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Autore: ciaoioamoglionedirection    04/12/2013    11 recensioni
Non avevo mai provato nulla di cosi forte, cosi sincero, cosi speciale.
Sentivo il sangue scorrere veloce nelle mie vene, sentivo il mio cuore impazzire d'amore, di desiderio mentre mi baciava.
Il suo tocco era come una medicina per me, sapeva tirarmi su di morale quando ne avevo bisogno.
Il suo tocco mi faceva sentire protetto tra le sue braccia, ma anche libero.
Libero di poter amare, libero di poter gridare al mondo quanto amavo quel ragazzo che aveva rubato il mio cuore, libero di poter provare un amore che nessuno adesso poteva piu' distruggere.
Stavo realizzando che senza di lui mi sarei perso, stavo iniziando a capire che la mia vita era nelle sue mani e che nessuno gliel'avrebbe strappata.
"Non ti lascero' mai " sussurro' al mio orecchio.
"Non ti azzardare piu' a dubitare del mio amore" lo minacciai stringendolo a me.
"Non lo faro' mai piu' " mi rassicuro' indietreggiando.
"Allora baciami e dimentichiamo tutto"
Dimenticare sarebbe stata l'opzione perfetta.
La migliore sarebbe stata scappare da tutto questo ma sarebbe stato da codardi, e noi non eravamo codardi, eravamo solo innamorati.
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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~~Dopo la lunga notte passata a scrivere ero esausto.
Stavo quasi perdendo la speranza quando mi si accese una lampadina e riuscii a scrivere una frase, il resto venne da se.
Ero tornato quello di prima?
Sicuramente ora potevo aspirare a qualcosa.
Dovevo far leggere il testo a qualcuno, qualcuno che capisse le mie emozioni piu' di chiunque altro.
`No, Jim non e' qui.` pensai tra me e me.
`Connie.`
Si, lei era sempre presente e sapevo che mi avrebbe detto la verita'; senza scrupoli mi avrebbe detto in faccia che la canzone era venuta una schifezza.
Dopo quella nottata insonne volevo solo dormire ma dovevo andare al lavoro, quindi uscii fuori e controllai che i miei vestiti fossero abbastanza asciutti.
Entrai dentro per indossarli e poi mi incamminai.
Adoravo la sensazione di freddo.
Adoravo che il sole mi riscaldasse a malapena il corpo e che il venticello mi accarezzasse la pelle.
Avevo tanti ricordi di quelle giornate.
Tanti bei ricordi.
Le passeggiate con Jim, le chiacchierate con Jim, i baci con Jim, Jim.
"Me ne vado ma tornero' presto" disse, e da quel giorno non lo vidi mai piu'.
Dopo 742 giorni lui non si era ancora fatto vivo.
L'amore puo' bruciare.
Le sue promesse mi erano sembrate cosi sincere e lui era fin troppo convinto di cio' che mi diceva.
Avrei dovuto sapere che lui non si sarebbe legato a me; piu' volte mi disse che il suo era uno spirito libero e che non dovevo aspettarmi troppo da lui, ma ormai era tardi.
Poi un giorno mi disse "Ti amo, davvero" e i miei dubbi su di lui svanirono.
Il mio amore e la mia fiducia nei suoi confronti mi portarono a pensare che Jim fosse cambiato, ma era solo cio' che volevo io, lui non sarebbe cambiato.

"Connie, ho finalmente trovato l'ispirazione"
"Sei riuscito a scrivere qualcosa?" era contenta quasi quanto me ed era sincera.
"Si,  guarda!" le feci dare un'occhiata al foglio e lei me lo strappo' dalle mani, ansiosa di leggere.
Dopo due lunghi minuti abbasso' il foglio e alzo' lo sguardo, mi guardo' negli occhi con lo sguardo di chi stava per dire "e' una schifezza ma apprezzo l'impegno"
invece mi colse di sorpresa quando disse: "sono le parole piu' belle che abbia mai letto"
Grazie al cielo, se piacevano a lei allora avevo davvero fatto un bel lavoro.
"Ci ho passato tutta la notte"
"Michael, non te lo dico perche' sei mio amico ma, tu diventerai famoso"

Io non volevo diventare famoso.
Se diventare famoso significava non avere un minimo di privacy non lo volevo, insomma, la mia passione era scrivere, non volevo valanghe di soldi in cui nuotare, volevo solo che il mio lavoro venisse ripagato giustamente.
Ad interrompere i miei pensieri fu il mio datore di lavoro, un signorotto sempre ben vestito e con degli eleganti baffi grigi.
Sembrava costantemente infuriato col mondo intero e l'aria da aristocratico non lo aiutava ad apparire meno sbruffone ma, piu' lo conoscevi, piu' ti convincevi che non era poi cosi male.
Era persino... gentile.
"Salve"
Ecco, era venuto a chiedere a me e Connie- le uniche due persone che lavoravano li- di andare nel suo ufficio a ricevere il nostro stipendio.
Stipendio mediocre.
Se solo pensavo alla mia vita si intuiva che razza di stipendio ricevevamo.
Ma non mi lamentavo piu' del dovuto. Non erano molti, di certo non potevo farci la bella vita ma erano abbastanza per poter riparare la stufetta e comprare un nuovo giubotto che ormai era malridotto.

