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Autore: Ciribiricoccola    06/05/2008    2 recensioni
[Michael Jackson e altri] Gli amici esistono e si vedono nel momento del bisogno. Anche quando sembra impossibile.
Genere: Commedia, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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poster

Si svegliò tardi, molto tardi.
Aprì gli occhi e subito li richiuse, infastidita dalla luce del sole alto.
Aveva lasciato la persiana abbassata per metà, ecco il perché di quel risveglio fin troppo luminoso.

Si guardò intorno confusa.
I poster erano tutti al loro posto.
Tutti i soggetti anche.

Si alzò e, trascinando i pedi fino alla porta della sua stanza, vi sbirciò dietro.
Il poster a grandezza naturale di Michael Jackson era dove era sempre stato.
E Michael era immobile, munito di giacca di pelle e sguardo serio, come al solito.

“Che sogno…” sospirò con un sorriso.

Di colpo, una scampanellata inconfondibile.

“Arrivo… arrivo, mamma, cavolo, eccomi!” esclamò camminando stancamente verso la porta di casa sua, stropicciandosi con forza gli occhi.
Aprì il portone e subito sua madre le disse: “Buongiorno! Ma bene, è mezzogiorno passato e ti trovo ancora in pigiama!”
“Mamma, è domenica…” si giustificò Diana prima di sbadigliare, spostandosi per lasciarla entrare.
“Sì, ma quando si hanno una casa e 22 anni, non si poltrisce così! Sono venuta a prenderti i panni, hai qualcosa da lavare?”
“Sì, è tutto nel bagno, ora vado a vedere… Porca di quella miseria, io vorrei sapere quando me la riparano, questa maledetta lavatrice…”.
Mentre stava andando in bagno per raggruppare i propri panni sporchi, la mamma si diresse verso la cucina e cacciò un urlo tremendo che la fece sobbalzare.

“DIANA! SUBITO QUI!” le ordinò, categorica come Mussolini.

La ragazza si affrettò a raggiungere quel gendarme che aveva come madre e quando vide le condizioni della sua cucina, spalancò gli occhi, facendosi venire la pelle d’oca.

“Spiegami cos’è tutta questa Nutella lasciata in giro! Guarda in che condizioni è il tavolo!!! E tutte le briciole sul pavimento, guarda che macello!!!”

La ragazza neanche sentiva i rimproveri isterici della madre.
“Era tutto vero” continuava a ripetersi, sentendo il cuore accelerare i battiti.

Si passò le mani tra i capelli con un sorriso gioioso sulla faccia.

“Si può sapere cos’hai da ridere con tutto questo bordello davanti?!” l’apostrofò la madre.
“Niente, mamma, niente…” le rispose Diana, andando a piedi nudi verso il tavolo e toccando quelle macchie di Nutella come se fossero oro.
“E che cos’è questo?!” gracchiò ancora una volta la signora.

La figlia si voltò spazientita verso di lei, che era alla finestra, e la vide con uno spinello in mano.

“Bob!” esclamò la ragazza, al colmo della felicità.
“Chi?!” chiese sua madre, tenendo tra le dita quella canna con un’ espressione disgustata.
“No, mamma, lascia perdere, dammi qua, questo non è mio!” le disse subito Diana, strappandole la sigaretta dalle mani.
“Ah, guarda che se fumi me ne accorgo, non sono mica nata ieri!” borbottò la donna, andando a prendere la scopa nello sgabuzzino.

Diana continuò a fissare incantata la sua cucina, così meravigliosamente in disordine.
Adorava sentire le briciole di pane pungerle leggermente i piedi.
Il suo sguardo fu poi catturato da qualcosa che era attaccato al frigo.

Un foglietto, attaccato con lo scotch.
Lo staccò delicatamente e notò che era macchiato di cioccolata.

In our darkest hour
In my deepest despair
Will you still care?
Will you be there?
In my trials
And my tribulations
Through our doubts
And frustrations
In my violence
In my turbulence
Through my fear
And my confessions
In my anguish and my pain
Through my joy and my sorrow
In the promise of another tomorrow
I’ll never let you part
For you’re always in my heart.

Michael

Diana si appoggiò contro il frigo, con il foglio sul cuore, sentendolo mentre batteva a più non posso, quasi volesse esplodere.

“Ci sarò sempre” si sentì dire da una vocina convinta, che le infondeva sicurezza.
Sospirò, ricacciando le lacrime indietro, giù per la gola, e corse a nascondere il foglio e lo spinello in camera sua.

 
“Diana, voglio spiegazioni anche su un’altra cosa…” le disse con tono severo sua madre, sulla soglia della porta.
“Cosa, mà?” domandò la ragazza con aria trasognata.
“Ieri ho chiamato la madre di Dario. Piangeva. Mi ha detto che le dispiace tantissimo avere un figlio così idiota da prenderti a schiaffi per poi finire dai carabinieri… cos’è successo, perché non me lo hai detto subito?”

Diana si fece seria.

Già, Dario.

I suoi vestiti sparsi per l’atrio del condominio.
Chissà quanti curiosi avrebbero indagato, inventato indiscrezioni.
Senza immaginare neanche lontanamente la realtà.

Sorrise e disse: “Hai ragione, mà… Ieri ho lasciato Dario. Non ne potevo più. Mi ha tirato uno schiaffo mentre litigavamo e… dei signori lo hanno fatto smettere... Poi, sono tornata a casa per piangere e alcuni miei amici sono venuti subito a consolarmi. E mi hanno consigliato di denunciarlo per quello schiaffo, sai?”.
“E l’hai querelato subito?” chiese la mamma.
“Sì, certo”.
La donna addolcì la sua espressione e abbracciò la figlia, dicendole: “La mia bambina… hai fatto la cosa giusta. Non avevo idea di quanto fosse stronzo quel ragazzo… perdonami se non me ne sono mai accorta… non ho potuto aiutarti…”
“Non preoccuparti, mà… ce l’ho fatta da sola. E poi i miei amici sono stati così carini con me, sai? Abbiamo festeggiato fino a tardi…”
“Addirittura festeggiato?” chiese piacevolmente stupita la signora, accarezzando i capelli di Diana, che rispose con un sorriso: “Sì, era proprio il caso… adesso sto proprio bene… mi sento meno sola…”
“Non fatico a crederti, tesoro mio… e poi come fai a sentirti sola con tutti questi occhi stampati che ti guardano dalla mattina alla sera in camera tua?” domandò ironica la signora, staccandosi dall’abbraccio della figlia.

Diana non disse niente.

Semplicemente si guardò intorno e sorrise di cuore.

Poi sentì il sole riscaldarle i piedi nudi attraverso la finestra.

E quel calore le arrivò fino ai capelli, scaldandole ogni angolo dell’anima.

Erano i suoi raggi di sole.

Ognuno di loro la illuminava, la scaldava, la guidava.

Avrebbero continuato a farlo per tutta la vita.

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Le parole scritte nel biglietto di Michael sono prese dalla sua canzone "Will you be there"... per chi già sapesse di cosa sto parlando, è la parte finale, quella in cui lui parla con voce commossa :).

E anche questa storiellina si è conclusa... a molti sarà sembrata banale, ad altri sarà parsa disneyana, bè, io ci ho messo veramente il cuore... e chi mi ha fatto sentire fiera di questo lavoro, incoraggiandomi e recensendo ogni capitolo nel migliore dei modi, è sempre stata RubyChubb, e la ringrazio per questo, è molto gratificante sapere che ci sono dei lettori come lei!
Alla prossima!
Ciry
   
 
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