Di che parli?''
''Lo sai di che parlo. Perchè Nabiki è così preoccupata per Akane?''
''Ahi, no! Yo no sè nada!''
"Estrella, dannazione! Se La Regina di Ghiaccio si è mostrata spaventata significa che la storia è più grave di quello che pensiamo, no? Tu sai tutto, quindi parla!"
''Nabiki non dovrebbe sapere...''
''Avanti!''
''Preoccupate solo che Señor Tendo non lo scopra, por favor... Le intenzioni di Akane sono buone...''
''Non capisco, spiegati!"
''Nabiki avrà scoperto che el padrone ha tagliato i fondi alla niña e sa che ora lei non può pagarli...''
''Pagare chi? Basta con questi indovinelli!'', si stava innervosendo.
''Parla con Mousse, Niño. A me non dice più niente perchè sa che me arrabbio...''



***


Uscita da scuola, si diresse immediatamente al bancomat.
Carta bloccata, ancora.
Suo padre doveva essersi accorto dei frequenti prelievi.
Corse a perdifiato fino al luogo concordato con gli altri, sentendo i capelli appiccicarsi al collo ed il fiato accorciarsi sempre più. Legò la sua lunga chioma in cima alla testa con un elastico e girò l'angolo, sorpresa di non trovare ancora nessuno.
Si guardò intorno, guardinga, con un brutto presentimento addosso.
Una mano si posò violentemente sulla sua bocca, mentre altre quattro, cinque, forse sei, erano protese ad immobilizzarla.


***


L'appartamento della famiglia di Mousse era enorme e lussuoso, come tutti quelli dell' Upper East Side.
Il giovane lo accolse con reticenza con indosso una tuta da jogging.
''Che ci fai qui, Saotome?''
''Devo parlarti di Akane''
''Sono tutt'orecchi'', rispose apprensivo guardando verso i suoi genitori, seduti sul divano in pelle beige accanto al codinato, ''Magari andiamo in camera mia, però''.

La sua stanza era minimale e moderna, attrezzata di ogni genere di supporti tecnologici: videogames, computer, hi-fi ed altre diavolerie. L'arredamento era quasi del tutto nei toni del bianco e del grigio, e l'unica macchia di colore era costituita da un collage di foto di Shampoo, rubate probabilmente a sua insaputa.
''Ti piace proprio, eh?'', commentò con un sorriso indicando la parete.
''Non- non sono affari tuoi!''
''Ok, ok, scusa. In ogni caso, dimmi dov'è Akane e nessuno si farà male.''
''Mi stai per caso minacciando, Saotome?'', rispose alzando il mento il giovane con gli occhiali.
il codinato strinse i pugni, permettendo al giovane mingherlino di vedere i muscoli delle sue braccia definirsi e le vene gonfiarsi.
''Sì''.
Si ritrasse immediatamente, alzando le mani cercando di calmarlo. A scuola Ranma si era sempre mostrato solare e gioviale, a volte disinteressato verso l'ambiente circostante, ma mai nervoso o arrabbiato come in quel momento. Gli faceva paura.
E gli ricordava Akane.

''Non so perchè te lo sto dicendo, sto tradendo la mia migliore amica per un estraneo, ma...''
''Mousse, stringi!"
''Credo sia andata da loro, ancora.''
''Loro chi?''
''Quelli che la allenano''
''Eh?''
''Ma tu non sai proprio niente?''
''Se sapessi qualcosa credi che sarei venuto a chiedertelo?'', sbottò il ragazzo, urlando. Mousse si coprì il viso con le mani, terrorizzato.
''Ok, siediti, ti racconto tutto''.


***

''Allora, principessa, li hai i nostri soldi o no?''
''Per favore, mi serve ancora un momento. Mio padre ha sospettato qualcosa e mi ha tagliato i viveri. Sto cercando un lavoretto, vi giuro che vi darò tutto, ma vi prego, non mi abbandonate, in fondo ho sempre pagato...''
''Vedi, Akane, noi non siamo gente che aspetta''
''Lo so, lo so. E' che io...''
''Allora vorrà dire che l'allenamento di oggi sarà un po' particolare...''
L'uomo, sulla quarantina, tirò fuori un coltello. Gli altri alle sue spalle, molti più di quanti Akane ricordasse di aver conosciuto, iniziarono ad impugnare bastoni, bottiglie di vetro rotte ed altre armi improvvisate.
''Facci vedere se hai imparato qualcosa''