"Un'altra miseria..." sospirai io fuori dall'ufficio.
"Tieni" mi fece aprire la mano e mi porse la busta con il suo stipendio.
"Connie, che cazzo fai?" le rimproverai.
"Ti voglio aiutare"
"Ti prego non dire stronzate, tieni il tuo stipendio, a te serve di piu', hai una bambina da sfamare, io invece sono solo come un cane" come se non lo sapesse.
"Michael, non sei solo, hai me e proprio per questo ti prego: accettali. Conosci la mia situazione economica, tu ne hai bisogno, io no" chiuse la mia mano e la porto' alla tasca dei miei pantaloni.
"Hai vinto, grazie per esserci sempre"
Tornai dietro al bancone e indossai l' inutile grembiule blu.
I clienti diminuivano ogni giorno, se eravamo fortunati in un giorno venivano venti persone.
C'era sempre stata una marea di persone, a quei tempi lo stipendio era accettabile e qualche volta ricevevo anche una piccola mancia dai clienti.
Era un bar lussuoso una volta, persino le persone famose vi si recavano per rilassarsi ma da quando ci fu quella rissa solo i piu' coraggiosi vi entravano.
"Ecco un altro coraggioso" sussurrai a Connie quando vidi un ragazzo entrare.
"Buon giorno, cosa posso fare per lei?" dissi con il sorriso piu' falso che avessi mai fatto.
"Un caffe' per favore"
Mi voltai per prepararglielo e quando glielo portai vidi Connie che ci guardava con un'aria strana.
Il ragazzo se ne ando' e molto sfacciatamente fece l'occhiolino rivolto a...
Mi voltai e c'era Connie dietro di me.
"Ti ha fatto l'occhiolino" dicemmo insieme l'uno all'altra appena il ragazzo lascio' scivolare la porta dietro di se.
"No! Lo ha fatto a te" dissi io a Connie che sembrava divertita.
"Lo ha fatto a te!
Ci provava con te per tutto il tempo ma tu non ti sei accorto di niente" disse lei sorridente.
"Con me?"
Impossibile...
Stavo arrossendo?
Stavo arrossendo.
"Con te" mi diede una pacca sulla spalla e ando' a mangiare un piccolo panino.
Il suo pranzo.
"Prendi!" mi lancio' un panino piu' grande, io lo presi al volo e mi andai a sedere accanto a lei.
"Ne sei sicura?" dissi scartocciando il panino, curioso di sapere cosa avrei mangiato.
"Sicurissima, sei bellissimo, chi non si innamorerebbe di te?"
"Jim" dissi io a voce bassa sperando che non mi avesse sentito.
"Jim ti amava e lo sai, ha sbagliato ad andarsene ma non puoi dire che non ti ha mai amato"
"Jim ha sbagliato, posso anche perdonarlo ma mi disse che sarebbe tornato presto, tu lo vedi?"
"Avra' un'altra cognizione del tempo.
Dopotutto due anni non sono tanti" cerco' di rassicurarmi ma non ci stava riuscendo.
Stava soltanto confermando le mie ipotesi, cioe' che a lui non importava piu' di me.
"Due anni per me sono tanti, anche troppi.
Ce la faresti due anni senza Chris?"
"...no"
Ecco.
Perche' io avrei dovuto?
E' facile dare consigli quando non ci si e' passati.
E' tutto piu' facile fino a quando non lo vivi in prima persona.

Quel pomeriggio il ragazzo torno'.
Non sapevo neanche il suo nome.
"Ri-buon giorno" disse lui quando entro'. Era solare e sembrava felice.
Mentre aspettava che gli dessi un altro caffe', mi colse di sorpresa chiedendomi come mi chiamassi.
"Michael, lei?" risposi senza esitare.
"Non darmi del lei, Jim"
Si chiamava Jim?
Mi girai di scatto e gli chiesi di nuovo il suo nome per essere certo di non aver sentito male.
"Mi chiamo proprio Jim"
Sospirai.
"Che bel nome" dissi poggiando la tazzina sul bancone.
Lo osservavo mentre sorseggiava piano il caffe', aveva degli occhi verdi che sprizzavano gioia,
i suoi capelli sembravano morbidi visti da lontano, erano corti e aveva un ciuffo nero ribelle.
Le sue labbra erano rosee e quando si  aprirono in un sorriso mi torno' in mente l'immagine di Jim.
Il vecchio Jim.
Scrollai la testa per rimuovere quel ricordo e sorrisi anche io a quel ragazzo.
"Anche il tuo e' un bel nome"
Un momento.
Quel ragazzo perfetto, secondo Connie, ci provava con me?
Improbabile che succedesse ma
stavo iniziando a crederlo anche io.
Cerco' il denaro nella sua tasca e mi diede una piccola mancia, anche se non lo stavo servendo al tavolo.
"La tua ragazza e' gelosa, ci guarda in modo strano"
"Chi?
Lei?
Non e' la mia ragazza, e' la mia migliore amica, io sono gay" risposi io di rimando.
Sorrise di nuovo.
"Anche io"
Sorrideva come se gia' sapesse tutto e voleva solo farmelo dire.
"E il tuo ragazzo? E' protettivo?"
Ma che razza di domanda?
Saranno pure cavoli miei.
Me la stavo prendendo con lui solo perche' non sopportavo la mancanza di Jim.
`Se continuo cosi tutti scapperanno da me` pensai.
"Era..." dissi io mettendo i soldi della mancia nella tasca del grembiule.
"Anche il mio era, ma non ci piangiamo addosso" disse ridendo.
Avrei tanto voluto avere la sua voglia di vivere.
Forse la sua separazione non era stata dura come la mia o aveva cosi tanto senso dell'umorismo che dimenticava tutto il resto.

