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Autore: Beautiful Disaster    07/05/2008    3 recensioni
Elo, una ragazza piena di problemi. Un angelo che arriva nella sua vita e lei crede che sia possibile 'ricominciare'. Protagonisti una delle mie band preferite, i MCR.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAP.19 - The End’s Eve

I don't want a lot for Christmas / There's just one thing I need / I don't care about the presents / Underneath the Christmas tree / I just want you for my down / More than you could ever now / Make my wish come true / All I want for Christmas is... / You

Ricordo come fosse ieri quella mattina di Natale quando dopo aver fatto colazione io, Mikey ed Alicia raggiungemmo gli altri in studio. C’era un alone di mistero in tutto e solo appena arrivammo in studio capì che era una sorpresa, e non sono presuntuosa se dico che la sorpresa era per me. In pratica Gerard aveva voluto che i ragazzi ri-arrangiassero una cover natalizia fatta qualche hanno prima, All I Want for Christmas di Mariah Carey. la mia mente vagava tra dolci ricordi della sera prima e il mio umore non era proprio alle stelle a dire il vero, si mise di mezzo anche il terrore di rivedere Frank a distanza di così poco tempo… ma appena superai la piccola porta a vetri dell’altrettanto piccolo studio di registrazione fu inevitabile lasciarmi coinvolgere dall’aria frizzante che si respirava. Di certo contribuì il fatto che Frank fosse già andato via…di proposito mi vien da pensare ancora oggi…ed è stata la scelta più saggia. Gerard non era mai stato così socievole, così coinvolgente da quando lo conobbi, ad eccezione di quando mi parlò per la prima volta della possibilità di esporre i miei quadri alla mostra…ed è grazie alla sua idea che adesso ho abbastanza soldi da sopperire questi due mesi e mezzo di sterilità creativa. A dire il vero sono quasi tre mesi…da quella notte. Quella notte così intensa e bella da superare qualsiasi notte di sesso abbia mai passato nella mia vita. Gerard mi prese per mano, mi fece accomodare in una seggiola, mi diede un bacio in fronte e fece partire il nastro. Per poco non mi scesero le lacrime dalla commozione… Quel giorno seguì il pranzo di Natale con mamma Way, ospite a casa dei due figli. Ricordo come mi trattò…come fossi la sua terza figlia. E mi ringraziò per aver portato serenità e gioia nella vita di suo figlio…non mi disse chi dei due, entrambe sapevamo. Quando andò via mi abbraccio così forte e in modo così intenso che difficilmente dimenticherò finchè vivo.

Mi viene in mente lei adesso che spio Gerard dall’uscio della sua porta, intento a scrutare ogni minimo particolare del suo abito da cerimonia…i testimoni ci tengono sempre a far bella figura e lui particolarmente. È talmente buffo che non riesco a stare ancora qui nascosta. “L’avrai provato un centinaio di volte, hai ancora dei dubbi?” incrocio le braccia seguento con la testa i suoi movimenti “Decisamente si…” non toglie gli occhi dallo specchio “la cerimonia è domani, non hai più tempo di fargli fare delle modifiche…” “Posso sempre andare a comprarne un altro…” “Sei il solito esagerato” “Solo meticoloso” si guarda per l’ennesima volta allo specchio, pensoso, poi si volta verso di me “ Ma tu che fai, mi spii mentre mi cambio?” “Noooo! Ero solo salita per chiederti…ehm…se volevi un po’ di the…” “Fila via!” “Ok, ok ti chiamo quando è pronto!”Corro via dalla sua camera e riesco a sorridere dopo settimane.