***


''Dunque, se non ho capito male questi sono dei galeotti che si guadagnano da vivere picchiando una ragazzina?''
''Non è propriamente così. Sono ex artisti marziali, immigrati qui da altri paesi, che sono stati in galera ed ora sono usciti...''
''E dove starebbe la differenza?'', chiese scettico il ragazzo col codino, comprendendo molto poco di quello che Mousse gli aveva appena raccontato.
''Forse è il caso di partire dall'inizio. Ti hanno parlato di Diana, la mamma di Akane?''
Il codinato annuì, Mousse continuò.
''Era un'artista marziale molto apprezzata, certamente più di suo marito. Purtroppo, sei anni fa, è venuta a mancare...''
''Quindi vuoi dirmi che Akane fa così solo perchè non ha superato il dolore per la scomparsa della madre? Mi sembra troppo semplicistico...''
''Mi lasci finire, Saotome? Diana è morta in combattimento! Forse è questo che ti è sfuggito... Era stata sfidata da un combattente cinese molto forte e, purtroppo, non ce l'ha fatta.
Akane praticava le arti marziali già da 3/4 anni, ha iniziato da piccola e Diana l'ha sempre considerata la sua erede, diciamo, sia per la loro impressionante somiglianza fisica e caratteriale, sia per questa sua passione per le arti marziali, che non era riuscita a trasmettere alle altre due figlie.
Dopo la sua morte Soun ha iniziato a sovraccaricare Akane di responsabilità, facendola allenare duramente giorno e notte, lasciandole solo il tempo per la scuola e per dormire qualche ora. Tre anni fa, durante una gara, è successo il casino.''
''Che casino?'', chiese smanioso il codinato, appassionato da quella storia tanto avvincente di amore per le arti marziali.
''Akane si stava difendendo egregiamente, ma il tizio con cui combatteva era troppo grande e forte, senza contare che lei aveva solo tredici anni. E' stata ferita esattamente nello stesso punto di Diana ed è finita in ospedale. Ci mancava poco che morisse, sai?''
''Davvero?'', chiese Ranma sconvolto, sentendo una fitta al cuore immaginando Akane passare a miglior vita.
''Sì, fortunatamente lei è una roccia e si è ripresa, ma puoi immaginare quale sia stata la reazione di Soun...''
''Le ha impedito di praticare le arti marziali...''
''Esatto...''
''Lo avrei fatto anch'io, onestamente...'', rispose sovrappensiero.
''Allora non consci ancora Akane Tendo'', asserì il moro.
''Continua, giuro che non ti interrompo più''
''Soun ha imposto una specie di veto mettendosi d'accordo con tutti i gestori di palestre di arti marziali nel raggio di chilometri, vietando loro di accettarla tra i loro allievi. Inizialmente si allenava da sola in camera sua o, goliardicamente, con Kuno e gli altri ragazzi giapponesi, qui praticamente tutti le abbiamo studiate, almeno un po'.
Il problema è che Akane è troppo forte per chiunque di noi, nessuno riusciva a starle dietro e rischiava di regredire adeguandosi ai nostri standard.
Un po' di tempo fa, non ricordo esattamente quando, lei e tutta la sua famiglia sono andati a far visita all'Associazione. Tu sei il futuro marito di Akane, te ne avranno parlato...''
''Hem... No...'', era in imbarazzo nel sentirsi chiamare futuro marito.
''Diana era una donna molto generosa. Con i soldi guadagnati aveva fondato un'Associazione per il recupero degli ex detenuti immigrati qui da altri Paesi. Era una specie di polisportivo in cui queste persone  con situazioni paricolari potevano impiegare il loro tempo nella pratica dello sport, mentre cercavano un lavoro ed un modo per farsi riammettere in società. Quel giorno, disgraziatamente, c'era un mini torneo di arti marziali.
Akane era ferma da un po' e si è sentita morire vedendo gli altri combattere. Tornò da sola il giorno dopo e parlò con i ragazzi, chiedendo di essere allenata. Ovviamente la maggioranza si è rifiutata, capirai, lei è minorenne e tutti sanno che Soun potrebbe uccidere se scoprisse che sua figlia combatte ancora.''
''Quindi hanno accettato solo...''
''Quelli davvero poco raccomandabili, sì...E' gente che per i soldi farebbe qualunque cosa e che assolutamente non si fa scrupoli...''