Jim se ne stava andando.
Jim dagli occhi verdi, intendo; l'amore della mia vita era gia' andato, invece.

"Ci vediamo" disse prima di chiudere la porta.
La mia mente stava ancora elaborando che dopo due anni qualcuno si era interessato a me e che anche io mi stavo interessando a qualcuno.
Nessuno poteva rimpiazzare l'amore della mia vita ma questo Jim era arrivato al bar e stava provocando qualcosa in me.
Sara' che aveva lo stesso nome suo.
Sara' che aveva lo stesso sorriso suo, ma aveva qualcosa di diverso che mi ispirava tanti bei sentimenti.
"Connie, come ti sembra quel ragazzo?"
"Cerchi il mio consenso?
Te lo puoi pure scopare" disse lei impudente.
"Si chiama Jim" dissi io ancora ridendo per la sua risposta.
"Non vedo perche' dovresti collegarlo all'altro Jim"
"Perche' io ne sono ancora innamorato" sembrava che non capisse.
Sapevo che avrei dovuto dimenticarlo, ma qualsiasi cosa vedessi la collegavo a lui.
"Ti vuoi fare una vita o vuoi restare per sempre da solo?" mi rimprovero'.
Amavo i suoi rimproveri, mi facevano capire sempre.
"Con lo stipendio che mi ritrovo non sarebbe male restare da solo"
Era forse sbagliato?
Io non potevo dare niente, solo l'amore, ma a quanto pare, ad alcuni l'amore non basta.
"Se due persone sono innamorate si aiutano a vicenda"
Le sue parole erano sagge.
Mi mettevano dubbi ma poi riuscivano sempre a confortarmi e a farmi ragionare.

A fine giornata ero ancora piu' esausto.
Non dormivo da tre notti, ne avevo bisogno.
`L'ombrello` pensai portandomi una mano alla fronte istintivamente.
`L'ombrello, cazzo. Sta per piovere`
Indossai il cappuccio e corsi piu' che potetti.
Avevo un'auto ma era impossibile usarla, ormai non potevo neanche venderla, dovevo solo portarla allo scasso.
Arrivai a casa alla velocita' di un fulmine, fortunatamente riuscendo ad evitare la pioggia che inizio' a cadere subito dopo il mio rientro a casa.
Aprii la sedia a sdraio e mi ci buttai sopra con l'eleganza di un elefante.
Non mi addormentai subito, anzi rimasi per un quarto d'ora a pensare alle parole di quel ragazzo e al suo viso angelico, ai suoi occhi che mi stavano stregando, al mio vecchio amore e poi di nuovo al moro confondendo i pezzi del puzzle che ero riuscito a mettere insieme poco prima.
E dopo un lungo tempo passato a rischiarirmi le idee, in due secondi ero riuscito a rimetterle alla rinfusa.
     

*NOTA DELL' AUTRICEEE*
Holaaa!
Sono contenta che il primo capitolo vi sia piaciuto, non sapete cosa significhi per me sapere che il mio modo di scrivere sia cambiato rispetto a quando scrivevo( e scrivo ancora) 'Never say never', un'altra mia fanfiction.
Mi fa piacere ricevere delle recensioni, non abbiate paura di dire la vostra, di scrivere una critica negativa, io le accetto, quindi, voi lettori silenziosi, vi osservo, prendete parola quindi uu hahaha.
Come avete notato in questo capitolo Michael si sente un po' confuso, soprattutto dopo l'arrivo di questo ragazzo, che non a caso si chiama Jim.
Lui lo ha un po' colto di sorpresa e magari, che ne dite, ci fara' un pensierino su? *w*
Io li vedrei benissimo insieme, anche se mi dispiace per il vecchio Jim che seppur stronzo io lo adoro e scoprirete perche'.
Credo di avervi gia' rotto abbastanza le scatole quindi vi dico solo un'altra cosa.
In questa storia ho voluto sottolineare la poverta' di Michael anche perche' si e' soliti pensare a Londra come una citta' ricca e senza problemi, invece lui di problemi ne ha e anche tanti!
Spero che seguirete il prossimo capitolo facendomi felice *w*
Adiooos.

 

  
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