Ifornelli di casa Way non hanno più segreti per me, ma il ripiano delle pentole decisamente si, infati rischio di morire col cranio sfracellato più di una volta! In effetti è quasi ora di cena, ma è stata necessaria la ehm scusa del the…non potevo mica dirgli che mi stavo divertendo da quasi un’ora a spiarlo! Poco male, tanto Mikey ed Alicia, che è tornata in città in occasione del matrimonio, sono usciti da poco meno di 10 minuti, quindi ceneremo comunque in ritardo… Sento un rumore, la porta sul retro si apre proprio di fianco a me facendomi sobbalzare dalla paura. Il bollitore mi scivola di mano inondando d’acqua il piano cottura. “Ti sei fatta male?” la sua voce dolce e premurosa come sempre…nonlasentivo da quanto? Mi sembra un secolo cazzo. “Frank…” mi scosto da lui quasi per inerzia “non dovresti essere preso da certi preparativi?…” evito volutamente di guardarlo negli occhi, raccolgo il bollitore e cerco di asciugare per quello che posso, le mie mani tremano. “Ho assolutamente bisogno di chiederti una cosa” “Cosa vuoi da me?” il mio sorriso ironico lo amareggia, lo so e lo vedo.. Prende fiato, deglutisce. “Se adesso, in questo preciso istante ti chiedessi di prendere la tua roba e venire via con me… tu cosa mi risponderesti?” riesco quasi a sentire il battito del suo cuore mentre mi tocca piano i capelli. “Che sei un pazzo. Un pazzo furioso…” le mie braccia non hanno la forza di muoversi, mi volto, butto via lo straccio che avevo tra le mani. Mi afferra il collo, costringendomi a voltarmi verso di lui. “E se ti dicessi che…” “Zitto, non dire un’altra parola!” gli tappo violentemente la bocca e mentre i miei occhi versano già lacrime i suoi sono dannatamente sul punto di farlo. No ti prego Frank…potrei anche cambiare idea…è troppo tardi cazzo, non si gioca con i sentimenti…maledetto. Toglie piano la mia mano dalle sue labbra, la stringe forte. Sorride, mi guarda dritta negli occhi e mi infilza il cuore con una lancia invisibile incollando le sue labbra alle mie per un’ultima, lunga e interminabile volta. Riprende fiato. “Ok” poggia per un attimo la sua fronte alla mia. “Domani sarà il giorno più terribile di tutta la mia fottutissima vita… fanculo” lo spingo via. “Credi che sia facile per me andare all’altare con il tuo sapore ancora in bocca??” “Piantala!” riesce a strapparmi un urlo mentre Gerard prontamente ci raggiunge. “Ma che cazzo…Frank…” i due si guardano in un modo che non avevano mai fatto e sento che tra loro c’è una tensione che va oltre questa discussione. Non dice una parola, va via. Lo vedo salire in macchina dalla finestra, rimane un po’ dentro prima di mettere in modo…i vetri sono scuri ma vedo che ha il capo chino…Gerard distoglie il mio sguardo da lui. “E’ tutto ok?” “No, non direi…” nota le mie lacrime, i miei occhi gonfi e quasi sta male quanto sto io, vedo in lui i comportamenti che aveva verso Frank quando l’ho conosciuto. “Direi che si è fatta ora di cena…usciamo” Indossa la sua giacca e mi aiuta ad indossare la mia, prende le chiavi e usciamo da casa. Ci dirigiamo verso il parcheggio, dove i miei occhi vagano , fugaci in cerca di un qualcuno che non c’è più… Gerard riporta su di se l’attenzione, è davanti a me adesso. “Non voglio vedere più lacrime nei tuoi occhi d’ora in poi o giuro che mi incazzo sul serio” ed è forse il primo rimprovero da parte sua che merita un abbraccio, sincero, affettuoso, disperato. Ho bisogno di te adesso Gerard, dammi un po’ della tua forza. Lo stringo come non mai, come se fosse un’ancora di salvezza. Mi accarezza i capelli “Andiamo piagnona…” … “Stupido”… ci sorridiamo e saliamo in macchina. Non so dove mi sta portando, non ne ho la minima idea, so solo che mi fido, ciecamente.
   
 
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