''Perchè Akane ha più lividi del solito?''
''Soun le ha bloccato i fondi da qualche settimana. Sta continuando a farsi allenare facendosi fare credito, ma credo si siano stancati di farlo gratis...''
''E perchè continua ad andare lì tutti i giorni?''
''Perchè andrebbero immediatamente a dire tutto a Soun. E' gente che non ha niente da perdere''
''Devo andare da lei''
''Ranma'', gli mise una mano sulla spalla, ''Non puoi salvare chi non vuole il tuo aiuto''
''Ma tu da che parte stai, talpa? Credevo che Akane fosse tua amica!''
''Non credere che sia d'accordo con quello che fa. Più di una volta sono andato a prenderla io stesso per portarla via, ma il giorno dopo, puntualmente, tornava da loro. Akane, vedi... E' molto testarda.''
''Dimmi dov'è, a me darà retta. Con le buone o con le cattive''
''Dovresti chiuderla in casa, buttare via la chiave e sbarrare le finestre. Ti dico solo che, nonostante sia consapevole di non saper nuotare, ogni estate si tuffa dallo yatch di Kuno, rischiando consapevolmente la vita''
''Mousse! Non mi interessano questi aneddoti! Dimmi dove posso trovarla!''
''Ok, ecco, guarda...'', gli mostrò una mappa sul suo cellulare, ''Dovrebbe essere qui.''
Ranma corse verso la porta, uscendo senza salutare. Mousse lo inseguì urlando il suo nome dalle scale.
''Ranma''
''Che c'è?''
''E' una brava ragazza, se la conosci. Trattala bene.''

***


Scese dal vagone della metropolitana e corse a perdifiato fino all'indirizzo indicatogli da Mousse. Girato l'angolo rabbrividì per la scena che gli si parava davanti.
Akane, in piedi in posizione di guardia con lo sguardo più determinato che il codinato avesse mai visto, era di fronte a tre uomini che le puntavano addosso delle armi improvvisate. Il ragazzo notò immediatamente che la caviglia sinistra della giovane, fasciata solo da una sottile calza bianca, era troppo gonfia, probabilmente per via di una brutta distorsione. Le sue labbra tradivano una smorfia di dolore e, vicino alla fronte, un rivolo di sangue scendeva partendo da un suo sopracciglio, tagliato.
Interruppe quel breve momento di stallo, camminando lentamente verso il gruppo e mostrando la sua presenza.
''E tu chi sei, ragazzino?''
''Ranma! Che ci fai qui?''
Senza nemmeno considerare gli altri si diresse verso Akane, posizionandosi davanti a lei.
''Akane, vattene, finisco io qui"
"Cosa? Sei matto? Guarda che va tutto bene, io...''
''Zitta, so tutto. Ho detto vattene''
''Mai!''

''Scusate se vi interrompo, piccioncini. Si può sapere cosa sta succedendo?''
Ranma sorride beffardo all'uomo biondo davanti a sè, muovendosi ancora per coprire totalmente la sua fidanzata dalla sua vista.
''Te lo spiego subito. Mi è stato detto che siete tutti artisti marziali: è vero?''
L'uomo annuì.
''Non starò a dirvi che non trovo nulla di artistico in quello che fate, sono semplicemente qui per proporvi una sfida''
''Tu vorresti sfidare tutti noi?'', rise di gusto, seguito a ruota dai suoi compari, ''E quale sarebbe il premio? Sono proprio curioso...''
''La ragazza'', rispose secco.
''Te la puoi tenere, siamo tutti adulti qui, non corriamo dietro alle bambine''
''Allora non mi sono spiegato: se vinco mi porto via la ragazza ed il suo debito sarà cancellato. Voi non la vedrete più e non vi permetterete di far parola con nessuno riguardo questa faccenda, soprattutto con suo padre''.
Akane era sinceramente colpita dal coraggio e dalla sicurezza di Ranma: sarebbe stato disposto ad affrontare tutti quei malviventi solo per lei. Commossa, gli posò una mano sulla spalla, che il codinato accarezzò leggermente per poi scansare.
''Akane, vattene''
''Non esite, non ti lascio qui da solo''
''Almeno fatti da parte, testarda che non sei altro...''
Si sedette su una pila instabile di scatoloni posati in un angolo, trattenendo le lacrime per il dolore alla caviglia. Ranma non la perse di vista un attimo lungo il suo tragitto. Sinceratosi che la mora fosse lontana ed al sicuro, tornò a volgere il suo sguardo agli uomini, che si stavano consultando.
''Allora?''
''Noi accettiamo, ma ad una condizione: ci devi battere tutti''
''Non chiedevo di meglio...''
Presero a combattere sotto lo sguardo ammirato della giovane, che non riusciva a staccare gli occhi dai movimenti del codinato, che stava lasciando per terra uno per uno i suoi avversari.
Trattenne il fiato quando lo vide fronteggiarsi con Sven, il più forte nonchè leader della gang, lasciato per ultimo. Lo slavo prese una bottiglia rotta e gliela lanciò contro, colpendolo in testa. Akane si alzò di scatto, sentendo una fitta atroce alla caviglia.
Ranma si rimise in piedi e si scagliò addosso all'avversario, colpendolo con una serie di pugni micidiali.



