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Autore: iaia97    03/12/2013    0 recensioni
La tragedia imperversa sulla tua vita, sradicando tutto, creando il caos, come un tornado. Aspetti che la polvere si depositi e poi scegli. Puoi vivere fra le rovine e far finta che sia ancora il palazzo che ricordi. O puoi tirarti su dalle macerie e ricostruire lentamente. Perché dopo essere stati colpiti da un fulmine l'importante è andare avanti.
(Veronica Mars)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo


Tom aveva imparato una cosa sin dall’inizio della sua carriera velistica: c’era un tempo per tutto con il nostro corpo, aveva imparato a darsi un tempo per tutto, per ogni suo bisogno, anche quelli più basilari, perché chi andava in barca lo faceva per amore e per pazzia ed entrambe spengono ogni capacità di sentire, ogni cosa: il freddo, il dolore, la sete, ogni cosa. Quindi si era dato dei tempi, per mangiare, bere un sorso di the caldo… Si era dato dei tempi per tutto ciò che era necessario alla sua sopravvivenza, era un buon metodo, lo aiutava a non pensare. Non avrebbe mai potuto immaginare che poter aver bisogno d’altro, del calore di una persona affianco, di un bacio, perché non ne aveva mai avuto bisogno, infatti, ma quello era stato prima, e adesso che era successo stava cambiando tutto, anche se lui non poteva accorgersene, lui aveva dei tempi per tutto.
 
Clara si riteneva una ragazza carina, una di quelle che attirava gli sguardi quando camminava per i corridoi, una di quelle con cui è piacevole parlare, si riteneva soddisfatta della sua vita: sua madre era abbastanza viziata da curarsi poco o niente dei figli e suo padre era uno di quegli uomini che si ritenevano troppo importanti per immischiarsi in diatribe adolescenziali, quindi le dava tutti i soldi di cui sosteneva di avere bisogno chiedendo in cambio solo buoni voti, cosa che aveva sempre ritenuto accettabile. Clara si riteneva una ragazza carina, piacevole, soddisfatta, non avrebbe mai pensato di potersi definite rotta, interrotta, persa, ma sbagliava, evidentemente, perché adesso aveva solo voglia di urlare al mondo di andarsene affanculo.
 
Jack era il tipico adolescente in piena crisi ormonale, nulla di particolare, non lo era mai stato e non voleva esserlo, gli piaceva passare inosservato e lui aveva imparato a farlo, a casa, a scuola, ovunque e gli piaceva, per la maggior parte del tempo: aveva una vita facile, il classico gruppo di amici, la classica media scolastica, il classico tutto. Jack non era uno particolare, non lo era mai stato e non aveva mai pensato che la gente si sarebbe girata a guardarlo nei corridoi o camminando per strada, ma da classico adolescente qual era si sbagliava su tutto ciò di cui era convito, ma di certo non voleva essere guardato per quello, era patetico e lui era classico, non patetico, ma, evidentemente, sbagliava anche su questo, perché la voglia di scappare in bagno a piangere come un bambino si poteva solo descrivere come patetica.

Carl si sentiva appagato dalla vita: si era sposato, aveva avuto due splendidi figli, aveva abbastanza soldi per soddisfare ogni capriccio di sua moglie e per viziare i ragazzi. Carl aveva previsto tutto della vita, sin da quando era adolescente con manie di controllo insopportabili, lo aiutava a tenere sotto controllo la situazione. Aveva sempre saputo che avrebbe aperto un circolo velico, che, al momento giusto, sarebbe andato a suo figlio, sua figlia sarebbe andata all’università e lui e sua moglie si sarebbero spenti vecchi nelle ricchezze più spudorate.  Carl aveva previsto tutto nella vita,, tutto tranne la cosa più importante: non aveva previsto la lastra di ghiaccio, il cane che si butta in mezzo alla strada, l’istinto che lo costringe a sterzare bruscamente, sua moglie che non ha il tempo di dirgli di fare attenzione, la macchina ribaltata, il dolore al torace, non aveva previsto l’incidente. Non aveva previsto di guardare sua moglie con la testa appoggiata al tetto della macchina mentre moriva , e di certo non aveva previsto che l’ambulanza sarebbe arrivata tardi. Poi ci fu solo il buio, prevedibile, pensò come ultimo, crudele, scherzo del destino.
 
 
  
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