***


''Ti fa ancora male?''
''Tranquilla, non è nulla'', sorrise asciugandosi il sangue che gli colava dal labbro inferiore, ferito dallo scontro col vetro della bottiglia, ''Piuttosto, riesci a camminare?''
''Certo!'', poggiò a terra il piede scendendo dal taxi, mentre una lacrima di dolore rigava il suo viso, contorto in una smorfia.
''Stupida...''
''Hey, che fai?'', sbraitò mentre Ranma la prendeva in braccio e porgeva una banconota all'autista, avviandosi verso la porta di ingresso di casa.
''Ti porto a casa, no?''
''Fammi scendere! Cosa penseranno gli altri?''
''Entriamo dalla cucina, tranquilla. Non ci tengo a farmi vedere avvinghiato ad un maschiaccio come te''
Entrando dall'ingresso secondario, incrociarono gli sguardi di Estrella e Nabiki, che parlavano con fare cospiratorio mentre la portoricana tagliava le verdure e la giapponese giocherellava coi suoi pesanti braccialetti d'oro.
La Tendo mezzana lanciò uno sguardo sorpreso al codinato mentre la cameriera sospirava sorridendogli.
''Ahi, el amor!''

Ranma scortò Akane fino in camera sua, aiutandola a sedersi sul letto e posizionandosi su una sedia di fronte a lei, tirando la gamba della giovane verso di sè e prendendo ad esaminare la distorsione.
''E' mal messa, dovremmo chiamare un dottore...''
''Parlerò domani col fidanzato di Kasumi, sta' tranquillo.''
''E' vero che non sai nuotare?'', sorrise.
''Co-come fai a saperlo?''
''Me l'ha detto un uccellino...''
''Mousse! Lo uccido!'', strinse il pugno con un'aria epica che fece scoppiare a ridere il codinato, poi si ricompose, ''Ok, ora che tu conosci la mia debolezza, io devo conoscere la tua"
''Io non ho debolezze!'', alzò il mento con aria presuntuosa.
''Tutti ne hanno una!", gli tirò un pugno.
''E va bene, maschiaccio, la mia debolezza sono le belle donne''
''Bah, roba trita. Non fare il super-uomo con me, Saotome!''
''Ok, hem... I gatti.''
Scoppiò a ridere: ''I gatti?''
Ranma si agitò visibilmente, terrorizzato al solo pensiero di quelle orrende creature coi baffi e la coda: ''I gatti, ok? Sì, i gatti! Ecco, lo ammetto, ho paura dei gatti! Ridi pure di me, ora!"
''Ok, sta' calmo...''
''Akane...'', tornò serio.
''Sì?''
''Akane, i-io volevo dirti che... Sei una stupida''
''Beh, grazie! Mi ci voleva proprio questa botta finale, dopo una giornata così tranquilla e leggera!''
''No, intendo dire... Sei una stupida, sì, ma ti apprezzo. Amo le arti marziali più di ogni altra cosa, e non credevo che qualcuno... Beh... Permettimi di parlare con tuo padre, sono sicuro di poterlo convincere a farti riprendere gli allenamenti. Ovviamente dopo che questa sarà guarita'', accarezzò leggermente il tessuto leggero che fasciava la caviglia della Tendo.
''Sarebbe... Bellissimo, grazie''
''In cambio mi devi promettere che non vedrai mai più quei tizi''
''Dopo che avrò dato loro quello che gli spetta li cancellerò dalla mia vita, promesso''
''Cosa? Ma sei scema? A che è servito a fare il combattimento di prima? Non devi loro niente, Akane...''
''Akane Tendo non ha debiti con nessuno, ma sta' tranquillo, troverò una maniera legale per pagarli!''
''Hai la testa dura, eh?''
''Non sai quanto'', sorrise facendogli una linguaccia.
''Credo di essermene fatto una vaga idea'', le accarezzò la testa con fare protettivo, ''Ci vediamo a cena, delinquente''.




Ed eccomi qua, scusate il ritardo ma sono giorni incasinatissimi, in più questo capitolo è stato una gravidanza! Chiedo scusa a chi era convinto che avrei postato ieri, ero convinta anch'io di farcela! =(
Fatemi sapere cosa ne pensate e, come sempre, grazie a chi legge e commenta, mi fate felice! ^^
  
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